LaBosnia ed Erzegovina, comunemente indicata anche comeBosnia-Erzegovina[9] e a volte chiamata con lasineddocheBosnia (inbosniaco,serbo ecroatoBosna i Hercegovina; in caratteri cirillici Босна и Херцеговина?), è unoStato dell'Europa situato neiBalcani occidentali.
Il nomeBosnia deriva dal nome del fiumeBosna; mentre il nome diErzegovina deriva dal titolo di «herceg» (herzeg, daltedesco:Herzog, duca), e il nome della regione significa letteralmente «la terra di herzeg» (Hercegova zemlja, Hercegovina; nome della regione che si riscontra per la prima volta nei documenti storici del1448).
I primi insediamenti umani sono riconducibili alNeolitico. Non sono molte le notizie sulle popolazioni che abitavano la Bosnia in quell'epoca, ma sembra che vi fosse la compresenza di varie popolazioni che parlavano differenti lingue. Certamente vi erano gliIlliri e vi sono tracce di una migrazione celtica nelIV secolo a.C. Nel 229 a.C. iniziò un lungo conflitto tra Illiri eRomani, descritto nelle cronache dell'epoca come uno dei più difficili e impegnativi dopo leGuerre puniche, che portò all'annessione dell'Illiria nel 9 d.C.
Tra il 337 e il 395 d.C., durante la disgregazione dell'Impero romano, laDalmazia e laPannonia divennero parte dell'Impero romano d'Occidente, durante il periodogiustinianeo divenne parte dell'Impero bizantino, per poi essere parzialmente conquistata dagliAvari. Le conoscenze della storia dei Balcani occidentali durante ilMedioevo sono frammentarie, comunque dopo l'arrivo degliSlavi a partire dal VII secolo si instaurò una struttura sociale tribale che venne parzialmente smantellata intorno al IX secolo.
Ilprincipato di Serbia e ilregno di Croazia si divisero il controllo della Bosnia ed Erzegovina nelIX e nelX secolo che in quell'epoca aveva i confini differenti; per una serie di circostanze il territorio venne poi conteso tra ilRegno di Ungheria e l'Impero bizantino fino al XII secolo, quando raggiunse l'autonomia, persa completamente in seguito alle continue invasioni turche nella prima metà del Quattrocento, tramutatesi nel1463 in una plurisecolare occupazione, durata fino al 1881.
Il primo governante bosniaco fuBorić il Bano (principe), il secondo banoKulin il cui governo segnò l'inizio di controversie religiose, legate ad unaChiesa bosniaca, spesso considerata eretica sia dai cattolici romani che dai bizantini ortodossi, e più tardi a torto associata albogomilismo. La lite scatenò di fatto una lunga ed estenuante lotta per il potere tra i Šubić e iKotromanić, che andò avanti fino al1322, quando Stefano II Kotromanić divenne bano.
Più tardi, suo nipoteTvrtko I ottenne il controllo della Bosnia e si incoronò re il 26 ottobre1377. I confini della Bosnia di Tvrtko I non coincidono con i confini della Bosnia ed Erzegovina. Il regno durò, tra varie instabilità politiche e sociali, fino al1463, quando fu occupato e distrutto dai turchiottomani, mentre l'erede della corona,Katarina Kosača Kotromanić, fuggì a Roma cercando per sé e per il suo paese la protezione del Papa, a cui lasciò anche la corona della Bosnia. I suoi figli, come numerosi suoi sudditi, furono imprigionati dai turchi e costretti ad abbandonare la fede cristiana e ad accettare l'Islam, a cui soprattutto i bogomili aderirono in massa. Dopo la caduta del regno di Bosnia, gli ottomani sottomisero gran parte del territorio della Bosnia.
L'Erzegovina, separatasi dal resto del Regno nel 1448, per iniziativa del conte delloZahumljeStefano Vukčić Kosača, che se ne proclamòHerzeg (termine derivato daHerzog, ossia Duca in tedesco, e da cui trova origine il nome attribuito da allora alla regione), resistette al dominio ottomano fino al 1482.
Devscirme o "Tributo di sangue". Miniatura ottomana tratta dalSüleymanname (1558) che rappresenta i giovani strappati alle loro famiglie per formaregiannizzeri
Laconquista ottomana segnò una nuova era nella storia bosniaca introducendo cambiamenti radicali nel panorama politico e culturale della regione, che venne assorbita dall'Impero ottomano.Il dominio durò tre secoli e portò notevoli cambiamenti, tra cui l'emergere di una comunitàmusulmana che divenne maggioritaria anche per i benefici sociali, economici e politici. L'aumento della popolazione musulmana era dovuto soprattutto ad un alto numero di conversioni all'Islam da parte dei cristiani: sebbene icristiani fossero consideratidhimmi ("protetti") secondo il diritto ottomano, erano però assoggettati al pagamento dellajizya e in certe circostanze aldevscirme.
Durante l'Impero ottomano, la Bosnia visse un periodo di pace relativa,Sarajevo eMostar divennero centri urbani di una certa rilevanza e nella capitale bosniaca venne costruita la biblioteca (Sarajevska vijećnica), la torre dell'orologio (Sarajevska sahat kula), il ponte vecchioStari Most, lamoscheaGazi Husrev-beg e laMoschea dell'Imperatore.
Molti bosniaci divennero personaggi influenti nella vita culturale, sociale e politica dell'impero ottomano, che alla fine del XVII secolo iniziò comunque a vacillare. L'instabilità portò a rivolte, malcontenti e battaglie che si conclusero con ilCongresso di Berlino e il conseguenteTrattato di Berlino (1878).
Il Congresso di Berlino del 1878 e il periodo austro-ungarico
AlCongresso di Berlino il ministroaustro-ungaricoGyula Andrássy ottenne l'occupazione e l'amministrazione della Bosnia e dell'Erzegovina. Il periodo austro-ungarico fu caratterizzato da una relativa stabilità politica, da riforme sociali e amministrative che tendevano a far diventare la Bosnia una 'colonia modello' per cercare di limitare i sentimenti antiaustriaci e antiungheresi dei croati e, soprattutto, l'insorgere di unnazionalismo degli Slavi del Sud.
Durante il dominioasburgico molte furono le riforme per superare il sistema ottomano, codificando un moderno sistema legislativo e politico e introducendo una modernizzazione generale. Vennero, inoltre, costruite tre chiese cattoliche soltanto a Sarajevo e varie nella Bosnia per sostenere la popolazione cattolica locale.
Un sanguinosocolpo di Stato nel vicino Regno diSerbia, il 10 giugno1903, instaurò aBelgrado un governo che si opponeva agli austro-ungheresi e propugnava l'unione degli Slavi del Sud sotto la bandiera del medesimo Regno di Serbia. In Bosnia-Erzegovina e in Croazia che, insieme allaSlovenia, in quel momento erano inglobate nell'impero degli Asburgo, la rivolta di Belgrado suscitò poche reazioni, ottenendo soltanto il plauso delle minoranze ortodosse, sempre più serbizzate. L'imperatore di Vienna rimase fortemente preoccupato per l'andamento dei fatti. La situazione si complicò ulteriormente dopo una rivolta all'interno dell'Impero ottomano nel1908, anche perché la Russia guardava con sempre crescente interesse verso le terre degli slavi del sud.
In una tale situazione internazionale, piuttosto complessa e delicata, il ministro russo Alexander Izvolsky si rivolse a Vienna il 2 luglio1908 per chiedere il sostegno alla richiesta di accesso delle navi dello zar allo stretto deiDardanelli verso ilMediterraneo, offrendo in cambio l'appoggio russo nella questione croata e slava in generale. Poco dopo, il 6 ottobre1908, l'Austria-Ungheria proclamò l'annessione della Bosnia-Erzegovina, scatenando reazioni contrastanti in Europa, conclusesi con l'annessione formale nel1909.
La Serbia fu scontenta dell'annessione, perché tale atto di Vienna scombussolava i suoi piani di espansione. Le tensioni politiche tra Belgrado e Vienna culminarono il 28 giugno1914, quando il giovanenazionalista serboGavrilo Principassassinò a Sarajevo l'erede al trono austro-ungaricoFrancesco Ferdinando d'Asburgo-Este, che si era dichiarato disposto a risolvere in maniera soddisfacente le richieste degli slavi dell'Impero. L'atto terroristico è considerato la miccia dellaprima guerra mondiale.
La storia della Bosnia fino alla morte di Tito, alla successiva lenta disgregazione del regime comunista jugoslavo, alla caduta delMuro di Berlino e alla fine dellaGuerra fredda coincide con quella della Jugoslavia. Alla morte diJosip Broz Tito nel1980 vi fu una turnazione di presidenti che detenevano il potere per un anno. LeOlimpiadi invernali del 1984 diedero una visibilità internazionale alla Bosnia ed Erzegovina.
In seguito a un periodo di instabilità politica, sociale ed economica, la Jugoslavia venne scossa dall'emergere di movimenti nazionalisti, che il dirigente dellaLega dei Comunisti di SerbiaSlobodan Milošević seppe manovrare facendo leva sull'idea diGrande Serbia.
Sovvertendo lo stato di diritto, che all'epoca era già piuttosto instabile, utilizzando le frange violente delle tifoserie da stadio organizzate in milizie paramilitari, l'Esercito regolare della Jugoslavia socialista (l'Esercito Popolare Jugoslavo, JNA) e i dirigenti serbi dell'Alleanza Socialista di Jugoslavia (comunisti jugoslavi), Milošević in Bosnia ed Erzegovina usò la tattica già sperimentata in precedenza in Croazia. In tale contesto, sostenne lopsichiatra epoetaRadovan Karadžić, criminale di guerra arrestato dopo lunga latitanza e condannato per crimini di guerra e di genocidio dalTPIY, il Tribunale ONU aL'Aia, e il lungamentelatitante (16 anni di latitanza conclusasi con l'arresto il 26 maggio 2011)Ratko Mladić, anch'egli condannato per crimini di guerra e di genocidio. Nel frattempo, Milošević nel giugno 1991 promosse prima la guerra in Slovenia (conclusasi dopo pochi giorni con il ritiro serbo-jugoslavo) e poi la guerra in Croazia, cercando di fare in tutti i modi e in tutti i sensi "terra bruciata", come pure fu denominata l'operazione. La Bosnia ed Erzegovina fu coinvolta involontariamente in tale furia bellica per vari motivi e a vari titoli.
La guerra divampò subito dopo il referendum sull'indipendenza della Bosnia ed Erzegovina dallaRepubblica Socialista Federale di Jugoslavia e la conseguente dichiarazione di indipendenza. Gli attori principali del conflitto furono le forze armate dellaRepubblica di Bosnia ed Erzegovina e delle formazioni militari delle autoproclamateRepubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina eRepubblica Croata dell'Erzeg-Bosnia. Al conflitto parteciparono anche formazioni paramilitari, e in esso furono coinvolti anche la forza di protezione delle Nazioni UniteUNPROFOR e laNATO. Durante la guerra furono commessi molteplici crimini di guerra e atroci massacri nell'ambito di vere e proprie operazioni dipulizia etnica. Alla sua fine diede un contributo la NATO con una decisa azione militare aerea repressiva, denominataOperazione Deliberate Force, che indusse le forze serbe ad accettare la cessazione delle ostilità e partecipare alletrattative di pace a Dayton, che consentirono di porre fine alla guerra.
Alla fine delle guerre balcaniche la Bosnia ed Erzegovina è stata posta sotto la tutela internazionale, divisa in unità amministrative e ha richiesto di essere riconosciuta nel processo diallargamento dell'Unione europea. Essendo stata la regione jugoslava più colpita dalla guerra, la comunità internazionale lavora per ristabilire un sistema giudiziario, politico, amministrativo ed economico nella nazione, combattere la corruzione e la criminalità, ristabilire un sistema economico sano e conforme al mercato europeo.
La riforma costituzionale del sistema di Dayton è stata all'ordine del giorno per tutto lo scorso decennio, senza esito. La Bosnia vi è arrivata più vicino nel 2006, con le riforme del "pacchetto di aprile" (Aprilski Paket), che tuttavia sono state battute per due voti in Parlamento. Successivi incontri nel 2009 (processo di Prud) e 2012 non hanno avuto esito.[10] A partire dal 2006, inoltre, con l'arrivo al potere nellaRepublika Srpska del partitoSNSD diMilorad Dodik, ha avuto avvio una relazione più conflittuale tra il livello statale e il livello sub-statale, con ripetute minacce secessioniste da parte della RS.
Nel dicembre 2007 la Bosnia ed Erzegovina ha sottoscritto con l'Unione europea l'accordo di Stabilizzazione e Associazione, primo passo per l'integrazione europea. Nell'aprile2008 il Parlamento bosniaco ha adottato la riforma della polizia, condizione che da tempo l'Unione europea ha posto alla Bosnia ed Erzegovina per firmare l'accordo di pre-adesione. L'accordo di Stabilizzazione e Associazione è stato firmato il 16 giugno 2008. A seguito del fallimento nel 2014 della riforma costituzionale per allineare la Costituzione bosniaca alla Convenzione europea sui diritti dell'uomo, per quanto riguarda l'elettorato passivo delle minoranze alla Presidenza e alla Camera alta (caso Sejdic-Finci), l'UE ha modificato le proprie condizioni, indicando l'adozione di una agenda di riforme socioeconomiche come condizione per l'entrata in vigore dell'Accordo di Stabilizzazione e Associazione[11], tale accordo è quindi entrato in vigore il 1º giugno 2015.
A fine 2010 sono stati inoltre rimossi i requisiti di visto Schengen per i cittadini bosniaci.
Il 7 ottobre2018 si sono svolte le elezioni parlamentari e presidenziali, le ottave dal Dopoguerra, per eleggere la Presidenza e la Camera dei rappresentanti a livello statale, la Camera dei rappresentanti della Federazione, l’Assemblea nazionale e il Presidente e i vicepresidenti della Republika Srpska, le assemblee parlamentari a livello locale, per un totale di 518 cariche elettive.
La Bosnia ed Erzegovina si trova nei Balcani occidentali, confina con laSerbia ad est, ilMontenegro a sud-est e con laCroazia a nord e ad ovest. La città diNeum nelcantone di Erzegovina-Narenta, dove la popolazione è per la maggior partecroata, è l'unico accesso almare Adriatico. Inoltre alla Bosnia ed Erzegovina appartiene l'exclave diSastavci, frazione del comune diRudo nellaRegione di Foča che è interamente circondato dal territorio del comune serbo diPriboj nelDistretto di Zlatibor. Il territorio della Bosnia ed Erzegovina è prevalentemente montuoso e collinare. La parte occidentale del paese è attraversata dalleAlpi Dinariche le cui vette superano in più punti i 2000 m.
La costaadriatica della Bosnia ed Erzegovina è brevissima, poiché si estende per circa 25 km e corrisponde all'incirca al territorio della città diNeum, popolata in maggioranza daCroati, appartenente alCantone di Erzegovina-Narenta, con sede aMostar.
LaSava è il fiume più lungo del paese e forma il suo confine naturale settentrionale con la Croazia. Drena il 76% del territorio del paese nel Danubio e poi nel Mar Nero. La Bosnia ed Erzegovina è membro della Commissione internazionale per la protezione del fiume Danubio (ICPDR).
L'Una,Sana eVrbas sono affluenti di destra del fiume Sava. Si trovano nella regione nord-occidentale della Bosanska Krajina.
Il fiumeBosna ha dato il nome al paese, ed è il fiume più lungo interamente contenuto al suo interno. Si estende attraverso la Bosnia centrale, dalla sua sorgente vicino a Sarajevo fino alla Sava, nel nord.
LaDrina scorre attraverso la parte orientale della Bosnia e per la maggior parte forma un confine naturale con la Serbia.
LaNeretva è il principale fiume dell'Erzegovina e l'unico grande fiume che scorre verso sud e sfocia nel mar Adriatico.
Il lago più importante è ilPerućac, di origine artificiale, lungo il corso della Drina, a sud-est del Paese, condiviso per un sesto della sua estensione con laSerbia.
Come in gran parte dell'Europa centro-orientale e sud-orientale, il clima della Bosnia ed Erzegovina è tipicamente continentale, con inverni generalmente rigidi e nevosi ed estati con discrete escursioni termiche giornaliere, in cui non mancano periodi caldi ed afosi. Particolarmente frequenti e abbondanti, come in tutti i Balcani, le precipitazioni.
La popolazione residente in Bosnia ed Erzegovina è di 3,517 milioni di abitanti (nel 2016), ed abita nelle aree urbane per il 48%. L'aspettativa di vita è di 68,5 anni, ma il paese detiene un record negativo di nascite. Infatti, ilcoefficiente di Gini è il più alto in Europa (0,56), seppure la lista degliStati per uguaglianza di reddito indichi un valore di 0,262 per l'anno2001. Il tasso di disoccupazione si attesta al 34%. La mortalità infantile è del 13 per mille, mentre il tasso di alfabetizzazione è del 97,9%.[14]
La popolazione in Bosnia-Erzegovina nel 2013, ridottasi a causa del conflitto, è costituita da abitanti di etnie e religioni diverse: bosniaci (musulmani, 50%), serbi (ortodossi, 36%) e croati (cattolici, 14%).
Il titolo di etnia alla popolazione di fedeislamica, o di tradizione islamica, venne riconosciuto nel 1961. In questo modo il governo dellavecchia Federazione iugoslava intese riconoscere alla componente maggioritaria presente nella regione diritti analoghi alle altre comunità (serba, croata, slovena, macedone...).
Fino allo scoppio del conflitto nazionalista (1991-1995), la Bosnia ed Erzegovina veniva considerata come esempio di paese multietnico in cui si era raggiunto un sereno equilibrio tra le diverse comunità. I problemi tuttavia erano solo sopiti e si manifestarono con le armi. Infatti la convivenza di popolazioni di religione islamica (i bosgnacchi) accanto a quelle cristiane (i serbi e i croati) non era facile.
Secondo ilcensimento del1991, la Bosnia ed Erzegovina era per il 44% etnicamente bosniaco-musulmana (all'epoca dichiaratimusulmani, successivamente per indicare i cittadini bosniaci di religione islamica è stato coniato nel 1994 il terminebošnjak, bosgnacco), per il 31% serba e per il restante 17%croata (la maggior parte dei quali stanziati in Erzegovina), con il 6% delle persone che si dichiaravano jugoslave (queste comprendevano le persone provenienti da matrimoni misti, così come alcuni "patrioti" jugoslavi). Esisteva anche una forte correlazione tra identità etnica e religione; l'88% dei croati eracattolico, il 90% dei bosniaci praticava l'Islam e il 99% dei serbi eraortodosso.
Secondo i dati delCIA World Factbook, relativi al 2006, la Bosnia ed Erzegovina era etnicamente formata:
al 48% dabosgnacchi (per la maggior partemusulmani)
Oltre a coloro che non si riconoscono nei cosiddetti trepopoli costitutivi, la Costituzione riconosce come appartenenti al gruppo degli "Altri" anche i membri delleminoranze nazionali. Una legge del 2003 ne riconosce ufficialmente 17:albanesi, cechi,ebrei,italiani,macedoni,montenegrini,polacchi,rom,romeni,russi,russini,slovacchi,sloveni,tedeschi,turchi,ucraini eungheresi. Da precisare che dal 2008 la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha chiaramente indicato che la nozione di popolo costitutivo così come l'utilizzo politico che ne consegue rappresentano una nozione discriminatoria nei confronti dei cosiddetti "altri" e quindi non ammissibile in una società democratica.[senza fonte]
La religione più diffusa in Bosnia ed Erzegovina è l'islam. Secondo i dati del censimento del 2013; i musulmani sono circa il 51% della popolazione, circa il 46% della restante popolazione risulta divisa tra il cristianesimo ortodosso e cristianesimo cattolico.
I primi ebrei giunsero in Bosnia dopo l'espulsione dallaSpagna del1492; accanto a questo primo nucleo sefardita, nel1686 si aggiunse un nucleoaschenazita proveniente dall'Ungheria. Iturchi ottomani che allora dominavano la Bosnia accolsero gli ebrei e concessero una buona autonomia, che permise loro di prosperare. I rapporti con le altre etnie erano assolutamente pacifici. Nel1878 l'Impero austro-ungarico conquistò la Bosnia e ciò determinò l'arrivo di altri ebreiaschenaziti provenienti dall'impero. Nel1940 si stima che circa 14 000 ebrei vivessero in Bosnia, di cui 10 000 aSarajevo.
Nel1941 l'invasione nazista portò alla creazione delloStato Indipendente di Croazia retto daAnte Pavelić, che portò avanti lo sterminio degli ebrei. Si stima che 10 000 ebrei siano stati uccisi, mentre i restanti entrarono a far parte dellaresistenza jugoslava.
Prima delle guerre jugoslave, gli ebrei in Bosnia erano circa 2 000; lo scoppio della guerra spinse molti ebrei ad emigrare versoIsraele. Ad oggi la comunità conta sulle 1 000 persone, di cui 700 aSarajevo; i rapporti con le altre etnie e gruppi religiosi sono rimasti buoni.[17]
Le lingue ufficiali sono ilbosniaco, ilserbo e ilcroato[1]. Sulla carta le differenze fra le tre lingue sono minime; in linea di massima vengono usati il bosniaco e il croato nellaFederazione di Bosnia ed Erzegovina, con alfabeto a caratteri latini, mentre si usano il serbo e il bosniaco nellaRepubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina, con alfabeto a caratteri cirillici. I madrelingua bosniaci nel Paese sono il 53% della popolazione, vale a dire 1 866 585 (secondo il censimento del 2013), i madrelingua serbi sono il 36% secondo il censimento del 2008 ed i madrelingua croati sono l’11% della popolazione, cioè 469 000 secondoEthnologue.
Distretto di Brčko, territorialmente composto da territori di entrambe le entità avendo autonomie amministrative proprie.
L'ex repubblica iugoslava della Bosnia ed Erzegovina risulta di fatto divisa in due zone, la Federazione croato-bosgnacca (51% del territorio) e la Repubblica serba (il restante 49%). A seguire si vedala suddivisione dello stato.
Ciascuna delle due zone ha un proprio ordinamento che, nel caso della prima, prevede una complessa gerarchia di ruoli e responsabilità volta a garantire il mantenimento di buoni rapporti di convivenza tra le etnie musulmana (bosgnacca) e croata cattolica.
Tale architettura amministrativa e politica si ripete per la Presidenza centrale della repubblica, al cui vertice stanno tre membri eletti a suffragio universale in rappresentanza delle tre etnie.
LaCamera dei popoli conta 15 membri, due terzi eletti dalla Camera dei popoli della Federazione della Bosnia ed Erzegovina (5 croati e 5 bosniaci) e un terzo dall'Assemblea Nazionale dellaRepublika Srpska (5 serbi).
I deputati della Camera dei rappresentanti sono eletti a suffragio diretto ogni quattro anni con sistema proporzionale.
I 15 membri della Camera dei popoli sono nominati ogni quattro anni. L'Assemblea Nazionale dellaRepubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina (Republika Srpska) nomina i 5 membri in rappresentanza della comunità serba, mentre l'Assemblea dei Popoli dellaFederazione di Bosnia ed Erzegovina ne designa 5 per ciascuna delle altre due etnìe.
I disegni di legge devono essere approvati da tutte e due le camere del Parlamento. Le deliberazioni sono prese secondo il criterio della maggioranza dei votanti; all'interno della quale deve essere rispettato il principio di un terzo dei membri di ogni componente (se durante la seduta non vi è un terzo dei membri di ogni etnia la legge non entra in vigore).
LaFederazione di Bosnia ed Erzegovina è divisa in dieci cantoni, ognuno provvisto di proprie istituzioni: cinque cantoni hanno una chiara maggioranza etnica bosgnacca (Una-Sana, Tuzla, Zenica-Doboj, Podrinje Bosniaca e Sarajevo), tre sono a maggioranza croata (Posavina, Erzegovina Occidentale, Bosnia Occidentale), negli altri due vi è una composizione mista (Bosnia Centrale, Erzegovina-Narenta). Il suo Parlamento è a struttura bicamerale, composto da una Camera dei rappresentanti di 140 membri e da una Camera dei popoli di 80 componenti - eletti dai consiglieri dei dieci cantoni -, paritetica tra rappresentanti bosgnacchi e croati.
Al suo interno le tre componenti etniche devono essere in uguale misura per ciò che riguarda i ministri croati, serbi e bosgnacchi.
La guida è affidata al Presidente del Consiglio dei ministri, nominato dalla Presidenza con conseguente approvazione da parte della Camera dei rappresentanti. Il Presidente del Consiglio dei ministri deve essere di etnia diversa dal Presidente di turno della triade presidenziale.
Il Ministro delle Finanze, del Commercio Estero, dei Diritti Umani e dei Rifugiati, della Sicurezza e della Giustizia devono essere approvati da parte dell'Alto Rappresentante ONU della Comunità internazionale in Bosnia.
La Presidenza della Bosnia ed Erzegovina è unorgano collegiale composto da tre membri che costituisce l'autorità massima della federazione. I tre membri sono eletti direttamente dal corpo elettorale e in modo contestuale ogni quattro anni; ognuno dei tre membri rappresenta uno dei trepopoli costitutivi: ibosgnacchi, iserbi e icroati. Ciascun membro assume a rotazione la carica di presidente della presidenza per un periodo di otto mesi. In caso di decesso o impossibilità di uno dei membri della Presidenza, la Camera dei rappresentanti nomina il sostituto.
I principali compiti della Presidenza sono:
la nomina del Presidente del Consiglio dei ministri;
la nomina di ambasciatori e altri rappresentanti internazionali della Bosnia ed Erzegovina;
la gestione della politica estera della Bosnia ed Erzegovina;
la gestione dei rapporti della Bosnia-Erzegovina in organizzazioni e istituzioni internazionali.
Secondo gliAccordi di Dayton, è stata istituita la figura dell'Alto rappresentante per la Bosnia ed Erzegovina, la più alta autorità civile del paese, a cui spettano dei compiti di controllo, di monitoraggio e supervisione relativi all'Annesso X dell'Accordo di Dayton (Aspetti civili), nonché potere di imposizione di provvedimenti legislativi e di rimozione di pubblici funzionari che ostacolino l'attuazione della pace.
La nomina dell'Alto Rappresentante è effettuata dallo Steering Board del Peace Implementation Council (PIC), un organo di 55 Stati ed organizzazioni internazionali (di cui l'Italia è membro permanente) ed è approvata ufficialmente dalConsiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
IlDistretto di Brčko, situato nel nord del paese al confine con laCroazia gode, ai sensi dell'Arbitrato interno del 1999, di un elevato grado di autonomia rispetto al paese anche in materia economica e fiscale. Il distretto è stato ufficialmente stabilito l'8 marzo 2000 con una decisione dell'allora Alto Rappresentante delle Nazioni UniteWolfgang Petritsch.
Il sistema sanitario del paese non è ancora a livelli qualitativi paragonabili agli standard occidentali. Un grave problema risulta essere l'alto numero dimine inesplose, che cagionano ogni anno numerosi decessi e feriti. Nel2007, si sono manifestati dei focolai diinfluenza aviaria.[19][20]
Le forze armate di Bosnia ed Erzegovina sono state unificate in una singola entità nel 2006, con la fusione fra l'Esercito della Bosnia ed Erzegovina e l'Esercito della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina, che avevano difeso le rispettive regioni. Il Ministero della Difesa è stato costituito nel 2004. Le forze armate bosniache comprendono l'Esercito bosniaco, l'Aeronautica Militare bosniaca e la Difesa Aerea. L'Esercito bosniaco consiste di 10 000 uomini in servizio attivo, più 5 000riservisti. Tale esercito è composto da veicoli ed equipaggiamenti di origine americana, jugoslava, sovietica ed europea. L'Aeronautica dispone di 2 500 uomini e di circa 45 velivoli, la maggior parte dei quali sono mezzi di trasporto e di addestramento. La Difesa Aerea utilizza missili spalleggiabili MANPAD, batterie dimissili SAM, cannoni AA e radar. La maggior parte dell'equipaggiamento antiaereo è di origine sovietica.
Dal dicembre 2006, le Forze Armate della Bosnia ed Erzegovina hanno preso parte alle operazioni in Iraq.
Il conflitto (1992-1995), scoppiato tra le tre etnie costituenti la Bosnia (croata, bosgnacca, serba), si è concluso con l'intervento dell'ONU e dellaNATO insieme all'Unione europea.
Con gli stessi accordi è entrata in vigore la Costituzione della Bosnia ed Erzegovina, che non è un documento indipendente, bensì costituisce l'Annesso 4 dell'Accordo di Dayton.
La Bosnia ed Erzegovina è dotata di istituzioni "statali" centrali: una Presidenza tripartita, un Parlamento bicamerale con unaCamera dei rappresentanti e unaCamera dei popoli, un Consiglio dei Ministri, una Corte Costituzionale ed una Banca Centrale. La Presidenza tripartita è composta da tre membri, esponenti dei tre gruppi etnici maggioritari, bosgnacco, serbo e croato.
La forma giuridica delle due singole Entità è stabilita dalle proprie Costituzioni, che prevedono per entrambe un Presidente e due Vice Presidenti, un Parlamento (bicamerale per la Federazione e monocamerale per la Republika Srpska) ed un Governo. Le due Entità godono di larghissima autonomia, anche se hanno istituzioni comuni in limitate materie, tra cui politica estera, doganale e monetaria. Nel settore della difesa è prevista invece una competenza propria delle due Entità, che dovranno tuttavia essere dotate di forze militari bilanciate.
Dalla fine del conflitto, il quadro politico-amministrativo scaturito dagli accordi di pace ha sostanzialmente retto, funzionando senza interruzioni. Non bisogna però dimenticare che, proprio a garanzia di quegli accordi, alcuni contingenti militari stazionano permanentemente in diversi punti del territorio.
La Bosnia ed Erzegovina è membro delleNazioni Unite ed è candidato all'adesione allaNATO dall'aprile 2010, quando ha ricevuto un piano d'azione per l'adesione. Il paese è membro anche dell'Iniziativa Adriatico Ionica ed è candidato all'adesione all'Unione europea.
IlPIL nominale (a prezzi correnti) del Paese nel2012 è stato di 17 326 milioni didollari americani. La Bosnia si è impoverita molto a causa della guerra e anche per questo vi è il problema dell'emigrazione. L'agricoltura non porta molti frutti, mentre l'allevamento del bestiame e lo sfruttamento del patrimonio forestale sono molto produttivi, poiché nel sottosuolo ci sono ferro e carbone. Anche se di piccole dimensioni esistono industrie siderurgiche, metallurgiche, chimiche, elettroniche, ecc.
Inquinamento atmosferico causato dalle industrie, scarsità di acqua e servizi sanitari carenti o inesistenti sono alcuni dei problemi ambientali che affliggono la Bosnia-Erzegovina, sebbene la questione prioritaria rimanga la ricostruzione delle infrastrutture distrutte dalla guerra civile. Dalla fine della guerra la maggior parte degli sforzi sono stati indirizzati al ripristino delle strutture e dei servizi di base piuttosto che alla soluzione delle problematiche ambientali.
Il paese ha partecipato come osservatore al World Conservation Congress (Congresso mondiale sulla conservazione ambientale) tenutosi a Montréal nel 1996 e ha sottoscritto alcuni trattati internazionali in materia ambientale riguardanti l'inquinamento atmosferico, l'abolizione dei test nucleari, la vita marina e la protezione dell'ozonosfera. Tra le aree protette si ricordano il Parco nazionale Kozara, nel nord del paese, e il Parco nazionale Sutjeska, al confine con il Montenegro.
LaCarta di Kulin il Bano (29 agosto 1189)[21] può essere considerata l'atto di nascita simbolico della sovranità bosniaca, in quanto è il primo documento scritto con riferimenti precisi sui confini della Bosnia stessa (tra i fiumi Drina, Sava e Una) e sullo stato bosniaco. Scritto incirillico bosniaco, la Carta del bano Kulin si concretizzava in un accordo commerciale tra la Bosnia e la Repubblica di Ragusa.
Sul piano religioso, la Bosnia ed Erzegovina, da qualche tempo, è anche nota per leApparizioni di Međugorje, fenomeni che si verificano dal24 giugno1981 nella cittadina bosniaca diMeđugorje.
L'architettura in Bosnia ed Erzegovina è in gran parte influenzata da quattro periodi principali, in cui i cambiamenti politici e sociali hanno determinato la creazione di distintive abitudini culturali e architettoniche. In questa regione ogni periodo ha fatto sentire la sua influenza e ha contribuito a una maggiore diversità di culture e di linguaggi architettonici.
Comprensorio sciistico della Jahorina, che nel 1984 ospitò le Olimpiadi invernali di Sarajevo
La Bosnia ed Erzegovina ha una buona tradizione sportiva in varie discipline: nell'atletica figurano importanti atleti comeAmel Tuka, medaglia di bronzo negli 800 metri ai Mondiali di atletica leggera del 2015. Anche il calcio è molto seguito con buone squadre del campionato e giocatori qualiDušan Bajević eIvica Osim. Per la pallacanestro la Bosnia ed Erzegovina ha ottenuto varie volte la qualificazione al campionato di Eurobasket. Per la boxe possiamo ricordareMarijan Beneš, mentre nel torneo di scacchi un posto rilevante è occupato daBorki Predojević, vincitore di due campionati europei giovanili e unCampionato mondiale U16, nel 2003 in Grecia.LaNazionale di calcio della Bosnia ed Erzegovina nacque dall'indipendenza dalla Jugoslavia; il suo miglior risultato è stato la qualificazione almondiali del 2014, concluso per i bosniaci al terzo posto del proprio raggruppamento. Tra i calciatori più rappresentativi spiccanoEdin Džeko,attaccante delFenerbahçe e dellanazionale bosniaca, di cui è il capitano,Miralem Pjanić,centrocampista delloSharjah e dellanazionale bosniaca, eSenad Lulić, ex calciatore di ruolocentrocampista che ha legato gran parte della sua carriera allaLazio. AiXI Giochi paralimpici estivi di Sydney 2000 la Bosnia ed Erzegovina ha vinto la sua prima medaglia: la medaglia d'argento nella pallavolo (squadra maschile). AiXII Giochi paralimpici estivi di Atene 2004 giunse la prima medaglia d'oro, sempre nella pallavolo (squadra maschile).
^Tecnicamente, secondo gliAccordi di Dayton, vi sarebbe anche la figura dell’Alto rappresentante per la Bosnia ed Erzegovina, il cui scòpo, come membro super partes e sovra ordinato a tutti gli ufficiali governativi, è quello di garantire, con interventi straordinari, la pacifica e corretta applicazione del suddetto trattato. Tale incarico, al momento, è detenuto dal tedescoChristian Schmidt dal 1º agosto 2021, e la figura è responsabile dinnanzi alConsiglio per l'attuazione della pace.
^Tale nome tuttavia non riproduce fedelmente i toponimi nelle lingue usate nel paese, che usano una congiunzione e non il trattino tra i nomi delle due regioni storiche.