Federico fu uno dei principi che si impegnarono per proporre la causa della riforma aMassimiliano I,Imperatore del Sacro Romano Impero, e nel 1500 divenne presidente del neo-fondato consiglio di reggenza (Reichsregiment).
Federico era il candidato che ilpapa Leone X aveva prescelto per il trono delSacro Romano Impero nel1519 — il papa gli aveva inviato laRosa d'Oro di virtù, il 3 settembre,1518 —, ma egli certamente fu uno degli uomini che votò per l'elezione diCarlo V. Federico cercò di proporre le tesi di Lutero dopo laDieta di Worms del 1521, e successivamente assicurò l'esenzione dall'Editto diWorms per la Sassonia.
Egli protesse infatti Martin Lutero dal papa, ospitandolo nel suo castello diWartburg dopo le decisioni della Dieta di Worms di mettere le tesi luterane al bando dall'Impero.
Federico sentì parlare probabilmente di Lutero per la prima volta nel1512 quandoJohann von Staupitz, il Vicario Generale degli Agostiniani, gli chiese aiuto per permettere all'allora anonimo frate sassone di compiere i propri studi a Wittenberg. Lutero aveva ottenuto il dottorato in Teologia ed era assai perito del testo sacro. Divenne perciò docente di Teologia al posto di Staupitz.
Lutero divenne ben presto uno degli insegnanti più celebrati, come si deduce dalla sua lettera indirizzata a Staupitz dell'8 aprile1518. A seguito della bolla papaleExsurge Domine del 1520, Lutero venne tacciato di eresia per le proprie tesi e bruciò la bolla come pubblico affronto. Senza ricredersi, Federico appoggiò la sua causa per l'amore della giustizia, in quanto riteneva in cuor suo che Lutero fosse solo vittima di pregiudizi ed incomprensioni da parte della Santa Sede. Come fedele figlio della Chiesa Cattolica, però, Federico non parteggiò mai per le tesi di Martin Lutero e come uomo di legge non vi vedeva niente di errato. Egli seguì la medesima politica della Dieta diWorms.
Nonostante Lutero fosse stato dichiarato nemico pubblico tanto dall'autorità religiosa quanto da quella civile, Federico fece in modo che non venisse loro consegnato; inoltre patrocinò la sua traduzione in lingua volgare della Bibbia.[3] Nelle sue intenzioni non è chiaro se perseguisse o meno il progetto di difendere la dottrina di Lutero diper sē: non aveva interessi religiosi particolari, se non per la sua collezione direliquie, almeno fino al 1523.[4]
Sebbene le sue motivazioni non siano state mai chiarite[3] si possono avanzare tre ipotesi, anche concomitanti, che portarono alla decisione di proteggere la persona di Lutero:
Federico era un politico abilissimo, attento osservatore e consapevole dei rapporti di forza esistenti nel complicato sistema del governo centrale dell'Impero e le sue relazioni con la Chiesa. Rifiutandosi di applicare la bolla papale del 1520 che ordinava il rogo degli scritti di Lutero[5] e non eseguendo meramente le disposizioni sulla sua consegna, ma convincendo l'imperatoreCarlo V a spostare la sede del processo adAugusta e a rilasciare unsalvacondotto, si affermava l'autonomia della Sassonia[3] e più in generale il potere di ingerenza dei principi imperiali sul papato nelle faccende riguardanti il territorio e i sudditi imperiali, ma al contempo stesso si evitava lo scontro diretto.
Aveva un debole per la sua caraUniversità di Wittenberg, che dall'arrivo di Lutero (1511) era finita sempre di più al centro dell’attenzione ed era sempre più frequentata e famosa, per cui perdere un tal nome avrebbe stroncato l’idillio; in più, a partire dal 1518 si era fregiata di un altro grande nome, quello dell’umanistaFilippo Melantone, grande amico di Lutero.
Possibile che Federico avesse a cuore le sorti di suo fratello, il ducaGiovanni, un fervente luterano, e che perciò fece in modo di proteggere sia il frate che il fratello senza però compromettere la propria posizione con l'imperatore e con il papa.
Inoltre, Federico non conosceva le sorti del movimento di riforma, che in fondo avrebbe potuto anche trionfare, per cui era bene per lui mantenersi vago, non schierato. Per tutto ciò, conveniva sia al protetto che al protettore che la protezione fosse indiretta, non dichiarata, poiché così né l’uno né l’altro avrebbero lasciato spazio ad accuse.
Federico non fece mai professione pubblica di adesione alla nuova dottrina[3]; si ignora persino se i due si fossero incontrati di persona (interagirono, questo è certo, per mezzo di Spalatino, spesso per iscritto).Tuttavia le fonti evangeliche indicano che "si convertì alla fede evangelica" e che "la Sassonia era evangelica" alla sua morte, nel 1525. Storicamente non si ha riscontro di un'eventuale conversione in ambito privato, né dopo 1523, quando smise di mostrare la sua collezione di reliquie, né sul letto di morte.[3]
^Almeno in tutta la sua prima fase della sua vita Federico era un collezionista di reliquie, che conservava con devozione nella chiesa d'Ognissanti nel recinto del castello di Wittenberg e smise di mostrarle pubblicamente solo nel 1523, due anni prima della sua morte.