al-Mustaʿṣim è costretto a consegnare il tesoro califfale nelle mani diHulegu dopo lapresa di Baghdad da parte deiMongoli (illustrazione tratta daLe livre des merveilles, di Marie-Thérèse Gousset).Abdülmecid II, l'ultimo Califfo della dinastiaottomana
Ilcaliffato è unaforma di governomonarchico (elettivo, poiassoluto); la sua identità politica e sociale si basa sul perseguimento e sulla predicazione delle convinzioni e delle attività politiche e religiose delprofeta islamicoMaometto e sull'identificazione del monarca (il cosiddettoCaliffo) come suo erede e successore.
Il termine (in araboخلافة?,khilāfa) significa "successione", "luogotenenza", e si riferisce al sistema di governo adottato dal primissimoIslam, il giorno stesso della morte diMaometto, e intende rappresentare l'unità politica e spirituale deimusulmani, ovvero laumma.
Un sinonimo dicaliffo - in uso fin dal governo diʿOmar ibn al-Khaṭṭāb - è l'espressione "Comandante di credenti" (Amīr al-muʾminīn), successore politico (ma in qualche modo anche spirituale, anche se non religioso) diMaometto nella sua funzione di capo dellaumma.
La sua istituzione non è prevista dalCorano e neppure dallaSunna diMaometto e lo stesso termine "costituzione", o "rescritto", o "accordo" (in araboصحيفة?,ṣaḥīfa, lett. "Foglio") di Medina dell'anno 1 dell'Egira, è una traduzione abbastanza impropria per indicare quello che era un semplice accordo firmato tra le varie componenti della città diYathrib (odierna Medina) per regolamentare la convivenza fra musulmani, ebrei e persino pagani.[1]
L'espressione Califfato dei Rāshidūn (inarabo اَلْخِلَافَةُ ٱلرَّاشِدَةُ?,al-Khilāfah ar-Rāšidah), ossia "Califfato degli Ortodossi", identifica iltrentennio circa di storia islamica (632-661) in cui laumma fu retta dai quattroCaliffi:Abū Bakr,ʿUmar ibn al-Khattāb,ʿUthmān b. ʿAffān eʿAlī b. Abi Tālib (اَلْخُلَفَاءُ ٱلرَّاشِدُونَ al-Khulafāʾ ar-Rāšidūn). L'essere stati tra imusulmani più illustri per anzianità di fede (sābiqa) e per parentela o affinità conMaometto (karāba), e l'essere stati prescelti in base a criteri di efficienza e non di appartenenza familiare, li ha fatti definire dai musulmani come "ortodossi" (rāshidūn).
Il Califfato omayyade (in araboٱلخلافة ٱلأموية?,al-Khilāfa al-Umawiyya) fu il secondo dei quattro califfati principali istituiti dopo lamorte di Maometto, governato dalla dinastia degliOmayyadi (ٱلأمويون,al-Umawiyyūn o بنو أمية,Banū Umayya, "Figli di Umayya"), provenienti dallaMecca. Fu il terzo califfo,ʿUthmān b. ʿAffān, a essere la prima autorità politica appartenente al clan, ma la famiglia stabilì un dominio ereditario e dinastico soltanto conMuʿāwiya ibn Abī Sufyān, governatore di lunga data dellaSiria che divenne il quinto califfo dopo la fine dellaprima guerra civile musulmana nel661. Dopo la morte di Muʿāwiya nel680, i conflitti di successione culminarono con unaseconda guerra civile[2] e il potere alla fine cadde nelle mani diMarwān I a un altro ramo del clan. La Siria rimase la principale base di potere degli Omayyadi da allora in poi, conDamasco nominata come capitale. La dinastia fu infine rovesciata da una ribellione guidata dagliAbbasidi nel750. I sopravvissuti si stabilirono aCordova dando origine a unemirato e, in seguito, a un califfato rimasto in vita fino al1031.[3]
Il califfatoabbaside si concluse ufficialmente nel1258, anno in cui la capitaleBaghdad fu conquistata e devastata daiMongoli diHulagu Khan, che, uccidendo l'ultimo abbaside,al-Mustaʿṣim, estinse per sempre il califfato. In realtà un ramo secondario abbaside, sopravvisse, e, dopo una breve presenza adAleppo, trovò rifugio alCairo, sotto la dorata tutela deiMamelucchi.
Seppure non riconosciuto dalle entità politiche e istituzionali, può essere anche ricordato anche il califfatoalmohade, i cuiSultani impiegavano per sé stessi la dizione diAmīr al-muʾminīn, Comandante dei credenti, un perfetto sinonimo di "Califfo".
La conquista delSultanatomamelucco da parte delSultano ottomanoSelim I nel1517 pose fine a quella fase in cui gli ultimi discendenti degli Abbasidi svolgevano una funzione di pura e semplice rappresentanza formale. Selim ricevette l'investitura da parte dell'ultimo Abbaside,Al-Mutawakkil III, con una solenne cerimonia al Cairo. I vincitori trasferirono tutti gli emblemi del potere califfale abbaside, mantello e spada diMaometto e altri oggetti ancora, adIstanbul, nella residenza sultanale delTopkapı, il cui titolare agì come califfo dei musulmani sunniti, senza incontrare alcuna contestazione tra i suoi correligionari.
A livello internazionale il titolo di califfo venne ufficialmente utilizzato, e di fatto accettato, anche dalle cancellerie europee, solo a partire dalla firma delTrattato di Küçük Kaynarca del1774.
Fin dal1919 esisteva comunque un movimento attivo in difesa dell'Impero ottomano e noto appunto col nome di "Movimento Khilafat" (Movimento per il Califfato), nato tra i Musulmani indiani ed appoggiato anche dallo stessoGandhi, che riconosceva in una istituzione pan-islamica come l'Impero ottomano, l'unico modo per tener testa all'egemonia britannica[4]. Tale movimento fu invece osteggiato dagliArabi che lo ritennero uno strumento per il mantenimento della supremazia turca. Da parte araba quindi il titolo califfale fu rivendicato da real-Ḥusayn b. ʿAlī dell'Ḥijāz, leader dellaRivolta araba, ma il suo regno venne sconfitto ed annesso nel 1925 all'Arabia Saudita daʿAbd al-ʿAzīz . Il titolo è da allora vacante.
Il califfato ottomano fu abolito nel1924 daMustafa Kemal Atatürk e i suoi poteri furono trasferiti alla Grande Assemblea Nazionale della Turchia, il parlamento della neonataRepubblica Turca.