Ilcensimento degli ebrei (oschedatura degli ebrei) fu effettuato inItalia dal1938 al1939, subito dopo la pubblicazione delManifesto della razza, a opera delregime fascista con l'obbiettivo di identificare e monitorare le persone di etnia, di ascendenza o di fede ebraica presenti sul territorio italiano.[1]
Il 17 luglio1938 l'allora Ufficio centrale demografico delMinistero dell'Interno cambiò nome e competenze diventando la "Direzione generale per la demografia e la razza" (nota anche con l'acronimo di Demorazza).[1][2] Un ulteriore passaggio fu quello di creare l’Ufficio studi del problema della razza, creato nell’agosto dello stesso anno, presso il gabinetto delministro della cultura popolare.[3]
Prima di effettuare la schedatura ipodestà emanarono una circolare sulla quale venivano divulgati i criteri sulla base dei quali una persona era considerata ebrea:[4]
Il 22 agosto1938 venne effettuato il censimento degli ebrei, allo scopo di contare e di schedare il numero e l'identità degli ebrei residenti inItalia, come presupposto per l’emanazione delleleggi razziali. Con i dati del censimento si voleva mettere la popolazione italiana dinanzi a un risultato che dimostrasse inconfutabilmente la presenza di un numero rilevante di ebrei così da creare un elevato consenso intorno alle norme discriminatorie attraverso l’enfatizzazione di un pericolo che in passato non era mai stato avvertito (sebbene gli ebrei italiani presenti all'epoca fossero 47.000, pari allo 0,1% della popolazione italiana).[5]
Il 29 settembre 1938 furono inviate al Ministero le schede per il "censimento razziale" anche dal personale universitario, comprendente anche i liberi docenti[6], in risposta alle circolari dell' agosto 1938 dal Ministero dell’Educazione Nazionale. Dall'analisi di alcuni casi, è emersa chiaramente l'insistenza del ministero nella richiesta di completezza dei dati ai soggetti oggetto del censimento.[6]
Subito dopo il censimento vennero emanati una serie di decreti che inasprivano le condizioni degli ebrei sul piano lavorativo, scolastico, mobiliare e immobiliare, associativo e relazionale. Nel volgere di poche settimane persero l’impiego circa 200 insegnanti, 400 dipendenti pubblici, 500 dipendenti privati, 150 militari e 2.500 professionisti; inoltre 200 studenti universitari, 1000 delle scuole secondarie e 4.400 delle elementari furono costretti a lasciare lo studio.[3]
In seguito questi dati furono utilizzati dalgoverno fascista per arrestare e deportare oltre 8500 ebrei neicampi di sterminio nazisti.[3]
Inoltre le schede del censimento permisero ai tedeschi di effettuare la razzia del 16 ottobre del '43 alGhetto ebraico e in altri quartieri diRoma, avendo liste precise per individuare, arrestare e deportare gli ebrei.[1]
Politiche razziali del fascismo | |
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Attività | Fascismo e questione ebraica ·Leggi razziali fasciste ·Censimento degli ebrei(Direzione generale per la demografia e la razza) ·Ufficio studi del problema della razza ·La difesa della razza (numeri della rivista) ·Tribunale della razza ·Campi per l'internamento civile |
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