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Carcano Mod. 91

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Carcano Mod. 91
Il novantuno[senza fonte]
Un fucile Carcano Mod. 91
Tipofucile d'ordinanzaa otturatore girevole-scorrevole
OrigineItalia (bandiera) Italia
Impiego
Utilizzatorivedi qui
ConflittiGuerra mahdista
Ribellione dei Boxer
Guerra di Libia
Prima guerra mondiale
Guerra d'Etiopia
Guerra civile spagnola
Seconda guerra mondiale
Guerra d'inverno
Guerra di continuazione
Prima guerra civile in Libia
Produzione
ProgettistaSalvatore Carcano
Data progettazione1891
Costruttorevedi qui
Date di produzione1892-1945
Entrata in servizio29 marzo1892
Ritiro dal servizioanni ottanta nellaPolizia di Stato
Numero prodotto3 milioni circa
Variantifucile
moschetto per cavalleria
moschetto per T.S.
moschetto per Moschettieri del Duce
moschetto per il Duca d'Aosta
moschetto per CC.RR.-Guardie del Re
Descrizione
Peso3,8 kg (scarico, senza baionetta)
Lunghezza1285 mm
Lunghezza canna780 mm
Rigaturadestrorsa progressiva a 4 righe
Calibro6,5 mm,7,35 mm,7,92 mm
Munizioni6,5 × 52 mm
7,35 × 51 mm
7,92 × 57 mm Mauser
6,5 × 50 mm Arisaka
6,5 × 54 mm Greco
Azionamentoretrocarica manuale, ripetizione ordinaria,a otturatore girevole-scorrevole
Cadenza di tiro15 colpi/minuto
Velocità alla volata700 ± 7m/s
Tiro utile1000m
Gittata massima3000 m
Alimentazioneserbatoio fisso interno da 6 colpi alimentato apacchetti-caricatori da 6 colpi (sistema Mannlicher)
Organi di miraalzo a quadrante con alette da 300 a 2000 m conmirino anteriore fisso
Fonti riportate nell'articolo
voci di armi da fuoco presenti su Wikipedia

IlCàrcano Mod. 91 (fuori d'Italia anche conosciuto comeMannlicher-Càrcano-Parravicino) è stato unfucile aotturatore girevole-scorrevole adottato dalRegio Esercito italiano dal1891 al1945.

Adottato in sostituzione delVetterli-Vitali Mod. 1870/87, è stato l'arma d'ordinanza dell'Esercito italiano sino alla fine dellaseconda guerra mondiale, ed utilizzava un piccolocalibro di6,5 × 52 mm Mannlicher-Carcano.

Storia

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A seguito della scoperta da parte di Paul Marie Eugène Vieille nel1884 dellapolvere infume, attraverso la gelatinizzazione dellanitroglicerina con una miscela dietere edalcool, si rese disponibile la possibilità di progettare fucili di calibro minore di quelli fino ad allora adottati. IlRegio Esercito aveva in dotazione i fuciliVetterli-Vitali Mod. 1870/87,Vetterli-Bertoldo Mod. 1870/82 eVetterli-Ferracciù Mod. 1870/90 nel grosso calibro10,35 × 47 mm R, con munizioni apolvere nera, di buona qualità, ma resi praticamente obsoleti da questa nuova scoperta.

Gli austriaci, ad imitazione di quanto fatto dai francesi, avevano introdotto in servizio loSteyr-Mannlicher M1888 in calibro8 × 50 mm R Mannlicher, mentre i tedeschi adottarono nel1888 la munizione da8 x 57 mm sul nuovo fucile GPK, il modelloGewehr 88. All'inizio sembrò anche agli italiani una scelta ragionevole, ma, a seguito di alcuni esperimenti, si decise di adottare un calibro ancora inferiore, da6,5 mm Carcano, che avrebbe permesso, tra l'altro, alle truppe di trasportare con facilità un maggior quantitativo di munizioni.

Tale questione era all'ordine del giorno per gli sviluppi delleguerre coloniali, in cui frequentemente le truppe europee rimanevano a corto di proiettili, in aree "selvagge" dove erano pochissime le vie di comunicazione. Anche quando non si era a rischio di rimanere senza proiettili in battaglia si doveva trascurare completamente l'addestramento al tiro non appena si abbandonava la linea di costa o le poche zone servite da ferrovie. Proprio in quel decennio ladisfatta di Adua dimostrò quanto questo ragionamento fosse corretto.

Inizialmente si adottò per le munizioni unpropellente allabalistite (un composto molto simile a quello adottato più tardi nel1901 inGran Bretagna, lacordite), ma poiché diede problemi di eccessiva erosione e di stabilità a temperature estreme, si passò nel 1896 allasolenite[1]. Sia cordite che solenite erano propellenti pensati anche per un impiego coloniale, a differenza dei propellentitedeschi,austro-ungarici,statunitensi erussi, in sé più potenti e funzionali, ma instabili in climi caldi e umidi.

Inoltre si notò che nellacanna, sottoposta ai fortiattriti deiproiettili col nuovo propellente, si tendeva ad usurare larigatura e, inoltre, i proiettili perdevano a volte lacamiciatura. Si decise, quindi, di adottare, per la prima volta al mondo in un fucile d'ordinanza, il sistema (inizialmente coperto da segreto militare) della rigatura progressiva, cioè di una rigatura elicoidale che riduceva il passo traculatta evivo di volata. La paternità della progettazione della canna è attribuita al segretario della Commissionemaggiore Pietro Galelli, anche se fonti giornalistiche l'attribuirono al generaleVincenzo Muricchio.

La Commissione delle Armi Portatili della Scuola di Tiro di Fanteria diParma, incaricata di studiare un nuovo fucile, dopo una prima tornata di prototipi presentati da ditte estere, si convinse ad includere nella progettazione dello stesso anche le fabbriche d'armi dello Stato[2], i cui tecnici avevano già dato buoni esempi di ingegno e avevano già all'attivo diversi brevetti. Le opzioni preferite tra quelle presentate dai vari concorrenti erano tra un sistema adotturatore girevole-scorrevole stileMauser, oppure uno aotturatore scorrevole stileMannlicher.

Il fucile scelto definitivamente dalla Commissione fu sviluppato daSalvatore Carcano della Regia Fabbrica d'Armi diTorino con la collaborazione delgeneraleParravicino dell'arsenale diTerni e adotta un azione ad otturatore girevole scorrevole stile Mauser (con sistema di sicura Carcano) e il sistema di caricamento stile Mannlicher, a lastrina. IlFucile Mod. 91, venne così adottato formalmente il 29 Marzo 1892.

Il sistemaMod. 91, poi declinato in numerosi modelli differenti di fucili e carabine (moschetti), servì nellaGuerra di Abissinia, nellaprima guerra mondiale e nellaseconda guerra mondiale, oltre che in vari conflitti coloniali. Il sistema d'arma è rimasto in servizio attivo nelle forze armate italiane fino al1959, poi rilegato a servizi secondari. LaPolizia di Stato ha impiegato la versioneMoschetto Mod. 91 per T.S. fino aglianni novanta per il lancio, tramite appositotromboncino, digranate fumogene nelle operazioni di ordine pubblico.[3]

Dopo l'armistizio di Cassibile, i tedeschi si impadronirono di grandi quantità diMod. 91 dipreda bellica, che diventarono il fucile più diffuso tra le truppe delVolkssturm. Nellaguerra civile in Libia del2011, Carcano residuati del periodo coloniale sono stati utilizzati dalle forze ribelli[4] contrarie aGheddafi, a 120 anni esatti dall'entrata in servizio del primo modello.

Modelli e varianti

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Fucile Mod. 91

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Moschetto Mod. 91
Moschetto Carcano per cavalleria Mod. 91
Tipocarabina
Produzione
Entrata in servizio15 luglio1893
Descrizione
Peso3,16 kg
Lunghezza919 mm
con baionetta inastata: 1263 mm
Lunghezza canna451 mm
Velocità alla volata661 m/s
Organi di miraalzo da 200 a 1500 m
Pignato, op. cit. pag. 21
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Moschetto Mod. 91 per TS
Tipocarabina
Produzione
Entrata in servizio6 gennaio1900
Descrizione
Peso2,9 kg
Lunghezza922 mm
Lunghezza canna445 mm
Velocità alla volata660 m/s
Organi di miraalzo da 200 a 1500 m
Pignato, op. cit. pag. 22
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Particolare dell'otturatore ed il serbatoio per le cartucce, posto davanti al ponticello del grilletto

La gara, indetta tra le fabbriche d'armi nazionali, vide vincitore il modello presentato da Salvatore Carcano, molto simile a quello offerto dalla ditta Mauser ma semplificato, mentre per il sistema di caricamento la spuntò quelloMannlicher a pacchetto delFucile Mod. 1888 ("di commissione") tedesco.

Il 29 marzo 1892 ilRegno d'Italia adottava ufficialmente il Fucile Modello 1891 come arma difanteria in sostituzione delVetterli-Vitali.

Lacanna, arigatura destrorsa progressiva a 4 rilievi, aveva un diametro interno di 6,5 mm tra i pieni e 6,8 mm tra i vuoti della rigatura. Il passo della rigatura era di 578,5 mm inculatta e di 201,5 mm verso lavolata. Era lunga 780 mm, dei quali 706 mm rigati, con profilo esterno leggermentetroncoconico. Una ghiera involata portava ilmirino su incastro a coda di rondine, mentre su uno zoccolo più vicino alla culatta era fissato l'alzo. Posteriormente la canna terminava con un ingrossamento ad otto facce e con una filettatura, tramite la quale era avvitata a caldo al blocco diculatta[5].

Laculatta presentava internamente le scanalature per lo scorrimento dell'otturatore e superiormente la fenestratura per l'inserimento delpacchetto caricatore e per l'espulsione deibossoli spenti[5]. L'otturatore era formato da un corpo cilindrico con manubrio dritto edestrattore, dalpercussore con la sua molla, dalcane e dalla sicura "Carcano" a tubetto con nasello[5]; questa veniva inserita ruotandola di 90°, in modo che il tubetto decomprimesse la molla del percussore, mentre il nasello si interponeva sulla linea di mira, avvisando il soldato della sicura inserita.

Dopo lo sparo, si agiva sul manubrio ruotandolo di 90°, in modo che i tenoni della testa dell'otturatore disimpegnassero le scanalature della culatta, e lo si arretrava; in questo modo l'estrattore trascinava con sé il bossolo spento, che urtando sull'espulsore veniva proiettato fuori. La molla dell'elevatore del caricatore spingeva in alto i proiettili rimasti nellapiastrina, mentre questa rimaneva vincolata dall'apposito dente. Riportando avanti l'otturatore, questo prelevava una nuova cartuccia e la incamerava, comprimendo la molla del percussore, mentre il cane rimaneva in posizione arretrata perché incontrava il dente di scatto del bilanciere. Agendo una rotazione inversa alla precedente si mandava in chiusura l'otturatore e l'arma era pronta a sparare di nuovo.

Il congegno di scatto era costituito dal bilanciere, sul quale erano imperniati il grilletto, l'espulsore con la sua molla ed il dente di ritegno dell'otturatore[5]. Premendo il grilletto, il bilanciere si abbassava ed il suo dente di scatto disimpegnava il cane, che richiamato dalla molla si abbatteva sul percussore.

Ilserbatoio era ditipo "en bloc", cioè faceva parte dell'arma e non poteva essere estratto, e comprendeva il ponticello delgrilletto, l'elevatore e la sua molla ed il dente di ritegno della piastrina[5] con relativo pulsante di sgancio zigrinato sporgente all'interno del ponticello, davanti al grilletto. La scatola-serbatoio inoltre era fresata dal pieno, per garantire la massima robustezza possibile in quanto un suo eventuale danneggiamento avrebbe potuto impedire l'alimentazione. Le cartucce venivano tenute insieme ed inserite nel serbatoio tramite un "pacchetto-caricatore" a piastrina della capacità di sei colpi, che portava anche le labbra di alimentazione. Queste ultime garantivano la resistenza elastica per l'inserimento della munizione in canna e l'aggancio del rim da parte dell'estrattore, e infatti le armi modello '91 non possono essere alimentate con cartucce sfuse (a differenza dei sistemi mauser a serbatoio e non mannlicher a piastrine) ma solo tramite piastrine. La piastrina vuota infine cadeva automaticamente dall'apertura inferiore del serbatoio quando veniva camerata l'ultima munizione. Inoltre il pacchetto-caricatore era simmetrico, a differenza degli originali Mannlicher, e non aveva un verso di inserimento.

Lacassa era in legno dinoce,frassino ofaggio ed era fissata alla canna da una vite, da una fascetta e dal bocchino; superiormente era completato da un copricanna che si estendeva dal congegno d'alzo alla fascetta; il calcio era protetto da uncalciolo in lamiera. La cinghia di trasporto si fissava alle magliette sotto la fascetta e sul bordo inferiore dellapala del calcio. L'attacco dellasciabola-baionetta era situato sul bocchino, sotto il canale della bacchetta nettatoia. L'arma era dotata di unalzo a quadrante con alette con due linee di mira fisse (da combattimento) a 450m (abbattuto) e 300 m (rovesciato), e mire regolabili da 600 a 2000 m con tacche ogniettometro.

Moschetto Mod. 91 "per Cavalleria"

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Il Fucile Mod. 91 era troppo lunga per l'uso nellacavalleria, che utilizzava il Moschetto Vetterli Mod. 1870 da Cavalleria. Nel1893 venne dunque progettato un nuovo modello decisamente più corto e leggero (910 mm e 3,16 kg), con canna da 451 mm, chiamato ufficialmente Moschetto Mod. 91 (comunemente chiamato anche "per cavalleria")[6]. Ilmoschetto presentava inoltre unalzo a quadrante con alette tarato da 300 a 1500 m, era (all'inizio) privo di copricanna ed aveva unabaionetta a sezione triangolare e ripiegabile incorporata sotto la canna. Differiva inoltre per il manubrio dell'otturatore piegato, mentre la bacchetta nettatoia, in due elementi, era riposta in un foro nella pala del calcio, accessibile da uno sportellino a molla sul calciolo. Questo modello venne anche assegnato aiCarabinieri Reali, aiBersaglieri ciclisti, alla vigilanza dellaRegia Aeronautica, aireparti paracadutisti libici ed allaMVSN.

Moschetto Mod. 91 per Moschettieri del Duce

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IMoschettieri del Duce, corpo scelto dellaMVSN per la guardia personale delDuce, ricevette il Moschetto Mod. 91 per Moschettieri del Duce, che differiva dal modello classico per cavalleria solo per le rifiniture. La cassa infatti era innoce o legno di faggio dipinto di nero. La canna, la baionetta a spiedo pieghevole e la culatta conservavano la normalebrunitura, ad eccezione di un'incisionecromata sulla culatta riproducente unfascio littorio e la parola DUX. Invece l'otturatore, il calciolo, la maglietta della cinghia, il serbatoio ed il bocchino erano cromati[7].

Moschetto Mod. 91 per il Duca d'Aosta

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Nel1939 laBeretta produsse 100Moschetti Mod. 91 speciali per la scorta personaleViceré d'EtiopiaAmedeo di Savoia, Duca d'Aosta. Queste armi, indicate come Moschetti Mod. 91 per il Duca d'Aosta e contrassegnate dalle matricole da C8000 a C8100, differivano dal modello per cavalleria esclusivamente per le ricchissime decorazioni realizzate dalla gioielleria Calderoni diMilano. La culatta era placcata inoro e finemente cesellata. Dorati erano anche il grilletto ed il pulsante di sblocco della baionetta. Quest'ultima e l'otturatore eranonichelati. La canna, l'alzo ed il serbatoio erano bruniti ed i fianchi di quest'ultimo erano lavorati con motivi geometrici. La cassa, in noce, presentava sul fusto degli intarsi floreali in oro, mentre sulla pala del calcio era riportata una placca metallica riproducente la lettera iniziale "A" di Amedeo sormontata dallacorona del Duca di Aosta e da decorazioni floreali. Delle 100 carabine realizzate, circa una quarantina sono sopravvissute. Molte sono sparse nei musei delCommonwealth delle nazioni, dopo che le truppe dell'impero britannico conquistarono l'Africa Orientale Italiana e catturarono il Duca. In Italia sono in circolazione 4-5 esemplari, dei quali uno è conservato nel museo della Beretta[8].

Moschetto Mod. 91 TS

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Per i genieri e gli artiglieri (ma anche successivamente per laGuardia di Finanza, igraduati di truppa, la sussistenzaalpina, laRegia Marina e laMilizia forestale) venne adottato un ulteriore modello, chiamato Moschetto Mod. 91 per Truppe Speciali, anche chiamato Moschetto Mod. 91 TS. Nonostante fosse simile in lunghezza e peso a quello per cavalleria, non era dotato di baionetta incorporata e il suo aspetto era più simile a quella del fucileMod. 91. La canna era lunga 445 mm e montava lo stesso alzo delMoschetto Mod. 91. Ilfusto della cassa era più lungo che in quest'ultimo ed arrivava 8 cm dalla volata. Il copricanna e la fascetta erano invece quelli delFucile Mod. 91, con la bacchetta ugualmente in un sol pezzo inserita nel fusto e bloccata sul bocchino. Il bocchino inizialmente presentava un supporto peculiare per la sua baionetta, a semiluna trasversale rispetto alla canna; dal1920 però, per standardizzare le forniture, venne usato il bocchino e la baionetta delFucile Mod. 91. Il TS presentava un attacco aggiuntivo per la cinghia di trasporto sul lato sinistro della cassa, che consentiva un più agevole trasporto in tracoll'arm; esso era costituito da una maglietta sul lato sinistro del fusto della cassa e da un traversino inserito a ponte su un incavo ricavato sul lato sinistro della pala del calcio.

Moschetto Mod. 91 TS per CC.RR.-Guardie del Re

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Il Moschetto Mod. 91 TS perCarabinieri Reali-Guardie del Re si differenziava dalMod. 91 TS per la baionetta e per le rifiniture. La baionetta era del tipoa ghiera (detta anche "a spiedo" o "alla Vauban"), simile a quelle settecentesche. La lama era a sezione quadrangolare, lunga 382 mm ed unita da un gomito ad un manicotto, che poteva essere inserito sulla volata del moschetto in entrambi i sensi, in modo da avere o la baionetta inastata (disassata sul lato destro della canna) o la lama sotto il fusto, in un apposito canale. Il manubrio dell'otturatore, il nasello della sicura a tubetto, il serbatoio, il bottone e lo zoccolo dell'alzo, il bocchino, il bordo del canale per la baionetta sul fusto e la maglietta erano dorati. La cassa era innoce ed era più lunga che sulTS normale, arrivando 7 cm dalla volata[9][10].

Moschetto Mod. 91/24

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Moschetto Mod. 91/24
Tipocarabina
Produzione
Date di produzione1924-1929
Entrata in servizio29 gennaio1925
Descrizione
Peso2,9 kg
Lunghezza921 mm
Lunghezza canna452 mm
Velocità alla volata661 m/s
Alimentazioneserbatoio fisso interno da 6 colpi alimentato apacchetti-caricatori da 6 colpi (sistema Mannlicher)
Organi di miraalzo da 200 a 1500 m
Modern Firearms.ru
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Moschetto Mod. 91/28
Moschetto Mod. 91 per TS con Tromboncino Mod. 28
Tipocarabina contromboncino lanciagranate integrato
Produzione
Entrata in servizio1928
Ritiro dal servizio1934
Descrizione
Peso3,1 kg
Lunghezza922 mm
Lunghezza canna445 mm
Velocità alla volata660 m/s
Alimentazioneserbatoio fisso interno da 6 colpi alimentato apacchetti-caricatori da 6 colpi (sistema Mannlicher)
Organi di miraper moschetto: alzo da 200 a 1500 m
per lanciagranate: alzo a 100, 150 e 200 m
Modern Firearms.ru
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Dopo laGrande Guerra, rimanevano in arsenale un gran numero diFucili Mod. 91 in cattive condizioni. Si decise quindi di convertire parte deiFucili Mod. 91 in moschetti, che avrebbero potuto essere impiegati negli stessi ruoli deiMod. 91 TS non più in produzione dal1919. Tale arma prese il nome di Moschetto Mod. 91/24 e presentava forti analogie con ilMoschetto Mod. 91 TS. La canna veniva tagliata nella parte centrale, la parte anteriore veniva inserita nella culatta, raggiungendo così la lunghezza complessia di 452 mm e una nuova camera di cartuccia veniva fresata. L'alzo fu ricavato da quello delFucile Mod. 91, con una nuova taratura da 300 a 1500 m.[11] La condizione economica dell'Italia era pessima, per cui si cercò di riutilizzare tutte le parti possibili dei vecchiMod. 91, senza gettare via nulla, arrivando a eseguire particolari riparazioni. L'arma venne impiegata negli stessi ruoli deiMod. 91 TS e ne seguì le stesse disposizioni riguardo gli attacchi delle cinghie.

Moschetto con Tromboncino mod. 28, "91/28"

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Nel1928, con la ripresa della produzione delMoschetto Mod. 91 per truppe speciali, venne realizzato anche ilMoschetto contromboncino Mod. 28 o colloquialmente "91/28", che accoppiava alMoschetto mod. 91 per T.S., adeguatamente modificato, un trombocino lanciagranate. L'arma base era ilMod. 91 TS, modificato nel fusto per accogliere sul lato destro i supporti del trombocino e nell'alzo; questo presentava sul quadrante una seconda tacca, a destra di quella per il moschetto, con fermi a 100, 150 e 200 metri; essendo la linea di mira decentrata a destra, a metà canna una fascetta sosteneva un mirino laterale per il lanciagranate. Il serbatoio accoglieva un braccio che connetteva il grilletto con il gruppo di scatto del trombocino.

Tromboncino Mod. 28

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Era un dispositivo per il lancio digranate da fucile. La canna era ad anima liscia in calibro 38,5 mm e presentava inferiormente un fermo a molla per il blocco della granata, che venivacaricata dalla bocca. La camera di scoppio, avvitata alla canna anteriormente ed alla culatta posteriormente, era internamente chiusa, ad eccezione di quattro forellini che la mettevano in comunicazione con la canna. La culatta era identica a quella del moschetto, in quanto utilizzava l'otturatore smontato ogni volta da questo, ed ospitava il sistema di scatto, protetto da una scatola in lamiera e connesso da un braccio al grilletto del moschetto. Passato l'otturatore sul trombocino, veniva caricata la granata, bloccata dall'apposito ritegno; veniva inserita manualmente una normale munizioneMod. 91/95 nella camera di scoppio e portato in chiusura l'otturatore. Tirando il grilletto del moschetto, il braccio faceva scattare il cane dell'otturatore e faceva esplodere la cartuccia. Mentre lapallottola veniva bloccata sul fondo della camera di scoppio, i gas di sparo passavano attraverso i forellini alla canna, causando la propulsione della granata. Aprendo ed arretrando l'otturatore veniva estratto il bossolo e cadeva la pallottola. Il tromboncino non diede i risultati sperati, fu quindi eliminato e non sostituito da sistemi più moderni, a differenza di quanto avveniva in quegli stessi anni in Francia e in altre nazioni straniere.

Fucile Mod. 91/38, Moschetto Mod. 91/38 e Moschetto Mod. 91/38 TS calibro 7,35 mm

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Carcano Mod. 38
Fucile Mod. 38
Tipofucile, carabina
Produzione
ProgettistaFederico Capaldo
VariantiFucile Mod. 38
Moschetto Mod. 38
Moschetto Mod. 38 TS
Descrizione
Pesofucile: 3,4 kg
moschetto per cav. e TS: 3 kg
Lunghezzafucile: 1018 mm
moschetto per cav. e TS: 915 mm
Lunghezza cannafucile: 535 mm
moschetto per cav.: 447 mm
moschetto TS: 451 mm
Rigaturadestrorsa costante
Calibro7,35 mm
Munizioni7,35 x 51 mm
Velocità alla volata757 m/s
Organi di miratacca di mira fissa a 200 m
Modern.Firearms.ru
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Carcano Mod. 91/38
Tipofucile, carabina
Produzione
VariantiFucile Mod. 91/38
Moschetto Mod. 91/38 per cav.
Moschetto Mod. 91/38 TS
Descrizione
Pesofucile: 3,4 kg
moschetto per cav.: 3,2 kg
moschetto TS: 2,9 kg
Lunghezzafucile: 1.018 mm
moschetto per cav.: 915 mm
moschetto TS: 927 mm
Lunghezza cannafucile: 538 mm
moschetto per cav.: 446 mm
moschetto TS: 459 mm
Rigaturadestrorsa costante sul fucile, progressiva sui moschetti
Calibro6,5 mm
Munizioni6,5 × 52 mm
Azionamentootturatore girevole-scorrevole
Velocità alla volatafucile: 660 m/s
moschetto: 630 m/s
Organi di miratacca di mira fissa a 300 m
Modern Firearms.ru
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Fucile Mod. 91/41
Produzione
Entrata in servizio1941
Descrizione
Peso3,72 kg
Lunghezza1175 mm
Lunghezza canna692 mm
Rigaturadestrorsa costante a 4 righe
Organi di miraalzo da 300 a 1.000 m
Pignato, op. cit. pag. 22
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Lo stesso argomento in dettaglio:Carcano Mod. 38.

Nella prima guerra mondiale e nelle campagne di polizia coloniale nellaLibia italiana la munizione Mod. 91/95 da 6,5 mm si era dimostrata fin troppo penetrante e, se non colpivano parti letali, l'effetto balistico terminale non era tale da procurare nel nemico ferite eccessivamente invalidanti[12]. L'esperienza dellaguerra d'Etiopia dimostrava inoltre che le caratteristiche balistiche della munizione erano ormai inferiori a quelle delle altre nazioni, con prestazioni scadenti soprattutto nelle mitragliatrici[13]. Fin dal1935 il colonnello Giuseppe Mainardi fu incaricato di studiare una nuova munizione e nel1938 si arrivò quindi all'adozione di nuove munizioni7,35 × 51 mm anitrocellulosa pura, mentre nel frattempo ilmaggiore Roberto Boragine ed il generale Federico Capaldo vennero incaricati di progettare un fucile che utilizzasse il nuovo calibro e potesse recuperare anche le scorte esistenti: gli arsenali, infatti, erano ancora pieni di vecchiFucili Mod. 91, alcuni con la canna usurata. Questo nuovo progetto prese il nome diFucile Mod. 38, un'arma sensibilmente più corta dell'originaleFucile Mod. 91 (1020 mm). La canna era lunga 538 mm, dei quali 475,5 con rigatura destrorsa a passo costante di 240 mm; l'anima della canna erarialesata per ottenere il calibro tra i pieni di 7,35 mm e 7,63 tra i solchi; esternamente invece si distingueva per il manicotto terminale sfaccettato reso troncoconico con appropriata lavorazione. La camera di cartuccia richiedeva invece modifiche più lievi, in quanto il bossolo del nuovo calibro non differiva troppo dal 6,5. Il manubrio dell'otturatore era piegato in modo da ridurre l'ingombro e l'alzo era sostituito da unatacca di mira fissa a 200 m, semplificando così anche l'addestramento dei fanti. Il sistema di caricamento, il serbatoio e le piastrine erano le stesse del 6,5 mm e non subivano modifiche. La cassa, che per le modifiche necessarie non poteva essere recuperata ma doveva essere prodotta ex novo, presentava una scanalatura per lato per migliorare la presa, mentre la bacchetta nettatoia, in tre elementi svitabili, prendeva posto nell'apposito scomparto nel calcio. Lasciabola-baionetta Mod. 91 fu sostituita da unpugnale-baionetta staccabile e pieghevole, la cui lama ripiegata veniva accolta da una scanalatura del fusto.

Insieme al fucile, vennero riciclati anche i moschetti, portando ai Moschetto Mod. 91/38 e Moschetto Mod. 91/38 per truppe speciali, ricalibrati entrambi a 7,35 mm con rigatura a passo fisso e tacca fissa a 200 m. Nei primi, a parte queste modifiche alla canna, i fornimenti e le rifiniture erano praticamente le stesse dei rispettivi modelli in calibro 6,5 mm. IlMoschetto per TS subiva le stesse modifiche alla canna ed all'alzo. Le casse prodotte ex novo avevano i soli attacchi centrali per la cinghia di trasporto, mentre le casse riciclate avevano il doppio attacco, centrale e laterale.

Allo Scoppio della Seconda Guerra Mondiale, essendo ancora lontani dalla completa conversione al nuovo modello, la produzione si fermò a 285.000 pezzi[14], la maggior parte di essi venne ritirata dal servizio nel timore che il doppio munizionamento creasse confusione nell'approvvigionamento. Gli esemplari rimanenti equipaggiarono truppe di seconda linea e laMilizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. Delle armi ritirate, 94.500 furono consegnate all'esercitofinlandese, che le impiegò contro irussi nellaguerra d'inverno e nellaguerra di continuazione[15].

Per facilitare gli studiosi e i collezionisti, in alcuni testi i fucili e moschetti camerati 7,35 mm vengono indicati semplicemente comeMod. 38, mentre per i successivi ricalibrati in 6,5 mm si parla di 91/38.

Fucili e moschetti Mod. 91/38 calibro 6,5 mm

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Nel1940 l'Italia entrava in guerra e per problemi di tempistica, di logistica e di reperibilità delle nuove munizioni da 7,35 mm si ritornò al classico calibro da 6,5 mm. La produzione bellica degli armamenti riprese quindi nel vecchio calibro 6,5 mm. I nuovi fucili, denominati Mod. 91 cal. 6,5, mantennero però le soluzioni elaborate per il Mod. 38, ovviamente con canne del vecchio calibro, e si affiancarono ai vecchi Fucili mod. 91 (ridistribuiti alle unità impiegate in quanto pronti e disponibili) come l'arma lunga standard per i fanti italiani dellaseconda guerra mondiale. Spesso sono indicati semplicemente come Mod. 91/38, senza indicazione del calibro, preferendo per i predecessori in 7,35 semplicemente la denominazione Mod. 38. Il Fucile Mod. 91/38 conservava gli accorgimenti delMod. 38 (cassa, manubrio piegato, canna accorciata, passo costante, pugnale-baionetta), ma le diverse caratteristiche balistiche del 6,5 mm portarono alla riduzione del passo di rigatura da 240 mm a 215 mm e, di conseguenza, alla reimpostazione della tacca di mira fissa da 200 m a 300 m. Alcuni esemplari erano accoppiati con la vecchia sciabola-baionetta, che comunque era intercambiabile con il pugnale-baionetta.

La versione Moschetto (per Cavalleria) riprendeva fedelmente le soluzioni dei predecessori, tranne che per la canna, per la quale fu riadottata la rigatura progressiva, con passo di 390 mm all'inizio e di 195 mm alla fine, e per la tacca di mira fissa a 300 m. Fu adottato definitivamente il sistema di sgancio a pulsante per la baionetta.

Anche il Moschetto Mod. 91/38 per TS era un diretto derivato delMod. 91 TS. Anche qui si tornava alla canna a rigatura progressiva e tacca fissa a 300 m ed alla cassa con i soli attacchi centrali per la cinghia. Come suiTSM, per razionalizzare la produzione il bocchino portava l'attacco per la sciabola-baionetta Mod. 91 invece che per la sciabola-baionetta per TS dedicata.

IlMod. 91/38 per Cav., con un milione di esemplari di nuova produzione, fu l'arma lunga più prodotta durante laseconda guerra mondiale, e venne fornita alle truppe di supporto più disparate, come mitraglieri, autieri, artiglieri, squadre mortai e dipendenti dell'intendenza.Nello stesso periodo bellico la produzione delMod. 91/38 TS si attestò sui 200.000 esemplari e quella delFucile Mod. 91/38 sui 600.000. Furono queste stesse armi in calibro 6,5 mm a rimanere in servizio nelle forze armate dellaRepubblica Italiana e con la Polizia di Stato fino agli anni novanta.

Fucile Mod. 91/41

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Il Fucile Mod. 91/41, ultimo sviluppo del 91, fu realizzato durante laseconda guerra mondiale per avere un' arma moderna capace di sfruttare al massimo le potenzialità della cartuccia Mod. 91/95 6,5x52, la quale richiedeva una canna di almeno 650mm.[16] Calibrato in 6,5 mm, questo fucile abbandona le modifiche introdotte con ilMod. 38 ed assomiglia molto al primoMod. 91. La lunghezza è di 117,5 cm, solo 8 cm più corto del primo Carcano, del quale riprende anche l'originale, lunga, sciabola-baionetta Mod. 1891 ed il manubrio dell'otturatore diritto. L'alzo a quadrante con alette è tarato da 300 a 1.000 m, con inoltre una mira fissa da combattimento tarata a 200 m. Nonostante i problemi di ingombro e la ridotta maneggevolezza, il fucile si dimostrò affidabile quanto il suo predecessore. La leggenda narra che questo fucile sia stato creato per equipaggiare ledivisioni alpine dell'ARMIR inviate inUnione Sovietica, ma non ci sono prove fotografiche o documentali che ne attestino la consegna a forze inviate nel teatro russo. D'altro canto abbiamo un documento redatto dallo Stato Maggiore nel Marzo 1943 che riporta:"Il Fucile mod.91/41, cal. 6.5 [...] è stato realizzato per sostituire il Fucile mod.91. [...] Bisogna ancora determinare a quale unità distribuirlo."[16]

A titolo sperimentale, otto esemplari di questo modello furono riprogettati intorno al calibro8 × 59 mm RB Breda.

Moschetto Mod. 38 e Moschetto Mod. 38 per TS calibro 7,92 mm

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Durante laseconda guerra mondiale i tedeschi, oltre ad impiegare largamente i normaliMod. 91 in 6,5 mm dipreda bellica, nel1945 iniziarono la conversione diFucili Mod. 91/41 e di tutte le versioniMod. 38 eMod. 91/38 nel calibro d'ordinanza dellaWehrmacht7,92 × 57 mm Mauser. Furono incaricate la ditta "Heinrich Krieghoff" diKlagenfurt, inCarinzia, la Fabbrica Nazionale d'Armi di Brescia e la fabbrica "12" diVipiteno, allestita dalla Krieghoff nella caserma "Gondar", che reimpiegava i macchinari dell'Armaguerra diCremona.

Dal punto di vista tecnico, la canna di moschetti e fucili venivarialesata a 7,92 mm; poiché il bossolo del Mauser era più grosso e lungo, si provvedeva a rialesare anche la camera di cartuccia mentre la testa dell'otturatore veniva leggermentefresata per accogliere comodamente il nuovo fondello. Anche la cassa venne rinforzata con uno (Krieghoff) o due (F.N.A.) traversini passanti per sopportare la maggiore sollecitazione allo sparo.

La piastrina di caricamento venne modificata dalla F.N.A. per accogliere solo cinque cartucce 8x57 invece delle sei in 6,5x52, e nel ponte anteriore di culatta venne fresato un'unghiatura per favorire il passaggio delle ogive più lunghe delle munizioni tedesche. Viene riportata anche una lettera "S" incisa sul ponte anteriore di culatta.

In alcuni casi le modifiche, per ragioni di tempistiche pratiche, non riguardarono il serbatoio, che venne semplicemente escluso con l'interposizione di un tacco di legno, specialmente nei modelli convertiti dalla Krieghoff. Si ottennero così circa 15.000fucili monocolpo, che furono distribuiti alle truppe di seconda linea ed alle forze di polizia delTirolo.

Nel dopoguerra laFabbrica Nazionale Armi di Brescia (F.N.A.), insieme allaFranchi, continuò la conversione diMod. 38 eMod. 91/38 per il mercato arabo. Oltre alle modifiche alle canne, la F.N.A., come accennato, provvide a modificare anche il sistema di ripetizione, tramite l'utilizzo di piastrine da 5 colpi, oltre ad aggiungere un secondo vitone di rinforzo all'impugnatura. Le modifiche risulta abbiano riguardato circa 10.000 unità.

Le baionette

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Sciabola-baionetta Mod. 1891

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Lasciabola-baionetta perFucile Mod. 91 è una lama d'acciaio lunga 30cm, con filo e controfilo e sguscio a profilo rettangolare su entrambi i lati. Laguardia è a crociera, larga 9 cm, con un braccio terminante in un pomello sferico, mentre l'altro braccio presenta all'estremità un anello di 1,8 cm di diametro esterno ed 1,3 di diametro interno che impegna lavolata quando la baionetta è inastata. L'impugnatura ha guancette lisce, in legno, fissate da due rivetti. Il pomolo presenta una scanalatura longitudinale a T lunga 3,5 cm, che funge da guida per il fermo della baionetta posto sotto al bocchino del fucile, ed il piolo trasversale a molla di blocco. Per liberare la baionetta si agisce su un pulsante sul lato destro del pomolo dell'impugnatura, che spinge fuori dalla scanalatura l'estremità del piolo, permettendo così di sfilare anteriormente la baionetta[17]. L'arma in totale misura 41 cm e non subì sostanziali modifiche nella sua carriera, fermo restando le lievi differenze di rifinitura e materiali contingenti. Sulla base della lama è solitamente presente il nome della fabbrica, mentre sulla crociera è punzonata la matricola e l'anno di produzione.

Durante laGrande Guerra vennero prodotte delle baionette "Ersatz", ovvero semplificate per economizzare materie prime e velocizzare la produzione. Queste potevano essere completamente metalliche, fuse in un sol pezzo, oppure formate da un manico metallico tubolare sul quale erano innestate lame di recupero dei vecchi fucili Vetterli.

Ilfodero è derivato da quello per la sciabola-baionetta del fucileVetterli-Vitali Mod. 1870/87. È stato prodotto in quattro versioni: due in cuoio con finimenti rispettivamente in ottone o in ferro; due metallici, rispettivamente con tre nervature di rinforzo e senza nervature. La cappa, in ottone o ferro, presenta un gancio avvitato, che va ad incastrarsi nell'apposita asola della taschetta portabaionetta. La parte tubolare, in cuoio o metallo, termina con un puntale metallico a cresta fissato da due coppiglie.

Sciabola-baionetta Mod. 1891 da Moschetto per Truppe Speciali

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Introdotta nel 1897, è chiamata anche Baionetta Modello 1891/97 ed è una variante della precedente baionetta perFucile. Lama, guardia ed impugnatura sono identiche al Mod. 1891, mentre la differenza sostanziale sta nel sistema di bloccaggio al bocchino. La scanalatura a T è trasversale rispetto al manico ed il piolo di bloccaggio disposto longitudinalmente, con il pulsante tondeggiante che sporge dalla testa del pomolo. Per innestare la baionetta quindi si impegna con l'anello dell'elsa la volata della canna, poi la si ruota verso sinistra fino ad incontrare il fermo.I foderi sono gli stessi del Mod. 1891.

Baionetta per Moschetto Mod. 91 Cavalleria

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Moschetto 91/38 Cavalleria

Il Moschetto Mod. 91 detto "per cavalleria" era munito dibaionetta a spiedo inamovibile e ripiegabile, incernierata su una braca fissata allavolata. La lama, a sezione a T, ha i tre fili smussati ed è progettata per la sola azione di punta. Essa ha due posizioni obbligate, ripiegata ed estesa; quando ripiegata all'indietro è alloggiata in un apposito canale nel fusto della cassa. Il primo sistema di bloccaggio era costituito da un ritegno a molla che si incastrava in due apposite tacche sulla braga, una davanti ed una dietro, che bloccavano la baionetta rispettivamente in posizione estesa e ripiegata. Nel 1916 venne adottato un sistema di sgancio a bottone, che sarà mantenuto anche sulla versioneMoschetto delCarcano Mod. 38 e Carcano Mod. 91/38.

Baionetta-pugnale Mod. 1938

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Prodotta per ilCarcano Mod. 38 versioneFucile e mantenuta sul Mod. 91/38 in calibro 6,5 mm, si tratta di una innovativa baionettaa serramanico. L'impugnatura, con guancette in legno, ha un'elsa con un solo braccio, terminate con l'anello di vincolo allavolata del fucile. Il pomolo presenta la scanalatura longitudinale a T come la baionetta Mod. 1891, con il piolo che sul primo modello è sbloccato da una levetta zigrinata, mentre successivamente si adottò un pulsante identico al sistema dalla Mod. 1891. La lama è incernierata sull'elsa e, bloccata da un pulsante, si ripiega nell'apposita scanalatura dal manico ma non completamente. Infatti circa metà lama sporge dal pomolo, trasformando quindi la baionetta in un corto pugnale. L'arma poteva essere tenuta ripiegata anche quando inastata, in quanto la lama sporgente veniva accolta in un'apposita scanalatura sul fusto della cassa del fucile.

Durante laseconda guerra mondiale, probabilmente per problemi di resistenza meccanica e di difficoltà produttive, la lama sui nuovi esemplari fu resa fissa.Tale baionetta è adottata anche dalBeretta MAB 38.

Il fodero di tale baionetta è completamente metallico e fu prodotto in tre versioni: una con nervature di rinforzo con passante diagonale per la cintura, una seconda senza nervature e sempre con passante diagonale ed una terza con gancio a vite per normale taschetta portabaionetta.

Modelli derivati

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Ilmoschetto balilla

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Un esemplare diMoschetto Balilla conbaionetta a punteruolo ripiegata
Lo stesso argomento in dettaglio:Moschetto Balilla.

Durante ilventennio fascista, dal Carcano-Mannlincher mod. 1891 per cavalleria fu ricavato ilmoschetto Balilla, una riproduzione quasi identica, ma in scala ridotta, destinata all'addestramento all'uso delle armi della gioventù italiana della futurasocietà fascista[18]. Il moschetto Balilla era dotato dibaionetta a punteruolo ripiegabile[19], a punta smussata per renderla inoffensiva[19].

Si stima che, tra il1930 e il1940, ne siano stati prodotti circa 30.000 esemplari[19]. Un certo numero fu portato in patria dasoldati statunitensi impegnati inItalia. Nonostante tali cifre, il fucile, noto negli Stati Uniti comeYouth Italian Carbine (YIC), è considerato piuttosto raro dai mercato collezionisti. Ancor più rare sono le speciali pallottole a salve, oggetti da collezione preziosi e ricercati.[19]

Carcano "Type I"

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Tra i fucili impiegati dai Giapponesi nel corso della seconda guerra mondiale vi fu anche il cosiddettoType I, derivato daiModello 91 in dotazione alle truppe italiane; IlGiappone stava cercando di migliorare i propri rapporti diplomatici con l'Italia fascista tramite accordi commerciali, tra cui vennero richiesti 130.000 fucili per armare il nuovo stato cliente delManchukuo, sottoposto al controllo di Tokyo. Alla fine delle trattative, nel Gennaio del 1939, venne avviata la produzione di 120,000 fucili, con canne prodotte dall'Arsenale di Terni, ed armi montate dall'Arsenale di Gardone Val Trompia, dalla Beretta e dalla F.N.A. di Brescia. le armi arrivarono in giappone entro il Marzo 1940 (prima dell'ingresso in guerra dell'Italia), e vennero distribuite a unità collaborazioniste, a forze di controllo del territorio e ad unità addestrative della Marina Imperiale Giapponese.[20] La maggior parte dei Tipo I fu catturata dagli americani nelle isole del pacifico e nelleFilippine.

Nella cultura di massa

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Utilizzo nell'omicidio Kennedy

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Lo stesso argomento in dettaglio:Fucile dell'assassinio di John Fitzgerald Kennedy.
Il moschetto Mod. 91/38 con il quale Oswald uccise il presidente. L'arma (matricola C2766) è conservata nel National Archives and Records Administration Building nelMaryland

Il fucile Carcano Mod. 91 modificato da Boragine e Capaldo è stato anche protagonista di un evento storico, l'assassinio di John Fitzgerald Kennedy, avvenuto il 22 novembre1963 aDallas nelTexas: in quell'occasione, l'attentatoreLee Harvey Oswald ucciseJohn Kennedy,presidente degli Stati Uniti d'America con un Fucile Mod. 91/38 dotato diottica civile giapponese 4x18.[21]

Questa curiosità è stata citata nel filmFull Metal Jacket diStanley Kubrick, durante un discorso del sergente istruttore Hartman ai cadetti in cui elogiava l'abilità di Lee Harvey Oswald nell'utilizzo di un'arma tanto antiquata, a confronto coi moderniM16 da poco adottati dalleforze armate statunitensi: l'abilità di Oswald, secondo il sergente, derivava proprio dall'addestramento militare ricevuto nelCorpo dei Marines.

Neglianni di piombo

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A cavallo deglianni '70 e'80 ilMinistero della difesa equello dell'interno, temendo che le varie organizzazioni terroristiche di destra e di sinistra potessero assaltare i depositi dell'esercito (pratica già eseguita da simili organizzazioni nel mondo), ordinarono la distruzione e la disattivazione di migliaia di fucili Carcano custoditi negli arsenali militari e della polizia.

Produttori principali

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I produttori più rilevanti furono:[22]

Utilizzatori

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Note

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  1. ^ Taviani & Zambon,Munizioni Militari d'Italia 1861-1946, Edizioni TZ, 2020.
  2. ^ Luigi Gucci,Armi Portatili, Vol. 1, Torino, F. Casanova & C. editori, 1915.
  3. ^ Diego Bianco,Carcano Compendium, sucarcanorifle.com.URL consultato il 30/04/2025.
  4. ^Ribelli in Libia con Moschetto per cavalleria.
  5. ^abcdePignato, op. cit. pag. 19.
  6. ^ Regia Accademia di Fanteria e Cavalleria,Armi Modello 91 e relative munizioni, Società Tipografica Modenese, 1940.
  7. ^Moschetto '91 cavalleria Moschettieri del duce, in Armi e Tiro, gennaio 2002.
  8. ^Robero Cengarle,The Moschetti for the Duke of Aosta, Historical Breechloading Smallarms Association at the Imperial War Museum, Londra 2011Foto.
  9. ^Descrizione e foto delMod. 91 TS per CC.RR.-Guardie del Re., subertapiero.it.URL consultato il 7 febbraio 2013(archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  10. ^Foto delMod. 91 TS per CC.RR.-Guardie del Re.
  11. ^ Diego Bianco,Moschetto Mod. 91/24, suCarcano Compendium.URL consultato il 30/04/2025.
  12. ^Dunlop, op. cit. pag. 47-48.
  13. ^Weeks, op. cit. pag. 47.
  14. ^The Carcano – Italy's military rifle, Richard Hobbs, 1996.
  15. ^Queste armi portano il marchio di accettazione SA (Suomem Armeij).
  16. ^ab N. Pignato, F. Cappellano,Le Armi della Fanteria Italiana (1919-1945), collanaStoria Militare, Albertelli, 2008.
  17. ^baionette per 91
  18. ^(EN) «Italian Youth Rifle», in: Philip Peterson,Standard Catalog of Military Firearms: The Collector's Price and Reference Guide, Gun Digest Books, 2011 (p. 243)
  19. ^abcdWayne Zwoll,Bolt Action Rifles Expended. Expanded 4th, Krause Publications, 2011 (p. 70)
  20. ^ Diego Bianco,"Type I" - il Carcano Giapponese, suCarcano Compendium.URL consultato il 30/04/2025.
  21. ^ Diego Bianco,Il Carcano di Oswald, suCarcano Compendium.URL consultato il 30/04/2025.
  22. ^Anni di fabbricazione dei fucili Carcano, suexordinanza.net.
  23. ^abc John Walter,Rifles of the World, Krause Publications, 2006, p. 273,ISBN 0-89689-241-7.
  24. ^ab David Miller,Fighting Men of World War II, Volume I: Axis Forces--Uniforms, Equipment, and Weapons (Fighting Men of World War II), Stackpole Books, 2007, p. 369,ISBN 0-8117-0277-4.
  25. ^ David Yelton,Hitler's Home Guard: Volkssturmman, Osprey Publishing, 2006, p. 62,ISBN 1-84603-013-7.
  26. ^Pignato, op. cit. pag. 17
  27. ^Old Italian Carcanos Used by Rebels in Libya Revolutionary Program, 7 luglio 2011
  28. ^Slovenski partizan : orožje, obleka in oprema slovenskih partizanov (PDF), Ljubljana, Muzej ljudske revolucije Slovenije, 1990, pp. 23-24.URL consultato il 20 aprile 2016(archiviato dall'url originale il 28 giugno 2021).

Bibliografia

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  • Hogg I.V., Weeks J.,Armi militari portatili del XX secolo, Milano, De Vecchi, 1977.
  • R. F. Pettinelli, B. Di Giorgio -1891 Il Fucile Degli italiani - Edisport Editoriale, 2007
  • G. Chegia, A. Simonelli - The Model 1891 Carcano Rifle: A Detailed Developmental & Production History, 2018
  • L. Gucci - Armi Portatili - G. U. Cassone, Torino - 1914
  • N. Pignato, F.Cappellano - Le armi della Fanteria Italiana (1919-1945) - Albertelli, 2008
  • Cadiou R., Alphonse R.,Armi da Fuoco, Milano, Mondadori, 1978.
  • Musciarelli L.,Dizionario delle Armi, Milano, Oscar Mondadori, 1978.
  • Pignato N.,Armi della fanteria italiana nella seconda guerra mondiale, Ermanno Albertelli Editore, 1979.
  • Dunlap Roy F.,Ordnance Went Up Front, Samworth Press, 1948.
  • Weeks John,World War II Small Arms, Galahad Books, New York 1979.
  • Sergio Zannol - Livio Pierallini,L'occhio mortale, Itinera Progetti, Bassano del Grappa 2014

Voci correlate

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Altri progetti

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Altri progetti

Collegamenti esterni

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V · D · M
Armi da fuocoitaliane dellaprima guerra mondiale
PistoleGlisenti Modello 1910 ·Brixia Mod. 1913 ·Bodeo Mod. 1889 ·Beretta M15 ·Beretta M17
Fucili ecarabineCarcano Mod. 91 ·Vetterli-Vitali Mod. 1870/87 ·Vetterli-Vitali Mod. 1870/87/16
Pistole mitragliatrici emitraBeretta MAB 18 ·Villar Perosa ·OVP
Mitragliatrici e altre armi pesantiFiat-Revelli Mod. 1914 ·Perino Mod. 1908 ·SIA Mod. 1918 ·Gardner M1886 ·Nordenfelt Mod. 1884 ·Lanciafiamme Schilt 1 ·Lanciafiamme Schilt 2 ·Lanciafiamme Schilt 3bis ·Lanciafiamme DLF ·Lanciafiamme tipo italiano ·Lanciafiamme Hersent-Thiriont
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Munizionamento dell'esercito italiano
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V · D · M
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PistoleBeretta M34 ·Beretta M35 ·Glisenti M1910 ·Bodeo M1889
Fucili ecarabineCarcano Mod. 91 eMod. 38 ·MAB 18/30 ·Armaguerra Mod. 39 ·Breda Mod. 1935 PG ·Scotti Mod. X
Pistole mitragliatrici emitraMAB 1918 ·MAB 38 ·Isotta Fraschini ·OG-43/44 ·FNAB-43 ·OVP ·TZ-45 ·Variara
Fucili mitragliatoriBreda Mod. 5G ·Breda Mod. 1930
Mitragliatrici e altre armi pesantiFiat-Revelli Mod. 1914 ·Fiat Mod. 14/35 ·Breda Mod. 5C ·Breda Mod. 1937 ·Breda Mod. 1938 ·Mortaio Brixia Mod. 1935 ·Mortaio da 81 Mod. 35 ·Lanciafiamme Mod. 35 e Mod. 40 ·Lanciafiamme Mod. 41 ·Lanciafiamme Mod. 41 d'assalto
Bombe a mano antiuomo,
controcarro e incendiarie
Breda Mod. 35 ·Breda Mod. 40 ·Breda Mod. 42 ·OTO Mod. 35 ·OTO Mod. 42 ·SRCM Mod. 35 ·Tipo L ·Bomba P ·D.S Mod. 43
Munizionamento dell'esercito italiano
durante la guerra
7,65 × 17 mm Browning ·.380 ACP ·6,5 × 52 mm Mannlicher-Carcano ·7,35 × 51 mm ·8 × 59 mm RB Breda ·9 × 19 mm Glisenti ·9 × 19 mm Parabellum ·10,35 × 20 mm ·20 × 138 mm B
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