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Berberi

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Berberi
Imaziɣen
ⵉⵎⴰⵣⵉⵖⵏ
Bandiera berbera
 
Luogo d'origineMaghreb (Tamazɣa)
Popolazione36 milioni[1]
Linguaberbero
ReligioneIn maggioranzaislam (sunnismo eibadismo)
Minoranzecristiane edebraiche
Distribuzione
Marocco (bandiera) Marocco20 milioni[2][3]
Algeria (bandiera) Algeria15 milioni[3]
Tunisia (bandiera) Tunisia800.000
Libia (bandiera) Libia750.000
Manuale
Due suonatori tradizionali (idebbalen) e il calciatoreZinédine Zidane

Iberberi (in berberoⵉⵎⴰⵣⵉⵖⵏ,Imaziɣen) costituiscono ungruppo etnico autoctono dell'odiernoMaghreb. I berberi comprendono quelle popolazioni tradizionalmente di lingua berbera che non sono statearabizzate e rappresentano una vasta minoranza delle popolazioni diMarocco eAlgeria. Minoranze berbere sono distribuite anche inLibia,Tunisia, nell'oasi diSiwa inEgitto e inMauritania. Sottogruppo berbero sono ituareg, distribuiti inAlgeria, Libia,Mali,Niger eBurkina Faso. Berberi erano anche iguanci delleisole Canarie.

Citati già in alcune iscrizioni egizie, varie popolazioni berbere durante ilperiodo antico, quali iMauri, iMassili, iMassesili, iMusulami, iGetuli e iGaramanti, dettero vita a vari regni, i principali dei quali furono laMauretania e laNumidia. Durante ilMedioevo nacquero variregni romano-berberi. Laconquista omayyade del Maghreb nel VII secolo avviò un ampio processo diislamizzazione e parzialearabizzazione delle popolazioni berbere. Varie dinastie berbere, tra i quali iBanu Barghawata, gliZiridi, gliHammamidi, gliAlmoravidi, gliAlmohadi, iMerinidi, iWattasidi, iZayyanidi e iHafsidi, costruirono propri regni in Maghreb e inal-Andalus.

L'identità berbera moderna emerse in occasione della conquista araba e venne riscoperta daifrancesi nel XIX secolo e dalberberismo nel XX. Vaste comunità di berberi si stabilirono a partire dal XX secolo in Francia,Spagna,Paesi Bassi,Belgio,Italia,Germania,Stati Uniti d'America,Canada eIsraele.

Etimologia

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Il nome "berbero" è un calco del vocabolofranceseberbère, a sua volta derivato dal termine greco-romano "barbaro", volto a designare chi non parlava il latino o ilgreco.Sallustio nel suoBellum Iugurthinum definì la lingua deiLibibarbara lingua (cap. 18). L'endonimo usato da molti berberi èamazigh, che significa "uomini liberi".

Storia

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Origini e antichità

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Popolazioni berbere citate da fonti egizie
Lo stesso argomento in dettaglio:Africa (provincia romana), Numidia, Mauretania, Garamanti e Getuli.

I fossili umani paleolitici affini ai berberi propriamente detti, databili intorno al 20 000 a.C., sono noti in paleo-antropologia con il nome diuomo diMechta-Afalou, una variante del paleo-europoide del tipo diCro-Magnon.

Nell'antichità i berberi erano noti sotto varie denominazioni: gli antichiEgizi conoscevano iṯḥnw (menzionati dal "re Scorpione" dell'età predinastica, intorno al 3000 a.C.), iṯmḥw, iRbw e imšwš (questi ultimi due probabilmente da leggere rispettivamenteLibu, ovvero i "Libi", eMashuash). I capi dei "mashuash" intorno al 1000 a.C. divennero addirittura faraoni. Nello spirito di riscoperta delle proprie tradizioni che anima da alcuni decenni diversi intellettuali berberi, molti di loro fanno iniziare il loro calendario dal 950 a.C., approssimativa data di ascesa al trono diSheshonq I, iniziatore dellaXXII dinastia egizia, anche se probabilmente era già libica anche la dinastia precedente.

In epoca successiva, molti nomi di popoli e tribù berbere ci giungono da storici greci e latini, a partire daErodoto.

Popolazioni berbere citate da Erodoto

In particolare si ricordano i Libi nelle regioni occidentali dell'attuale Libia, iNumidi nell'attuale Algeria, iMauri nell'attuale Marocco, mentre nelle zone interne vi erano soprattutto iGaramanti e iGetuli.

A partire dal I millennio a.C. il Nordafrica conobbe la colonizzazione di vari popoli. Da principio Fenici e Greci (Cartagine è fondata intorno all'814 a.C.,Oea-Tripoli nel VII secolo a.C.,Cirene intorno al 630 a.C.). In seguito fu il turno deiRomani, che contesero ai Cartaginesi la supremazia sulla regione.

Intorno al III secolo a.C. si cominciano ad avere notizie precise su veri e propri Stati berberi, con propri re e una propria organizzazione: i regni diNumidia e diMauretania. A quest'epoca risalgono alcune figure celebri comeMassinissa,Giugurta,Giuba II, ecc.

Dopo diverse vicende, che li videro sempre meno autonomi, i regni berberi persero definitivamente la loro indipendenza nel 40 d.C., sottoCaligola.

Durante la dominazione romana moltiberberi romanizzati emersero nelle arti, nella politica e nella religione, esprimendosi nella lingua scritta del tempo: illatino.

Vi furono così:

Dopo essere rimasto per lungo tempo sotto la dominazione romana il Nordafrica subì nel V secolo le invasioni deiVandali diGenserico, che costituirono regni nord-africani, finché nel 534, una spedizione condotta daBelisario, inviata daGiustiniano lo riconquistò alla sovranità diBisanzio. Tale conquista però durò poco più di un secolo, giacché nel VII secolo si affacciarono i nuovi conquistatori, gliArabi.

A questo periodo appartiene anche la costruzione deijedar, tredici monumentalimausolei berberi situati a sud diTiaret, in Algeria. Il loro nome deriva dall'arabo جدار (jidār, muro), ed erano tombe pre-islamiche risalenti allatarda antichità (forse IV-VIII secolo).[5]

Dalla conquista islamica al colonialismo

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Una vecchia stanza berbera in Marocco

Laconquista araba del Nordafrica si svolse in varie fasi. Da principio gli eserciti musulmani, dopo aversottomesso l'Egitto, si portarono a ovest della Libia, raggiungendo laTunisia meridionale e fondando la città-accampamento militare (misr) diQayrawan. Da lìʿUqba b. Nāfiʿ partì, intorno al 685, per la sua celebre "cavalcata" che lo portò fino alle spondeatlantiche delMarocco meridionale (la tradizione vuole che fosse entrato nell'oceano a cavallo, a significare che aveva conquistato all'Islam tutte le terre fino agli estremi confini occidentali). ʿUqba trovò un forte avversario inKusayla, un capo berbero da lui catturato e pubblicamente umiliato, che riuscì a fuggire, organizzò la resistenza, lo sorprese a Tahuda, sulla via del ritorno, e lo uccise.

Dopo alterne vicende la resistenza berbera all'invasione araba fu sostenuta daDihya, regina dei berberi della tribù Gerawa, più conosciuta con il soprannome attribuitole dagli arabi, Kahina (traducibile instrega); condusse anch'essa un'aspra campagna e tenne a lungo in scacco gli invasori. Prevedendo la propria sconfitta essa esortò i suoi figli ad allearsi con il futuro vincitore in modo da conservare comunque il potere. Poco dopo iniziò l'islamizzazione delMaghreb, e nel 711 le truppe islamiche cheinvasero la penisola iberica sotto la guida diTāriq ibn Ziyād erano costituite in massima parte da maghrebini.

Ebrei berberi sulmonte Atlante, Marocco, anno 1900

Geografia

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Per molto tempo (in pratica fino agli inizi del XIX secolo quando iniziò la colonizzazione europea) il Nordafrica è stato denominato dagli europeiBarberìa, ossia il "Paese dei Berberi", cosicché gli Stati del Nordafrica sono stati chiamatiStati barbareschi, è la lingua franca barbaresca la lingua di scambio in uso in quelle regioni. Nel mondo arabo-islamico invece era in uso soprattutto l'espressioneMaghreb (ossia "Occidente").

Successivamente i berberi hanno creato, a partire dal loro nome,amazigh, l'espressioneTamazgha che si riferisce al complesso di tutti i Paesi dove è (o è stata) parlata la lingua tamazight. I Paesi che vengono considerati facenti parte di Tamazgha sonoMarocco, Algeria,Libia,Tunisia, Egitto,Sahara Occidentale, Mauritania,Mali, Niger,Burkina Faso, nonché le isole Canarie, in cui la lingua non è più parlata.

Lingua

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Lo stesso argomento in dettaglio:Lingua berbera e Letteratura berbera.

La lingua berbera otamaziɣt appartiene alla famiglia linguisticaafroasiatica o camito-semitica. La sua estensione copre quasi tutta l'Africa del Nord, dall'Oceano Atlantico fino all'Egitto occidentale; sembra che una varietà di berbero fosse un tempo parlata anche dai guanci delleisole Canarie. L'Associazione di Cultura Tamazight, con sede aLas Palmas, si dedica alla ricerca e alla riscoperta di questa lingua.[6]

La lingua berbera fu in passato duramente repressa dai Paesi del Nordafrica che si proclamavano arabi, che procedettero a sistematiche campagne diarabizzazione; in tali Paesi non esistono canali di telecomunicazione di lingua berbera. Una rete televisiva satellitare in berbero è stata, invece, realizzata in Francia (Berbèr TV). Recentemente sono nati due canali televisivi in lingua berbera in Marocco (Tamazight TV) e Algeria (Berbère Télévision).

Scrittura

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I Berberi possiedono una scrittura, la cosiddetta "scrittura libica" (di cui si conoscono due varianti: quella orientale e quella occidentale), attestata da numerose iscrizioni antiche, risalenti anche al I millennio a.C. Questa scrittura è preservata solo daiTuareg (che la chiamano "tifinagh"), è stata modificata per poter trascrivere i suoni tipici dei dialetti berberi del Nord ("neo-tifinagh") ed è stata adottata dall'Istituto Reale della Cultura Amazigh (IRCAM) per la trascrizione ufficiale del berbero in Marocco.

La scrittura adottata nelle scuole dellaCabilia (Algeria) a partire dal 1995 è in caratteri latini ed è stata standardizzata secondo le indicazioni di una serie di convegni e conferenze sullapianificazione linguistica del berbero.

La frase mnemonica che conterrebbe l'intero alfabetotifinagh

Etnia

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"Le signore del Tassili", una famosa pittura rupestre -Tassili n'Ajjer

I berberi rappresentano una popolazioneeuropoide. Sembra che almeno fino all'età del bronzo (circa 1200 a.C.) tra le popolazioni berbere fosse piuttosto diffusa ladepigmentazione, cioè l'albinismo e ilbiondismo come carattere genetico, documentata anche da pitture rupestri delTassili e in iscrizioni egiziane. La depigmentazione sopravvive in forma residuale, in particolare tra i berberi dell'Atlante, in Marocco, ed è anche testimoniata dagli spagnoli per iGuanci delle Canarie.

In realtà, per quanto si risalga indietro nel tempo, i Berberi sembrano avere popolato il Nordafrica fin dalNeolitico. Questo popolo è entrato nella storia già cinquemila anni fa: popolazioni berbere sono infatti citate fin dal 3000 a.C. nei testi egiziani.

La gran parte della popolazione inMarocco e Algeria è di origine berbera e comunità significative berbere sono presenti inTunisia e Libia. Minoranze berbere si trovano anche inMauritania, nelle regioni più occidentali dell'Egitto settentrionale e in alcuni Stati dell'Africa occidentale, in particolar modo nel Niger e nel Mali (iTuareg).

Molte associazioni culturali, in Nordafrica e nei Paesi di emigrazione, sono sorte per rappresentare le istanze dei Berberi e per difendere i loro interessi e i loro diritti negati. Dal 1997 esiste un'organizzazione sovranazionale indipendente, ilCongresso Mondiale Amazigh, che mira a rappresentare con una voce unica a livello internazionale le associazioni culturali berbere di ogni parte del mondo.

Soltanto a seguito dellaprimavera araba i politici hanno reso la lingua berberalingua ufficiale in Marocco dal 2011[7] e in Algeria dal 2016[8].

Famiglia berbera di umili condizioni economiche in una litografia dell'Ottocento

Cultura materiale

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Alimentazione

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Lo stesso argomento in dettaglio:Cucina berbera.

Per quanto riguarda l'alimentazione[9] il piatto più caratteristico del Nordafrica è ilcuscus, alimento costituito dasemola difrumento o d'orzo cotta a vapore e guarnita in vari modi, perlopiù con carni in umido o verdure e qualche volta anche pesce in umido.

Un'altra consuetudine alimentare tipicamente nordafricana è quella di preparazioni a base di farina di orzo raccolto ancora verde e poi tostato (cui si uniscono ingredienti vari, tra cuifieno greco,lenticchie,cumino, ecc.). A seconda dei luoghi e delle lingue prevalenti, berbero (B) o arabo (A), queste preparazioni hanno il nome ditazemmiṭ (B),arkuku (B),swik (B),zummiṭa (A), tutte di un tipo che normalmente viene impastato solo con acqua e non dolcificato;aḍemmin (B),bsisa (A),ṭemmina (A), di un tipo che invece viene impastato anche con olio e spesso arricchito di elementi dolcificanti (datteri,miele...)arkul. Quest'ultimo cibo, gustoso e nutriente costituisce spesso l'elemento tipico dell'alimentazione durante ilramadan o per le partorienti che devono riprendere forze. Si tratta di un cibo assai antico (nel romanzo diApuleio,Amore e Psiche, Psiche ammansisceCerbero con dueoffae polentae «focacce fatte di farina di orzo tostato»). Questo cibo è anche una specialità delleisole Canarie, denominatagofio.

Bevande

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Rappresentazione del "rito del tè"

Il, soprattutto quello allamenta, è forse la bevanda più diffusa tra la gente berbera, soprattutto in Marocco e nel resto del Nordafrica.

Abbigliamento

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Riguardo all'abbigliamento maschile l'elemento più caratteristico di tutto ilMaghreb è ilburnus, un ampio mantello di lana con cappuccio. Questo vale per i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo o sull'Atlantico, mentre l'abbigliamento deituareg è leggermente diverso ed è caratterizzato da un velo (tagelmust) che copre la bocca e gran parte del volto, lasciando liberi solo gli occhi. Tra gli indumenti invernali maschili vi è anche laqashabiya.

Note

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  1. ^Steven L. Danvers.Native Peoples of The World. Routledge, 2012. Google Books. Web. 10 Mar. 2015.Berber
  2. ^World Directory of Minorities and Indigenous Peoples,Berber
  3. ^abLes Berbères en Afrique du Nord
  4. ^Les langues de France : un patrimoine méconnu, une réalité vivante
  5. ^Kadra (1983); LaPorte (2005) il quale fornisce alcune informazioni omesse da Kadra.
  6. ^The language of Canaries (Tamazight Culture), sugrancanariatraveltips.wordpress.com.
  7. ^Approvato in Marocco il referendum per le riforme costituzionali volute da re Mohammed VI, suilsole24ore.com.
  8. ^Algeria. Approvate le riforme costituzionali, sunena-news.it.
  9. ^Sull'alimentazione berbera cf. Vermondo Brugnatelli,Elementi per uno studio dell'alimentazione nelle regioni berbere, in: D. Silvestri, A. Marra, I. Pinto (a c. di),Saperi e sapori mediterranei. La cultura dell'alimentazione e i suoi riflessi linguistici (Napoli, 13-16 ottobre 1999), Napoli 2002, vol. III, pp. 1067-1089.

Bibliografia

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  • Brett, Michael & Fentress, Elizabeth,The Berbers, Oxford UK-Cambridge USA, Blackwell, 1996ISBN 0-631-16852-4
  • Bougchiche, Lamara:Langues et littératures berbères des origines à nos jours, Paris, Ibis Press, 1997,ISBN 2-910728-02-1
  • Camps, Gabriel,I Berberi, Milano, Jaca book, 1996ISBN 88-16-43605-0
  • Chaker, Salem, "Amazigh, '(le/un) Berbère", in: S. Ch.,Linguistique berbère. Études de syntaxe et de diachronie, Paris-Louvain, Peeters, 1995, pp. 125–131 -ISBN 2-87723-152-6
  • Chaker, Salem & Zaborski, Andrzej (eds.),Études berbères et chamito-sémitiques. Mélanges offerts à K.-G. Prasse, Paris-Louvain, Peeters, 2000 -ISBN 90-429-0826-2
  • Claudot-Hawad, Hélène,Touaregs. Apprivoiser le désert, Paris, Gallimard, 2002. (CollectionDécouvertes Gallimard; Cultures et société; nº 418).
  • Féry, Raymond,Médecin chez les Berbères , Versailles, Ed. de l'Atlanthrope, 1986,ISBN 2-86442-013-9
  • Hachid, Malika,Les premiers Berbères - entre Méditerranée, Tassili et Nil , Aix-en-Provence, Édisud, 2000,ISBN 2-7449-0227-6
  • Leguil, Alphonse,Contes berbères grivois du Haut-Atlas , Paris [u.a.] , L'Harmattan, 2000,ISBN 2-7384-9904-X
  • Leguil, Alphonse,Contes berbères de l'Atlas de Marrakech , Paris, L'Harmattan, 1988,ISBN 2-7384-0163-5
  • Fatima Kadria Kadra, 1983.Les Djedars, monuments funéraires Berbères de la région de Frenda. Office des Publications Universitaires, Algeri.
  • Jean-Pierre LaPorte, 2005.Les Djedars, monuments funéraires Berbères de la région de Tiaret et Frenda In:Identités et Cultures dans l'Algérie Antique, Università di Rouen (ISBN 2-87775-391-3).

Voci correlate

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