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Esodo (racconto biblico)

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Mappa del percorso degliisraeliti nei deserti per raggiungere laCananea. A. Toussaint, 1834.

L'Esodo (ingreco antico:Ἔξοδος?,Éxodos, "uscita"; in ebraicoיציאת מצרים?, «uscita dall'Egitto») è il principale racconto descritto nell'omonimo libro dellaBibbia.

Il libro racconta di come ilpopolo ebraico, che secondo la Bibbia sarebbe stato schiavo degliEgizi, sarebbe stato liberato daDio per mano del profetaMosè da lui inviato. Abbandonato l'Egitto, gli ebrei avrebbero vagato neldeserto del Sinai per 40 anni per poi giungere nella terra diCanaan, dove si sarebbero insediati. La liberazione dall'Egitto è commemorata dagli Ebrei nel giorno diPesah, ovvero la Pasqua ebraica.

Essendo la Bibbia l'unica fonte dell'evento, e non essendo stati trovati elementi storici od archeologici che dimostrino che una migrazione di tale imponenza sia mai avvenuta nella storia egizia, gli eventi narrati nelPentateuco non possono essere considerati storici. Nonostante ciò, la maggioranza degli studiosi ritiene che vi sia un nucleo storico dietro agli eventi biblici, ovvero la migrazione di un popolo semita dall'Egitto a Canaan nel XIII secolo a.C.[Nota 1].

Narrazione biblica

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Attraversamento del Mar Rosso,Nicolas Poussin, 1634

La narrazione dellaBibbia circa gli eventi relativi all'Esodo può essere così sintetizzata:

  • Giuseppe, diventato viceré d'Egitto, invita suo padreGiacobbe-Israele e i suoi fratelli a stabilirsi nella terra diGoscen, all'interno del dominio egiziano.[1]
  • I discendenti di Giacobbe, i figli d'Israele, dimorano in Egitto e prosperano in pace per 400 anni[2], dove la cifra non ha valore storico-cronologico ma indica un generico lungo periodo, come avviene altrove anche per il numero 40.
  • Un faraone (da taluni identificato inRamses II) riduce in schiavitù gli ebrei temendo per il loro numero, obbligandoli a costruire le città diPitom eRamses.[3]. Continuando a crescere di numero, ordina l'uccisione dei maschi[4]
  • Dagli ebreiAmram eIochebed, nasce un bambino,Mosè, che viene abbandonato dalla madre sul fiumeNilo per salvargli la vita. Viene trovato e adottato dalla figlia del faraone,Bithia, e cresciuto alla corte. Una volta cresciuto uccide un egiziano che colpiva un ebreo e fugge dall'Egitto versoMadian. Qui Dio gli parla dal roveto ardente ordinandogli di liberare gli ebrei.[5]
  • Mosè, accompagnato dal fratelloAronne, si reca più volte dal faraone (diverso da quello dell'oppressione[6], da taluni identificato inMerenptah), chiedendo la liberazione del popolo ebraico. Il faraone rifiuta più volte, e Dio colpisce l'Egitto con ledieci piaghe.[7] Secondo la Bibbia è, comunque, lo stesso Dio a "ostinare il cuore" del faraone[8] perché, nonostante tutti i prodigi compiuti daMosè, non lasciasse partire gli Ebrei dall'Egitto e si potesse così colpire l'Egitto con stermini e distruzioni[Nota 2].
  • Terminata l'ultima piaga, il faraone permette agli ebrei di lasciare l'Egitto. Mosè e i figli d'Israele partono e si accampano presso ilMare di Giunco (tradizionalmente tradotto conMar Rosso). Il faraone però ci ripensa immediatamente e li insegue con tutto il suo esercito.[9]
  • Dio, tramite Mosè, apre miracolosamente il mare, e il popolo ebraico lo attraversa passando sul fondo asciutto. Al termine del passaggio il mare si richiude uccidendo tutti i soldati egiziani.[10]
  • Il popolo ebraico vaga nel deserto dove è sostenuto miracolosamente da Dio che fornisce occasionalmente acqua sgorgante dalla roccia, stormi di quaglie, e soprattutto lamanna quotidiana.
  • Dopo 40 anni (cifra simbolica[11]) dall'uscita dall'Egitto attraversano ilGiordano, entrando nella terra diCanaan. In Numeri 14,34, Dio preannuncia un anno di ostilità nel deserto per ognuno dei 40 giorni spesi a esplorare la terra diCanaan, disobbedendogli.

Datazione e identificazione dei faraoni

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Lo stesso argomento in dettaglio:Faraoni nella Bibbia § Il Faraone dell'Esodo.

La datazione degli eventi relativi all'Esodo e la connessa identificazione dei faraoni coinvolti sono ipotetiche, in quanto ilLibro dell'Esodo non fornisce riferimenti storici espliciti e precisi.

Il Libro dell'Esodo presentadue distinti faraoni, entrambi anonimi:

  • il primo ("che non aveva conosciuto Giuseppe"[12]) è responsabile della riduzione in schiavitù degli ebrei e dell'ordine dell'uccisione dei neonati maschi, la cui figlia trovò ed allevòMosè. Viene solitamente indicato come "il faraone dell'oppressione";
  • il secondo, distinto dal primo[6] è quello con cui si scontra Mosè adulto, che con il suo rifiuto di lasciar partire gli Ebrei attira sull'Egitto ledieci piaghe. Viene solitamente indicato come "il faraone dell'Esodo".

Fin dall'antichità sono state proposte diverse identificazioni per i faraoni, e l'attenzione è stata rivolta principalmente al faraone dell'Esodo antagonista di Mosè:

Identificazione del faraone dell'Esodo in scrittori antichi[13]
ScrittoreEbrei =HyksosFaraone dell'Esodo
ManetoneTethmosis (Ahmose)
(XVI secolo a.C.)
Giuseppe Flavio[14]Ahmose
(XVI secolo a.C.)
TacitonoWahkara (Bòcchoris in greco)
(VIII secolo a.C.)
Diodoro SiculoHatshepsut
(XV secolo a.C.)
Eusebio di CesareanoChencheres (Akhenaton?)
(XIV secolo a.C.?)

Complessivamente tra iPadri della Chiesa dei primi secoli dell'era cristiana, con l'eccezione diEusebio di Cesarea, prevalse l'idea già presente inManetone eGiuseppe Flavio secondo la quale gliEbrei erano identificati con gliHyksos scacciati dall'Egitto dal faraoneAhmose (regno circa 1550 – 1525 a.C.). Questa è l'ipotesi dei sostenitori delle teorie dell'Esodo antico[senza fonte].

La maggior parte degli studiosi ed esegeti moderni[15] sono invece orientati a identificare nel faraone dell'oppressioneRamses II (circa 1279-1212 a.C.). Infatti le città menzionate nelLibro dell'Esodo[16] costruite dagli Ebrei durante la schiavitù, Pitom e Ramses, sono verosimilmente da identificare conPitom ("casa di Atum" in egiziano) ePi-Ramses ("casa di Ramses" in egiziano). Entrambe le città, secondo le cronache egiziane, sono state edificate appunto dal faraone Ramses II utilizzando mano d'opera costretta ai lavori forzati.

Pi-Ramses fu edificata dopo il 1300 a.C., nel territorio sotto il controllo diParamses, visir del faraone Haremhab, che poi diverrà faraone col nome di Ramses I, la città di Pitom fu costruita durante il regno del faraone Horemheb, predecessore di Ramses I, quindi tutte e due le città costruite tra il 1319– 291 a.C. sotto il regno di Horemheb, predecessore di Ramses I.

Assumendo come valido il dato biblico[6] secondo il quale ilfaraone dell'oppressione va distinto dalfaraone dell'Esodo, suo successore, ne deriva che il faraone antagonista di Mosè eraMerenptah (circa 1213-1203 a.C.), figlio di Ramses[senza fonte].Una testimonianza storica relativa a quest'ultimo faraone è la cosiddettastele di Merenptah, che riferisce dell'esistenza presso la terra di Canaan di un popolo nomade di nomeysrỉr, da molti studiosi identificato con Israele. Prima fonte extrabiblica che menziona la parola "Israele", che nella sacra Scrittura compare per la prima volta in riferimento al patriarcaGiacobbe, ha permesso di attestare l'esistenza di una comunità israelitica nella Terra di Canaan intorno al 1200 a.C.[17]

Una possibile datazione può essere ricavata da 1Re 6,1[18], nel quale è riferito che la costruzione deltempio di Salomone, iniziata nel quarto anno del suo regno (cioè attorno al968 a.C.), avvenne 480 anni dopo l'uscita degli Israeliti dall'Egitto. Questo collocherebbe l'Esodo attorno al1448 a.C., sotto il regno del faraoneThutmose III, avallando la teoria dell'Esodo antico. Tuttavia la cifra di 480 non va intesa come un attendibile dato storico, ma come un calcolo erudito e tardivo che si basa sul numero dei sacerdoti in carica daAronne aZadok moltiplicato perquaranta anni, la durata tradizionale di una generazione[19].

Ipotesi sui motivi del viaggio

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Gli israeliti lasciano l'Egitto,David Roberts, 1828

Fuga dall'oppressione

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Secondo ilLibro dell'Esodo il motivo che spinse il popolo ebraico a uscire dall'Egitto fu la fuga dalla dura servitù imposta loro dal faraone.

Il principale materiale da costruzione inEgitto era costituito dai mattoni grazie alla grande abbondanza di fango proveniente dai sedimenti (limo) del fiumeNilo. Fonti archeologiche[20] confermano che esistevano effettivamente le mattonaie inEgitto, che il lavoro presso di esse era particolarmente duro, eseguito impastando il fango con la paglia, poi pigiandolo nei telai e infine cotto al sole. Normalmente il lavoro era eseguito da stranieri o schiavi ed era organizzato in squadre con responsabili e attendenti. Questo quadro mostra che quanto raccontato nel libro dell'Esodo a proposito della fabbricazione di mattoni da parte del popolo diIsraele è compatibile con idati archeologici, il che è un fattore a favore dell'origine storica del racconto dell'Esodo.

Probabile ribellione degli Habiru

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Lo stesso argomento in dettaglio:Habiru.

Neglianni' 70 molti studiosi, fra cuiGeorge Mendenhall[21] e Norman Gottwald, associarono l'arrivo degli israeliti in terra diCanaan all'arrivo dei cosiddetti "Habiru" (inegizio:ˁpr.w, traslitterabile'apiru), evento testimoniato da alcuni documenti delNuovo Regno (come leLettere di Amarna[22]) e del periodo del faraoneRamses II[23], come ad esempio iltrattato di pace con gli Hittiti. Alcuni studiosi ritengono che, più che un'etnia o una tribù, il termine "Habiru" designasse una classe sociale[24]: si sarebbe trattato di un gruppo privo di una lingua comune e di leggi e confinato ai margini della società - composto perlopiù, stando ai testi antichi, di fuorilegge, mercenari e schiavi[25]. Secondo alcuni studiosi, il termine "Habiru" presenta una possibile connessione etimologica con le più antiche attestazioni del termine "ebrei" (ʿibrî), prima che questo assumesse connotazioni etniche.[26]

Tra lelettere di Amarna vi sono quelle di alcuni re-vassalli diCanaan che scrissero al faraoneAmenofi IV (1330 a.C. circa) per chiedere aiuto contro le ribellioni degli Habiru, ma in quel frangente il faraone non dimostrò alcun interesse alle loro richieste[27][28]. In una lettera scritta da Abdi-Heba, re di Urusalim (Gerusalemme), si può leggere:

«Gli Habiru saccheggiano tutte le terre del re. Se verranno gli arcieri, allora quest’anno le terre del re, mio signore, rimarranno. Ma se non verranno gli arcieri, le terre del re, mio signore, saranno perdute… tutte le terre del re, mio signore, stanno andando alla rovina.[29]»

Testi della metà del regno diRamses II parlano dei

«soldati e Habiru che portarono le pietre per il grandepilone di [...] Ramses II[30]»

Però, gli Habiru scomparvero dalle fonti egizie solamente all'epoca diRamses IV (1155 - 1149 a.C.): il resoconto di una grande spedizione mineraria alloUadi Hammamat, nel 1152/1151 a.C., enumera 8368 uomini uomini, fra cui 5000 soldati, 2000 servitori delTempio di Amon, 800 Habiru e 130 scalpellini e cavapietre sotto il comando personale del "Primo Profeta di Amon" allora in carica,Ramessenakht[31][32]. Tra gli studiosi che invece respingono l'identificazione degliḫabiru con gli ebrei vi è l'egittologo tedescoJan Assmann, il quale però non esclude che il ricordo di questo passato di sottomissione agli occupanti egizi possa essere entrato nei racconti diMosè e dell'Esodo.[33] Gli esegeti dell'École biblique et archéologique française (i curatori della cattolicaBibbia di Gerusalemme) ritennero invece possibile che in Egitto gli israeliti furono assimiliati agli Habiru prigionieri di guerra.[34] L'egittologo scozzeseKenneth Kitchen ha scritto riguardo agli Habiru:

«[...] si aggiunsero agli stranieri già residenti nel paese molte migliaia di Caananei, Amorrei, Hurriti, portati in Egitto come prigionieri di guerra per lavorare nei grandi possedimenti templari e statali. [...] Tra il variopinto coacervo di gente arruolata a forza per tali lavori, erano i cosiddetti Apiru, detti Habiru nelle fonti mesopotamiche: persone senza residenza fissa e senza radici, che si gettavano, o erano gettate, in vari generi di mestieri, compresi i lavori pesanti nell'edilizia. [...] Mescolati con gli Apiru erano senza dubbio quelli che nella Bibbia compaiono sotto il nome di Ebrei, e in particolare i clan d'Israele, insediati nel Delta orientale dai lontani giorni in cui i loro antenatiGiuseppe eGiacobbe erano per primi arrivati in Egitto, fuggendo la carestia[35]»

Cacciata dagli Egizi

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Lo stesso argomento in dettaglio:Hyksos.

Secondo la cosiddetta "ipotesi degli Hyksos", l'uscita descritta dal Libro dell'Esodo non sarebbe una fuga dall'oppressione ma una cacciata degli Ebrei da parte degli Egiziani, che sarebbero coincidenti con gliHyksos.Gli Hyksos erano un popolo semitico, come gli Ebrei, che aveva invaso l'Egitto attorno al 1700 a.C. instaurando la loro capitale adAvaris, nelbasso Egitto. Attorno al 1550-1525 a.C.Ahmose riuscì a conquistare la loro capitale e scacciò gli Hyksos dall'Egitto.[28]

L'ipotesi degli Hyksos ha origini antiche: il primo che identificò gli Hyksos con gli Ebrei fuErodoto, nel V secolo a.C., ripreso poi daGiuseppe Flavio[36] e da moltiPadri della Chiesa.John J. Bimson è il principale sostenitore contemporaneo di questa teoria, che non gode comunque di particolare diffusione tra biblisti e storici antichi: il racconto biblico descrive gli Ebrei come ridotti in schiavitù e non come classe dominante dell'Egitto. Una possibile coincidenza tra il racconto biblico e la teoria degli Hyksos vi può essere per il caso diGiuseppe, che secondo il racconto delGenesi divenne viceré d'Egitto e condusse a sé il suo clan, ma questo è un evento precedente e distinto dall'Esodo.

Esodo inteso come mutamento del controllo di un territorio da parte di una potenza egemone ad un'altra

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Secondo alcuni studiosi l'Esodo potrebbe non essere storicamente avvenuto nel senso tradizionalmente inteso, vale a dire come fuoriuscita dall'Egitto di una massa di persone identificabili comeEbrei. Secondo l'orientalistaMario Liverani, infatti, l'espressione "esodo" (shē't e altre forme diyāshā' "uscire") in realtà farebbe parte di quello che è stato chiamato "codice motorio", cioè una serie di metafore legate all'idea del movimento e usate per indicare il mutamento di appartenenza politica di una regione, di una città o di un gruppo etnico ad una formazione statale più grande rispetto ad un'altra o a nessuna. Spostamento dei confini politici, quindi, anziché di masse di persone (o di terre, come in alcuni testi).[37]

Questo codice motorio era abitualmente usato nei testi delTardo Bronzo e lo si trova, ad esempio, in un testo del reittitaŠuppiluliuma I a proposito di una sua conquista nellaSiria centrale[Nota 3]. Un altro esempio ci viene da unalettera di Amarna (antica capitale del faraoneAkhenaton), proveniente daBiblo[Nota 4].

Nel caso dell'Esodo, l'espressione "uscire dall'Egitto", significava "fine della dominazione egiziana sullaPalestina", evento storico avvenuto nel momento di passaggio fraTardo Bronzo (quando la Palestina era un dominio egiziano) eprima età del ferro (quando la Palestina raggiunse l'autonomia, dopo le invasioni deipopoli del Mare e la crisi dei grandi imperi).

Lentamente, però, si perse il reale significato della metafora e le si attribuì quello tradizionale verso la fine dell'VIII secolo a.C., quando si diffuse la praticaassira di deportare intere popolazioni da una regione dell'impero all'altra, e quando sotto la spinta delle invasioni gruppi di profughi uscirono realmente dalregno di Israele (nel nord) per rifugiarsi nelregno di Giuda (nel sud). Non è casuale che le prime attestazioni del nuovo significato siano collocate proprio nelLibro di Amos[38] e nelLibro di Osea[39], scritti appunto nel regno di Israele durante l'invasione assira (730-710 a.C.), quindi molto prima delLibro dell'Esodo, la cui composizione definiva si fa risalire al periodo della dominazione dell'Impero Achemenide nel VI-IV secolo a.C. (vediipotesi documentale).[37][33]

La nuova formula era poi stata collegata retroattivamente a vecchie storie di transumanza pastorale tra ilSinai e ilDelta del Nilo, alle storie sul lavoro coatto di gruppi diḫabiru al servizio di sovrani egizi delladinastia ramesside e agli avvenimenti più recenti con i rifugiati che si muovevano fra la Giudea e l'Egitto. In questa forma, la formula dell'esodo entrò a far parte della storiografia proto-deuteronomistica nelVII secolo a.C.[37]

Persone coinvolte

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InEsodo 12,37[40] il testo biblico parla di 600 'mila' (ebraico 'elef) uomini maschi, senza contare donne e bambini. A questo numero va assommata "una grande massa di gente promiscua"[41], che vanno identificati con persone non ebree (probabilmente egiziani e immigrati stranieri in Egitto).La cifra biblica lascia supporre una popolazione di alcuni milioni di individui (tra i 3 e 6), decisamente inverosimile tenendo conto della popolazione complessiva dell'Egitto e del successivo soggiorno nel deserto.

Volendo considerare alla lettera il dato del testo biblico possono essere fornite interpretazioni diverse:

  • può significare il censimento complessivo del popolo ebraico all'epoca della stesura scritta del racconto in epocasalomonica, verso il 1000 a.C.[42], non applicabile all'epoca dell'Esodo;
  • il termine ebraico 'elef può essere tradotto con "mila", significato che solitamente riveste, ma può anche indicare "famiglia", "clan", designando così 600 clan familiari, per un totale di alcune migliaia di persone.[43]

Alcuni studiosi moderni[44] ipotizzano cifre tra i 50-100 000 individui complessivi.

La stessa Bibbia, comunque, fa riferimento a una popolazione milionaria, precisando - sempre nelLibro dell'Esodo, al primo capitolo - che il numero degli Ebrei era così imponente che superava quello degli stessiEgizi: "I figli d'Israele prolificarono e crebbero, divennero numerosi e molto potenti e il paese ne fu ripieno. Allora sorse sull'Egitto un nuovo re, che non aveva conosciuto Giuseppe. E disse al suo popolo: «Ecco che il popolo dei figli d'Israele è più numeroso e più forte di noi. Prendiamo provvedimenti nei suoi riguardi per impedire che aumenti, altrimenti, in caso di guerra, si unirà ai nostri avversari, combatterà contro di noi e poi partirà dal paese»." (Esodo 1,7-10[45]).[46]

Le piaghe

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Lo stesso argomento in dettaglio:Piaghe d'Egitto.

Secondo il racconto delLibro dell'Esodo il faraone si rifiutò di lasciare partire il popolo ebraico, benché, secondo la Bibbia, fu lo stesso Dio a "ostinare il cuore" del faraone[8] perché, nonostante tutti i prodigi compiuti daMosè, non lasciasse partire gli Ebrei dall'Egitto e potesse così colpire l'Egitto con stermini e distruzioni[Nota 2]. Dio allora mandò sull'intero Egitto alcune calamità, le cosiddette "piaghe d'Egitto". Queste piaghe[Nota 5] derivano dalla fusione redazionale di tradizioni più antiche ed erano inizialmente non un decalogo, come presentato nella redazione finale del Libro dell'Esodo, ma "liste, peraltro divergenti, di 7 od 8 piaghe"[Nota 6].

  1. Tramutazione dell'acqua in sangue[47]. La tradizione jahwista, più antica, parla di tramutazione delle sole acque delNilo[48], mentre la tradizione sacerdotale, più recente, amplifica l'effetto della piaga a tutte le acque dell'Egitto, incluse quelle dei recipienti[49].
  2. Invasione di rane (7,26-8,11[50])
  3. Invasione di zanzare (7,26-8,11[51])
  4. Invasione di mosconi (8,12-15[52])
  5. Malattia del bestiame (8,16-28[53]), in cui il tutto il bestiame muore (un'"amplificazione letteraria che contiene qualche incoerenza con ciò che segue", in quanto il bestiame sarà nuovamente citato come vivo nella sesta e settima piaga[Nota 7]).
  6. Ulcere su animali e uomini (9,1-7[54])
  7. Grandine (9,13-35[55])
  8. Invasione di cavallette (10,1-20[56])
  9. Tenebre per tre giorni (10,21-29[57])
  10. Morte dei primogeniti (12,29-30[58])

Le lamentazioni di Ipuwer

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Lo stesso argomento in dettaglio:Papiro di Ipuwer.

Diverse similitudini con le piaghe si possono trovare in un anticopapiro, denominatoLamentazioni di Ipuwer, scritte da un sacerdote e narranti una serie di devastazioni che colpirono la terra del Nilo.

Il papiro fu esaminato per la prima volta da SirAlan Gardiner nel1909 che lo datò allaXII dinastia, cioè al primo periodo intermedio (2200-2050 a.C.). La maggior parte degli studiosi concordò con Gardiner, anche se alcuni lo datarono al secondo periodo intermedio (1790-1530 a.C.). Questa data si accorderebbe a quella dell'eruzione di Thera (1600 a.C.) secondo gli ultimi studi.

Il testo geroglifico dovrebbe descrivere i fatti del I periodo intermedio, segnato da frammentazione politica, periodi di carestia, anarchia e profanazioni dei templi. L'Esodo sembra riprendere gli stessi temi e adattarli al contesto storico e allo scopo del testo biblico.

Il passaggio del mare

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Racconto biblico

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Il miracoloso passaggio delMare di Giunco e l'uccisione degli egizi inseguitori è descritto inEsodo 14,15-31[59]. Il brano allude sicuramente a un allegorico trionfo di Dio sul male e sul caos, che nel pensiero biblico sono raffigurati appunto dal mare[60]. Non è necessario tuttavia arrivare a demitizzare completamente l'accaduto, privando il racconto di fondamento storico.

Si notano significative differenze tra le varie fonti del racconto circa l'effettiva natura del "miracolo":

  • latradizione yahwista (J), più antica, attribuisce l'accaduto a cause naturali. Il mare non viene improvvisamente 'diviso' e Mosè è ininfluente. Gli egiziani travolti, che si impantanano ma non rimangono uccisi, sono solo un limitato, per quanto numeroso, contingente.
  • latradizione sacerdotale (P), più recente, amplifica l'aspetto miracolistico dell'accaduto e sottolinea il ruolo chiave svolto da Mosè. Gli egiziani travolti e uccisi sono l'intero esercito del faraone.
Passaggio del mare secondo le fonti yahwista e sacerdotale (versione CEI)
versettifonte yahwista (antica)aggiunte dellafonte sacerdotale (recente)
13,10-22[61]Partirono da Succot e si accamparono a Etam, sul limite del deserto. Il Signore marciava alla loro testa di giorno con una colonna di nube, per guidarli sulla via da percorrere, e di notte con una colonna di fuoco per far loro luce, così che potessero viaggiare giorno e notte. Di giorno la colonna di nube non si ritirava mai dalla vista del popolo, né la colonna di fuoco durante la notte.-
14,1-4[62]-Il Signore disse a Mosè: «Comanda agli Israeliti che tornino indietro e si accampino davanti a Pi-Achirot, tra Migdol e il mare, davanti a Baal-Zefon; di fronte ad esso vi accamperete presso il mare. Il faraone penserà degli Israeliti: Vanno errando per il paese; il deserto li ha bloccati! Io renderò ostinato il cuore del faraone ed egli li inseguirà; io dimostrerò la mia gloria contro il faraone e tutto il suo esercito, così gli Egiziani sapranno che io sono il Signore!».

Essi fecero in tal modo.

14,5-7[63]Quando fu riferito al re d'Egitto che il popolo era fuggito, il cuore del faraone e dei suoi ministri si rivolse contro il popolo. Dissero: «Che abbiamo fatto, lasciando partire Israele, così che più non ci serva!». Attaccò allora il cocchio e prese con sé i suoi soldati.Prese poi seicento carri scelti e tutti i carri di Egitto con i combattenti sopra ciascuno di essi.-
14,8-9[64]-Il Signore rese ostinato il cuore del faraone, re di Egitto, il quale inseguì gli Israeliti mentre gli Israeliti uscivano a mano alzata. Gli Egiziani li inseguirono e li raggiunsero, mentre essi stavano accampati presso il mare:tutti i cavalli e i carri del faraone, i suoi cavalieri e il suo esercito si trovarono presso Pi-Achirot, davanti a Baal-Zefon.
14,10-14[65]Quando il faraone fu vicino, gli Israeliti alzarono gli occhi: ecco, gli Egiziani muovevano il campo dietro di loro! Allora gli Israeliti ebbero grande paura e gridarono al Signore. Poi dissero a Mosè: «Forse perché non c'erano sepolcri in Egitto ci hai portati a morire nel deserto? Che hai fatto, portandoci fuori dall'Egitto? Non ti dicevamo in Egitto: Lasciaci stare e serviremo gli Egiziani, perché è meglio per noi servire l'Egitto che morire nel deserto?». Mosè rispose: «Non abbiate paura! Siate forti e vedrete la salvezza che il Signore oggi opera per voi; perché gli Egiziani che voi oggi vedete, non li rivedrete mai più! Il Signore combatterà per voi, e voi starete tranquilli».-
14,15-18[66]-Il Signore disse a Mosè: «Perché gridi verso di me? Ordina agli Israeliti di riprendere il cammino. Tu intanto alza il bastone, stendi la mano sul mare e dividilo, perché gli Israeliti entrino nel mare all'asciutto. Ecco io rendo ostinato il cuore degli Egiziani, così che entrino dietro di loro e io dimostri la mia gloria sul faraone e tutto il suo esercito, sui suoi carri e sui suoi cavalieri. Gli Egiziani sapranno che io sono il Signore, quando dimostrerò la mia gloria contro il faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri».
14,19-20[67]L'angelo di Dio, che precedeva l'accampamento d'Israele, cambiò posto e passò indietro. Anche la colonna di nube si mosse e dal davanti passò indietro. Venne così a trovarsi tra l'accampamento degli Egiziani e quello d'Israele. Ora la nube era tenebrosa per gli uni, mentre per gli altri illuminava la notte; così gli uni non poterono avvicinarsi agli altri durante tutta la notte.-
14,21a[68]-Allora Mosè stese la mano sul mare.
14,21b[69]E il Signore, durante tutta la notte,risospinse il mare con un forte vento d'oriente, rendendolo asciutto;-
14,21c-23[70]-le acque si divisero. Gli Israeliti entrarono nel mare asciutto, mentre le acque erano per loro una muraglia a destra e a sinistra. Gli Egiziani li inseguirono con tutti i cavalli del faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri, entrando dietro di loro in mezzo al mare.
14,24-25[71]Ma alla veglia del mattino il Signore dalla colonna di fuoco e di nube gettò uno sguardo sul campo degli Egiziani e lo mise in rotta. 25 Frenò le ruote dei loro carri, così che a stento riuscivano a spingerle. Allora gli Egiziani dissero: «Fuggiamo di fronte a Israele, perché il Signore combatte per loro contro gli Egiziani!».-
14,26-27a[72]-Il Signore disse a Mosè: «Stendi la mano sul mare: le acque si riversino sugli Egiziani, sui loro carri e i loro cavalieri». Mosè stese la mano sul mare
14,27b[73]e il mare, sul far del mattino, tornò al suo livello consueto, mentre gli Egiziani, fuggendo, gli si dirigevano contro. Il Signore li travolse così in mezzo al mare.-
14,28-29[74]-Le acque ritornarono e sommersero i carri e i cavalieri di tutto l'esercito del faraone, che erano entrati nel mare dietro a Israele: non ne scampò neppure uno. Invece gli Israeliti avevano camminato sull'asciutto in mezzo al mare, mentre le acque erano per loro una muraglia a destra e a sinistra.
14,30-31[75]In quel giorno il Signore salvò Israele dalla mano degli Egiziani e Israele vide gli Egiziani morti sulla riva del mare; Israele vide la mano potente con la quale il Signore aveva agito contro l'Egitto e il popolo temette il Signore e credette in lui e nel suo servo Mosè.-

Identificazione del mare

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Lo stesso argomento in dettaglio:Mare di Giunco.
Illustrazione del 1728

Il testo ebraico in Es13,18[76] afferma che il popolo ebraico uscendo dall'Egitto si diresse verso ilYam-Suf, letteralmenteMare di Giunco. L'identificazione di questo mare non è certa: ilgiunco è presente in tutte le acque sia interne che esterne all'Egitto. Sono state proposte pertanto diverse alternative.[77]

  • Golfo di Aqaba o Golfo di Elat. Nel testo ebraico dellaBibbia l'unico passo che esplicita la natura geografica delYam Suf è 1Re9,26[78], dove viene riferito cheRe Salomone costruì un porto pressoElat sulla riva del Mar di Giunco. Nonostante questa chiara identificazione, la lontananza del Golfo di Aqaba sia dall'Egitto che dalla Palestina rende questa possibilità inverosimile. Alcuni studiosi ammettono tuttavia una deviazione dal tragitto verso l'Arabia, nella quale viene proposta la localizzazione del biblicoMonte Sinai.
  • Mar Rosso. La tradizione ha identificato ilYam-Suf nel ramo occidentale del Mar Rosso, l'attualeGolfo di Suez. Già la versione greca dellaBibbia dettaSettanta, realizzata nel III secolo a.C., traduceerithràn thàlassan, Mar Rosso, seguita dalleVulgata e dalle principali versioni moderne della Bibbia. Data la posizione meridionale e fuori mano del golfo di Suez rispetto all'itinerario Egitto-Palestina anche questa possibilità, sebbene suffragata dalla tradizione secolare, appare inverosimile.
  • Laghi amari, presenti nei pressi dell'attualeSuez.
  • Lago Sirbonico oLago di Menzaleh, una specie di golfo nelMar Mediterraneo a nord delSinai. Questo itinerario settentrionale trova concordi numerosi e autorevoli biblisti.[79]

Le prime due ipotesi, che identificano ilMare di Giunco con bracci del Mar Rosso, difficilmente sono compatibili col racconto dellafonte yahwista per la quale il mare fu prosciugato da "un forte vento d'oriente"[80]. Le ultime due ipotesi invece, relative a specchi d'acqua paludosi, possono essere compatibili.

Possibile percorso

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Località dellaPenisola del Sinai coinvolte nei tracciati proposti del percorso dell'Esodo.

Il testo biblico riporta dettagliatamente le tappe del viaggio dall'Egitto alla Palestina. Sebbene siano noti i nomi di molte delle stazioni intermedie, non sono identificabili con certezza in base alla toponomastica successiva ed attuale.

Gli unici punti identificati con relativa certezza sono la partenza dalle città diPitom ePi-Ramses, all'epoca capitale del regno, e l'arrivo aKades-Barnea, in prossimità dellaPalestina.

Il Monte Sinai

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Lo stesso argomento in dettaglio:Monte Sinai (Bibbia).

Tra le tappe del viaggio del popolo ebraico narrato nelLibro dell'Esodo fondamentale è ilMonte Sinai, dove secondo il racconto biblico Mosè ricevette da Dio le tavole della legge deldecalogo[81]. Anche per il monte Sinai, come per molte delle località descritte nell'Esodo, si è persa la memoria toponomastica delle località descritte.Sono state proposte diverse identificazioni:

Fonti documentali

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Fonti bibliche

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L'unica fonte documentale, per altro indiretta, relativa all'evento dell'Esodo è ilbiblicoLibro dell'Esodo. Secondo la tradizionaleipotesi documentale il testo è stato definitivamente redatto, al pari degli altri libri dellaTorah o Pentateuco, all'epoca del ritorno inGiudea dei deportati dell'esilio babilonese nelV secolo a.C., sulla base di fonti più antiche: lafonte yahwista (ojahvista, J) risale a circa il1000 a.C., mentre quellaelohista (E) è più recente, datata verso la fine dell'VIII secolo a.C. La cosiddettafonte sacerdotale (P,Priestercodex) risale all'epoca della redazione definitiva, circa ilV secolo a.C. Le varie fonti, parzialmente armonizzate nell'attualeLibro dell'Esodo, mostrano alcune significative discordanze.

Fonti non bibliche

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Alcunistoriciellenistici eromani registrarono diversi raccontiegizi sull'espulsione di un gruppo di stranieri collegati all'Esodo. Questi racconti spesso mescolano elementi delSecondo periodo intermedio dell'Egitto (1650-1550 a.C.) e delPeriodo amarniano (metà del XIV sec. a.C.) ma la maggior parte di essi hanno contenuti estremamenteantisemiti.[33][82]

Il più antico racconto non biblico è quello diEcateo di Abdera (320 a.C. circa), che scrisse una storia dell'Egitto di cui rimangono solo alcuni frammenti riportati daDiodoro Siculo nella suaBibliotheca historica.[83] Ecateo racconta che gli egizi attribuirono la colpa di unapestilenza ai molti stranieri che si erano stabiliti nel Paese, introducendo i loro culti e i loro costumi. Furono perciò espulsi e, alla testa di Mosè, si stabilirono nella terra di Canaan. In questa versione Mosè è ritratto in modo estremamente positivo.

Il sacerdote e storico egizioManetone (III secolo a.C.), di cui conosciamo l'opera sulla storia egizia (Aegyptiaca) solo attraverso le citazioni dello storico ebraicoGiuseppe Flavio nel suo libelloContro Apione (I secolo d.C.), racconta come 80.000lebbrosi e altre "persone impure", guidate da un sacerdote di nomeOsarseph, unirono le forze con le popolazioniHyksos stanziate a Canaan per conquistare l'Egitto. Essi provocarono il caos finché il faraone Amenophis (identificato conAmenofi III) e suo figlio non li scacciarono fino ai confini della Siria, dove Osarseph diede ai lebbrosi un codice di leggi e cambiò il suo nome in Mosè[36]. L'identificazione di Osarseph con Mosè nel racconto di Manetone è stata però ritenuta un'interpolazione.[82]

Altre versioni della storia di Manetone sono registrate dal grammatico egizianoLisimaco di Alessandria (I secolo a.C.), che la ambientò al tempo del faraone Bakenranef (Bocchoris), dallo storico egizianoCheremone di Alessandria (I secolo d.C.)[36] e dallo storico gallo-romanoGneo Pompeo Trogo (I secolo a.C.).[84] Nelle sueHistoriae, lo storico romanoTacito incluse una versione della storia che afferma che gli ebrei adoravano unasino come loro dio per ridicolizzare la religione egiziana[85], mentre il biografo greco-romanoPlutarco sosteneva che il dio egizianoSeth (divinità dinastica dei faraonihyksos) fu espulso dall'Egitto e fuggì inPalestina, dove generò due figli chiamatiGiuda e Hierosolyma (Gerusalemme).[86]

Ricerca archeologica

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Lo stesso argomento in dettaglio:Archeologia biblica, Storia della Palestina nella tarda età del bronzo e Faraoni nella Bibbia § Il Faraone dell'Esodo.
LaStele di Merenptah.Museo egizio del Cairo.

Fonti utili a delineare un quadro storico dell'evento dell'Esodo sono:

  • il dato secondo il quale il faraoneRamses II (XIII secolo a.C.) fece costruire la città diPi-Ramses e ampliarePitom, nominate nel Libro dell'Esodo;
  • lastele di Merenptah (fine XIII secolo a.C.), che testimonia la presenza nei dintorni della terra diCanaan di un popolo nomade di nomeysrỉr, comunemente interpretato da storici e biblisti comeIsraele. La stele è così chiamata perché fu fatta modificare daMerenptah, figlio di Ramses II: entrambi sono identificati da taluni, rispettivamente, colfaraone che si scontrò con Mosè e colpredecessore che ordinò lo sterminio dei primogeniti ebrei quando Mosè era in fasce;
  • il piedistallo di statua del museo di egittologia di Berlino (XV secolo a.C.), in cui comparirebbe il nome Israele[87]
  • ilpapiro di Ipuwer, rinvenuto nel 1909 e variamente datato tra il XIX e il XIII secolo a.C., che riferisce di cataclismi naturali e sociali simili allepiaghe narrate nel Libro dell'Esodo.
  • IlPapiro di Brooklyn, che menziona circa 30 nomi di schiavi di origine semitica. Vengono citati gliḫabiru, popolazione nomade palestinese, associata da alcuni storici agli Ebrei.

Tra gli studiosi moderni vi è sostanziale accordo sulla veridicità storica del nucleo fondamentale del racconto dell'Esodo, cioè l'emigrazione dall'Egitto di una popolazione semita verso la Palestina.[88][89] Già nelI secolo d.C., lo storico giudaicoFlavio Giuseppe, citando lo scritto del sacerdote tolemaicoManetone nella sua operaContro Apione, affermò che il racconto dell'Esodo corrisponderebbe storicamente alla cacciata della popolazione cananea degliHyksos, che regnarono sull'Egitto per circa un secolo dalla loro capitaleAvaris (a pochi chilometri dalla biblicaPi-Ramses, futura capitale deiRamessidi neldelta del Nilo) e sarebbero stati scacciati dal faraoneAhmose I nel 1530 a.C., per rifugiarsi nella regione poi denominataGiudea e fondare la città diGerusalemme.[36]

Secondo l'interpretazione tradizionale e attualmente più diffusa, nota come "Teoria dell'Esodo tardo", l'evento è collocato verso la seconda metà del XIII secolo a.C (circa 1250-1200 a.C.), durante il regno del faraoneRamses II o del suo successoreMerenptah.

Nonostante ciò, l'Archeologia biblica, stante anche il progresso delle tecniche archeologiche e scientifiche[Nota 8], evidenzia tra la maggioranza dei ricercatori[Nota 9] l'opinione che molto di quanto contenuto nel racconto biblico sia da ritenersi non storico. A sottolineare tali osservazioni sono diversi archeologi israeliani - molto attivi nel campo dell'archeologia biblica, anche come parte del progettosionista[Nota 10] - comeIsrael Finkelstein[Nota 11] eZe'ev Herzog, il quale afferma che "questo è ciò che gli archeologi hanno scoperto dai loro scavi nella Terra di Israele: gli Israeliti non sono mai stati in Egitto, non hanno vagato nel deserto, non hanno conquistato i territori in una campagna militare e non li hanno dati alle 12 tribù di Israele" e "un altro intoppo è che l'Egitto stesso governava la Terra di Israele nel momento del presunto Esodo. Anche se i Figli di Israele fossero fuggiti dall'Egitto, avrebbero comunque raggiunto un altro territorio sotto il controllo Egiziano[Nota 12]; lo storico e archeologoMario Liverani aggiunge: "Due filoni della ricerca, da una parte l'analisi filologica dei testi biblici, dall'altra l'archeologia arrivano alle stesse conclusioni. E le conclusioni sono che non possono essere considerati storici i racconti più celebri del Vecchio Testamento, come le vicende di Abramo e dei Patriarchi, la schiavitù in Egitto, l'Esodo e la peregrinazione nel deserto, la conquista della Terra Promessa, la magnificenza del regno di Salomone".[90][91][28][92][93][94]

Inoltre, due eventi straordinari — quali la fuga di circa tre milioni di schiavi e l'annientamento dell'intero esercito egiziano, inclusa la sua cavalleria — avrebbero dovuto esser menzionati, oltre che nei documenti egiziani, anche in quelli dei sovrani stranieri, che avrebbero accolto positivamente una simile notizia, stante anche la possibilità di invadere una terra fertile e ricca come l'Egitto. Tutto ciò non avvenne e, anzi, le fonti storiche extrabibliche attestano che, durante il regno diRamses II e poi di suo figlio e successoreMerenptah, l'Egitto continuò ad avere un esercito potente e ad essere una nazione dominante fino alla metà del XIII secolo a.C.[95]

Va ancora osservato che una così imponente fuga di schiavi avrebbe almeno dimezzato la popolazione dell'Egitto dell'epoca, radicale avvenimento di cui non vi è traccia storica; il filologoBart Ehrman nota infatti che "secondo le ipotesi più ragionevoli la popolazione dell’intero Egitto a quei tempi doveva oscillare tra i 2 e i 4 milioni di individui. È ovvio che non potevano essere tutti ebrei" e anche gli esegeti dell'interconfessionaleBibbia TOB ammettono come, secondo la Bibbia, "Israele avrebbe allora dovuto avere una popolazione di almeno tre milioni, cosa evidentemente inverosimile".[96][97] Va anche considerato che un numero così imponente di persone - e un'ulteriore conferma, sempre secondo la Bibbia, dell'enorme numero di Ebrei presenti in Egitto si trova nello stessoLibro dell'Esodo, al primo capitolo, dove si sostiene che il loro numero superava quello degli stessi Egizi[98] - oltre a tutto il bestiame, non avrebbe potuto attraversare ilMar Rosso nell'arco di una sola notte (Es14,21-30[99]).

Occorre, infine, notare che gli Ebrei giunti in Egitto conGiuseppe eGiacobbe erano solo una settantina (secondo Gen 46,27[100] erano 70 persone anche se, invece, secondo At 7,14-15[101] erano 75 persone) e — nell'arco di 400 anni (secondo Gen 15,13[102] anche se, invece, secondo Es 12,40-41[103] furono 430 anni) e quindi con il susseguirsi di poche generazioni — non avrebbero potuto moltiplicarsi fino a raggiungere la popolazione milionaria che fuggì conMosè; osserva, ad esempio,Bart Ehrman[96] come la Bibbia riporti anche le generazioni succedutesi, elencando i nomi dei discendenti di Giacobbe: "gli Israeliti dovevano superare i 2 milioni e mezzo ["almeno tre milioni" secondo laBibbia TOB[97]]. Ora, Es 1,5 dice che il clan di Giacobbe stabilitosi in Egitto era composto di settanta individui, e secondo Es 6,16-20 quella di Mosè era la quarta generazione da allora. Suo padre era Amram, suo nonno Kohat e il suo bisnonno Levi, uno dei figli di Giacobbe: come possono i bisnipoti dei dodici figli di Giacobbe essere più di due milioni?". Questa enorme massa di persone, peraltro, non sarebbe riuscita a passare inosservata attraverso le maglie delle numerose fortificazioni egizie presenti al confine tra l'Egitto eCanaan (oltre che a quelle nella stessa Canaan) e di tale passaggio, infatti, non è pervenuta traccia in alcun documento. Anche la moderna archeologia - ormai in grado di scoprire le minime tracce (inclusi i resti di piccoli gruppi di pastori) - nonostante ripetute ricerche, non ha rinvenuto alcuna prova della peregrinazione quarantennale nel deserto delSinai e a sud della terra di Israele di questa enorme popolazione con relativi armenti.[92][93][27][104]

La non storicità dei numeri biblici è stata supportata anche da teologi ed esegeti cristiani: già nella seconda metà del XIX secolo il vescovo dellaChiesa di Inghilterra John Colenso aveva sottolineato come non fosse realistico che una tale massa di migranti potesse effettivamente aver attraversato indenne il Sinai; Colenso fece sarcasticamente notare come, qualora i numeri biblici corrispondessero alla realtà, gli escrementi lasciati dagli Israeliti sarebbero stati sufficienti a rendere fertile il Sinai.[105]

La comunità scientifica, salvo poche eccezioni, ritiene comunque che gli eventi narrati nell'Esodo siano un mito e, anche in caso di una qualche base storica reale, come precisa l'archeologoZe'ev Herzog in merito alle proporzioni di tale evento[106], "la maggior parte degli storici oggi concorda sul fatto che, nel migliore dei casi, la permanenza in Egitto e gli eventi dell'esodo si sono verificati solo per poche famiglie e che la loro storia privata è stata ampliata e "nazionalizzata" per soddisfare i bisogni dell'ideologia teologica" e anche gli esegeti della interconfessionaleBibbia TOB[107] ritengono che l'Esodo sia stato un evento molto locale e, in merito al passo biblico Nm14,13[108]:Mosè disse al Signore: «Ma gli Egiziani hanno saputo che tu hai fatto uscire questo popolo con la tua potenza», osservano: "Stupisce questa frase, probabilmente rimasta incompleta. Gli Egiziani non avevano infatti bisogno di sentirlo dire dagli altri, avendone essi stessi fatto l'esperienza. Ma i racconti dell'esodo mostrano bene che gli avvenimenti verificatisi con la partenza degli Ebrei, furono molto locali, avendo in realtà interessato solo gli abitanti del delta del Nilo". Conclude Herzog come "la maggior parte di coloro che sono impegnati in un lavoro scientifico nei campi connessi alla Bibbia, all'archeologia e alla storia del popolo ebraico - e che una volta cercavano sul campo le prove per corroborare la storia della Bibbia - ora concordano che gli eventi storici relativi al popolo ebraico sono radicalmente diversi da ciò che racconta la storia [biblica]" e "anche se non tutti gli studiosi accettano i singoli argomenti che formano gli esempi che ho citato, la maggioranza concorda sui loro punti principali"; "in ogni caso, la maggior parte degli archeologi ora concorda sul fatto che l'identità ebraico-israelita sia nata da tradizioni sviluppatesi tra gli abitanti di Canaan. Non è stata portata da invasori esterni [la conquista ebraica di Canaan]" e "gli ultimi 18 anni [anno 2017[Nota 13]] di scavo non hanno praticamente cambiato nulla dei primissimi periodi biblici, nonostante tutti i progressi della tecnica archeologica" ed "è difficile trovare un archeologo della corrente di maggioranza che difenda la descrizione biblica degli eventi.".

Anche laBibbia CEI, nella sua versione del 2008, sottolinea come "Gli eventi narrati appartengono alla storia delle origini; essi sono stati oggetto di molteplici reinterpretazioni di tipo epico e teologico. Come avviene anche negli altri ricordi di questo evento, presenti un po' in tutto l'AT, e non soltanto nel Pentateuco, la trama di episodi molto antichi, e a volte assai differenti tra loro, viene unificata e ingrandita. In alcune pagine del libro, ad es., l'evento è narrato come una espulsione di Ebrei da parte degli Egiziani (12,29-36; vedi anche 1,7-22: "esodo-cacciata"); in altre pagine si tratta invece di una fuga di Ebrei davanti all'esercito egiziano (14,5-15,21: "esodo-fuga"). Da una tradizione all'altra gli aspetti prodigiosi si dilatano, le cifre si ingrandiscono."[109]

La maggioranza degli studiosi sostengono però che ci sia un nucleo storico dietro all'Esodo: l'archeologo Avraham Faust, in particolare, sottolinea come "gran parte degli studiosi ritengono che l'Esodo abbia una base storica e che delle popolazioni semitiche siano effettivamente giunte in Egitto daCanaan, per poi ritornarvi anni dopo". Tale tesi è sostenuta anche dall'archeologo Amihai Mazar.[110][111] Gli stessi archeologiIsrael Finkelstein e Neil Asher Silberman, pur negando con vigore la storicità del racconto biblico, riconoscono che il nucleo storico della saga dell'Esodo — ovvero il fenomeno di immigranti che si trasferivano in Egitto dalla terra Canaan e si stabilivano a est del delta del Nilo — sia abbondantemente verificato dagli studi storici ed archeologici.[105] I rabbini Lee Levine e David Wolpe, pur rifiutando un'interpretazione letterale del Libro dell'Esodo, hanno sottolineato come sia molto probabile che una parte degli Israeliti fosse effettivamente stato schiavo in Egitto e ne fosse poi fuggito per rientrare a Canaan.[112]

Secondo il biblistaRichard Elliott Friedman l'Esodo avrebbe riguardato solo un piccolo gruppo di popolazioni semitiche, che avrebbero importato aCanaan il culto diYahweh, andando poi a formare laTribù di Levi. Tale opinione ha trovato l'appoggio anche dei biblistiFrank Moore Cross, Israel Knohl eThomas Römer, oltre che dell'archeologo Avraham Faust.[113][114][115] Un'opinione simile è stata espressa dall'archeologoWilliam G. Dever, che ha però identificato, con molta cautela, il gruppo di migranti con la Tribù di Giuseppe.[116]

Secondo il già citato Israel Finkelstein, l'Esodo, pur avendo un fondamento storico, rappresenta la mitologizzazione nata nella memoria collettiva di tutta una serie di schiavitù e di liberazioni che il popolo di Israele subì nel corso della sua storia: lacampagna militare del faraoneMerneptah contro Canaan nel XIII secolo a.C., l'invasione delRegno Unito di Israele da parte del faraoneSheshonq I nel X secolo a.C., l'invasione delRegno di Giuda da parte del faraoneNecao II nel VII secolo a.C. e, infine, l'occupazione di Giuda da parte dell'imperatore di BabiloniaNabucodonosor II nel VI secolo a.C., seguito dall'esilio babilonese.[Nota 14] Anche l'egittologoJan Assmann sostiene il ruolo fondamentale della memoria collettiva di eventi storici particolari nella formazione del racconto dell'Esodo: tra i fatti citati che avrebbero avuto una qualche influenza vi sono il dominio e la cacciata degliHyksos fra il 1720 e il 1530 a.C., l'introduzione delculto esclusivo del dioAton da parte del faraoneAkhenaton nel XIV secolo a.C., la ribellione degliḫabiru all'occupazione egizia tra il XIV e il XII secolo a.C. e l'invasione deiPopoli del Mare nel 1200 a.C. circa.[33]

Non mancano infine storici, egittologi ed archeologi che sostengono la storicità assoluta del testo biblico. Il celebre egittologoKenneth Kitchen, nel suo libroOn the reliability of the Old Testament ha sottolineato come la mancanza di prove archeologiche dell'esodo non sia sufficiente a negare la storicità dell'accaduto, e come episodi simili all'esodo siano riportati anche in altri Paesi africani dell'epoca.[117] Opinioni simili sono espresse dall'archeologo ed egittologo James K. Hoffmeier, che ha scritto due libri sul tema (Israel in Egypt: the evidence for the authenticity of the Exodus tradition eAncient Israel in Sinai: the evidence for the authenticity of the wilderness tradition) nel quale descrive come storico il racconto dell'Esodo e della peregrinazione nel deserto, basandosi su dati archeologici e documentali.[118][119]

L'archeologoEmmanuel Anati, al termine di scavi durati quasi vent'anni, ritiene di avere individuato nel monteHar Karkom il Monte Sinai descritto nella Bibbia.[120]

L'Esodo nell'arte

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Ramses II (Yul Brynner) inI dieci comandamenti (1956).

Nelle versioni letterarie e cinematografiche relative all'Esodo i faraoni dell'oppressione e dell'Esodo sono stati solitamente identificati rispettivamente comeSeti I e suo figlioRamses II. Così accade p. es. per il colossalI dieci comandamenti del 1956 e per il film d'animazioneIl principe d'Egitto del 1998.

Questa identificazione, storicamente del tutto ipotetica se non errata (fu Ramses a far costruire le città di Pitom e Ramses), ha un proprio fascino in quanto permette di inscenare il conflitto tra Mosè e Ramses II, considerato spesso come il più grande e potente faraone dell'antico Egitto.

Cinema

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Teatro

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Note

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  1. ^
    «The quest for the historical Moses is a futile exercise. He now belongs only to legend»

    (John Van Seters. «Moses», inEncyclopedia of Religions vol. 9. New York, MacMillan, 2005, p. 6199)

    «New layers would be added to the Exodus story in subsequent centuries- during the exile in Babylonia and beyond. But we can now see how the astonishing composition came together under the pressure of a growing conflict with Egypt in the seventh century BCE. The saga of Israel's Exodus from Egypt is neither historical truth nor literary fiction. It is a powerful expression of memory and hope born in a world in the- midst of change. The confrontation between Moses and pharaoh mirrored the momentous confrontation between the young King Josiah and the newly crowned Pharaoh Necho. To pin this biblical image down to a single date is to betray the story's deepest meaning. Passover proves to ,be not a single event but a continuing experience of national resistance against the powers that be.»

    (Israel Finkelstein e Neil Asher Silberman.The Bible Unearthed : Archaeology's New Vision of Ancient Israel and the Origin of Its Sacred Texts. NY, Free Press, 2002. pp.70-1)

  2. ^abGli esegeti delNuovo Grande Commentario Biblico precisando come il cuore fosse "l'organo della decisione nella Bibbia" - osservano come "l'espressione «Ma io indurirò il cuore del faraone» non prende neppure in considerazione gli attori umani per evidenziare il controllo di Dio. Altri testi sottolineano la libertà umana e così esprimono in maniera diversa il rapporto Dio/essere umano: p. es. «Ma il cuore del faraone si ostinò e non diede ascolto» (8,15)" ma "nonostante i problemi che il concetto può far sorgere per il lettore moderno, il punto di vista degli scrittori va interpretato: i nemici d'Israele non avevano alcuna importanza, erano, per così dire, semplici marionette nelle mani di YHWH che perseguiva i suoi scopi per Israele." (Brown, 2002, pp. 61-62, 159 Cfr anche: Bibbia TOB, Elle Di Ci Leumann, 1997, p. 146,ISBN 88-01-10612-2.).
  3. ^"La città diQatna con tutti i suoi beni, io lifeci entrare nella terra di Khatti... In un solo anno io presi efeci entrare tutte queste terre nelle terre di Khatti." J. B. Pritchard,Ancient Near East Texts Relating to the Old Testament, Princeton, 1955, p. 318.
  4. ^"Tutte le città ribelli che ho detto al mio signore, lo sa il mio signore sesono tornate! Dal giorno della partenza delle truppe del re mio signore, sono divenute tutte ostili." Lettera n. 169 in Mario Liverani,Le lettere di el-Amarna, I-II. Brescia, 1998-99.
  5. ^Gli esegeti considerano che "le «piaghe d'Egitto» sono espressione consacrata dall'uso, ma che il testo applica veramente solo alla decima piaga: le prime nove sono dette «prodigi» o «segni»" (Bibbia di Gerusalemme, EDB, 2011, p. 137,ISBN 978-88-10-82031-5.).
  6. ^Come viene evidenziato dagli esegeti dell'interconfessionaleBibbia TOB; allo stesso modo, i curatori della BibbiaEdizioni Paoline precisano che "la struttura decalogica è frutto solo della redazione finale: la tradizione più antica, la Jahvista, conosceva, come il salmo 78 (vv. 43-51), solo un settenario di piaghe", mentre gli esegeti dell'École biblique et archéologique française (i curatori della cattolicaBibbia di Gerusalemme) rilevano che "è una composizione letteraria; essa ha subìto un processo articolato di crescita nel quale una buona parte del testo appartiene a redazioni tardive [...] probabilmente la tradizione jahvista interviene in quattro piaghe (prima, seconda, quarta e quinta), ma una buona parte del racconto attuale è stato aggiunto, come sono state aggiunte anche le piaghe" e gli studiosi del "Nuovo Grande Commentario Biblico" osservano che "il redattore ha sapientemente organizzato ed ampliato le tradizioni antiche su sette piaghe (cf. le sette piaghe in Sal 78,43 ·5 1; 105,26-36 e il fatto che ci sono solo sette piaghe in J) in tre triadi, e la decima piaga, quella culminante, è al di fuori della serie." (Bibbia TOB, Elle Di Ci Leumann, 1997, p. 147,ISBN 88-01-10612-2; La Bibbia, Edizioni Paoline, 1991, p. 84,ISBN 88-215-1068-9;Bibbia di Gerusalemme, EDB, 2011, pp. 137-138,ISBN 978-88-10-82031-5;Brown, 2002, p. 62).
  7. ^Come rilevano anche gli esegeti dell'interconfessionaleBibbia TOB - analogamente a quelli della BibbiaEdizioni Paoline - che comunque osservano come la contraddizione storica "non disturba l'intenzione didattica di questi cc." (Bibbia TOB, Elle Di Ci Leumann, 1997, p. 149,ISBN 88-01-10612-2; La Bibbia, Edizioni Paoline, 1991, p. 86,ISBN 88-215-1068-9.).
  8. ^Il quotidiano israeliano "Haaretz", nell'ottobre 2017, nella sua sezione archeologica, segnala come "oggi [2017], a 18 anni di distanza, armati di tecnologie di datazione e molecolari all'avanguardia, gli archeologi sono sempre più d'accordo conHerzog [noto archeologo israeliano] che, in generale, la Bibbia non riflette le verità storiche".
  9. ^Il citato quotidiano israeliano "Haaretz" riporta le conclusioni dell'archeologo israelianoZe'ev Herzog, direttore del Nadler Institute of Archaeology e consulente archeologico dell' Israel Nature and National Parks Protection Authority: "La maggior parte di coloro che sono impegnati in un lavoro scientifico nei campi connessi alla Bibbia, all'archeologia e alla storia del popolo ebraico - e che una volta cercavano sul campo le prove per corroborare la storia della Bibbia - ora concordano che gli eventi storici relativi al popolo ebraico sono radicalmente diversi da ciò che racconta la storia [biblica]" e "anche se non tutti gli studiosi accettano i singoli argomenti che formano gli esempi che ho citato, la maggioranza concorda sui loro punti principali"; "in ogni caso, la maggior parte degli archeologi ora concorda sul fatto che l'identità ebraico-israelita sia nata da tradizioni sviluppatesi tra gli abitanti di Canaan. Non è stata portata da invasori esterni [la conquista ebraica di Canaan]" e "gli ultimi 18 anni [anno 2017] di scavo non hanno praticamente cambiato nulla dei primissimi periodi biblici, nonostante tutti i progressi della tecnica archeologica", "non ci sono prove che i Figli di Israele siano mai andati in Egitto o siano fuggiti nell'esodo".
  10. ^Atto a rivendicare l'identità dello Stato ebraico e i relativi territori. Osserva ancora il quotidiano israeliano "Haaretz" sullo stato attuale della ricerca: "I padri fondatori dell'archeologia israeliana sono partiti esplicitamente con la Bibbia in una mano e un piccone nell'altra, cercando i risultati delle epoche bibliche, come parte del progetto sionista. Ma con il progredire degli scavi negli anni '70 e '80, piuttosto che la convalida, ciò che cominciò ad accumularsi furono le contraddizioni".
  11. ^Finkelstein, direttore dell'Istituto di archeologia dell'università di Tel Aviv, afferma che "il testo biblico va solo considerato una guida della fede" e non come testo storico.
  12. ^Conclude in meritoHerzog: "Inoltre, la descrizione biblica non ha famigliarità con la realtà geopolitica in Palestina. La Palestina fu sotto il dominio egiziano fino alla metà del XII secolo a.C. I centri amministrativi degli Egiziani erano situati a Gaza, Yaffo e Beit She'an. La presenza egiziana è stata anche scoperta in molte località su entrambi i lati del fiume Giordano. Questa evidente presenza non è menzionata nel racconto biblico, ed è chiaro che era sconosciuta all'autore e ai suoi editori".
  13. ^Riferimento ad un precedente articolo apparso nel 1999.
  14. ^
    «New layers would be added to the Exodus story in subsequent centuries- during the exile in Babylonia and beyond. But we can now see how the astonishing composition came together under the pressure of a growing conflict with Egypt in the seventh century BCE. The saga of Israel's Exodus from Egypt is neither historical truth nor literary fiction. It is a powerful expression of memory and hope born in a world in the- midst of change. The confrontation between Moses and pharaoh mirrored the momentous confrontation between the young King Josiah and the newly crowned Pharaoh Necho. To pin this biblical image down to a single date is to betray the story's deepest meaning. Passover proves to be not a single event but a continuing experience of national resistance against the powers that be.»

    (Israel Finkelstein e Neil Asher Silberman,The Bible Unearthed : Archaeology's New Vision of Ancient Israel and the Origin of Its Sacred Texts, NY, Free Press, 2002, pp. 70-71)

Riferimenti

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Bibliografia

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