Nelle diverse fasi storiche il territorio chiamato Dacia ha avuto confini differenti, rimanendo comunque centrato sui territori a est e a nord del medio e basso corso delDanubio, includendo così i montiCarpazi.
Verso ovest, potrebbe originariamente essere stato esteso per tutto il corso del Danubio fino aVác.Giulio Cesare, nel suoDe bello Gallico, parla della "foresta diHercynia" estesa lungo ilDanubio fino al territorio dei Daci[2].Tolomeo pone il confine orientale della Dacia Traiana più avanti, fino alloHierasus (fiume Siret, inRomania).
Accanto allacapitaleSarmizegetusa Regia, le principali città dei Daci (il cui nome contiene sempre la radicedacadava/daua/deva/deba/daba) furono: Acidava, Argedava, Burridava, Dokidava, Carsidava, Clepidava, Cumidava, Marcodava, Netindava, Patridava, Pelendava, Perburidava, Petrodaua, Piroboridaua, Rhamidaua, Rusidava, Sacidava, Sangidava, Setidava, Singidava, Tamasidava, Utidava, Zargidava, Ziridava e Sucidava.
Le fonti storiche più antiche,greche, ricordano iGeti stanziati nelle aree meridionali e occidentali della Dacia (corrispondenti alle odierne regioni dellaValacchia e dellaDobrugia); più a nord e a ovest, nelle odierneTransilvania eBanato, erano stanziati iDaci che avrebbero dato il nome alla regione. I due popoli, più avanti confusi dalle stesse fonti greche e poi latine, appartenevano probabilmente alla stessa famiglia linguisticadaca (forse un sottoinsieme di quellatracica), ma l'esiguità delle testimonianze rende incerta ogni determinazione[3].
Nel periodo durante il quale la Dacia fu unaprovincia romana (107-271), all'interno del suo territorio si contavano ancora iDaci liberi del Banato e della bassa valle delTibisco (che forse avevano assorbito i Geti: le fonti utilizzano indifferentemente le due denominazioni) e gliIazigi del medio corso delTibisco, oltre aiBuri, germani, ad ovest dellaDacia Porolissenis, aiRoxolani (Sarmati) a nord della Dobrogea, aiCarpi e ad altri gruppibastarni ad est.
SecondoClaudio Tolomeo, attorno alla metà delII secolo, erano presenti numerose popolazioni nell'antica Dacia di diversa stirpe: nella parte settentrionale i popoli degliAnartii (di origine mista traCelti eGermani), deiTaurisci (migrati probabilmente dopo le guerre controBurebista eceltica), oltre aCostoboci (di origine incerta, probabilmente mista tra Germani e Daci) ed aBastarni (di origine mista traSarmati eGermani); più a sud i Predasensi, Ratacensi e Caucensi; poi i Biefi, iBuri (di originegermanica) ed iCotini (di origineceltica); più sotto gli Albocensi, i Potulatensi ed i Sensi; al sud i Saldensi, i Ciaginsi ed i Piefigi.[4] A tutti questi andrebbero aggiunti, infine, gli Appuli (della zona diApulum), i Trixae ed i Crobydae.[5]
Nel territorio della Dacia, durante il periodo delleInvasioni barbariche, si stanziarono in successione numerose popolazioni germaniche e sarmate provenienti da nord; tra queste, le tre principali popolazioni della grande famigliagotica (Ostrogoti,Visigoti eGepidi) e gliAlani. Come per i Vandali, nessuna di queste popolazioni si stanziò definitivamente in Dacia, ma la loro permanenza fu soltanto provvisoria, tappa di ulteriori spostamenti. A partire dalVI secolo ebbero inizio infiltrazioni più o meno massicce di elementislavi e, più tardi,magiari.
Dopo essersi scontrati prima con iMacedoni (IV secolo a.C.) e poi con iTraci (III secolo a.C.), nelI secolo a.C. iDaci riuscirono, sotto reBurebista, a dar vita a uno stabile regno autonomo. Alla morte del grande sovrano, tuttavia, il suo regno si dissolse, lasciando spazio a una spartizione del regno geto-dace tra un gruppo di quattro – o forse cinque[6] – evanescenti epigoni[6]:Coson (Koson),Cotisone eComosicus[7], si insediarono nella parte sud-occidentale del regno, mentre la parte sud-orientale spettò a un certo Dicomes[6].
Ne seguì una situazione di fluidità, con numerosi scontri con l'Impero romano che nel frattempo era giunto ai confini meridionali della Dacia.
Invasa in seguito daGoti,Unni,Gepidi,Avari,Slavi e altre popolazioni nomadi, con il passaggio dall'Antichità al Medioevo la Dacia cessò di essere intesa come una regione unitaria.
^Francísco Villar, riprendendo gli studi di Georgiev e Duridanov, propende anzi per escludere l'identità tra dacio e tracio, distinguendo piuttosto un gruppo tracio e un gruppo daco o dacomisio. Cfr. Villar,Gli indoeuropei e le origini dell'Europa, pp. 392-393.