Il nomebantu (obantù) si riferisce a un vasto gruppoetno-linguistico che comprende oltre 400 etnie dell'Africa subsahariana e distribuite dalCamerun all'Africa centrale,orientale emeridionale. Questa famiglia di etnie, pur largamente diversificata, condivide sia tratti linguistici che culturali, retaggio di unastoria comune. L'espressione "lingue bantu" si riferisce al vasto gruppo di lingue parlate dalle etnie bantu.
Il termine "bantu" fu introdotto con il suo significato moderno dallinguistaWilhelm Bleek, nel suo trattatoA Comparative Grammar of South African Languages (1862). Bleek aveva osservato che numerose lingue africane condividevano una quantità di elementi sintattici tali da suggerire un'origine comune. Bleek scelse il nome "bantu" perché questa parola significava "gente" in molte delle lingue appartenenti a questo gruppo.
Ricostruzione della diffusione delle lingue bantu. 1) Il centro di diffusione originario, dove il proto-bantu emerse circa 3000 anni fa. 2) Prima migrazione (1500 a.C.), con la nascita dei primi due centri di diffusione secondari, del "bantu orientale" (2a) e "occidentale" (2b). 3) Nascita del nucleo diUrewe del bantu orientale. 4) 5) 6) 7) 8) Migrazioni successive. 9) Circa 500 a.C., nascita del nucleo "Congo". 10) Ultima fase di espansione (0-1000 d.C.)
Si ritiene che la cosiddetta linguaproto-bantu, da cui discendono le lingue bantu moderne, si sia sviluppata nell'area intorno all'odierno confine fraNigeria eCamerun, in un'epoca compresa fra 3000 e 5000 anni fa. Questa teoria si deve in particolare alle ricerche condotte dal linguistaJoseph Greenberg, che suggeriscono alcune forti affinità di fondo fra le lingue bantu e un gruppo di lingue parlate nella Nigeria sudorientale.[1] Greenberg ipotizzava che la lingua bantu si fosse poi diffusa da questo centro in modo sostanzialmente uniforme verso est e sud. La teoria di Greenberg fu in seguito raffinata daJan Vansina; osservando la struttura acluster ("grappoli") delle lingue bantu moderne, Vansina teorizzò che la diffusione della lingua bantu fosse avvenuta attraverso una serie di ondate migratorie avvenute in momenti diversi, a cui era corrisposta la nascita di centri di diffusione secondari.[2]
Le migrazioni bantu avvennero in momenti diversi, lungo un arco di tempo di diverse migliaia di anni. A differenza degli altri popoli dell'Africa subsahariana, i bantu eranoagricoltori e conoscevano lalavorazione dei metalli, caratteristiche che li rendevano ottimicolonizzatori, permettendo loro di adattarsi a diversi contesti ambientali e climatici e di poter popolare densamente il territorio (più di quanto fosse possibile a popoli che vivevano dicaccia e raccolta). Il primo movimento migratorio importante ebbe luogo intorno al 1500 a.C., in due direzioni diverse. Questa doppia migrazione si riflette nella ripartizione delle lingue bantu in due sottofamiglie, note rispettivamente come bantu orientale e bantu occidentale. La migrazione verso ovest procedette costeggiando l'Oceano Atlantico, versoAngola,Namibia eBotswana; quella verso est portò alla colonizzazione dellaforesta pluviale centrafricana. Intorno al 1000 a.C., dal centro Africa un importante flusso migratorio bantu giunse nella zona deiGrandi Laghi; qui l'ambiente particolarmente favorevole portò a un rapido sviluppo, cosicché quest'area divenne in seguito il principale centro di diffusione bantu del continente. NelV secolo a.C. i bantu erano giunti a sud fino all'odiernoZambia. Lungo la costa dell'Oceano Indiano una serie di rapidi movimenti migratori portarono i primi gruppi di pionieri inSudafrica (nella zona dell'odiernoKwaZulu-Natal (Sudafrica) intorno alIII secolo a.C.[3]
Queste migrazioni influirono in modo sostanziale sulla storia dell'Africa subsahariana. Diversi gruppi bantu si insediarono in regioni dove esistevano popolazioni autoctone, assimilandole o venendone assimilati, e dando quindi origine a una varietà di culture e lingue miste; attraverso i bantu si diffusero non solo l'agricoltura e la lavorazione dei metalli, ma anche l'allevamento, che i bantu appresero probabilmente dai popoli dell'Africa orientale.
Fra ilXIII e ilXV secolo, alcuni gruppi di lingua bantu diedero vita ad un insieme di potenti regni, soprattutto nella zona dei Grandi Laghi e lungo il fiumeZambesi. Il più noto di questi regni è quello del reMonomatapa, e noto come regno dellaGrande Zimbabwe dal nome del più importante complessoarcheologico risalente a questo periodo. Questo processo di formazione di entità di tipo statale divenne estremamente frequente a partire dalXVI secolo, probabilmente a causa di una concomitanza di cause, incluse le interazioni sempre più frequenti dei bantu con gliarabi e glieuropei. Quando iniziò lacolonizzazione europea dell'Africa, i regni bantu furono gradualmente conquistati o assimilati. Di alcuni di essi rimangono comunque le tracce negli ordinamenti amministrativi dei moderni stati africani; per esempio, ilKwaZulu-Natal corrisponde all'antico regnoZulu.
Christopher Ehret e Merrick Posnansky, a c. di (1982),The Archaeological and Linguistic Reconstruction of African History, University of California Press, Berkeley e Los Angeles
Christopher Ehret (1998),An African Classical Age: Eastern and Southern Africa in World History, 1000 B.C. to A.D. 400, James Currey, Londra
James L. Newman (1995),The Peopling of Africa: A Geographic Interpretation, Yale University Press, New Haven
Kevin Shillington (2005),History of Africa, 3ª ed., St. Martin's Press, New York
Jan Vansina (1995),New Linguistic Evidence on the Expansion of Bantu, in «Journal of African History» n. 36, pp. 173–195