Breda Mod. 40 | |
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Tipo | Bomba a mano aframmentazioneoffensiva ad impatto |
Origine | ![]() |
Impiego | |
Utilizzatori | ![]() |
Conflitti | Seconda Guerra Mondiale |
Produzione | |
Costruttore | Breda Meccanica Bresciana |
Varianti | Breda Mod. 35 |
Descrizione | |
Altezza | 241 mm |
Diametro | 58 mm |
Azionamento | Spoletta |
Tiro utile | 20-25 m |
Carica | Trinitrotoluene e binitronaftalina |
Peso della carica | 63 g |
Spoletta | A percussione all'impatto |
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LaBreda mod. 40 fu unagranata adottata dalregio esercito nel corso dellaseconda guerra mondiale.
Entrata in servizio nel 1940, la Breda Mod. 40, affiancò insieme allaSRCM Mod. 35 allaOTO Mod. 35 e alla progenitriceBreda Mod. 35 il parco bombe con cui ilRegio Esercito affrontò laseconda guerra mondiale. È unabomba a mano di tipooffensivo, costituita da un corpo bomba dialluminio di forma cilindrica con le due estremità tronco-coniche, verniciato di rosso, è caricato con 63 grammi ditritolo-binitronaftalina che al momento dell'esplosione proietta schegge in un raggio di 10 metri[1].
La bomba è costituita da una normaleBreda Mod. 35 con la parte superiore del corpo bomba che si prolunga in un manico di legno obachelite, nello stile delle bombe tedesche. La lunghezza totale dell'ordigno passa quindi a 241 mm. La cuffia della sicura è sostituita da una cucchiaia che al momento del rilascio dell'impugnatura, viene svincolata da una molla e si sgancia in volo. Il corpo bomba infine è inacciaio invece che in alluminio. Da questa versione fu sviluppata laBreda Mod. 42 controcarro[2].
Il funzionamento avveniva in questo modo: tolta la sicurezza ordinaria dalla spoletta, la cucchiaia della sicurezza automatica si staccava dalla bomba, sia per gravità che sotto l'azione di una molla; il traversino, trascinato dal peso della cuffia, veniva quindi sfilato dal proprio alloggiamento. Ciò si verificava tra i primi 3–5 m. della traiettoria, dopo di che la spoletta, in quanto capsula e percussore erano tenuti distanziati soltanto dalla molla antagonista, era in condizioni di funzionare all'urto contro qualsiasi cosa resistente e di conseguenza di provocare la deflagrazione della carica supplementare contenuta nella sfera.