Deus et Gladium Fasciato d'azzurro e d'argento di quattro pezzi, la prima fascia d'azzurro caricata di due dadi (faccia quattro e cinque), la seconda di un dado (faccia sei); col capo, d'argento, caricato di una bandiera di rosso. alla croce d'argento fluttuante a sinistra, attaccata ad un'asta d'oro posta in banda
A seguito l'odierno comune diSan Pietro in Cerro porta nello stemma cittadino parte di quello della famiglia (due bande orizzontali azzurre con incastonati i tre dadi).
Il 28 ottobre 1678 Ercole e Paolo Emilio Barattieri ottennero dal ducaRanuccio II Farnese ladignità comitale per sé e per i propri discendenti legittimi e naturali.[9]
L'orsa presente nello cimiero della famiglia è un omaggio asant'Orsola, protettrice della famiglia, le cui reliquie giacciono in un sarcofago nella chiesa di San Pietro in Cerro, per volere della famiglia stessa.[11]
Col passare degli anni lo stemma di alcuni rami della famiglia si è discostato da quello originale. Al posto dei tre dadi sono stati sostituiti tre triangoli[12]; il motivo di questo cambiamento è da ricercarsi nella volontà di "rinnegare" le origini poco nobili del famiglia (il gioco d'azzardo) e rivestirle con un'aura di "sacralità" (i tre triangoli richiamano laTrinità).
Scudo sannitico, fasciato di quattro pezzi, nel due caricato di due dadi (faccia quattro e cinque), nel quattro caricato di un dado (faccia sei), entrambe le fasce di colore azzurro e le restanti, compresi i dadi, d'argento. Ilcapo, d'argento, caricato di una bandiera rossa alla croce d'argento fluttuante a sinistra, attaccata ad un'asta d'oro posta in banda.
Elmo: a cancelli di tre quarti, a destra con medaglia
Svolazzi e cercine: sempre d'azzurro e d'argento
Corona: tra lo scudo e l'elmo, tollerata di Conte. Sopra l'elmo, tollerata di Conte
Cimiero: Orsa, a destra, con lingua di fuori, tenente la bandiera (vedi sopra)
Guido, consigliere del podestà di Bologna ObertoVisconti nel 1206. Podestà di Milano dal 1207 al 1209.[15]
Guido, figlio di Alberto, canonico diBruges,[16] nel 1342 nominato procuratore presso la corte pontificia adAvignone[17][18]. Istituì un giuspatronato nella chiesa piacentina dei Santi Nazario e Celso, dove fece edificare una cappella dedicata aSant'Orsola.[19]
Alberico, nipote di Guido, anch'egli giureconsulto presso la curia papale ad Avignone. Nell'agosto del 1342 venne incaricato insieme allo zio Guido Barattieri e a un altro piacentino, Filippo da Cassano, di sostenere le ragioni del vescovo di Piacenza Rogerio presso la corte pontificia.[20]
Traiano (o Travagnino o Travanino), giureconsulto.
Antonio I, figlio di Traiano, giureconsulto, insegnò dal 1398 in poi presso l'università di Piacenza. Nel 1417 fu podestà diCremona[21][22]. Sposò Caterina Anguissola e in seconde nozze Antonia Dulzani.
Bartolomeo I, figlio di Antonio I, giureconsulto, dal 1439 al 1448 fu lettore del Sesto e delle Clementine e successivamente ordinario di diritto civile. Fu insignito del titolo di consigliere ducale a Milano[23]. Autore del trattato di diritto feudale intitolatoDe feudis e dedicato al duca Filippo Maria Visconti.[24]
Francesco II, figlio di Bartolomeo II, podestà di Milano nel 1542,[28] nel 1559 ambasciatore del duca OttavioFarnese aVenezia. Nel 1541 ottenne dall'imperatoreCarlo V la cittadinanza di Milano per sé e per i propri discendenti. Divenne poiarciprete di Monza, dove morì nel 1575.[4]
Giovanni Battista (Codogno 1601 - Parma 1677)[29],Ingegnere Camerale del Comune di Lodi, scrisse il famoso trattato "Architettura d'Acque" nel 1656.[30]
Carlo Antonio, (Piacenza 1738 - Milano 1806), fratello di Gianfrancesco, fisico, autore di vari trattati tra i quali "Conghiettura sulla superfluità della materia colorata: o de' colori nella luce",[31] "Scoperte sul gran fenomeno della colorazione", "De' colori dissertazione".
Ercole Giovanni Battista, conte, patr. di Piacenzatenente generale d'artiglieria emaresciallo in campo degli eserciti di S.M. Cattolica,re di Spagna, e successivamente comandante della città e castello diPiacenza nel 1751.[32]
Dionigi (n. Pinerolo 25 luglio 1855 - m. Piacenza 3 febbraio 1930), conte, patr. di Piacenza, cavaliere di onore e devozione del S.M. Ordine di Malta, Cav. di Gr. Croce, ingegnere, storico, genealogista[33], figlio di Vittorio, commissario di S.M. allaRegia Consulta Araldica. Ha creato una preziosa collezione dicarrozze d'epoca ora esposta neiMusei di Palazzo Farnese a Piacenza.[34] Fondatore del Museo del Risorgimento.[35]
Gianfrancesco (11 luglio 1743 – 16 gennaio 1802) conte, patr. di Piacenza, matematico, fisico, meccanico,astronomo, musico, architetto,[36] ideatore dell'orologio solare ecalendario perpetuo nel 1793 ancora presenti sulla facciata del Palazzo del Governatore a Piacenza, in piazza Cavalli.[37] Eletto principe dell'Accademia degli Scelti il 25 giugno 1762.[38]
Vittorio, (Piacenza 15 dicembre 1819, Milano 21 maggio 1887), conte, patr. di Piacenza, figlio di Paolo Emilio III,maggior generale durante la seconda e la terzaguerra di indipendenza nazionale. Comandò, con il grado di Colonnello, il reggimentoGenova Cavalleria nellaBattaglia di Custoza del 24 maggio1866[39][40][41]. Fu decorato della Legione d'Onore di Francia da Napoleone III (1869)[42]
Warmondo (Lodi, 28 marzo 1866 – Torino, 26 aprile 1937) Generale di Corpo d'Armata, M.A.V.M durante la battaglia di Cassala 1894, Cavaliere dell'Ordine militare di Malta[43]