Beneficiario dell'ambiziosa politica dinastica austriaca, Carlo V riprese il progetto degli imperatori medievali e si pose come obiettivo quello di unire in una monarchia universale cristiana gran parte dell'Europa. A tal fine mise in piedi un vasto esercito costituito dalanzichenecchi tedeschi,tercios spagnoli,cavalieri borgognoni econdottieri italiani. Per sostenere il costo enorme delle sue truppe Carlo V utilizzò l'argento derivante dalle conquiste condotte ai danni diAztechi eInca da parte diHernán Cortés eFrancisco Pizarro e cercò altre fonti di ricchezza affidando aiWelser la ricerca della leggendariaEl Dorado. Ancora maggiori furono le entrate fiscali garantite dalla potenza economica dei Paesi Bassi.[9]
In linea con il suo disegno universalistico, Carlo V viaggiò continuamente nel corso della sua vita senza risiedere stabilmente in un'unica capitale. Incontrò sul suo cammino tre grandi ostacoli, i quali minacciavano l'autorità imperiale in Germania e Italia: ilRegno di Francia, ostile all'Austria e circondato dai possedimenti carolini di Borgogna, Spagna e Impero; la nascenteRiforma protestante, appoggiata dai principi luterani; l'espansione dell'Impero ottomano ai confini orientali e mediterranei dei domini asburgici.
NominatoDefensor Ecclesiae dapapa Leone X, Carlo promosse laDieta di Worms (1521), che mise al bandoMartin Lutero, il quale fu però tratto in salvo dai principi protestanti. Lo stesso anno scoppiò il conflitto militare conFrancesco I di Francia, che terminò con la cattura di quest'ultimo nellabattaglia di Pavia del 1525. L'accantonata questione luterana esplose di nuovo nel 1527, quando truppe di mercenari germanici di fede protestante e di stanza in Italia disertarono, discesero sullo Stato della Chiesa esaccheggiarono Roma. Sia perché aveva liberato la Lombardia dai Francesi, sia perché aveva fatto ritirare le truppe imperiali dallo Stato pontificio, Carlo V ottenne laCorona ferrea d'Italia daPapa Clemente VII alCongresso di Bologna del 1529-1530.
Tra il 1529 e il 1535 Carlo V affrontò la minaccia islamica, dapprimadifendendo Vienna dall'assedio turco e poi sconfiggendo gli Ottomani in Nord Africa econquistando Tunisi. Tuttavia, questi successi furono vanificati neglianni quaranta dalla fallimentarespedizione di Algeri e dallaperdita di Budapest. Nel frattempo, Carlo V era giunto a un accordo conpapa Paolo III per dare inizio alConcilio di Trento (1545). Il rifiuto di prendere parte della luteranaLega di Smalcalda provocòuna guerra (Guerra di Smalcalda), che si concluse nel 1547 con la cattura dei principi protestanti. Quando le cose sembravano mettersi per il meglio per Carlo V,Enrico II di Francia garantì appoggio ai principi ribelli, alimentando di nuovo i dissidi luterani, e venne a patti conSolimano il Magnifico, sultano dell'impero ottomano e nemico degli Asburgo dal 1520.
Di fronte alla prospettiva di un'alleanza tra tutti i suoi disparati nemici, Carlo V abdicò nel 1556. Suo figlioFilippo II di Spagna ottenne Spagna, Paesi Bassi, Napoli, Sicilia e Sardegna, oltre alle colonie americane. Suo fratelloFerdinando I d'Austria ricevette il titolo di imperatore. Il Ducato di Milano e i Paesi Bassi furono lasciati in un'unione personale al re di Spagna, ma continuarono a far parte del Sacro Romano Impero. Carlo V si ritirò nel 1557 in Spagna presso ilmonastero di Yuste, dove morì un anno dopo, avendo abbandonato il sogno dell'impero universale di fronte alla prospettiva del pluralismo religioso e all'emergere delle monarchie nazionali.[10][11]
Carlo sarebbe divenuto in breve tempo il sovrano più potente del mondo[N 4]. L'unico figlio maschio dei nonni materni era già scomparso nel 1497, senza lasciare eredi. Immediatamente dopo morì anche la lorofiglia primogenita e nello stesso anno 1500 scomparve anche l'unico figlio maschio di quest'ultima,Michele della Pace d'Aviz a cui sarebbe toccata l'eredità diCastiglia d'Aragona e del Portogallo. Per cui, nell'anno 1504, con la morte della Regina Isabella, sua figlia Giovanna, madre di Carlo, divenne l'erede di tutti i beni di Castiglia e Carlo stesso ne divenne, a sua volta, erede potenziale.
Alla morte del padre avvenuta il 25 settembre 1506, Massimiliano in poco tempo trovò nella zia di Carlo, l'arciduchessaMargherita d'Asburgo la nuova reggente, nominata governatrice dei Paesi Bassi nel 1507. La madre Giovanna venne colpita da presunta follia e si trovò nell'impossibilità di governare, quindi la reggenza di Castiglia fu assunta dal padre Ferdinando il Cattolico. A causa di questa infermità, Giovanna di Castiglia divenne comunemente nota come "Giovanna la Pazza"[N 5]. Carlo si trovò dunque all'età di sei anni a essere il potenziale erede oltre che di Castiglia, anche d'Austria e diBorgogna, da parte dei nonni paterni, in quanto il nonno Massimiliano d'Asburgo aveva sposatoMaria di Borgogna, ultima erede deiduchi di Borgogna.
Carlo fu educato daRobert de Gand,Adrian Wiele,Juan de Anchieta,Luis Cabeza de Vaca eCharles de Poupet signore di Chaulx. Il suo tutore fu nel 1507 Adriaan Florensz[14] diUtrecht, all'epoca decano di San Pietro e vice-cancelliere dell'università, il futuropapa Adriano VI. Dal 1509 suo tutore fuGuillaume de Croÿ,[15] Signore diChièvres. Tutta l'educazione del giovane principe si svolse nelleFiandre e fu ammantata di cultura fiamminga e in lingua francese, nonostante i suoi natali austro-ispanici[N 6]. Praticò la scherma, fu abile cavallerizzo ed esperto nel torneare, ma di salute precaria, soffrendo anche diepilessia in gioventù[16]. Il 5 gennaio 1515, nella sala degli Stati del palazzo diBruxelles,[17] Carlo fu dichiarato maggiorenne e fu proclamato nuovo duca di Borgogna.[18] Gli fu, quindi, affiancato un consiglio ristretto di cui facevano parte Guillaume de Croy, Adriano di Utrecht e il Gran CancelliereJean de Sauvage, mentre la corte all'epoca era numerosa e richiedeva cospicui finanziamenti[N 7].
Al tempo dell'incoronazione diFrancesco I di Francia, il re invitò Carlo quale duca di Borgogna alla festa di celebrazione; egli inviò in sua veceEnrico di Nassau eMichel de Sempy,[19] che trattarono anche affari di stato: si discuteva in particolare di un possibile matrimonio fra Carlo eRenata di Francia (la secondogenita di Luigi XII di Francia e diAnna di Bretagna).Ferdinando II d'Aragona avrebbe voluto come erede l'infante Ferdinando, fratello minore di Carlo, per questo in Spagna venne inviato con intenti diplomaticiAdriano di Utrecht[20]. Il 23 gennaio 1516 morì il nonno materno re Ferdinando d'Aragona[N 8].
Il re di Spagna Carlo I d'Asburgo innanzi al capezzale del cardinaleFrancisco Jiménez de Cisneros, (Opera di Ricardo Villodas y de la Torre)
Carlo, a soli sedici anni, ereditò anche il trono d'Aragona, concentrando nelle sue mani tutta la Spagna, per cui poté fregiarsi del titolo di re di Spagna a tutti gli effetti, assumendo il nome di Carlo I[N 9][21].
Il 14 marzo 1516 ci fu la proclamazione ufficiale. Per quanto riguarda la vera erede al trono di Castiglia, la madre Giovanna, per via della sua riconosciuta infermità mentale, dovette cedere i suoi poteri effettivi al figlio Carlo,[N 10] anche se dal punto di vista dinastico fu regina fino alla sua morte, avvenuta nell'anno 1555. Nel 1516Erasmo da Rotterdam accettò l'incarico di consigliere di Carlo I di Spagna;[22] egli, in una lettera inviata aTommaso Moro, si dimostrava alquanto perplesso circa le effettive capacità intellettuali del principe che pur essendo divenuto re di Spagna era di lingua madrefrancese, e imparò lospagnolo solo successivamente e in maniera superficiale. Una volta ereditato il trono di Spagna, Carlo aveva necessità di essere riconosciuto re dai propri sudditi, in quanto, pur avendo come ascendenti i sovrani castigliano-aragonesi, era pur sempre un Asburgo. La richiesta avanzata in tal senso il 21 marzo 1516 venne rifiutata[23].
All'epocaFrancisco Jiménez de Cisneros, arcivescovo di Toledo, era reggente di Castiglia, l'arcivescovo di Saragozza reggente d'Aragona, mentre Adriano di Utrecht era reggente inviato da Carlo. Carlo esitava mentre Jimenez dovette affrontare idisordini siciliani (che culminarono con la fuga del viceréHugo de Moncada) e i rinnegatiAruj Barbarossa eKhayr al-Dīn Barbarossa. Si giunse alTrattato di Noyon, in cui si stabiliva il matrimonio fra Carlo e madame Luisa, la figlia diFrancesco I,[N 11] ma tali accordi suscitarono l'indignazione spagnola. I negoziati con l'Inghilterra vennero lasciati alla diplomazia diGiacomo di Lussemburgo che riuscì a stringere un accordo favorevole. Intanto la sorella Eleonora aveva raggiunto i 18 anni e Carlo stava progettando un matrimonio diplomatico, ma la donna era innamorata e corrisposta dal conte palatino Federico. La corrispondenza fra i due venne scoperta[N 12] e l'uomo esiliato dalla corte,[24] mentre la ragazza fu destinata al re del Portogallo.
L'8 settembre Carlo partì daFlessinga con quaranta navi alla volta delle coste spagnole: il viaggio durò 10 giorni[25]. Dopo un lungo tragitto sulla terraferma incontrarono il fratello Ferdinando e giunsero nella città diValladolid. Giunse la notizia della morte di Jiménez avvenuta l'8 novembre[N 13]. Carlo inviò il fratello dalla loro zia Margherita mentre cercò di ingraziarsi il popolo con un torneo che venne sospeso da lui stesso per l'efferatezza con cui si duellava[N 14]. A quei tempi recava sullo scudo il mottoNondum (non ancora)[26]. Convocate le Cortes di Castiglia sul finire del 1517, venne riconosciuto finalmente re nel febbraio 1518 mentre le Cortes avanzarono ben 88 richieste fra cui quella che il sovrano parlasse lo spagnolo[N 15]. Il 22 marzo lasciò la città diretto aSaragozza, dove affrontò con difficoltà le Cortes d'Aragona, tanto che rimase nella città per diversi mesi[27].
Intanto, il gran cancelliere Jean de Sauvage moriva il 7 giugno 1518; gli succedetteMercurino Arborio di Gattinara, mentre continuavano le trattative con le Cortes diCatalogna, convocate aBarcellona, dove Carlo rimase per buona parte del 1519, fino al riconoscimento della sua sovranità. Uno degli atti del re prima di abbandonare la Spagna fu quello di appoggiare l'armamento e la formazione di una lega contro i pirati musulmani che infestavano le coste spagnole ed europee e rendevano pericolosa la navigazione nel Mediterraneo[N 16].
Successivamente, dovette recarsi in Austria per raccogliere anche l'eredità asburgica. Il 12 gennaio 1519, infatti, con la morte del nonno paterno Massimiliano I, Carlo, che era già re di Spagna da tre anni, concorse per la successione imperiale. Gli altri pretendenti eranoEnrico VIII d'Inghilterra e Francesco I. L'imperatoreveniva eletto da setteelettori: gli arcivescovi diMagonza,Colonia eTreviri, e i signori laici di Boemia, del Palatinato,Sassonia eBrandeburgo.
Nell'occasione, per finanziare l'offerta e pagare gli elettori, Carlo venne appoggiato da un consorzio di banchieri italiani e tedeschi, tra i quali un ruolo predominante venne svolto daiFugger diAugusta, nella persona diJacob II, mentre il cardinaleThomas Wolsey si impegnò per Enrico VIII. L'elezione si risolse quando fu chiara la posizione dipapa Leone X, che aveva nella persona diFederico il Saggio di Sassonia il successore; questi declinò l'offerta in favore di Carlo[28][29]. Carlovenne eletto dai principi elettori con voto unanime,[N 17] e a soli diciannove anni ascendeva anche al trono d'Austria, entrando in possesso, a pieno titolo, dell'eredità borgognona della nonna paterna[2]. Nello stesso anno, precisamente il 28 giugno 1519, nella città diFrancoforte, fu eletto Imperatore del S.R.I. Carlo fu incoronatore dei Romani dall'arcivescovo diColonia il 23 ottobre 1520 nellacattedrale di Aquisgrana[2][30]. Carlo di Gand, a capo delSacro Romano Impero, avrebbe assunto il nome di Carlo V e come tale è passato alla storia.
Nel dettaglio i possedimenti di Carlo V erano così composti:
nel 1519 Carlo V riuscì a farsi eleggere imperatore delSacro Romano Impero dai principi elettori[N 18];
il fratelloFerdinando inoltre acquisì per matrimonio conAnna Jagellone nel 1526 i regni diBoemia e diUngheria, facendoli così entrare definitivamente nell'orbita austro-asburgica.
1520-1530: dall'incoronazione di Aquisgrana all'incoronazione di Bologna
Stampa raffigurante l'imperatore Carlo V d'Asburgo, opera di Estienne Richer
La scomparsa prematura di tutta la discendenza maschile della dinastia castigliano-aragonese, unitamente alla scomparsa prematura del padre Filippo "il bello" e all'infermità (presunta) della madre Giovanna regina di Castiglia (reclusa aTordesillas fino alla morte), fece sì che Carlo V, all'età di soli 19 anni, risultasse titolare di un "impero" talmente vasto come non si era mai visto prima d'allora, neppure ai tempi diCarlo Magno.
Il 20 ottobre 1517 il navigatoreFerdinando Magellano giunse a Siviglia, riuscendo a farsi ascoltare da Carlo V il 22 marzo 1518; l'imperatore sottoscrisse il contratto con il quale finanziò l'impresa dell'esploratore portoghese. Carlo rimosse ogni ostacolo che il navigatore incontrò[31]. Magellano partì con 5 navi e durante tutto il viaggio fu molto grato all'imperatore, la sua devozione la si osserva anche nei suoi ultimi giorni di vita: nell'aprile del 1521, nell'isola di Sebu o Cebu toglierà il nome pagano al re, Humabon, per chiamarlo Carlo e alla sua consorte darà il nome Giovanna.[32]. Magellano morì nel viaggio dove scoprì lo stretto che porterà il suo nome[33] e al suo posto tornòJuan Sebastian de El Cano l'8 settembre 1522 sullaVictoria.
Gli inglesi volevano una sua visita, e il 27 maggio 1520 giunse aCanterbury,[34] che portò all'alleanza del 29 maggio, e a una promessa di un nuovo incontro per i dettagli l'11 giugno[35]. Quando questi avvenne si parlò del matrimonio fra Carlo e un'inglese[36]. Si parlò anche dell'acquisto delDucato di Württemberg, avvenuto grazie anche all'appoggio diZevenbergen[37] che ne divenne governatore.
Avvisato daJuan Manuel tempo prima nel 1520 si trovò di fronte il problema diMartin Lutero, scomunicato dal Papa. I due si incontrarono alladieta di Worms nell'aprile 1521, dove il monaco era stato convocato qualche mese prima. Il 17 aprile Carlo V sedeva sul trono presenziando la dieta, con all'ordine del giorno il problema relativo al frate-teologo. Incominciò l'interrogatorio posto daJohannes Eck, il giorno dopo per via del suo linguaggio venne interrotto per due volte da Carlo V[38]. Fu l'imperatore stesso a scrivere la dichiarazione resa il giorno dopo, dove condannava Lutero, ma pubblicata l'8 maggio. Anche se, con il salvacondotto fornito, gli concedeva il ritorno aWittenberg[N 19][39]. Durante il quale il frate veniva rapito e messo al sicuro in un suo castello dal suo protettore,Federico il saggio elettore di Sassonia. La dieta, iniziata in gennaio, terminò il 25 maggio 1521.
Contrariamente a quanto avveniva comunemente in quei tempi, Carlo contrasse un solo matrimonio, l'11 marzo 1526 con la cuginaIsabella del Portogallo (1503 – 1539) dalla quale ebbe sei figli. Ebbe anche sette figli naturali. Carlo V aveva ereditato dalla nonna paterna anche il titolo di duca di Borgogna che era stato appannaggio, per pochi anni, anche di suo padre Filippo. Come duca di Borgogna era vassallo del re di Francia, in quanto la Borgogna era territorio appartenente, ormai da tempo, alla corona francese. Inoltre i duchi di Borgogna, suoi antenati, appartenevano a un ramo cadetto dei Valois, dinastia regnante in Francia proprio in quel momento.
LaBorgogna era un vasto territorio ubicato nel nord-est della Francia, al quale, in passato e per interessi comuni, si erano uniti altri territori come laLorena, ilLussemburgo, laFranca Contea e le province olandesi e fiamminghe, facendo di queste terre le più ricche e prospere d'Europa. Esse erano situate, infatti, al centro delle linee commerciali europee ed erano il punto di approdo dei traffici d'oltremare da e verso l'Europa. Tant'è che la città diAnversa era diventata il più grande centro commerciale e finanziario d'Europa. Suo nonno l'imperatore Massimiliano, alla morte della consorte Maria nel 1482, tentò di riappropriarsi del Ducato per condurlo sotto il governo diretto degli Asburgo, cercando di sottrarlo alla corona di Francia. A tal fine intraprese un conflitto con i francesi protrattosi per oltre un decennio, dal quale uscì sconfitto.
Fu quindi costretto, nell'anno 1493, a sottoscrivere conCarlo VIII di Valois re di Francia laPace di Senlis, con la quale rinunciava definitivamente a ogni pretesa sul Ducato di Borgogna, mantenendo però la sovranità sui Paesi Bassi, l'Artois, e la Franca Contea. Questa forzata rinuncia non fu mai veramente accettata da Massimiliano e il desiderio di rivalsa verso la Francia, si trasferì parimenti al nipote Carlo V, il quale, nel corso della sua vita, non rinunciò mai all'idea di riappropriarsi della Borgogna.
Carlo, come re di Spagna, era affiancato da un Consiglio di Stato che esercitava una notevole influenza sulle decisioni regie. Il Consiglio di Stato era composto di otto membri: un italiano, un savoiardo, due spagnoli e quattro fiamminghi. Fin dalla sua costituzione, nel Consiglio si formarono due schieramenti: uno faceva capo al viceré di NapoliCarlo di Lannoy e l'altro al piemonteseMercurino Arborio di Gattinara che era anche il Gran Cancelliere del re. Mercurino Arborio di Gattinara, nella sua veste di Gran Cancelliere (carica che mantenne ininterrottamente dal 1519 al 1530) e uomo di fiducia di Carlo, ebbe molta influenza sulle decisioni di quest'ultimo, anche se all'interno del Consiglio di Stato continuavano a sussistere quelle due fazioni abbastanza discordanti, soprattutto circa la conduzione della politica estera. Infatti, lo schieramento capeggiato da Lannoy era filo-francese e anti-italiano; quello capeggiato dalMercurino Arborio di Gattinara era anti-francese e filo-italiano.
Nel corso del suo governo Carlo V raccolse anche molti successi, ma certamente la presenza di altre realtà contemporanee e conflittuali con l'Impero, come il Regno di Francia e l'Impero ottomano, insieme con le ambizioni dei principi tedeschi, costituirono l'impedimento più forte alla politica dell'Imperatore che tendeva alla realizzazione di un governo universale sotto la guida degli Asburgo. Egli, infatti, intendeva legare agli Asburgo, permanentemente e in forma ereditaria, il titolo imperiale, ancorché sotto forma elettiva, in conformità delle disposizioni contenute nellaBolla d'oro emanata nel 1356 dall'ImperatoreCarlo IV di Lussemburgo,Re di Boemia. Il re di Francia, Francesco I di Valois-Angoulême, infatti, attraverso la sua posizione fortemente autonomistica, unitamente alle sue mire di espansione verso le Fiandre e i Paesi Bassi, oltre che verso l'Italia, si oppose sempre ai tentativi dell'imperatore di ricondurre la Francia sotto il controllo dell'Impero.
Questa opposizione egli la esercitò mediante numerosi e sanguinosi conflitti. Da ricordare, al proposito, è labattaglia di Pavia (1525). Così come l'Impero ottomano diSolimano il Magnifico, che, con le sue mire espansionistiche verso l'Europa centrale, costituì sempre una spina nel fianco dell'Impero. Infatti, Carlo V fu costretto a sostenere diversi conflitti anche contro i turchi; spesso su due fronti contemporaneamente: a oriente contro gli ottomani e a occidente contro i francesi. Su entrambi i fronti Carlo uscì vittorioso, sebbene non tanto per merito suo quanto dei suoi luogotenenti. Vittorioso, sì, ma dissanguato economicamente, soprattutto perché agli enormi costi delle campagne militari si aggiungevano i faraonici costi per il mantenimento della sua corte nella quale egli aveva introdotto il lusso sfrenato delle usanze borgognone.
Per tutto il corso della sua vita, Carlo V dovette affrontare anche i problemi sollevati prima in Germania e, subito dopo, anche in altre parti del suo Impero e nell'Europa in generale, dalla neonata dottrina religiosa dovuta al monaco tedescoMartin Lutero, in opposizione alla Chiesa cattolica. Tali problemi si manifestarono non soltanto nelle dispute dottrinali, ma sfociarono anche in conflitti aperti. Carlo, che sul piano religioso si autoproclamava il più strenuo difensore della Chiesa cattolica, non fu in grado né di sconfiggere la nuova dottrina, né, tanto meno, di limitarne la diffusione. Tant'è che dueDiete, quella diAugusta del 1530 e quella diRatisbona del 1541, si conclusero con un nulla di fatto, rinviando ogni decisione sulle dispute dottrinali a un futuroconcilio ecumenico.
All'indomani della sua incoronazione imperiale Carlo V dovette fronteggiare rivolte in Castiglia e in Aragona, di natura anti-aristocratica, anti-fiscalista e autonomista. In Castiglia vi fu tra il 1520 ed il 1522 larivolta dei comuneros (ocomunidades castigliane) che aveva come obiettivo il raggiungimento di un maggior peso politico nell'Impero da parte della Castiglia stessa (e che per questo aveva liberato dalla prigionia la regina Giovanna la Pazza). In Aragona vi fu tra il 1519 ed il 1523 larivolta dellaGermanìes contro la nobiltà. La "Germanìa" era una confraternita che riuniva tutte le corporazioni cittadine. Carlo riuscì a sedare queste rivolte senza danno alcuno per il suo trono.
Carlo poté accrescere i possedimenti oltreatlantici della corona di Spagna attraverso le conquiste operate da due tra i più abiliconquistadores dell'epoca:Hernán Cortés eFrancisco Pizarro. L'imperatore stimava l'audacia di Cortés che sconfisse gliAztechi e conquistò laFlorida,Cuba, ilMessico, ilGuatemala, l'Honduras e loYucatán. Il conquistatore sapeva che all'imperatore era piaciuto tempo prima il nome da dare a quelle terre: la «Nuova Spagna del Mare Oceano»[40] e divenne governatore nel 1522. Carlo V lo fece prima diventare marchese della valle di Oaxaca[41] e poi grazie al suo interessamento gli fece sposare una nipote del duca di Béjar. Pizarro sconfisse l'Impero inca e conquistò ilPerù e ilCile, cioè tutta la costa del Pacifico dell'America Meridionale. Carlo nominò Cortés governatore dei territori assoggettati nell'America del Nord, i quali andarono così a costituire ilVicereame della Nuova Spagna, mentrePizarro fu nominato governatore del Vicereame delPerù. Sotto il giovane Carlo V si compì inoltre la prima circumnavigazione del pianeta, finanziando nel 1519 il viaggio diFerdinando Magellano alla ricerca del passaggio verso ovest, navigando per la prima volta nelPacifico approdando alle isole delle spezie e dando inizio alla colonizzazione spagnola delleFilippine.
Due anni dopo la sua incoronazione d'Aquisgrana, Carlo raggiunse un accordo segreto con il fratello Ferdinando, circa i diritti ereditari spettanti a ciascuno dei due. In base a tale accordo fu stabilito che Ferdinando e i suoi discendenti avrebbero avuto i territori austriaci e la corona imperiale, mentre ai discendenti di Carlo sarebbero andati la Borgogna, le Fiandre, la Spagna e i territori d'oltremare. Dal 1521 al 1529, Carlo V combatté ben due lunghe e sanguinose guerre contro la Francia per il possesso delDucato di Milano, necessario per un passaggio dalla Spagna all'Austria senza passare per il territorio francese, e della Repubblica di Genova. Decisiva per la conclusione della prima fu labattaglia di Pavia nella quale, grazie al capitano di venturaforliveseCesare Hercolani fu catturato il reFrancesco I. In entrambi i conflitti, dunque, Carlo uscì vittorioso: il primo conclusosi con laPace di Madrid e il secondo con laPace di Cambrai.
Nel corso della seconda guerra tra i due sovrani, nel 1527, si ricorda l'invasione della città diRoma da parte deiLanzichenecchi al comando del generaleGeorg von Frundsberg. Le soldataglie germaniche devastarono e saccheggiarono completamente la città, distruggendo tutto ciò che era possibile distruggere e costringendo il Papa ad asserragliarsi inCastel Sant'Angelo[42]. Questa vicenda è tristemente nota come il "sacco di Roma". Questi fatti suscitarono moti di sdegno talmente aspri in tutto il mondo civile, da indurre Carlo V a prendere le distanze dai suoi mercenari e a condannarne fermamente l'operato, giustificandosi con il fatto che essi avevano agito senza il controllo del loro comandante che era dovuto rientrare in Germania per motivi di salute.
La nobiltà romana mal sopportava unPapa Medici, quindi chiesero al giovane imperatore di inviare delle truppe mercenarie per indurlo a rinunciare. Alcune famiglie romane finanziarono la spedizione. AMantova, i Lanzichenecchi acquistarono segretamente i cannoni daAlfonso I d'Esteduca diFerrara, che poi furono costretti a vendere a Livorno perché non arrivarono i finanziamenti pattuiti. All'arrivo a Roma i Lanzichenecchi erano allo stremo, male armati e devastati dallapeste, che poi diffusero in tutta Europa. Dopo un assedio reso vano dalla mancanza di bocche da fuoco, per una situazione fortuita, riuscirono a penetrare dalla sponda nord del Tevere. Il Papa che non si era arreso al loro arrivo, riuscì a rifugiarsi in Castel Sant'Angelo grazie al sacrificio della guardia svizzera. L'orda dei Lanzichenecchi si gettò su Trastevere saccheggiandolo. I romani cercarono allora di distruggere ilpons Sublicius per impedire che invadessero l'altra sponda.
Scoppiò una lotta tra i romani e i trasteverini; ne approfittarono i Lanzichenecchi, che dilagarono in tutta città. Si dice che, prima di saccheggiare i palazzi, controllavano se la famiglia avesse pagato il loro ingaggio. Il saccheggio fu feroce ed efferato, reso più crudele dalla loro appartenenza alla religione luterana, tanto che lo stesso imperatore ne rimase addolorato. L'assedio si arricchì di aneddoti come il famoso colpo di archibugio delCellini dai bastioni di Castel Sant'Angelo. A parziale compensazione delle vicende romane, Carlo V si impegnò a ristabilire aFirenze la signoria della famigliaMedici, di cui lo stesso Papa era membro, ma quella che doveva essere una veloce operazione delle truppe imperiali divenne un lungoassedio che si concluse con una sofferta vittoria[42].
1530-1541: dall'incoronazione di Bologna alla spedizione di Algeri
In ottemperanza ai patti sottoscritti a Cambrai, il 22 febbraio 1530,Papa Clemente VII incoronò Carlo V comeRe d'Italia, con laCorona ferrea dei Relongobardi. L'incoronazione ebbe luogo a Bologna, forse a causa del Sacco di Roma temendo la reazione dei romani, nel Palazzo civico della città. Due giorni dopo, nellachiesa di San Petronio, avvenne l'incoronazione di Carlo V aImperatore del Sacro Romano Impero, avendo ricevuto dieci anni prima in Aquisgrana la corona di Re dei Romani. Questa volta, però, la consacrazione imperiale gli venne direttamente imposta dalle mani del Pontefice[42][43]. Nello stesso anno dell'incoronazione imperiale vi fu la scomparsa del Gran Cancelliere Mercurino Arborio Gattinara (1464-1530), il consigliere più influente e ascoltato del Re. Dopo la scomparsa del Gattinara, Carlo V non si lasciò più influenzare da nessun altro consigliere e le decisioni che egli prenderà d'ora in avanti, saranno il frutto quasi esclusivo dei suoi convincimenti. Il processo di maturazione del sovrano era compiuto.
L'anno 1530 costituisce per Carlo V una svolta significativa, per la sua persona e per il suo ruolo di Re e Imperatore. Infatti, come persona, si affranca dalla tutela di qualsivoglia consigliere e incomincia a prendere tutte le sue decisioni autonomamente, sulla scorta dell'esperienza maturata al fianco del Gattinara. Come sovrano, attraverso l'imposizione della corona imperiale per mano del Pontefice, egli si sente investito del primario compito di doversi dedicare completamente alla soluzione dei problemi che il luteranesimo aveva creato in Europa e in Germania in particolare, con il preciso scopo di salvare l'unità della Chiesa Cristiana d'Occidente. A tal fine, nel medesimo anno 1530, convocò laDieta di Augusta, nella quale si confrontarono i luterani e i cattolici attraverso vari documenti.
Di particolare rilievo fu la "Confessione augustana", redatta per trovare una sistemazione organica e coerente alle premesse teologiche e ai concetti dottrinali compositi che rappresentavano i fondamenti della fede luterana, senza che vi fosse accenno al ruolo del papato nei confronti delle chiese riformate. Carlo V confermò l'Editto di Worms del 1521, cioè lascomunica per i luterani, minacciando la ricostituzione della proprietà ecclesiastica. Per tutta risposta i luterani, rappresentati dai cosiddetti "ordini riformati", reagirono dando vita, nell'anno 1531, allaLega di Smalcalda[44]. Tale lega, dotata di un esercito federale e di una cassa comune, fu detta anche "Lega dei Protestanti", ed era guidata dal DucaFilippo I d'Assia e dal DucaGiovanni Federico, elettore di Sassonia.
Va chiarito che i seguaci della dottrina di Lutero assunsero la denominazione di "protestanti" in quanto essi, riuniti in "ordini riformati", nel corso della secondaDieta di Spira del 1529, protestarono contro la decisione dell'Imperatore di ripristinare l'Editto di Worms (ossia scomunica e ricostituzione dei beni ecclesiastici), editto che era stato sospeso nella precedente primaDieta di Spira del 1526[44]. In quello stesso anno Carlo risolse un problema che da lungo tempo gli causava imbarazzi.
Nel 1522 iCavalieri Ospitalieri persero, per mano degliOttomani, l'isola diRodi, fino a quel momento loro dimora e da sette anni girovagavano per ilMar Mediterraneo in cerca di una nuova terra. La situazione non era facile perché i Cavalieri di San Giovanni non accettavano di essere sudditi di nessuno e ambivano a un luogo in cui essere sovrani in un Mediterraneo completamente occupato da altre potenze.
Dal 1522 al 1524 i Cavalieri stazionarono a Civitavecchia, porto della Roma papale, e chiesero di potersi stabilire all’isola d’Elba, ma non vi riuscirono; o meglio, per l’opposizione del papa, Clemente VII (Giulio Zanobi di Giuliano de' Medici).
Nel 1524 Carlo offrì ai Cavalieri l'isola diMalta, che era sotto il suo diretto controllo, essendo parte delregno di Sicilia: la proposta spiacque da principio agli Ospitalieri perché implicava una sottomissione formale all'Impero ma alla fine, dopo lunghe trattative, essi accettarono l'isola (a loro dire poco accogliente e non facile da difendere) ponendo la condizione di essere sovrani e non sudditi dell'imperatore e chiedendo che fosse loro assicurato l'approvvigionamento del necessario per vivere dallaSicilia.
La decisione di Carlo, più che riflettere un reale desiderio di venire in aiuto all'Ordine di San Giovanni, fu di carattere strategico: Malta, piccolissima isola nel centro del Mediterraneo, situata in una posizione di grande importanza strategica specialmente per lenavi che vi transitavano e sostavano in gran numero, era oggetto degli attacchi e dei saccheggi deipirati, perciò Carlo necessitava di qualcuno che si occupasse a tempo pieno della sua difesa e i Cavalieri erano perfetti per questo.
Il decennio che si aprì all'indomani dell'incoronazione di Carlo V aBologna nellabasilica di San Petronio il 24 febbraio del 1530 daPapa Clemente VII, e che si concluse nel 1540, fu denso di avvenimenti, che crearono all'Imperatore non pochi grattacapi.
Si riaprì il conflitto con la Francia; vi fu una recrudescenza delle incursioni dell'Impero ottomano verso l'Europa e si dovette registrare una notevole espansione della dottrina luterana. Carlo V, come estremo baluardo dell'integrità dell'Europa e della fede cattolica, dovette destreggiarsi su tutti e tre i fronti, contemporaneamente e con notevoli difficoltà. All'inizio degli anni trenta, sia Carlo V sia Francesco I cominciarono ad attuare la cosiddetta "politica matrimoniale" attraverso cui intendevano acquistarsi quel controllo territoriale sugli Stati d'Europa che non avevano potuto acquisire attraverso il ricorso alle armi. Carlo V, infatti, progettò il matrimonio della propria figlia naturaleMargherita con il Duca di Firenze, nonché quello della nipoteCristina di Danimarca con il Duca di Milano. Francesco I, dal canto suo, diede in sposa la cognataRenata di Francia al Duca di FerraraErcole II d'Este. Durante il suo soggiorno di quasi un mese aMantova[45] fu ospite diFederico II Gonzaga al quale consegnò, il 25 marzo 1530, le insegne di primoduca. Nell'occasione l'imperatore gli propose le nozze con la ziaGiulia d'Aragona (1492-1542), figlia diFederico I di Napoli. Federico Gonzaga non sposò mai Giulia, ma nel 1531 si unì in matrimonio conMargherita Paleologa.
Ma il capolavoro, in questo campo, fu compiuto dalPapa Clemente VII, il quale organizzò il matrimonio tra sua nipoteCaterina de' Medici con il figlio secondogenito di Francesco I, Enrico, il quale, a causa della morte prematura dell'erede al trono Francesco, sarebbe diventato a sua volta Re di Francia con il nome diEnrico II. Questo matrimonio spinse Francesco I a essere più intraprendente e aggressivo nei confronti di Carlo V.Il re di Francia concluse un'alleanza con il Sultano di CostantinopoliSolimano il magnifico, che ambiva al predominio sulle coste africane del marMediterraneo, e lo spinse ad aprire un secondo fronte di conflitto contro l'Imperatore, nel Mediterraneo, da parte dell'ammiraglio turco-ottomanoKhayr al-Din, dettoBarbarossa, capo dei pirati musulmani, che infestava e depredava le coste europee e le navi mercantili e nel 1533 lo pose a capo della flotta delsultano, tentando di riconquistare l'Andalusia e la Sicilia per soggiogarle nuovamente sotto la dominazione musulmana.
Questa mossa provocò la decisione di Carlo V di intraprendere una campagna militare contro i pirati e i musulmani in Nordafrica - anche per adempiere alle promesse fatte al Parlamento d'Aragona - che portò nel giugno 1535, allaconquista di Tunisi e la sconfitta del Barbarossa, ma non la sua cattura, avendo quest'ultimo trovato rifugio nella città diAlgeri.[46]
Imperatore Carlo V, copia di un originale perduto diTiziano
Di ritorno dalla spedizione di Tunisi, Carlo V decise di fermarsi nei suoi possedimenti italiani. Venne accolto trionfalmente nelregno di Sicilia come un liberatore in quanto aveva sconfitto i Mori che depredavano le coste dell'Isola. Egli attraversò alcune città demaniali della Sicilia. Sbarcò dal Nordafrica aTrapani il 20 agosto: la città era la quarta dell’isola dopoPalermo,Messina eCatania e l'imperatore la definì lachiave del Regno e ne confermò solennemente i privilegi. Lasciò Trapani alla fine di agosto diretto a Palermo; sostò una notte nelCastello di Inici[47][48][49] ospite diGiovanni Sanclemente, un nobile di origine catalana che era stato suo compagno d’armi a Tunisi e il 1º settembre raggiunseAlcamo, città feudale dei Cabrera, dove trascorse due notti, ospitato nelcastello trecentesco. Da Alcamo il corteo imperiale raggiunse Monreale, e da lì Palermo: l'ingresso nella capitale avvenne la mattina del 13 settembre. Il sovrano e il suo seguito varcarono la Porta Nuova e raggiunsero laCattedrale, dove l’attendevano il clero, il pretore Guglielmo Spatafora e molti nobili, e dove Carlo giurò solennemente di voler osservare e conservare i privilegi civici della città. Durante il suo soggiorno palermitano abitò aPalazzo Ajutamicristo. Il 14 ottobre l'imperatore partì perMessina, raggiunseTermini la sera dello stesso giorno e l’indomani ripartì diretto aPolizzi Generosa; il corteo raggiunse poiNicosia,Troina dove Carlo V soggiornò per 3 giorni, e proseguì quindi perRandazzo. Il 22 ottobre Carlo entrò trionfalmente aMessina dove soggiornò per 13 giorni. Nella città dello Stretto Carlo confermò i privilegi di Messina, Randazzo e Troina, nominò il nuovo viceré dell’Isola nella persona diFerrante I Gonzaga e autorizzò i cittadini diLentini a fondare una città, che venne edificata nel 1551 e che, in suo onore, sarebbe stata chiamataCarlentini. DaMessina prese quindi la via perNapoli[50]. Sostò con tutto il seguito aPadula, alloggiando nellacertosa di San Lorenzo, dove imonaci certosini prepararono per l'imperatore una leggendaria frittata di 1000 uova[51][52]. Il 25 novembre 1535 Carlo V entrò in Napoli daPorta Capuana (come raffigurato in bassorilievo su uno dei lati del monumento funebre in marmo che il viceréPedro Álvarez de Toledo y Zúñiga fece realizzare daGiovanni da Nola, che trovasi nellaPontificia reale basilica di San Giacomo degli Spagnoli in Napoli e in cui poi non fu tumulato). Ascoltò le critiche della nobiltà napoletana contro il governo del viceré, la difesa dell'Eletto del popolo Andrea Stinca e optò per la riconferma. Giunse aRoma nell'aprile del 1536, anche per conoscere, e cercare di farselo alleato, il nuovo PonteficePaolo III (Alessandro Farnese), succeduto a Clemente VII che era scomparso nel 1534.
Il nuovo pontefice si dichiarò neutrale nell'ultradecennale contesa tra la Francia e l'Impero, per cui, Francesco I, forte di questa neutralità, riprese le ostilità, dando inizio al terzo conflitto con l'imperatore, che si concluse soltanto due anni dopo, nel 1538, con l'armistizio di Bomy e lapace di Nizza, che non portarono a nessun risultato, lasciando inalterate le risultanze dellapace di Madrid e dellapace di Cambrai, che avevano concluso i due precedenti conflitti. Contemporaneamente a questi avvenimenti, Carlo V dovette fronteggiare, come si è già detto, anche la diffusione della dottrina luterana che aveva trovato il suo punto di massima nella formazione dellaLega di Smalcalda nel 1531, alla quale cominciavano ad aderire sempre più numerosi i principi germanici.
L'Imperatore si impegnò nuovamente contro i Turchi in un conflitto che si concluse con molta sfortuna in una sconfitta, maturata nellabattaglia navale di Prevesa del 27 settembre 1538, dove lo schieramento turco, guidato dal Barbarossa ebbe la meglio sulla flotta degli imperiali, composta da navigenovesi eveneziane. Questa sconfitta indusse Carlo V a riprendere i rapporti con gli Stati della Germania, di cui aveva comunque bisogno, sia da un punto di vista finanziario sia militare. Il suo atteggiamento più conciliante verso i rappresentanti luterani, tenuto nelle diete di Worms (1540) e Ratisbona (1541), gli valsero l'appoggio di tutti i principi, oltre che l'alleanza diFilippo I d'Assia.
Ciò portò alla realizzazione di un'altraspedizione nel Mediterraneo contro i musulmani, sia per riguadagnare credibilità e sia perché l'eterno rivale Francesco di Francia si era alleato con il Sultano.Questa volta l'obiettivo fuAlgeri, base logistica del Barbarossa e punto di partenza di tutte le scorrerie delle navi corsare contro i porti della Spagna e dei suoi domini italiani. Carlo V raccolse aLa Spezia una forza d'invasione ragguardevole, affidata ai comandi di valorosi ed esperti condottieri qualiAndrea Doria,Ferrante I Gonzaga eHernán Cortés. Nonostante ciò la spedizione dell'ottobre 1541 fu un completo fallimento, in quanto le avverse condizioni autunnali del mare distrussero ben 150 navi cariche di armi, soldati e approvvigionamenti. Con quel che restava Carlo V non fu in grado di concludere vittoriosamente l'impresa e dovette rientrare in Spagna, ai primi di dicembre dello stesso anno, dando l'addio definitivo alla sua politica di controllo delMar Mediterraneo.
A seguito di questa sconfitta, Francesco I, nel mese di luglio del 1542, diede l'avvio alla quarta guerra contro l'Imperatore che si concluse soltanto nel mese di settembre del 1544 con la firma della pace diCrépy, dalla quale il Re di Francia uscì nettamente sconfitto ancora una volta, anche se poté mantenere alcuni territori occupati durante il conflitto e appartenenti alDucato di Savoia. Francesco, infatti, non solo dovette rinunciare definitivamente ai suoi sogni di conquista dell'Italia, ma dovette impegnarsi anche ad appoggiare l'apertura di un Concilio sulla questione luterana. La qual cosa puntualmente avvenne. Nel giugno 1543 Carlo V, mentre era in viaggio versoTrento, incontròpapa Paolo III aBusseto nellaVilla Pallavicino[53].
Castel Goffredo, vicolo Carlo V, a memoria del suo passaggio nel 1543.
Fu un Concilio del quale sia il re sia l'imperatore non avrebbero mai visto la conclusione, così come neppure il pontefice che lo aveva convocato. Poiché i protestanti si rifiutarono di riconoscere ilConcilio di Trento, l'Imperatore mosse loro guerra nel mese di giugno del 1546, forte di un esercito composto dai pontifici al comando diOttavio Farnese, dagli austriaci di Ferdinando d'Austria, fratello dell'Imperatore, e dai soldati dei Paesi Bassi al comando di Massimiliano d'Egmont, conte di Buren (1509-1548). L'Imperatore era affiancato daMaurizio di Sassonia che era stato abilmente sottratto allaLega Smalcaldica. Carlo V conseguì una schiacciante vittoria nellabattaglia di Mühlberg nel 1547, a seguito della quale i principi tedeschi si ritirarono e si sottomisero all'imperatore. Celebre è il ritratto eseguito daTiziano nel 1548 e conservato alMuseo del Prado diMadrid per celebrare questa vittoria. In esso l'imperatore è raffigurato a cavallo, con armatura,cimiero e unapicca nelle mani, nell'atto di guidare le sue truppe in battaglia.
Invero, le cronache dell'epoca riferirono che l'imperatore seguì la battaglia da molto lontano, steso su una lettiga, in quanto impossibilitato a muoversi a causa di uno dei suoi frequenti attacchi digotta. Un male che lo afflisse per tutta la vita, causato dalla sua smodata passione per i piaceri della buona tavola. Per i primi due anni il Concilio si dibatté su questioni di carattere procedurale, mancando l'accordo tra il papa e l'imperatore: infatti mentre l'imperatore cercava di portare il dibattito su temi riformisti, il papa cercava di portarlo, invece, più su temi di carattere teologico. Il 31 maggio del 1547 vide la morte del re Francesco I e, poiché il Delfino Francesco era morto prematuramente nel 1536 all'età di 18 anni, salì sul trono di Francia il secondogenito di Francesco I, con il nome diEnrico II. Non solo, ma, nello stesso anno, Paolo III trasferì la sede del Concilio da Trento aBologna, con il preciso scopo di sottrarlo all'influenza dell'Imperatore, anche se la motivazione ufficiale dello spostamento fu la peste.
1547-1552: dalla morte di Francesco I all'assedio di Metz
Carlo V era ormai giunto al culmine della sua potenza. Il suo grande antagonista, Francesco I, era scomparso. LaLega di Smalcalda era stata vinta. Il Ducato di Milano, nelle mani diFerdinando Gonzaga, era agli ordini dell'Imperatore, così comeGenova, la Savoia e i Ducati diFerrara,Toscana eMantova, oltre alle Repubbliche diSiena eLucca. L'Italia meridionale era già da tempo un vicereame spagnolo. Papa Paolo III, per opporsi a tale strapotere, null'altro poteva fare se non stringere un accordo con il nuovo re di Francia.
Il culmine della sua potenza, però, coincise anche con l'inizio del suo declino. Infatti, nel biennio 1546-1547, Carlo V dovette fronteggiare alcune congiure anti-asburgiche in Italia. A Lucca, nel 1546,Francesco Burlamacchi tentò di instaurare in tutta la Toscana uno Stato repubblicano. A Genova,Gianluigi Fieschi organizzò, senza successo, una rivolta a favore della Francia. AParma infine, nel 1547Ferrante I Gonzaga conquistòParma e Piacenza a spese del ducaPier Luigi Farnese[64] (figlio del pontefice), ma la conquista fallì per mano del ducaOttavio Farnese, che riconquistò il Ducato, il quale fu successivamente riconquistato ancora una volta dalGonzaga.
Allegoria del regno dell'Imperatore Carlo V d'Asburgo
Papa Paolo III morì il 10 novembre del 1549. Gli successe il cardinal Giovanni Maria Ciocchi del Monte che assunse il nome diGiulio III. Il nuovo papa, la cui elezione era stata favorita dai cardinali Farnese presenti inConclave, come ringraziamento verso il casato dei Farnese, dispose la restituzione a Ottavio Farnese delDucato di Parma che era stato riconquistato nel 1551 da Ferrante Gonzaga. Ottavio, credendo al Gonzaga sulla volontà del suocero di togliergli il ducato, s'avvicinò alla Francia, di seguito il pontefice lo dichiarò decaduto dal titolo, così che strinse definitivamente un'alleanza conEnrico II. Giulio III intravedeva in tutto questo un coinvolgimento dellaSanta Sede, che l'avrebbe condotta a schierarsi a fianco del re.
La qual cosa contrastava con il principio di neutralità che il papa si era imposto al momento della sua elezione, a salvaguardia del proprio potere temporale. Questa alleanza, infatti, provocò un nuovo conflitto tra il Regno e l'Impero, nel quale il pontefice si trovò legato, giocoforza, a Carlo V. Qualche anno dopo, però, il papa strinse un accordo con Enrico II, passando, di fatto, nell'altro campo, adducendo, a sostegno della sua scelta, il fatto che il luteranesimo si stava espandendo anche in Francia e che le casse dello Stato Pontificio erano ormai esaurite. Questo accordo, però, per patto tra i due, avrebbe dovuto essere ratificato dall'imperatore.
In questo periodo, inoltre, nel contesto culturale, il 12 maggio1551, Carlo V fondò, in Perù, l'Universidad Nacional Mayor de San Marcos, l'università più antica delle Americhe.
Carlo V, trovandosi in difficoltà per ragioni di carattere interno nei suoi territori in Germania, ratificò l'accordo e ritenne che il conflitto con la Francia fosse esaurito. Invece Enrico II cominciò una nuova avventura: la conquista di Napoli; a tanto sollecitato daFerrante Sanseverino, Principe diSalerno, il quale riuscì a convincere il re di Francia a un intervento militare nel Mezzogiorno d'Italia con lo scopo di liberarlo dall'oppressione spagnola. Come aveva fatto il suo predecessoreAntonello Sanseverino allorquando spinseCarlo VIII alla conquista di Napoli. Re Enrico, ben sapendo che da solo non sarebbe mai riuscito a strappare l'Italia meridionale a Carlo V, si alleò con i Turchi, e progettò l'invasione attraverso un'operazione congiunta della flotta turca e di quella francese. Nell'estate del 1552, la flotta turca, al comando diSinan Pascià, sorprese la flotta imperiale, al comando di Andrea Doria eJuan de Mendoza y Carrillo, al largo diPonza. La flotta imperiale fu clamorosamentesconfitta. Ma poiché la flotta francese non riuscì a ricongiungersi con quella turca, l'obiettivo dell'invasione del napoletano fallì.
In Germania, intanto, l'imperatore, dopo la vittoria diMühlberg, aveva adottato una politica estremamente autoritaria, la quale ebbe come conseguenza la formazione di un'alleanza tra i Principi riformati della Germania del Nord, ilDuca d'Assia e il Duca Maurizio di Sassonia, in funzione anti-imperiale. Questa Lega, nel mese di gennaio del 1552, aChambord,sottoscrisse un accordo con il re di Francia. Questo accordo prevedeva il finanziamento delle truppe della Lega da parte della Francia, in cambio della riconquista delle città diCambrai,Toul,Metz eVerdun. Il permesso accordato al re di Francia da parte della lega dei Principi protestanti, per l'occupazione delle città di Cambrai, Toul, Metz e Verdun, fu un vero e proprio tradimento verso l'imperatore. La guerra con la Francia scoppiò, quindi, inevitabilmente nel 1552, con l'invasione dell'Italia del Nord da parte delle truppe francesi. Ma il vero obiettivo di re Enrico era l'occupazione delle Fiandre, sogno mai appagato anche del padreFrancesco I. Infatti Enrico si mise personalmente alla testa delle sue truppe e diede inizio alle operazioni militari nelle Fiandre e in Lorena.
L'iniziativa di Enrico II colse di sorpresa l'imperatore, il quale, non potendo raggiungere i Paesi Bassi a causa dell'interposizione dell'esercito francese, dovette ripiegare sul Nord Tirolo, con una fuga precipitosa e, invero, alquanto indecorosa versoInnsbruck. Rientrato in Austria Carlo V incominciò il rafforzamento del suo contingente militare facendo affluire rinforzi e danaro sia dalla Spagna sia da Napoli; la qual cosa indusseMaurizio di Sassonia, condottiero delle truppe francesi, ad aprire trattative con l'imperatore, nel timore di una sconfitta. Nei colloqui, svoltisi aPassavia, tra i principi protestanti capeggiati da Maurizio di Sassonia e l'imperatore, si giunse a un accordo che prevedeva maggiori libertà religiose per i riformati in cambio dello scioglimento dell'alleanza con Enrico II. La qual cosa avvenne nell'agosto del 1552.
Con ilTrattato di Passavia l'imperatore riuscì ad annullare gliaccordi di Chambord tra i principi protestanti e il re di Francia, ma vide vanificate tutte le conquiste ottenute con la vittoria di Mühlberg. Una volta ottenuto l'isolamento della Francia, Carlo V, nell'autunno dello stesso anno, incominciò una campagna militare contro i francesi per la riconquista dellaLorena, mettendo sottoassedio la città di Metz, difesa da un contingente comandato daFrancesco I di Guisa. L'assedio, durato praticamente fino alla fine dell'anno, si concluse con un fallimento e il successivo ritiro delle truppe imperiali. Questo episodio è storicamente considerato l'inizio del declino di Carlo V. Fu a seguito di questa circostanza, infatti, che l'imperatore cominciò a pensare alla propria successione.
1552-1555: dall'assedio di Metz alla pace di Augusta
All'indomani del fallimento dell'assedio di Metz e della mancata riconquista della Lorena, Carlo V entrò in una fase di riflessione: su sé stesso, sulla sua vita e sulle sue vicende oltre che sullo stato dell'Europa. La vita terrena di Carlo V si stava avviando alla conclusione. I grandi protagonisti che assieme a lui avevano calcato la scena europea nella prima metà del XVI secolo erano tutti scomparsi:Enrico VIII d'Inghilterra eFrancesco I di Francia nel 1547,Martin Lutero nel 1546,Erasmo da Rotterdam dieci anni prima ePapa Paolo III nel 1549. Il bilancio della sua vita e di ciò che aveva compiuto non poteva dirsi del tutto positivo, soprattutto in rapporto agli obiettivi che si era prefissato.
Il suo sogno di Impero universale sotto la guida asburgica era fallito; così come era fallito il suo obiettivo di riconquistare la Borgogna. Egli stesso, pur professandosi il primo e più fervente difensore della Chiesa di Roma, non era stato in grado di impedire l'affermarsi delladottrina luterana. I suoi possedimenti oltre-atlantico si erano accresciuti enormemente ma senza che i suoi governatori fossero stati in grado di dar loro delle valide strutture amministrative. Aveva però posto le basi per il dominio asburgico-spagnolo sull'Italia, che sarà ufficializzato dopo la sua morte con lapace di Cateau-Cambrésis nel 1559, e che sarebbe durato per centocinquanta anni. Così come era riuscito, con l'aiuto dell'Arciduca Ferdinando suo fratello a fermare l'avanzata dell'Impero ottomano verso Vienna e il cuore dell'Europa.
Carlo V cominciava a prendere coscienza che l'Europa si avviava a essere retta da nuovi Principi i quali, in nome del mantenimento dei propri Stati, non intendevano minimamente alterare l'equilibrio politico-religioso all'interno di ciascuno di essi. La sua concezione dell'Impero stava tramontando e cominciava ad affermarsi il potere della Spagna. Nel 1554 si celebrarono le nozze traMaria Tudor (Maria la sanguinaria), Regina d'Inghilterra e figlia di Enrico VIII, conFilippo; nozze fortemente volute da Carlo V che vedeva nell'unione tra la Regina d'Inghilterra e il proprio figlio, futuro Re di Spagna, un'alleanza fondamentale in funzione antifrancese e a difesa anche dei territori delle Fiandre e dei Paesi Bassi.
Per accrescere il prestigio del proprio figlio ed erede, l'Imperatore assegnò a Filippo, definitivamente, ilDucato di Milano, ilRegno di Napoli e ilRegno di Sicilia, che andavano ad aggiungersi alla reggenza del Regno di Spagna di cui Filippo era già in possesso da alcuni anni. Questa crescita di potere nelle mani di Filippo non fece altro che aumentare l'ingerenza di quest'ultimo nella conduzione degli affari di stato che causò un incremento della conflittualità con il proprio genitore. Questa conflittualità ebbe come conseguenza una cattiva gestione delle operazioni militari contro la Francia che erano riprese proprio nel 1554.
Il teatro del conflitto era costituito dai territori fiamminghi. L'esercito francese e quello imperiale si confrontarono in aspre battaglie fino all'autunno inoltrato, quando incominciarono le trattative per una tregua di cui tutti avevano bisogno, soprattutto a causa del dissanguamento finanziario di entrambe le parti. La tregua fu conclusa, dopo estenuanti trattative, aVauchelles nel mese di febbraio 1556 e, ancora una volta, così come spesso era accaduto in passato, le ostilità si conclusero con un nulla di fatto, nel senso che restavano congelate le posizioni acquisite. Ciò significava che la Francia manteneva l'occupazione del Piemonte e delle città diMetz,Toul eVerdun. Carlo V, a questo punto degli avvenimenti, fu costretto a dover prendere decisioni importanti per il futuro della sua persona, della sua famiglia e degli Stati d'Europa sui quali si stendeva il suo dominio.
Era giunto a 56 anni di età e la sua salute era alquanto malferma. L'anno precedente, il 25 di settembre, aveva sottoscritto con i Principi protestanti, tramite il fratello Ferdinando, laPace di Augusta, a seguito della quale si pervenne alla pacificazione religiosa in Germania, con l'entrata in vigore del principiocuius regio, eius religio, con cui si sanciva che i sudditi di una regione dovevano professare la religione scelta dal loro reggente[44]. Era il riconoscimento ufficiale della nuova dottrina luterana. Questi avvenimenti indussero il nuovo Papa,Paolo IV, al secolo Gian Pietro Carafa, napoletano, eletto appena l'anno precedente, a stringere una solida alleanza con il Re di Francia in funzione anti-imperiale. Paolo IV, infatti, riteneva che l'Imperatore non fosse più il baluardo della Chiesa di Roma contro gli attacchi provenienti dalla nuova dottrina luterana, soprattutto dopo ilTrattato di Passavia e laPace di Augusta.
Ecco perché ritenne opportuno stringere alleanza con la Francia. Il Principe Filippo ormai governava sia sulla Spagna sia sulle Fiandre oltre che nel Regno di Napoli e nel Ducato di Milano. Il matrimonio di Filippo con la Regina d'Inghilterra assicurava una salda alleanza antifrancese. Il fratelloFerdinando aveva acquistato potere in tutti i possedimenti asburgici e lo esercitava con competenza e saggezza oltre che con notevole autonomia dall'Imperatore. I legami con il Papa si erano ormai allentati, sia a causa delle risultanze della Pace di Augusta e sia per la svolta subita dalla Chiesa cattolica con l'avvento del Carafa al soglio pontificio.
Allegoria dell'Abdicazione dell'Imperatore Carlo V d'Asburgo, (Opera diFrans Francken II)
Tutte queste considerazioni lo indussero a decidere per la propriaabdicazione, dividendo il suo regno tra due successori, e che ebbe luogo con una serie di passaggi successivi. Come Duca di Borgogna aveva già abdicato in favore del figlio Filippo II, nella città di Bruxelles il 25 ottobre 1555.[65]
Il 16 gennaio del 1556 Carlo V cedette le corone di Spagna, Castiglia, Sicilia e delle Nuove Indie ancora al figlio Filippo, al quale lasciò anche i Paesi Bassi e la Franca Contea nel giugno dello stesso anno e la corona aragonese nel mese di luglio.
Il 12 settembre dello stesso anno cedette la corona imperiale al fratello Ferdinando. Subito dopo, accompagnato dalle sorelle Eleonora e Maria, partì per la Spagna diretto almonastero di San Jerónimo di Yuste nell'Estremadura.[66]
L'ultima residenza: il monastero di San Jerónimo di Yuste
Carlo salpò dal porto fiammingo diFlessinga il 15 settembre 1556 con una flotta di oltre sessanta navi e un seguito di 2 500 persone, destinate a diminuire via via nel corso del viaggio. Tredici giorni dopo, l'ex sovrano sbarcò nel porto spagnolo diLaredo. Il 6 di ottobre ebbe inizio il viaggio attraverso la Castiglia che lo condusse prima aBurgos dove giunse il 13 ottobre e poi aValladolid dove giunse il 21 dello stesso mese. Dopo due settimane di sosta, accompagnato da alcuni cavalieri e cinquanta alabardieri, riprese il viaggio verso l'Estremadura che lo avrebbe condotto in una località chiamata Vera de Plasencia, nei pressi della quale sorgeva ilmonastero di San Jerónimo di Yuste, ove giunse il 3 febbraio 1557. Qui i monaci lo accolsero in processione, intonando ilTe Deum.
Carlo non risiedette mai all'interno del monastero, bensì in una modesta palazzina che si era fatto costruire anni addietro, in adiacenza al muro di cinta, ma all'esterno, orientata a Sud e ben soleggiata. Nonostante il luogo piuttosto lontano dai centri di potere, egli continuò a mantenere rapporti con il mondo politico, senza per questo venir meno alla sua volontà di soddisfare l'aspetto ascetico della propria indole. Continuò a essere prodigo di consigli sia alla figlia Giovanna, reggente della Spagna, sia al figlio Filippo che governava i Paesi Bassi. Soprattutto in occasione del conflitto scoppiato conEnrico II di Francia, nel quale Carlo, dal suo eremo di Yuste e con l'aiuto della Spagna, riuscì a riorganizzare l'esercito di Filippo il quale ottenne una schiacciante vittoria sui francesi nellabattaglia di San Quintino il 10 agosto 1557. Va ricordato che il comandante in capo dell'esercito di Filippo II era il ducaEmanuele Filiberto di Savoia, detto "Testa di Ferro".
Il 28 febbraio del 1558, i Principi tedeschi, riuniti nellaDieta di Francoforte, presero atto delle dimissioni dal titolo di Imperatore che Carlo V aveva presentato due anni prima e riconobbero in Ferdinando il nuovo Imperatore. Carlo usciva definitivamente dalla scena politica. Il 18 febbraio 1558 morì la sorella Eleonora. Carlo, presago che la sua vita terrena volgeva ormai al termine, accentuò ancor più il suo carattere ascetico, assorto sempre più nella penitenza e nella mortificazione. Ciò nonostante non disdegnava i piaceri della buona tavola, cui si lasciava andare, nonostante fosse afflitto da gotta e diabete, e sordo ai consigli dei medici che lo spingevano a una dieta meno ricca.
Nel corso dell'estate la sua salute diede segni di peggioramento, che si manifestò con febbri sempre più frequenti che lo costringevano spesso a letto, da cui poteva assistere ai riti religiosi attraverso una finestra che aveva fatto aprire in una parete della sua camera da letto e che prospettava direttamente nella chiesa. Il 19 settembre chiese l'estrema unzione, dopo di che si sentì rianimato e la sua salute manifestò qualche segno di ripresa. Il giorno successivo, stranamente, quasi avesse avuto un presentimento, chiese e ottenne l'estrema unzione per la seconda volta.
Morì il 21 settembre 1558, probabilmente dimalaria, dopo tre settimane di agonia. Le cronache riferirono che, approssimandosi il momento del trapasso, Carlo, stringendo al petto un crocefisso ed esprimendosi in lingua spagnola, abbia esclamato:"Ya, voy, Señor" (Sto arrivando, Signore). Dopo una breve pausa, urlando, avrebbe esclamato ancora:"¡Ay Jesus!" e quindi avrebbe esalato l'ultimo respiro.[67] Erano le due del mattino. Il suo corpo fu immediatamente imbalsamato e sepolto sotto l'altare della piccola Chiesa di Yuste. Sedici anni dopo la sua salma fu traslata dal figlio Filippo nelMonastero dell'Escorial intitolato a San Lorenzo, che lo stesso Filippo aveva edificato sulle colline a nord diMadrid, destinandolo a luogo di sepoltura di tutti i sovrani Asburgo di Spagna.[68]
Carlo, per grazia di Dio eletto Sacro Romano Imperatore, per sempre Augusto, re di Germania, re d'Italia, re di tutte le Spagne, di Castiglia, Aragona, León, di Ungheria, di Dalmazia, di Croazia, Navarra, Grenada, Toledo, Valencia, Galizia, Maiorca, Siviglia, Cordova, Murcia, Jaen, Algarves, Algeciras, Gibilterra, Isole Canarie, re di Sicilia Citeriore e Ulteriore, di Sardegna e Corsica, re di Gerusalemme, re delle Indie occidentali e orientali, delle isole e della terraferma del Mare Oceano, arciduca d'Austria, Duca di Borgogna, Brabante, Lorena, Stiria, Carinzia, Carniola, Limburgo, Lussemburgo, Gelderland, Neopatria, Württemberg, langravio di Alsazia, principe di Svevia, Asturia e Catalogna, conte di Fiandra, Asburgo, Tirolo, Gorizia, Barcellona, Artois, Palatino di Borgogna, Hainaut, Olanda, Seeland, Ferrette, Kyburg, Namur, Rossiglione, Cerdagne, Drenthe, Zutphen, margravio del Sacro Romano Impero, Burgau, Oristano e Gociano, Signore di Frisia, Marca vindica, Pordenone, Biscaglia, Molin, Salins, Tripoli e Machelen.
Blasonatura - Inquartato: I e IV gran quartato 1° e 4° gran gran quartato 1 e 4 d'oro a tre castelli turriti d'oro murati di nero e portati d'azzurro (per laCastiglia), 2 e 3 d'argento al leone rampante porpora coronato d'oro linguato e armato di rosso (per ilLeon), 2° in palo, destro troncato, in capo d'oro ai quattro pali rossi (per l'Aragona), alla base rosso alla croce in salterio, e orlo di catede unite assieme d'oro e al centro un punto verde (per laNavarra), sinistro d'argento alla croce patente e quattro crocette d'oro (perGerusalemme) impalante un barrato di otto di rosso e d'argento(per l'Ungheria), 3° in palo, destro troncato, in capo d'oro quattro paletti rossi (per l'Aragona), a base rossa alla croce, in salterio, e orlo di catene unite assieme d'oro e con in centro un punto verde (per ilNavarra), sinistra in alterio, 1 e 4 d'oro a quattro paletti rossi, 2 e 3 d'argento all'aquila spiegata di nero (per laSicilia); II e III gran quartato, di rosso troncato d'argento (per l'Austria), 2° d'azzurro seminato di gigli d'oro a bordura composta d'argento e d'oro (nuovoDucato di Borgogna), 3° bandato di sei d'oro e d'azzuro a bordature rosse (vecchioDucato di Borgogna), 4° nero al leone rampante d'oro linguato e armato di rosso (per ilBrabante), sopra tutto al punto di troncatura dei quarti uno scudo patente d'oro al leone rampante nero armato e linguato di rosso (per leFiandre) impalante d'argento all'aquila spiegata di rosso, armate, beccata e linguata d'oro (per ilTirolo); su tutto nel punto alla base d'argento un melograno porpora seminato di rosso, supportato, fogliato e aperto (perGranada).
Motto -Plus Ultra
Arme di Carlo I di Spagna e Carlo V imperatore delS.R.I.
Arme di Carlo V Imperatore del Sacro Romano Impero
Tra i due si instaurò un legame intellettuale forte, tale da giustificare anche leggende secondo cui l'imperatore si chinò a raccogliere il pennello sfuggito di mano all'artista.[83] L'artista descrisse tutta la parabola fisica e umana del sovrano, che amava farsi ritrarre poiché, a suo dire, il suo aspetto brutto, piccolo e malaticcio, sarebbe apparso meno sgradevole se il popolo fosse già abituato a vederlo dipinto. Di volta in volta i ritratti di Tiziano catturano "il riflesso delle aspirazioni, delle tensioni, delle fatiche, del fasto, della fede, del rimpianto, della solitudine, degli ardori".[83]
Federico Zuccari riportò un aneddoto per cuiFilippo II di Spagna, figlio di Carlo, una volta si confuse per aver scorto un ritratto del padre scambiandolo per la sua figura viva.[83]
Il personaggio di Carlo V è inoltre presente in due opere diGiuseppe Verdi: nell'Ernani e, come fantasma, nelDon Carlo, sotto il personaggio "Un Frate".
«Egli aveva compiuto il suo mortale cammino nella misura delle sue forze, ma con la più assoluta dedizione: pur sempre uomo mortale, e per ciò soggetto ad errare nella vita quotidiana, debole nel cedere alle sue propensioni e ai suoi capricci, ma tuttavia personaggio storico per gli alti tratti della volontà e della valorosa condotta.»
«Nei quasi quarant'anni di maturità di Carlo ben pochi erano stati i momenti durante i quali le sue qualità umane avevano penetrato la sua maschera di sovrano e fatto vacillare la sua pubblica compostezza.»
^Nato il giorno di San Matteo, il suo nome lo si deve all'ultimo duca di Borgogna (Carlo il Temerario, padre di Maria di Borgogna), si vedaGerosa, 2009, p. 5.
^Come si leggeva in alcuni foglietti riguradanti le spese per l'andamentio della casa, datato il 27 gennaio 1503, il primo titolo di Carlo fu quello diduca di Lussemburgo inK. Brandi,Carlo V, Einaudi, 1961.
^Gli storici non concordano sulla sua reale pazzia; come sottolineaKarl Hillebrand, essa rimane un enigma della storia. Si veda fra gli altri:Hillebrand, 1986, p. 34.
^Dei tanti figli solo Ferdinando e Caterina furono allevati nella Spagna. Si vedaGerosa, 2009, p. 50.
^Furono rinnovate la varie cariche di corte: si contavano elemosinieri, cappellani, musicisti, coristi, i gran ciambellani (Antoine Lalaing e Guillaume de Croy), ciambellani, consiglieri (Jean de Sauvage, Adriano di Utrecht,Philippe Naturel eGérard de Pleine), intendenti, maggiordomi di corte, scudieri, coppieri, medici e altro, lista completa e particolari inBrandi, 2008, pp. 45-46.
^Durante il funerale, con orazione funebre diMichel Payne, Carlo dopo essersi tolto il vestito di lutto prese la spada sacra dalle mani del vescovo e alzò al cielo alle gride di viva il re. Descrizione accurata dell'accaduto inBrandi, 2008, pp. 49-50.
^Con Carlo I ebbe inizio ladinastia asburgica di Spagna, John Powell, Frank Northen Magill, Wendy Sacket,Chronology of European History, 15,000 B.C. to 1997: 1478 to 1898, Pasadena, Salem Press, 1997, p. 496,ISBN978-0-89356-420-9. che si concluse nell'anno 1700 quando, con la morte senza eredi diCarlo II, il trono passò nelle mani deiBorbone di Francia, da cui attraverso il ramo degliAngiò discenderanno iBorbone di Spagna.
^Dopo l'incoronazione incontrò la madre il 15 marzo 1518, Giovanna fu prima sotto la custodia diMosen Luis Ferrer che la torturava per ordine del re, destituito dal viceré di SpagnaXimenes, (Karl Hillebrand,An Enigma of History, "The Living Age...", 103, 1330 [1869], p. 521) fu poi affidata dallo stesso Carlo adon Bernardino de Sandoval y Rojas marchese di Denia ( María Asunción Gómez, Santiago Juan-Navarro, Phyllis Zatlin,Juana of Castile: History and Myth of the Mad Queen, Lewisburg, Bucknell University Press, 2008, p. 36,ISBN978-0-8387-5704-8.). Si veda fra gli altriGerosa, 2009, p. 51.
^Armstrong, 2003, p. 14. Luisa all'epoca era infante, ci si accordò che in caso di suo decesso prematuro sarebbe stata sostituita dalla sorella non ancora nata. Dettagli inBrandi, 2008, pp. 64-65.
^ Edward Armstrong,The Emperor Charles V. Volume 1 pag 14, Elibron.com, 2009,ISBN978-1-4212-2727-6., Eleonora cercò di nascondere la lettera ma Carlo le intimò la consegna, fu una lettera d'amore mai letta dalla destinataria, inGerosa, 2009, p. 92.
^Malato era costretto aRoa negli ultimi giorni di vita, inGerosa, 2009, pp. 93-94.
^Si contarono 10 cavalli morti e numerosi cavalieri feriti, inBrandi, 2008, pp. 70-71.
^Il governo rispose come poteva alle richieste.Brandi, 2008, p. 76.
^Rafforzato dal decreto di Fraga, 31 gennaio 1520; inBrandi, 2008, p. 81.
^L'elettore di Brandeburgo, l'unico a non ricevere somme da Carlo, rese noto tramite atto notarile che il suo consenso era dettato soltanto «dalla paura». Per dettagli sulla successione si veda ancheBrandi, 2008, pp. 88-89. Il costo fu di 852.000 fiorini, secondoGerosa, 2009, p. 103.
^A quel tempo gli Stati che componevano il S.R.I. erano vassalli dell'Imperatore anche se, soprattutto i più vasti e potenti, godevano di ampie autonomie
^Carlo fece una sola domanda al monaco. Si veda per dettagliGerosa, 2009, pp. 124-125 Il testo tradotto della dichiarazione di Carlo V si può leggere inBrandi, 2008, p. 119. Prima di giungere nella città destinata rimase quasi un anno aWartburg.Hurlbut.
^Riconosciuto soltanto alla morte di Carlo, sarà il comandante in capo della flotta che sconfisse i Turchi nellabattaglia di Lepanto del 1571
^La cronologia dell'abdicazione di Carlo è confusa. Egli comunicò la sua abdicazione in carte riservate datate 8 agosto e 12 settembre 1556. La sua abdicazione ufficiale avvenne il 27 agosto o il 7 settembre dello stesso anno. L'abdicazione venne apparentemente riconosciuta o confermata due anni dopo, il 24 o il 28 di febbraio.
^abc Antonio Brancati, Trebi Pagliarani,20. L'Impero di Carlo V, una formazione anacronistica, inDialogo con la storia 1, Firenze, La Nuova Italia, p. 263.
^Formalmente, continuò a fregiarsi del titolo fino al 1556.
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^ William Harrison Woordward,Desiderius Erasmus Concerning the Aim and Method of Education, Londra, Cambridge University Press, 1904, p. 23,ISBN978-1-00-136955-6.
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^Conte Palatino e Duca di Borgogna, Duca di Brabante, Limburgo, Lothier e Lussemburgo, Conte di Artois, Fiandre, Hainaut, Olanda, Namur e Zelanda
^Gli Asburgo per eredità dinastica daMaria di Borgogna, avrebbero avuto il diritto di ereditare l'intero territorio borgognone, ma in pratica a loro restarono solo laFranca Contea, loCharolais e i Paesi Bassi, mentre il Ducato di Borgogna vero e proprio venne annesso direttamente ai domini reali francesi. Nonostante questo gli Asburgo continuarono ugualmente a fregiarsi del titolo di Duchi di Borgogna.
Incorsivo i regnanti titolaride iure ma nonde facto, oppure i pretendenti al trono, quindi senza effettiva sovranità sui territori italiani
Note:
^non è chiaro con quale titolo Odoacre regnò in Italia ma gli storici concordano sull'attribuirgli quello diRe d'Italia, assegnatogli dal contemporaneoVittore Vitense.
^non da Imperatore, contese il trono ad Enrico II il Santo