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Emil Adolf von Behring

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Emil Adolf von Behring
Medaglia del Premio NobelPremio Nobel per la medicina1901

Emil Adolf von Behring (Hansdorf,15 marzo1854Marburgo,31 marzo1917) è stato unmedico,fisiologo ebatteriologotedesco, primopremio Nobel per la medicina nel1901 per le sue scoperte, insieme algiapponeseShibasaburo Kitasato, deisieri anti-difterico e anti-tetanico.

Nel1880, mentre lavorava con Kitasato nel laboratorio diRobert Koch (1843-1910, lo scopritore deigermi dellatubercolosi, delcolera e delcarbonchio) all'istituto di igiene diBerlino, Behring rese un animale temporaneamente immune dalladifterite o daltetano iniettandoglisiero sanguigno di un altro animale infettato da tali germi. Dimostrò che questo siero ha proprietà non solo preventive ma curative perché in grado di provocare la guarigione se iniettato ai primi sintomi della difterite o del tetano.

Aveva così inizio la modernasieroterapia che dalla difterite e dal tetano si è estesa allagangrena gassosa, albotulismo, al morso dellavipera, almorbillo ed allapertosse.

Behring è considerato, oltre che il pioniere della sieroterapia ed il vincitore della difterite che provocava una elevata mortalità infantile, uno dei fondatori dell'immunologia anche per aver espresso il concetto diantitossina, sostanza elaborata dall'organismo per neutralizzare letossine prodotte da agenti esterni e che provocano patologie.

Vita

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Studi e formazione

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Quinto di dodici figli, egli fu l'unico tra i suoi fratelli ad aver avuto un'adeguata istruzione, grazie soprattutto al proprio parroco Leipholz. Lasciò Hansdorf, suo paese natale, all'età di dodici anni per frequentare il ginnasio più vicino, a Hohenstein. Conseguì il diploma di maturità nell'ottobre del1874. Sempre grazie al parroco Leipholz, egli riuscì a sostenere i suoi studi di medicina presso l'Accademia Medica Militare diBerlino, impegnandosi a prestare servizio per un periodo di otto anni[1]. Nell'ottobre del1878 venne nominato sottotenente medico e nel settembre1880 tenente medico. Promosso capitano medico il 22 marzo1887 e contemporaneamente trasferito al secondo Reggimento di Fanteria Renana, numero 28, di stanza aBonn, lavorò all'Istituto Farmacologico dell'Università di Bonn in seguito a delle pubblicazioni suidisinfettanti, precisamente sulloiodoformio per il trattamentoantisettico delle ferite, sulla rivistaDeutsche Medizinische Wochenschrift[2].

La lotta contro la difterite

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Nel1888Emil Roux scoprì e isolò il veleno delbacillo delladifterite,tossina che provocava tale morbo. Da qui partirono le ricerche di Behring: dopo migliaia di esperimenti su animali insieme al collegaShibasaburo Kitasato, egli annunciò il 4 dicembre1890 di aver risolto la questione. Illustrò la soluzione sul numero 49 della rivistaDeutsche Medizinische Wochenschrift, nell'articoloDel verificarsi dell'immunità verso la difterite e il tetano negli animali: essa andava ricercata nelsiero, il quale può raggiungere qualità antitossiche tali da annullare, rendendolo innocuo, il velenodifterico otetanico, allorché l'animale corrispondente avesse precedentemente superato un'infezione didifterite o ditetano[3].

Grazie al suo siero per la prima volta un bambino venne guarito dalla difterite il 20 dicembre1891. Esso, infatti, conferisce un'immunità passiva perché contiene specificianticorpi, atti a contrastare latossina della difterite, i quali sono presenti nelsangue di un animale che aveva precedentemente contratto la malattia. Da un punto di vista scientifico la svolta era stata raggiunta, tuttavia la mancanza di forti partner finanziari ostacolava la sua idea rivoluzionaria. Ma nel 1892 August Laubenheimer, chimico e direttore dei colorifici diHöchst, che in quel periodo producevano anche latubercolina diRobert Koch, si interessò alla teoria di Behring e così il 20 dicembre1892 egli firmò il contratto con i colorifici, il quale gli consentirà di trasformare la sua scoperta in un'invenzione di importanza pratica[4].

Il 15 settembre1894 venne nominato professore straordinario della facoltà di medicina dell'Università di Halle-Wittenberg e il 25 dello stesso mese tenne la prima conferenza pubblica sulla sieroterapia al congresso deinaturalisti diVienna, in cui parlò per la prima volta davanti ad un auditorio internazionale di medici e naturalisti e alla stampa europea della sua sieroterapia[5]. Fino al1895 ladifterite si trovava al secondo posto nelle statistiche della mortalità; Behring creò le condizioni per detronizzarla. Nel1895 ottenne la cattedra di professore all'Università di Marburgo sulLahn e quella di direttore del locale Istituto di Igiene[6].

Il Nobel e la tubercolosi

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Emil Adolf von Behring.

Alla sessantasettesima Assemblea dei naturalisti e dei medici aLubecca Behring tenne una conferenza sul temaRisultati e scopi della sieroterapia. Egli espose esaurientemente e ampiamente i risultati dellasieroterapia antidifterica, per passare poi a trattare deiRisultati scientifici e scopi pratici della sieroterapia in altre malattie infettive. Egli pone in prima linea nella sua esposizione due malattie:colera etubercolosi. Affermò di aver trovato insieme ai suoi assistenti un'antitossina contro ilbacillo delcolera, mentre per quanto riguarda latubercolosi asserì di voler intraprendere delle ricerche a partire dai risultati del suo maestroRobert Koch[7].

Il 29 dicembre1896 sposò Elsa Spinola, figlia di un alto impiegato statale al quale si era legato, il consigliere superiore di governo Bernardo Spinola, il quale ricopriva dal1875 la carica di direttore amministrativo del Reale Ospedale dellaCharité diBerlino ed inoltre di direttore dell'amministrazione dell'istituto per le malattie infettive[8]. In occasione del secondo centenario delRegno di Prussia, il 10 gennaio1901, ricevette dal suo re,Guglielmo II, il diploma di nobiltà, riconoscimento tangibile da parte della Corona prussiana degli alti meriti di uno dei suoi più grandi sudditi[9]. Il 30 ottobre dello stesso anno inSvezia vennero assegnati i primi quattropremi Nobel, tre dei quali a tre scienziati tedeschi, tra cui lo stesso Behring

«per la sua attività nel campo della sieroterapia e soprattutto per l'applicazione di essa contro la difterite, con la quale egli ha aperte nuove vie nel campo della scienza medica e fornito ai medici un'arme vittoriosa nella lotta contro la malattia e la morte[10]»

Alla consegna del premio egli espose i suoi esperimenti riguardanti la lotta allatubercolosi. Pochi anni dopo, nel periodo che intercorre tra il1903 e il1905, trovò la risposta tanto cercata negli esperimenti su centinaia di bovini. Affermò che latubercolosipolmonare non era che l'epilogo di infezioni tubercolari intestinali nell'età lattante col latte materno infetto o col latte di unavacca tubercolotica. In una conferenza tenuta in occasione delLXXV Congresso dei medici e naturalisti aKassel dichiarò di non aver trovato un rimedio contro latubercolosi, ma un mezzo per difendere l'individuo non tubercolotico dallatubercolosi, con l'allontanamento di tutte le fonti di contagio e con l'uso di latte sterilizzato.

Egli voleva ricorrere allo stesso metodo utilizzato in precedenza daEdward Jenner contro ilvaiolo, cioè allavaccinazione preventiva. In un'altra conferenza, il 18 gennaio 1904, egli sottolineò l'importanza dell'alimentazione del lattante con latte vaccino conservato secondo il suo metodo, ossia con un'aggiunta minima diformaldeide (1:40000) al latte che egli chiamò "B.F.". Infine nella relazione tenuta il 17 febbraio1905 nella sala del Museo diMonaco a favore di un istituto per neonati, in presenza della Casa diBaviera e di alte personalità, egli marcò ancora l'importanza dell'utilizzo del latte vaccino e inoltre presentò il suo nuovovaccino contro latubercolosi bovina, che aveva designato col nome tecnico-scientifico di "bovivaccino"[11].

Gli ultimi anni

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Dal novembre 1907 all'estate del 1910, Behring fu sottoposto a cure mediche dall'internistaRudolf von Hößlin (1858-1938) nel suo sanatorio di Neuwittelsbach nel quartiere di Nymphenburg, dove "sperava di trovare riposo dall'estenuante lavoro" ("Erholung von der aufreibenden Arbeit zu finden hoffte"[12]. Almeno durante questo periodo ha sofferto di una grave forma didepressione. Diventò uno dei pazienti più famosi diSigmund Freud: Freud infatti lo menziona nelle sue memorie come il "lupo mannaro". Freud aveva visto Behring durante un soggiorno in un sanatorio vicino al castello di Nymphenburg a Monaco di Baviera nel 1908, e scrive : "soffriva di una grave depressione, che si poteva leggere direttamente dal suo viso" („litt an einer schweren Depression, die man ihm direkt vom Gesicht ablesen konnte“); la clinica era frequentata dal noto psichiatraEmil Kraepelin[13].

Mausoleo di Behring a Marburgo

Dopo la degenza alla casa di cura di Neuwittelsbach, tornò al lavoro nell'agosto del 1910 decidendo di dedicarsi ancora una volta alladifterite: nel corso degli anni si era visto che ilsangue umano elimina, attraverso le vie naturali e con la maggiore rapidità, lealbumine delsiero sanguigno animale curativo iniettato. E siccome le forze antitossiche, per lo più ricavate dal siero di cavallo, sono legate allealbumine di questo, spesso già dopo venti giorni svaniva l'effetto protettivo contro il pericoloso veleno difterico: esso non costituiva una profilassi duratura. Egli dunque preparò una miscela ditossina difterica molto virulenta e diantitossina, però in modo che la miscela contenesse un leggero eccesso ditossina e con essavaccinò alcune cavie. Il veleno in eccesso stimolò le forze naturali difensive delsangue alla formazione diantitossina legata allealbumine omogenee delle cavie. Riuscì a immunizzare con questo metodo contro latossina difterica le cavie e chiamò questo nuovo preparato "profilattico antidifterico TA"[14].

Il 1º agosto1913 si procurò aBad Nauheim, in seguito ad infortunio, la frattura del collo delfemore sinistro, che solo dopo diciotto giorni di febbre verrà riscontrata. Nonostante le cure, la frattura non giungerà a una riossificazione con conseguente accorciamento dell'arto. Cominciarono ad apparire fenomenigottosi e continui dolori nevralgici. In questo periodo venne nominato cittadino onorario diMarburgo e un suo busto viene collocato nell'Università[15].

Il 31 marzo1917, in seguito ad una polmonite morì.

Note

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  1. ^Oswald Gerhardt,Emilio Behring, tappe di un'idea, Milano, Garzanti, 1943
  2. ^op.cit p.35
  3. ^op.cit pp. 8-9
  4. ^op.cit p.50
  5. ^op.cit p.92
  6. ^op.cit p.131
  7. ^op.cit. pp. 143-144
  8. ^op.cit p.147
  9. ^op.cit pp.165-166
  10. ^op.cit p. 167
  11. ^op.cit. pp. 185-187
  12. ^Laura Isabel Koch, Träger des ersten Nobelpreises für Physiologie und Medizin, 03.08.2017, MTA Dialog
  13. ^Muriel Gardiner, 1972, "Der Wolfsmann vom Wolfsmann", Frankfurt am Main, p. 75.
  14. ^op.cit p.198
  15. ^op.cit. p.202

Bibliografia

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  • Oswald Gerhardt,Emilio Behring, tappe di un'idea, Garzanti, Milano 1943

Altri progetti

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Altri progetti

Collegamenti esterni

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V · D · M
Vincitori del Premio Nobel per la medicina
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