Buona parte del territorio comunale rientra nei confini delParco Regionale della Valle del Lambro. Le aree più interessanti dal punto di vista ambientale sono il tratto brioschese della valle del Lambro e la valle della Bevera, che conservano ampie zone di verde agricolo e di boschi. L'area boschiva più importante è quella detta della "Gagiada", che si trova appunto nella valle della Bevera, tra Briosco eCapriano.
Punti panoramici degni di attenzione si trovano sulla collina diCapriano, sulla collina del Simonte e presso la cascina Verana.
Non vi sono notizie certe su Briosco prima dell'anno Mille. Il borgo doveva essere sorto certamente prima di questa epoca, forse per iniziativa di un nucleolongobardo, e doveva essersi formato per aggregazione di alcune corti rurali attorno ad un centro fortificato costruito a guardia dellavalle del Lambro.
Nel 1289Goffredo da Bussero conta a Briosco ben quattro chiese, dedicate rispettivamente a San Vittore, Sant'Ambrogio, San Gregorio e San Maurizio. Briosco faceva allora capo, e fu così ancora per molti secoli, allapieve di Agliate.
Nel Medioevo è testimoniato a Briosco anche un insediamento femminile dell'ordine degliUmiliati.
Di antica origine sono anche i mulini nella località Peregallo, sicuramente documentati dal 1402, ma certamente più antichi, dato che la località figura fin dal 1237 tra le proprietà delMonastero Maggiore di Milano.
Nei secoli successivi, il territorio di Briosco, infeudato alla famiglia Crivelli, conosce un modesto sviluppo grazie alle attività agricole e all'insediamento di alcune famiglie nobili, che qui si fanno costruire le loro residenze estive; tra queste si ricordano i Porro Lodi, gli Andreotti, i Medici di Marignano, gli Annoni, i Casanova, i Medici da Seregno[7] e i Trivulzio[8].
Nel 1898, dopo secoli di anonimato, Briosco sale agli onori della cronaca nazionale per la solidarietà che i giornali cattolici italiani manifestano a favore di numerose famiglie di contadini brioschesi minacciati di sfratto da alcuni proprietari terrieri.[9]
Intorno alla metà dell'Ottocento è costruita presso il Lambro una cartiera della dittaLebon e Compagni; dopo vari cambi di proprietà, la cartiera viene acquistata dalla famiglia Villa, che la mantiene in attività fino al 1975.
Altre attività industriali e artigianali sono sorte nei settori dellegno, del tessile e dellameccanica.
Nella frazione diFornaci si era invece sviluppata una fiorente produzione di laterizi[10] realizzati completamente a mano, mattoni pieni, pianelle per la pavimentazione e tegole per la copertura tetti, che si giovava in parte delle locali cave diargilla. Le aziende erano proprietà della famiglia Consonni che si avvaleva della collaborazione di personale residente in loco e nel pieno della stagione estiva anche di maestranze provenienti dal Bresciano a cui i titolari Consonni davano alloggio all'intera famiglia. Oggi questa attività è prevalentemente abbandonata a causa della mancanza delle materie prime ovvero argilla e terra rossa essenziali per la realizzazione dei manufatti. Dobbiamo inoltre ricordare che negli anni '50 le varie Fornaci si sono adeguate attrezzandosi con macchinari per realizzare gli attuali mattoni forati. Ad oggi è ancora attiva nella frazione di Fornaci la fornace Artistica Riva. Fondata negli anni '35-'40 dai coniugi Rebattini per dare modo alla figlia Artemisia di realizzare e cuocere le sue opere. Venuta a mancare quest'ultima quarantenne l'attività è stata ceduta agli attuali proprietari Riva che continuano nell'opera di produrre Manufatti artistici e pianelle molto apprezzate. Tuttora artisti della zona si avvalgono della laboratorio Riva per realizzare e cuocere le proprie opere.
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 29 marzo 1995.
«D'azzurro, alcastello di rosso, mattonato di nero, chiuso dello stesso, merlato alla ghibellina, il fastigio di cinque, le due torri ognuna di tre, esso castello munito di tre finestrelle tonde, di nero, una sopra la porta, due nelle torri, fondato sulla pianura di verde, accompagnato in capo da duestelle di otto raggi, d'oro, sormontanti le torri. Ornamenti esteriori da Comune.»
La figura araldica del castello fa riferimento all'ipotesi storica che in epoca altomedioevale esistesse nel territorio di Briosco un antico castello.Le due stelle alludono alle frazioni di Capriano e di Fornaci.[11]
Secondo i datiISTAT, al 31 dicembre2010 la popolazione straniera residente era di 219 persone, pari al 3,67% di tutti i residenti. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:[13]
La Biblioteca Comunale di Briosco fa parte del Sistema BibliotecarioBrianzaBiblioteche, ha sede a Briosco in Via Trieste 14, ed è aperta secondo i seguenti orari: dal martedì al venerdì dalle 15.00 alle 19.00, il sabato dalle 9.00 alle 13.00. L'iscrizione è gratuita e, una volta registrati, è possibile consultare e prendere in prestito libri, dvd, riviste e cd per ragazzi e per adulti. Al suo interno, inoltre, sono disponibili spazi per lo studio e wifi gratuito.
^Zeno Celotto, I secoli e i luoghi dei Medici da Seregno, Seregn de la memoria, 2023, pp. 60-73..
^Augusto Maria Trivulzio (a cura di), "UNICA MENS". Fiori e rami noti e meno noti dei Trivulzio, Milano, 2021..
^Domenico Flavio Ronzoni, I fatti del 1898 a Briosco.Lo scontro tra cattolici e liberali in un paese della Brianza contadina, Missaglia, Bellavite Editore, 1999.