Fateḥ ʿAlī Tīpū, conosciuto anche comeTigre delMysore,Tippu Sultan oTippoo Sahib, (Devanahalli,20 novembre1750 –Srirangapatna,4 maggio1799), è stato unsultanoindiano,de facto re delregno di Mysore dal1782 fino alla sua morte.Riconosciuto come uno dei più grandi governatori Sud Asiatici di tutti i tempi, Tīpū Sulṭān fu il primo Indiano considerato comecombattente per la libertà. Era il primo figlio diHyder Ali e della sua seconda moglie, Fāṭima Fakhr al-nisāʾ.
Fateḥ ʿAlī Tīpū, oltre ad essere unintellettuale, fu anche unsoldato e unpoeta, parlando fluentementekannada, indostano, persiano, arabo, inglese e francese. Nonostante la maggior parte della popolazione fosseinduista egli era un devotomusulmano e acconsentì, su richiestafrancese, alla costruzione della primachiesacristiana aMysore. In virtù dell'alleanza conNapoleone e iFrancesi e dell'ostilità verso gliInglesi, sia Fateḥ ʿAlī Tīpū sia il padreHyder Ali non esitarono a utilizzare il loro esercito, addestrato dagli stessi Francesi, contro l'Impero Maratha,Malabar,Coorg,Sira eBednur.
Il suo regno conobbe una crescita sostenuta del redditopro capite e della popolazione, un cambiamento strutturale nell'economia e un maggiore ritmo dell'innovazione tecnologica, e raggiunse il culmine del suo potere economico e militare e del suo dominio nella seconda metà del XVIII secolo, sotto il governo diHyder Ali e di suo figlio Tīpū Sulṭān, superando ilMughal Bengal come potenza economica dominante dell'Asia meridionale.[1] Durante questo periodo, il regno avviò guerre contro i Maratha, gli Inglesi e ilNiẓām di Hyderābād, che culminarono nelle cosiddetteGuerre anglo-mysore.
Durante l'infanzia di Tīpū, suo padre raggiunse una grande posizione di potere a Mysore e alla morte di quest'ultimo, nel1782, Tīpū gli succedette a capo di un grande regno che andava dal fiume Krishna sino al mare d'Arabia e all'Oceano Indiano.
Egli rimase sempre un implacabile nemico dellaCompagnia britannica delle Indie Orientali, rinnovando anche antichi conflitti mai sopiti col vicino regno diTravancore nel1789. Durante laTerza guerra anglo-mysore, Tīpū venne forzato ad accettare un trattato umiliante, perdendo gran parte dei territori precedentemente conquistati, tra cui il Malabar e Mangalore. Egli inviò ambascerie in Stati stranieri, tra cui l'Impero ottomano,Afghanistan eFrancia, tentando di sollecitare nuove opposizioni al predominio britannico.
NellaQuarta guerra anglo-mysore, le forze combinate dei Britannici e delNiẓām diHyderābād sconfissero Tīpū che rimase ucciso il 4 maggio1799 nel tentativo di difendere coi suoi uomini il forte diSeringapatam.
Il padre di Tīpū,Hyder Ali, era stato un ufficiale militare al servizio delRegno di Mysore che rapidamente aveva guadagnato potere personale sino a divenirede facto regnante di Mysore dal1761. Hyder si riteneva diretto discendente dalla tribù araba deiQuraysh, la medesima del profetaMaometto. Suo padre, Fateḥ Muḥammad, era nato aKolar e aveva prestato servizio come comandante di 50 razzieri nell'esercito delNawwāb delKarnataka. Fateḥ Muḥammad entrò poi al servizio deiraja della dinastia dei Wodeyar nelRegno di Mysore.La madre di Tīpū, Fāṭima Fakhr al-Nisāʾ, era figlia diMīr Muʿīn al-Dīn o di Shahal Tharique, governatore del forte diKadapa. Hyder Ali nominò i migliori tra gli insegnanti del suo regno per istruire il figlio Tīpū, soprattutto perché gli insegnassero lingue come l'urdu, il persiano, l'arabo e il kannada, oltre alCorano, allaLegge islamica, all'equitazione, al tiro a segno e al salto ad ostacoli.
Unaspingarda a canne mozze costruita per Tipu aShrirangapattana, 1793–94. Tīpū si servì di molte manifatture occidentali e la sua arma preferita (in foto) mostra tutte le tecnologie più avanzate dell'epoca.[5]
Tipu ottenne anche un'educazione in tattica militare da una serie di ufficiali francesi che vennero predisposti per lui dal potente padre. All'età di 15 anni, accompagnò il padre contro gli Inglesi nellaPrima guerra anglo-mysore nel1766 e ottenne il comando di un corpo di cavalleria nell'invasione delKarnataka nel1767, all'età di 16 anni. Ebbe modo di distinguersi anche nellaPrima guerra anglo-maratha del 1775–1779.
Alexander Beatson, che pubblicò un volume sullaQuarta guerra anglo-mysore dal titoloView of the Origin and Conduct of the War with Tippoo Sultaun, così descrive Tīpū: "La sua statura era attorno ai 1,72 cm; aveva un collo corto, spalle squadrate ed era piuttosto corpulento: i suoi arti erano piccoli, in particolare i suoi piedi e le sue mani; aveva grandi occhi pieni, piccole sopracciglia arcuate e un naso aquilino".[6]
Nel1779, gli Inglesi presero il porto francese diMahé, che Tīpū aveva posto sotto la propria personale protezione, provvedendovi truppe per la sua difesa. In risposta, Hyder aveva lanciato l'invasione dellaKarnataka, con l'intento di scacciare gli Inglesi daMadras.[7] Durante questa campagna nel settembre del1780, Tīpū ottenne daHyder Ali il permesso di muoversi con 10 000 uomini e 18 cannoni per intercettare il colonnello Baillie che era sul punto di riunirsi con SirHector Munro. NellaBattaglia di Pollilur, Tīpū sconfisse in maniera decisiva Baillie. Su 360 europei, circa 200 vennero catturati vivi e isepoy - circa 3 800 - soffrirono importanti perdite. Munro si stava muovendo a sud con una forza separata per unirsi a Baillie, ma udendo la notizia della sconfitta fu obbligato a ritirarsi a Madras, abbandonando la sua artiglieria in un acquitrino d'acqua aKanchipuram.[8]
Murale dellaBattaglia di Pollilur sui muri della residenza estiva di Tīpū, dipinto per celebrare il suo trionfo sugli Inglesi.
Tīpū sconfisse il colonnello Braithwaite ad Annagudi presso Tanjore il 18 febbraio1782. Le forze di Braithwaite, composte da 100 europei, 300 cavalieri, 1400sepoy e 10 cannoni, era lo standard base delle forze coloniali britanniche. Tīpū s'impadronì di tutti i cannoni e prese prigioniero l'intero gruppo. Nel dicembre del1781 Tipu conquistòChittur ai Britannici. Tīpū aveva a questo punto ottenuto sufficiente esperienza militare per succedere aHyder Ali quando questi morì il 6 dicembre1782. Tīpū fu incoronato ufficialmente sultano di Mysore il 22 dicembre di quello stesso anno, con una cerimonia sobria, dal momento che di fatto egli era sottoposto all'autorità del Maharaja che però da tempo era relegato a un ruolo secondario.
LaSeconda guerra anglo-mysore terminò nel1784 colTrattato di Mangalore. Fu quella l'ultima occasione in cui un re indiano dettò dei termini di pacificazione agli Inglesi, e il trattato rappresenta ancora oggi un punto di grande prestigio per la storia dell'India.[9] La guerra è inoltre ricordata per gli eccessi commessi daHyder Ali e da Tīpū aTanjore.[10] Durante il periodo dell'occupazione che perdurò sei mesi, i due sultani si dedicarono essenzialmente a saccheggio del paese, distruggendone campi e bestiame.[10] Sul finire del1785 il missionario olandeseChristian Friedrich Schwarz descrisse come Tīpū inoltre avesse fatto rapire 12 000 bambini della regione.[10] L'economia di Tanjore crollò del 90% tra il1780 ed il1782.[11] Tale periodo di grave crisi è conosciuto nel folklore locale col nome diHyderakalam.[10]
Pur guidando un paese di fede essenzialmente induista, Tīpū rimase uno strenuo sostenitore della fede musulmana, recandosi giornalmente inmoschea per recitarvi le preghiere d'obbligo.[12] Egli fu sempre molto tollerante e su richiesta dei Francesi fece costruire la prima chiesa cattolica di Mysore.
Durante il suo regno, Tīpū portò alla fondazione della famosa diga diKrishna Raja Sagara sul fiumeCauvery.[13][14] Completò inoltre il progetto delLal Bagh iniziato da suo padreHyder Ali, costruendo inoltre strade, strutture pubbliche e porti lungo le sponde delKerala. I suoi domini si estendevano a nord di Bangalore, aKanivenarayanapura, aChickballapur. Le sue rotte commerciali si estendevano alloSri Lanka, all'Oman, all'Impero durrani (Afghanistan), allaFrancia, all'Impero ottomano e all'Iran. Sotto la sua guida, l'esercito di Mysore dimostrò di poter essere anche una valida scuola per la formazione militare e scientifica dei principi indiani. I seri danni che Tipu inflisse agli Inglesi nella prima e nella seconda guerra anglo-mysore, corroborarono la sua posizione come guerriero invincibile a capo di una potente nazione, simbolo della resistenza indiana all'invasore coloniale europeo.
Il dottorAPJ Abdul Kalam, exPresidente dell'India, durante una sua riflessione sulla figura di Tipu pubblicata nel 1991, definì il sultano come il principale innovatore dei primi razzi da guerra moderni. Due di questi razzi, catturati agli Inglesi a Srirangapatna, sono ancora oggi in mostra alRoyal Artillery Museum diLondra. Egli tentò di sottomettere tutti i regni minori dell'India meridionale per estendere la propria potenza ed evitare alleanze interne vantaggiose ai suoi nemici. Sconfisse i Maratha e iNiẓām e fu uno dei pochi governanti indiani ad aver sconfitto eserciti britannici. Egli introdusse un nuovo sistema monetario, un nuovo calendario, un nuovo sistema di pesi e misure basato su quello francese.
SiaHyder Ali sia Tīpū agirono come regnanti indipendenti di Mysore, ma ottennero riconoscimenti dall'imperatore mughalShah 'Alam II col quale mantennero una stretta corrispondenza.[15]
Immediatamente dopo la sua incoronazione, Tīpū prese parte all'investitura del nuovo Imperatore mughal.Nizam Ali Khan, ilNiẓām di Hyderābād, espresse chiaramente la sua ostilità contro questo presunto governante di Mysore. Pur colpito da queste dichiarazioni, Tīpū proseguì comunque le proprie proficue relazioni con gli altri governanti del periodo.[16]
Dopo che l'eunuco Ghulām Qadir ebbe accecato Shāh ʿĀlam II il 10 agosto1788, si disse che Tīpū si fosse messo a piangere dalla disperazione per quell'atto.[17] Dopo essersi scontrato coi Maratha, il sultano Tipu iniziò a corrispondere conZamān Shāh Durrānī, il sovrano dell'Impero Durrani dell'Afghanistan, riuscendo con questi a sconfiggere i Maratha e a restaurare Shāh ʿĀlam II al potere.[18]
Nel1787, Tīpū inviò un'ambasceria alla capitale ottomana diIstanbul presso il SultanoAbdul Hamid I richiedendo urgente assistenza contro laCompagnia britannica delle Indie Orientali, proponendo la creazione di un'alleanza offensiva e difensiva. Tīpū richiese alSultano ottomano di inviargli truppe e militari esperti. Successivamente Tīpū gli richiese anche il permesso di contribuire al mantenimento dei luoghi santi diMecca,Medina,Najaf eKarbala. Gli Ottomani, però, erano essi stessi in crisi e ancora dovevano rimettersi dalle pesanti sconfitte subite nella recenteguerra austro-turca, quando scoppiò una nuova guerra inCrimea guidata dai Russi. Per via dell'incapacità degli Ottomani di armare una flotta nell'Oceano Indiano, gli ambasciatori di Tīpū rincasarono solo con pochi doni del Sultano ottomano, evento che causò la perdita di molti territori nel1792. La corrispondenza con gli Ottomani proseguì anche sottoSelim III sino alla battaglia finale nell'anno1799.[19]
Tīpū cercò dunque di stabilire un'alleanza con laFrancia diNapoleone Bonaparte, proponendogli un valido aiuto per sconfiggere i suoi nemici inglesi sul piano coloniale in India, in cambio dell'aiuto da apportare al proprio regno contro la Compagnia britannica delle Indie Orientali.
L'Impero Maratha, sotto il nuovo pasciàMadhavrao II, aveva riconquistato gran parte delsubcontinente indiano, sconfiggendo per ben due volte il padre di Tipu, che era stato costretto ad accettare la supremazia dell'Impero maratha nel1764 e nuovamente nel1767. Nel1767 Maratha Peshwa Madhavrao sconfisse sia Hyder Ali sia Tīpū ed entrò a Srirangapatna, capitale di Mysore. Hyder Ali accettò l'autorità di Madhavrao che gli concesse il titolo diNawwāb di Mysore.[21] Ad ogni modo Tipu era intenzionato a evadere dalle costrizioni del trattato coi Maratha e tentò di riprendere possesso col suo governo di alcuni forti maratha nella parte meridionale dell'India. Questo portò Tipu in diretto conflitto con i Maratha che inviarono delle armate contro Mysore alla guida del generaleNana Phadnavis. I Maratha riuscirono a riconquistare molti forti del Sultano Tīpū a Mysore e nella regione di Badami, Kittur e Gajendragad nel giugno del1786. Con la vittoria di questa guerra, i confini dei territori dei Maratha si estesero sino al fiume Tungabhadr il che costrinse Tipu ad aprire dei negoziati con la leadership maratha. Egli inviò due dei suoi agenti alla capitale maratha diPune. Il patto che ne derivò fu la restituzione dei territori conquistati da Mysore ai Maratha. Successivamente ilNiẓām di Hyderābād ricevette Adoni, e Mysore venne obbligata a pagare un forte tributo ai Maratha in cambio del riconoscimento da parte dei Maratha del governo di Tipu sulla regione di Mysore.[22]
Cannone usato dalle forze del sultano Tipu nella battaglia diShrirangapattana 1799Il generaleLord Cornwallis, riceve due dei figli del Sultano Tīpū come ostaggi nel 1793.
Nel1789 il sultano Tīpū disputò l'acquisizione da parte diDharma Raja di Travancore delle due fortezze olandesi nelRegno di Cochin, stato tributario di Mysore. Nel dicembre del1789 egli ammassò le proprie truppe aCoimbatore, ed il 28 dicembrefece partire l'attacco sulle linee di Travancore, sapendo che Travancore era (secondo ilTrattato di Mangalore) un alleato dellaCompagnia britannica delle Indie orientali. Per via della strenua resistenza incontrata, Tīpū non fu in grado di irrompere nelle linee di Travancore e lo stesso Maharaja nemico si rivolse agli Inglesi per ottenere aiuto. Come risposta,Lord Cornwallis mobilitò una compagnia delle forze militari britannichein loco e formò un'alleanza tra i Maratha e ilNiẓām di Hyderābād per opporsi a Tīpū. Nel1790 le forze della Compagnia avanzavano prendendo il controllo di gran parte del distretto di Coimbatore. Tīpū contrattaccò riprendendosi gran parte del territorio anche se gli Inglesi continuavano ad attestarsi a Coimbatore. Egli dunque discese nel Karnataka, raggiungendoPondicherry ove tentò senza successo di coinvolgere i Francesi nel conflitto.
Nel1791 i suoi oppositori avanzavano su tutti i fronti, con il grosso dell'esercito inglese al comando di Lord Cornwallis allapresa di Bangalore. Tīpū riuscì a tagliare i rifornimenti britannici e le comunicazioni degli invasori. In questo ultimo vittorioso sforzo, Cornwallis indietreggiò, ritirandosi da Bangalore tentando poi di assediare Srirangapatna. Dopo il ritiro, Tīpū inviò delle forze a Coimbatore, città che venne riconquistatadopo un lungo assedio.
La campagna del1792 fu un fallimento per Tīpū. Le armate nemiche erano ben rifornite e Tīpū non fu in grado di evitare il congiungimento delle forze provenienti da Bangalore e quelle da Bombay prima di giungere a Srirangapatna. Dopocirca due settimane d'assedio, Tīpū aprì i negoziati per la resa. Nelsuccessivo trattato, questi venne forzato a cedere metà del territorio di Mysore alle forze britanniche, ed a lasciare due dei suoi figli come ostaggi agli Inglesi sino al completo pagamento di tutti i danni di guerra.
Una delle motivazioni dell'invasione napoleonica dell'Egitto fu di stabilire un collegamento tra l'India e la Francia a danno degli Inglesi. Bonaparte voleva porre una presenza francese inMedio Oiente, col sogno ultimo di collegarsi in alleanza col Sultano Tīpū.[24] Napoleone assicurò ilDirettorio francese "come velocemente ho conquistato l'Egitto, così stabilì relazioni coi principi indiani e, insieme a loro, attaccò gli Inglesi nei loro possedimenti coloniali."[25] Secondo il rapporto del 13 febbraio1798 a firma diTalleyrand: "Avendo occupato e fortificato l'Egitto, scenderemo con una forza di 15 000 uomini daSuez inIndia, per ricongiungerci alle forze del Sultano Tīpū al fine di scacciare i Britannici."[25] Napoleone ad ogni modo non riuscì in questa sua strategia, perdendo all'assedio di Acri nel1799, e nellabattaglia di Abukir nel1801.[26]
L'esercito dellaCompagnia britannica delle Indie Orientali contava più di 26 000 soldati di cui 4 000 europei ed il resto indiani. Una colonna venne fornita dalNiẓām di Hyderābād e consisteva di dieci battaglioni e di più di 16 000 cavalieri e molti soldati inviati dai Maratha. Le forze inglesi giunsero così a 50 000 unità mentre quelle di Tīpū erano assestate sulle 30 000. Gli Inglesifecero breccia sulle mura della città e Tīpū morì nel tentativo di difendere la sua capitale, il 4 maggio di quell'anno. Quando il corpo di Tīpū venne identificato, Wellesley auscoltò le sue pulsazioni e confermò la morte del Sultano. Vicino a lui, si trovava uno dei suoi più importanti servitori, Rajah Cawn, che fu in grado di identificarlo chiaramente. Tipu era stato ucciso presso il cancello orientale della città, non lontano dalla fortezza cittadina.[27] Tipu venne sepolto nel pomeriggio del giorno successivo, presso la salma del padre. Nel bel mezzo del suo funerale, scoppiò un violentissimo temporale con pioggia e vento al punto che il luogotenente Richard Bayly del 12º reggimento presente alla cerimonia scrisse, "Ho avuto esperienza di uragani, tifoni e ventate in mare, ma niente di tutto questo è paragonabile a quanto ho visto in quest'occasione".[28]
Immediatamente dopo la morte di Tīpū molti membri della Compagnia britannica delle Indie Orientali ritenevano cheUmdat Ul-Umra, ilNawwāb delKarnataka, fosse stato segretamente aiutante di Tipu e come tale richiesero la sua deposizione nel1799.
Tīpū organizzò delle proprie brigate di razzieri conosciute comecushun, espandendone il numero da 1 500 uomini impiegati a 5 000. Irazzi Mysore vennero utilizzati durante le sue guerre contro gli Inglesi e poi reimpiegati da essi stessi nelleGuerre napoleoniche.
Il padre di Tīpū aveva ampliato il ricorso all'uso dei razzi nell'esercito mysoreano, segnando una delle innovazioni principali della logistica militare dell'epoca. Impiegò circa 1 200 uomini specializzati per gestire il lancio dei razzi, in grado di calcolarebalisticamente l'angolo di posizionamento in base al diametro del cilindro ed alla distanza del bersaglio. I razzi avevano delle lame montate sulle loro estremità, che potevano facilmente avere un effetto "di massa" sui nemici anche in vasta formazione. Tīpū dopo la morte di suo padre incrementò il corpo sino a 5 000 razzieri e li utilizzò largamente nellaBattaglia di Pollilur, dimostrando che tali razzi erano molto più avanzati dei precedenti in quanto sfruttavano caratteristiche casse in ferro come camere di combustione per il propellente, permettendo così una maggiore gittata ai missili (circa 2 km)[29] e una maggior loro durata.
I resoconti inglesi descrivono l'uso di questi razzi in particolare durante la terza e la quarta guerra anglo-mysore. Durante la battaglia di Srirangapatna del1799, le pallottole inglesi colpirono un magazzino contenente razzi, che esplosero rovinosamente.
Dopo la sconfitta di Tīpū nella quarta guerra gli Inglesi presero un gran numero di razzi Mysore che studiarono poi in madrepatria elaborando i cosiddettirazzi Congreve che vennero poco dopo sfruttati nelleGuerre napoleoniche.[29]
Nel1786 il Sultano Tīpū , seguendo la linea tracciata da suo padre, decise di costruire una marina militare costituita da 20 navi da guerra da 72 cannoni ciascuna e 20 fregate da 62 cannoni. Nell'anno1790 egli nominò Kamaluddin come suo nuovoMīr Bahar (Comandante del mare) e stabilì porti aJamalabad e a Majidabad. L'ammiragliato di Tipu era composto da 11 comandanti al servizio di unMir Yam. UnMir Yam era guidato da 30 ammiragli, ciascuno dei quali aveva due navi. Dal1789 gran parte delle carene delle navi di Tipu vennero ricoperte da rame, un'idea che incrementò notevolmente la longevità delle navi e che era stata suggerita a Tīpū dall'ammiraglio francesePierre André de Suffren de Saint Tropez.[30]
Come regnantemusulmano di uno stato largamenteinduista, Tīpū incontrò subito il problema nello stabilire il proprio potere e legittimare il suo ruolo, nonché riconciliare il desiderio di essere visto come un devoto islamico pur tollerando il culto di maggioranza del suo popolo. Molti gruppi lo proclamarono grande guerriero della fede (Ghazi), mentre altri lo videro come un bigotto islamico che voleva solo massacrare gli indù.[31][32][33]
Durante i primi anni del regno di Tīpū in particolare, egli apparve particolarmente duro come il padre nei confronti dei non-musulmani che fossero stati accusati di collaborazionismo con laCompagnia britannica delle Indie orientali o con iMaratha.[33] Nel1780, egli si autoproclamòBadshah (Padishah) o Imperatore di Mysore, e iniziò a coniare monete col suo nome, senza il permesso dell'Imperatore mughalShah 'Alam II. H. D. Sharma scrive a tal proposito che nella sua corrispondenza con altri regnanti islamici come gli scià afghani della dinastia Durrani, Tipu utilizzò tale titolo e dichiarava spesso di voler creare un vero e proprio impero islamico nell'intera area indiana, sulle linee dell'impero mughal, che era ormai al declino in quell'epoca. Egli invitò persino Shāh Zamān a invadere l'India per aiutarlo in questa impresa.[34] La sua alleanza coi Francesi poté quindi spiegarsi anche in questo senso, con l'intento di escludere dall'India gli invasori inglesi.
La figura di Tīpū come bigotto religioso fa ancora oggi discutere ed alcune fonti del XX secolo suggeriscono che egli fosse effettivamente in imbarazzo nel tollerare un pluralismo religioso. Il tesoriere di Tipu, Krishna Rao e il suo ministro della Sicurezza, Shamaiya Iyengar, erano induisti di religione.[35] Nota è anche la sua corrispondenza con molti templi indiani ai quali donò gioielli e preziosi in segno della sua benevolenza, nonché terre e possedimenti in tutta l'India, così da farci pensare che il suo fosse essenzialmente un intento politico di alleanza piuttosto che segno di tolleranza religiosa. Tra il1782 ed il1799 Tīpū fece 34 donazioni a templi indiani con grande pubblicità di questi eventi. Il tempio di Srikanteswara a Nanjangud ancora oggi possiede una coppa ingioiellata dono del sultano.[36]
Nel1791, alcuni cavalieri maratha al comando di Raghunath Rao Patwardhan razziarono il tempio e il monastero di Sringeri Shankaracharya, uccidendo e ferendo molte persone, saccheggiando il monastero di tutti i suoi beni preziosi. I monaci di Shankaracharya chiesero aiuto al Sultano Tīpū e iniziò una corrispondenza di 30 lettere ritrovate nel1916 dal direttore del dipartimento di archeologia diMysore. In questi scritti il sultano esprimeva tutta la sua indignazione per l'accaduto scrivendo: "Le persone che hanno peccato contro un luogo così sacro devono sicuramente pagare le conseguenze dei loro atti e verrà presto il giorno in cui si compirà la profezia diKalì: "Hasadbhih kriyate karma ruladbhir-anubhuyate" (Le persone che commettono malignità ridono ma soffriranno le conseguenze piangendo)."[37]
Egli immediatamente diede disposizioni per raccogliere fondi da destinare al tempio ed altri articoli preziosi e doni da recapitare al monastero.[38] Alla luce di questi eventi, B.A. Saletare ha descritto Tipu come un difensore degli induisti, dal momento che egli è anche stato patrono di altri templi tra cui quello diMelkote per il quale ha emesso un decreto con versi invocatori da recitarsi in forma tradizionale. Il tempio di Melkote conserva ancora oggi un vascello in oro ed argento con iscrizioni che lo indicano come dono del Sultano. Tīpū donò anche quattro coppe d'argento al tempio di Lakshmikanta a Kalale.[39]
Brittlebank, Hasan, Chetty, Habib e Saletare, tra gli altri, ritengono che la maggior parte delle storie che vedono inquadrare Tipu come un persecutore degli induisti e dei cristiani siano derivate in gran parte dall'opera di discredito fatta da scrittori inglesi come Kirkpatrick[40] e Wilks,[41] che non sarebbero da considerarsi come neutrali.[42] A. S. Chetty suggerisce che il racconto di Wilks in particolare non può essere credibile,[43]Irfan Habib e Mohibbul Hasan suggeriscono invece come tale fosse l'interesse dei britannici a presentare Tipu come un sanguinario per giustificare la missione liberatrice degli inglesi su Mysore.[44]
Tipu inviò una lettera il 19 gennaio1790 al governatore diBekal, Budruz Zuman Khan. Essa riporta:
«"Non sapete che ho ottenuto una grande vittoria recentemente nel Malabar ed oltre quattromila induisti sono stati convertiti all'islam? Io sono determinato a marciare contro quel maledetto Raman Nair (Raja diTravancore) molto presto. Sono così estasiato dalla prospettiva di convertire lui ed il suo popolo all'islam da aver abbandonato l'idea di tornare a Srirangapatanam per il momento."[45]»
Sull'elsa della spada presentata da Tipu almarchese Wellesley vi era la seguente iscrizione:[46]
«"La mia spada vittoriosa riluce per la distruzione degli infedeli.ʿAlī, emiro della fede, è vittorioso per me, e oltremodo egli distrugge e maledice la razza degli infedeli. Pregatelo (Dio), poiché egli è il Signore dei Signori del mondo! Che il nostro Signore ci supporti contro le popolazioni di infedeli. Che coloro che ricevono questo dono dal Signore possano prevalere (sul genere umano). Oh Signore, rendimi vittorioso, dal momento che promuovo la fede di Maometto. Confondi coloro che rifiutano la fede di Maometto e mantienici vicini quanti sono inclini alla vera fede. Il Signore è predominante sulle sue opere. La vittoria e la conquista ci provengono dall'Altissimo. Rallegrati, oh Maometto, per i fedeli; per Allah che è il protettore e la sua grazia. SeAllah ci assiste, noi prospereremo. Possa il Signore Dio assisterci, o Maometto, con una grande e mitica vittoria."»
Molti oggetti in oro ed argento come medaglie, riportavano impressi dei motti del sovrano in persiano come "Di Dio, propinatore di tante grazie" o "vittoria e conquista ci pervengono dall'Altissimo", create nel1780 in occasione della schiacciante vittoria sugli Inglesi.[47] Quella che segue è la trascrizione del testo di una pietra ritrovata a Seringapatam, posta in un luogo d'onore presso il forte:[46]
«"Oh Dio Altissimo! Mostraci i cadaveri di tutti gli infedeli! Sciogli le loro tribù, fai si che i loro piedi non possano più muoversi! Rovescia i loro consigli, cambia i loro stati, distruggi le loro strade! Causa morte presso di loro, taglia i loro viveri! Accorcia i loro giorni! Infestali con malattie, priva i loro occhi della vista, porta disonore ai loro volti!"»
Nel1788, Tīpū ordinò al suo governatore aCalcutta, Shēr Khān, di iniziare un procedimento per convertire gli induisti all'islam, e già ne luglio di quell'anno 200 bramini vennero forzati a convertirsi mangiando carne regolarmente, tradendo uno dei principi cardine dell'induismo.[48] Mohibbul Hasan, il Prof. Sheikh Ali e altri storici indiani hanno interpretato queste conversioni come un segnale di volontà politica più che religiosa di Tīpū, così da mostrare la sua potenza e la sua capacità di coercizione.[49]
Tra le sue molte innovazioni, Tīpū introdusse un nuovo sistema monetario, incluso ilpaisa da 23 grammi in rame. La moneta, sulla parte frontale, riportava l'emblema delSultanato di Mysore.
Tīpū rafforzò ed istituì l'educazione in linguaUrdu-Hindi ed inpersiano tra imusulmani della regione di Mysore, al punto che ancora oggi i musulmani della regione sono soliti parlare questi linguaggi regolarmente.
Il camminamento del forte diJamalabad. I cattolici mangaloresi percorsero questa strada per raggiungereShrirangapattana
Pur essendo un devoto musulmano, Tīpū si trovò a reggere uno stato essenzialmente composto da induisti e cristiani. Su richiesta dei Francesi egli fece costruire aMysore la prima chiesa cattolica e ammise i cattolici a far parte del proprio esercito, ammettendoli anche nella sua amministrazione statale.
Alcuni storici hanno visto Tīpū come un principe anti-cristiano.[50][51][52] La prigionia dei Cattolici di Mangalore aShrirangapattana, che ebbe inizio il 24 febbraio 1784 e terminò il 4 May 1799, rimane la più triste memoria della loro storia.[53]
Il manoscritto diBarcoor riporta una frase detta da Tīpū: "Tutti i musulmani siano uniti insieme, e considerino l'annichilimento dei fedeli come un dovere sacro, lavoro al quale debbano dare tutta la loro forza."[54] Poco dopo ilTrattato di Mangalore del1784, Tipu ottenne il controllo di Canara.[55] Egli inviò subito l'ordine di confiscare le terre dei cristiani locali,[56] e deportarli a Seringapatam, capitale del suo impero, attraverso i camminamenti del forte diJamalabad.[57] Ad ogni modo non vi erano sacerdoti tra i prigionieri perché per quelli si preferì l'esilio con divieto di ritorno a predicare nei domini di Mysore.[54]
Tīpū ordinò la distruzione di 27 chiese cattoliche, tutte splendidamente decorate con statue di santi e pitture varie. Tra queste spiccava la chiesa diNossa Senhora de Rosario Milagres aMangalore, il seminario del portoghese frate Miranda aMonte Mariano, la chiesa diJesu Marie Jose aOmzoor, una cappella aBolar, la chiesa della Mercede diUllal, l'Imaculata Conceiciao aMulki,San Jose aPerar,Nossa Senhora dos Remedios aKirem,Sao Lawrence aKarkal,Rosario aBarkur,Immaculata Conceciao aBaidnur.[54] Tutte queste strutture vennero rase al suolo, a eccezione della chiesa della Santa Croce aHospet.[58]
SecondoThomas Munro, soldato scozzese, circa 60 000 persone,[59] circa il 92% dell'intera comunità cattolica di Mangalore, vennero catturate e solo 7.000 riuscirono a scappare.Francis Buchanan fornisce un numero di 70 000 prigionieri a fronte di una popolazione di 80 000 con 10 000 fuggitivi. I prigionieri vennero costretti a scalare una montagna altra 4 000 metri per giungere nella giungla, con un percorso durato sei settimane ove perirono circa 20 000 persone per poi giungere a Seringapatam. Secondo l'ufficiale britannicoJames Scurry, che cadde prigioniero tra i cattolici mangaloresi, 30 000 persone vennero forzosamente convertite all'islam, mentre le donne venivano date in moglie a musulmani locali.[60] I giovani che facevano resistenza venivano sfigurati attraverso il taglio del naso, delle labbra e delle orecchie.[61] Secondo il signor Silva diGangolim, sopravvissuto alla prigionia, se una persona fuggita da Seringapatam veniva ritrovata, la punizione secondo le disposizioni di Tīpū era il taglio delle orecchie, del naso, dei piedi, e di una mano.[62]
L'arcivescovo diGoa scriveva nell'anno1800: "È noto in tutta l'Asia e nelle altre parti del globo l'oppressione che dovettero soffrire i cristiani dei domini del re di Kanara, durante l'usurpazione del trono da parte del sultano Tipu che implacabilmente si scagliò contro quanti professavano il cristianesimo."[54]Con la conquista del Malabar e diKochi molte chiese locali vennero danneggiate. Il vecchio seminario siriano di Nasrani a Angamaly, che per secoli era stato il principale centro per l'educazione della chiesa orientale, venne razziato e raso al suolo dalle truppe di Tīpū, lasciando che secoli di preziosi manoscritti conservati nella ricca biblioteca scomparissero per sempre. La chiesa locale venne poi ricollocata aKottayam ove attualmente si trova ancora.
La persecuzione dei cristiani da parte di Tīpū venne portata avanti anche nei confronti dei soldati inglesi catturati. Ad esempio, a seguito della disastrosa sconfitta dellaBattaglia di Pollilur del1780, 7.000 soldati britannici vennero catturati da Tīpū e posti nella fortezza di Seringapatnam. Di questi, più di 300 vennero circoncisi ed ottennero nomi musulmani e vestiti adeguati, mentre la maggior parte dei ragazzini che erano usati come tamburini nell'esercito indossarono ilghagra cholis e intrattennero la corte come danzatori travestiti da ragazze. Dopo 10 anni di cattività, James Scurry, uno di questi prigionieri, raccontò di come si fosse dimenticato di come ci si sedesse su una sedia normalmente e l'uso del coltello e della forchetta. Il suo inglese appariva ormai quasi incomprensibile avendo perso l'abitudine di parlarlo frequentemente. La sua pelle si era scurita e aveva sviluppato una singolare avversione contro i vestiti europei.[63]
Durante la resa del forte diMangalore che venne lasciato come da armistizio, Tīpū fece uccidere oltre 5 600 cattolici locali. Questi, condannati per tradimento, vennero impiccati istantaneamente e gettati giù da una lunga scarpata verso il fiumeNetravati che si imputridì a tal punto di cadaveri che la popolazione locale dovette abbandonare le proprie case presso il fiume.[54]
Il mausoleo di Tipu è un esempio tipico dell'architettura islamica. Ancora oggi la struttura è sovrastata dalla bandiera di Tipu.La tomba di Tipu a Srirangapatna, a fianco di quella di suo padre e di sua madre.
Tipu ebbe i seguenti figli:
Shahzada Hyder Ali Sultan Sahib (1771 – 30 luglio 1815)
Shahzada Abdul Khaliq Sultan Sahib (1782 – 12 settembre 1806)
Shahzada Muhi-ud-din Sultan Sahib (1782 – 30 settembre 1811)
Shahzada Mu'izz-ud-din Sultan Sahib (1783 – 30 marzo 1818)
Shahzada Mi'raj-ud-din Sultan Sahib (1784? – ?)
Shahzada Mu'in-ud-din Sultan Sahib (1784? – ?)
Shahzada Muhammad Yasin Sultan Sahib (1784 – 15 marzo 1849)
Shahzada Muhammad Subhan Sultan Sahib (1785 – 27 settembre 1845)
Shahzada Muhammad Shukrullah Sultan Sahib (1785 – 25 settembre 1837)
Shahzada Sarwar-ud-din Sultan Sahib (1790 – 20 ottobre 1833)
Shahzada Muhammad Nizam-ud-din Sultan Sahib (1791 – 20 ottobre 1791)
Shahzada Muhammad Jamal-ud-din Sultan Sahib (1795 – 13 novembre 1842)
Shahzada Munir-ud-din Sultan Sahib (1795 – 1º dicembre 1837)
Shahzada Ghulam Ahmad Sultan Sahib (1796 – 11 aprile 1824)
Shahzada............. Sultan Sahib (1797–1797)
Dopo la morte di Tīpū, tutta la sua famiglia venne inviata aCalcutta per ordine dei Britannici. Una discendente di uno degli zii di Tīpū,Noor Inayat Khan, fu un'agente dellaSpecial Operations Executive durante la Seconda guerra mondiale. Arrestata dai tedeschi, fu uccisa nel campo di concentramento diDachau nel1944.
Tīpū perdette la propria spada in guerra contro iNair diTravancore nel corso dellaBattaglia della Nedumkotta, nella quale venne sconfitto.[64] L'esercito nair sotto la guida diRaja Kesavadas sconfisse nuovamente quello di Mysore presso Aluva. Il Maharaja,Dharma Raja, ritrovata la spada di Tīpū, ne fece dono alNawwāb diArcot, dal quale poi la spada passò a Londra. L'oggetto venne mostrato nella Wallace Collection, No. 1 Manchester Square, Londra. Nel corso di un'asta tenutasi aLondra nel2004, l'industriale e politicoVijay Mallya riuscì ad acquistare la spada di Tīpū e altri oggetti storici dell'epoca, riportandoli in India per una mostra pubblica dopo due secoli.[65]
Tīpū è noto soprattutto ai più col soprannome diTigre di Mysore e adottò questo animale come proprio simbolo personale.[66] Si racconta che una volta Tīpū era a caccia con un amico francese quando incontrò una tigre che egli tentò di scacciare col suo moschetto. Inceppatasi l'arma, l'animale si insospettì e attaccò Tīpū che riuscì a contrastarla uccidendola col proprio pugnale da caccia, guadagnandosi da allora il titolo di "tigre di Mysore".[67] Per l'occasione egli fece realizzare da un ingegnere francese un automa conosciuto col nome di tigre di Tīpū, oggi in mostra alVictoria and Albert Museum di Londra.[68]
^Phillip B. Wagoner "Tipu Sultan's Search for Legitimacy: Islam and Kingship in a Hindu Domain by Kate Brittlebank (ReviewThe Journal of Asian Studies Vol. 58, No. 2 (May 1999) pp. 541–543
^ab(ML) V. v. k. Valath,Keralathile Sthacharithrangal — Thrissur Jilla, Kerala Sahithya Academy, 1981, pp. 74-79.
^H.D. Sharma,The Real Tipu, Rishi Publications, Varanasi, 16 gennaio 1991.
^B. A. Saletare, “Tipu Sultan as Defender of the Hindu Dharma” in Habib. 2002. 116-118.
^W. KirkpatrickSelect Letters of Tipu Sultan, London 1811
^M. WilksReport on the Interior Administration, Resources and Expenditure of the Government of Mysore under the System prescribed by the Order of the Governor-General in Council dated 4 September 1799, Bangalore 1864, andHistorical Sketches of the South of India in an Attempt to Trace the History of Mysore, 2 vols, ed. M. Hammick, Mysore 1930.
^C.C. Davies "Review ofThe History of Tipu Sultan by Mohibbul Hasan" inThe English Historical Review Vol. 68 No. 266 (Jan, 1953) ,pp. 144-5
^A. Subbaraya Chetty "Tipu's endowments to Hindus and Hindu institutions" in Habib (Ed.)Confronting Colonialism, p. 111
^Irfan Habib "War and Peace. Tipu Sultan's Account of the last Phase of the Second War with the English, 1783-4"State and Diplomacy Under Tipu Sultan (Delhi) 2001, p. 5
^N. Shyam Bhat,South Kanara, 1799–1860: a study in colonial administration and regional response, Mittal Publications, 1998,ISBN 81-7099-586-8,M1 Google Print, p. 2.
^J. B. Prashant More,Religion and society in South India: Hindus, Muslims, and Christians, Institute for Research in Social Sciences and Humanities of MESHAR, 2006,ISBN 81-88432-12-1,M1 Google Print, p. 117.
^(EN) Kate Brittlebank,Sakti and Barakat: The Power of Tipu's Tiger. An Examination of the Tiger Emblem of Tipu Sultan of Mysore, vol. 29, n. 2, maggio 1995, pp. 257-269.