Domenico Romanelli (Fossacesia,1756 –Napoli,1819) è stato unostorico,archeologo eabateitaliano.
Le poche notizie raccolte sulla sua vita vengono tratte perlopiù dall'opera diCamillo Minieri Riccio[1]. Domenico Romanelli vestì giovanissimo l'abito ecclesiastico, studiò nell'Abbazia di San Giovanni in Venere e, ordinato che fusacerdote, entrò nel seminariodiocesano di Chieti come insegnante diretorica[2]; aChieti stampò un piccolo trattato sull'origine e sul governo romano diTeate. Trasferendosi aNapoli ed essendo molto dotato ed apprezzato nello studio delle antichità, specialmente quelle del territorio abruzzese (Antichità storico-critiche della Regione Frentana,Quadro istorico della città di Lanciano eScoverte patrie di città antiche distrutte della Regione dei Frentani[3]), finì presto per esser nominatoPrefetto della Biblioteca della Croce e in seguitoPrefetto della Biblioteca dei Ministeri. Sempre a Napoli divenne socio dell'Accademia Pontaniana e delReale Istituto d'Incoraggiamento di Napoli; compì scavi aPompei ePaestum, riportati nel saggioViaggio a Pompei. Scrisse inoltre numerosi articoli su vari giornali del tempo e soprattutto sulGiornale Enciclopedico di Napoli. Nel1819 pubblicò la sua ultima opera in più volumi,Antica topografia istorica del Regno di Napoli, nel quale ripercorre una corografia storica romana delle città e province del Regno di Napoli, confutando le fonti antiche e moderne[4].
AFossacesia gli è stata intitolata una strada del centro e una targa marmorea presso la facciata dellaChiesa del Santissimo Rosario. Una strada gli è stata intitolata anche a Chieti.
Domenico Romanelli fu storico di cose antiche riguardanti la città diLanciano e la storica regione italica dei Frentani, ossia l'area meridionale dellaprovincia di Chieti. Conoscendo i manoscritti diAnton Ludovico Antinori, in particolare gli appunti incompiuti delleIscrizioni (che costituiscono i voll. 43-48 del Corpus degli ineditidi Antinori, conservato nella biblioteca provinciale di L'Aquila) e dei regesti lancianesi, studiati neglianni '50, nell'archivio Capitolare di Lanciano, da Corrado Marciani[5]. Romanelli rielaborò gli appunti antinoriani, nel1790 pubblicò leAntichità storico-critiche sacre e profane della regione dei Frentani, che come scrisse Mommsen nel vol. IX del CIL, prendeva parti dagli appunti antinoriani conservati nella Curia vescovile di Lanciano, parte di altri appunti che finiranno nella Biblioteca nazionale "Vittorio Emanuele III" di Napoli, sotto io titolo diIstoria critica di Lanciano. Nel 1804, Romanelli pubblica su un giornale napoletano un opuscolo, ilQuadro istorico della città di Lanciano, con dedica al collezionista di antichità Conte Giuseppe Tiberii di Vasto. Opera che fu aspramente criticata da uno storico contemporaneo lancianese, Omobono Bocache (1745-1824) per le presunte inesattezze circa le informazioni del periodo romano di Lanciano. Bocache la inserì nel primo volume dei suoi 14 libri manoscritti delleMemorie storiche di Lanciano, opera non pubblicata e conservata nella biblioteca comunale di Lanciano. Il Romanelli si inserì così nel filone di storici abruzzesi che trattavano la storia antica di Lanciano e dintorni, come il concittadinoPietro Pollidori e prima di lui il medico Giacomo Fella. Più tardi il Romanelli rielaborò altri appunti antinoriani per i primi due volumi (in origine dovevano essere quattro) delleScoverte patrie di città distrutte, e di altre antichità nella regione Frentana oggi Apruzzo Citeriore nel Regno di Napoli colla loro storia antica, e de' bassi tempi, opera che fu aspramente giudicata dagli studiosi moderni abruzzesi per le dissertazioni varie e inconcludenti dell'autore, e per la cattiva organizzazione degli appunti originali dell'Antinori. Ciò che maggiormente gli fu rimproverato gli studiosi, a partire da Mommsen, è l'inaffidabilità di informazioni circa il ritrovamento di lapidi e monete in determinati siti archeologici. Ugualmente di curiosità Frentane il Romanelli tratta in una parte dell'Antica topografia istorica del Regno di Napoli, rielaborando per la sezione abruzzese dell'anticoSannio le sue precedenti pubblicazioni. In quest'ultima fatica, il Romanelli tratta solo di storica antica del Sannio abruzzese, ricostruendo ogni località e città menzionata dagli storici antichi, soffermandosi soprattutto sulla regione Frentana.
Fra le sue numerose opere, opuscoli editore in vari giornali esclusi:
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