IlCristianesimo nel Nordafrica ha una lunghissima tradizione. Il Nordafrica ha dato un contributo determinante allastoria del Cristianesimo nascente e ancora adesso, benché in numero relativamente esiguo, non mancano i nordafricani che praticano questa religione, non solo in terra d'emigrazione, ma anche nella madrepatria.
Per avere un'idea del ruolo che il Nordafrica ha avuto nello sviluppo del Cristianesimo dei primi secoli occorre tenere presente un dato importante: se la lingua del culto cristiano in Occidente è stata per molti secoli illatino e non ilgreco (lingua deiVangeli e delle prime comunità venute dall'Oriente) lo si deve in gran parte all'opera della Cristianità d'Africa. Le più antiche opere di teologia cristiana in latino ci sono infatti pervenute non dall'Italia o da altre regioni dell'Impero Romano, bensì daCartagine. Ai tempi diTertulliano, infatti (II-III secolo), i cristiani del nord del Mediterraneo scrivevano ancora in greco.
Anche se non si ha la prova certa, è molto probabile che la prima traduzione della Bibbia in latino, laVetus Latina sia stata composta in Nordafrica. Si dice infatti che l'Africa possedesse le più antiche versioni latine di un certo numero di libri della Bibbia già prima chesan Girolamo componesse la sua celebre traduzione (laVulgata), che sarebbe diventata il riferimento unanime nel mondo latino fino alla riforma liturgica del Vaticano II.
Sempre dal Nordafrica ci vengono i più antichi testi sui martiri cristiani, con gliActaMartyrum Scillitanorum, trascrizione in latino degli atti del processo e della condanna dei membri di una comunità cristiana di Scillium (forse corrispondente a Cillium, oggiKasserine, inTunisia), il 17 luglio 180.
Numerosi sono i santi, i martiri gli autori cristiani e perfino i papi di stirpe nordafricana nei primi secoli del cristianesimo.
Oltre ai sopraricordatimartiri scillitani (Speratus,Nartzalus,Cittinus,Veturius,Felix,Aquilinus,Laetantius,Ianuaria,Generosa,Vestia,Donata eSecunda), decapitati a Cartagine nel 180, si ricordano anche:
Può essere interessante osservare che uno degli imperatori sotto i quali si ebbero le persecuzioni era anch'egli un Nordafricano:Settimio Severo, imperatore dal 193 al 211, nativo diLeptis Magna (nell'attualeLibia).
Sono da ricordare anche i santi martirizzati dellaLegione tebana nell'anno286. La legione, egiziana, composta interamente da cristiani era stata inviata dall'imperatoreDiocleziano in aiuto aMassimiano nell'Europa centrale romana. Compiuta brillantemente la missione, tuttavia, quando l'imperatore Massimiano ordinò di perseguitare (ed uccidere) alcune popolazioni delleAlpi Pennine convertite al cristianesimo, molti tra i soldati si rifiutarono. Di fronte al rifiuto di combattere una popolazione inerme, per di più salda nella fede cristiana, l'imperatore Massimiano ordinò laflagellazione pubblica e quindi ladecapitazione dei militari. Molti dei martiri, a partire dallo stesso comandante della legione, il generaleMaurizio, sono stati beatificati. Un elenco incompleto comprende anche:
Oltre al sopracitatoVittore I martire, 14º papa (dal 189 al 199), almeno altri due papi dei primi secoli provengono dal Nordafrica:
Il cristianesimo, che nei momenti di massimo splendore era diffuso in tutto il Nordafrica (nei concili africani si contavano centinaia di vescovi), cominciò rapidamente a decadere con la conquista araba, verso la fine del VII secolo. Ma numerose comunità cristiane continuarono ad esistere per diversi secoli, almeno fino alla fine dell'XI secolo, sia inTripolitania sia aKairouan,Mahdia,Tunisi,Bugia,Qal'a dei Banu Hammad,Tiaret,Tlemcen,Ceuta eFez. Ancora all'epoca diGregorio VII esistevano due vescovi africani con cui il papa corrispondeva in latino.
Ruggero II rese laSicilia la potenza dominante delMediterraneo centrale. Grazie ad una potente flotta, costituita sotto diversiammiragli, effettuò una serie di conquiste sulla costaafricana (1135 - 1153), che andavano daTripoli aCapo Bon e che si appoggiavano anche sulle residue comunità cristiane della zona.
Dopo la riconquista musulmani dei domini normanni, gli africani-cristiani vennero perseguitati fino a causare la scomparsa della componente latina e cristiana della Tunisia.
In epoca moderna, un certo numero di conversioni si sono registrate sia in epoca coloniale sia in tempi più recenti ancora, e le comunità di cristiani nelMaghreb sono piuttosto numerose, anche se un clima poco tollerante le costringe ad una estrema discrezione.
Cristianesimo e cultura berbera si intrecciano, nell'ultimo secolo e mezzo, non solo per via dei berberi cristiani, ma anche per opera dei religiosi che in Maghreb hanno lungamente operato, non solo e non sempre con intenti missionari di conversione, ma anche e soprattutto con spirito di amore e dedizione per questa terra e per i suoi abitanti. Oltre a gestire scuole ed ospedali, essi hanno spesso contribuito a studiare, pubblicare e preservare un ricco patrimonio culturale a grave rischio di scomparsa. Ricordiamo in particolare iPadri Bianchi, che in Algeria hanno dato vita, tra il 1946 e il 1976, alFichier de Documentation Berbère, e il santo eremitaCharles de Foucauld, che visse a lungo aTamanrasset, nel deserto delSahara e scrisse, oltre ad altissime pagine spirituali, anche una grammatica e un ricchissimo dizionario dituareg.
Tra le famiglie maghrebine convertite al cristianesimo figurano diverse personalità che hanno dato un notevole contributo alla preservazione del patrimonio culturale tradizionale del Nordafrica. Ricordiamo in particolare diversi membri della famiglia Amrouche e Malek Ouary:
I vescovi cattolici locali si riuniscono nellaConferenza episcopale regionale del Nordafrica.
Nel 1972 è stata fondata la Chiesa protestante d'Algeria (EPA). Il presidente è Mustapha Krim. Nel paese nordafricano i protestanti oggi sono più numerosi dei cattolici (6.000 contro 5.000).[2][3]
La maggior parte dei cristiani presenti inEgitto sono dietnia copta, principalmente membri dellaChiesa copta ortodossa. Lalingua copta, una derivazione dall'antica lingua egizia, scritta principalmente in greco, è utilizzata come lingua liturgica di tutte le chiese copte dentro e fuori dell'Egitto. Icopti costituiscono la più vasta popolazione di cristiani inMedio Oriente, in un numero che varia tra i 6 gli 11 milioni di aderenti.[4]
Anche se l'etnia dei copti in Egitto a tutt'oggi parla l'arabo egiziano (la lingua copta ha cessato di essere usata negli affari quotidiani a partire dal XVIII secolo), essi credono e propugnano un'identità copta derivante dall'antico Egitto piuttosto che un'identità araba (indicato anche come "faraonismo"). L'anticalingua egizia discende dalla famiglia dellelingue afro-asiatiche le quali - viene teorizzato - potrebbero essere originarie dell'Asia Occidentale, prima di riuscire a diffondersi ed entrare inNordafrica.
Vi è una vasta gamma di stime per quanto riguarda il numero di copti in Egitto, anche se in mancanza di uncensimento ufficiale non vi sono dati affidabili; nel 2008 il gruppo copto ha affermato d'esser composto da 12-16 milioni di persone; tuttavia il governo egiziano ha accusato i gruppi cristiani e i media occidentali di sopravvalutare la popolazione cristiana nel paese: fonti governative sostengono che il numero effettivo di cristiani che vivono in terra d'Egitto è significativamente inferiore a quel numero.
Molti copti sono riusciti ad acquisire una fama internazionale. Alcuni dei copti più noti sonoBoutros Boutros-Ghali, il sestosegretario generale delle Nazioni Unite; Sir Magdi Yacoub (chirurgo cardiotoracico), Hani Azer (ingegnere civile di fama mondiale), il miliardario Fayez Sarofim (uno degli uomini più ricchi del mondo) eNaguib Sawiris, amministratore delegato diOrascom.
Nazione | Cristiani | % Cristiani |
---|---|---|
![]() | 129 356 | 0,30% |
![]() | 9 473 480 | 9,26% |
![]() | 36 048 | 0,52% |
![]() | 31 550 | 0,09% |
![]() | 1 000 | 0,15% |
![]() | 1 974 012 | 4,50% |
![]() | 23 090 | 0,20% |