Il primo autoritratto fotografico conosciuto risale al 1839, quando Robert Cornelius, un pioniere della fotografia statunitense, realizzò undagherrotipo di sé stesso, che è inoltre una delle prime fotografie che ritraggano una persona. Dal momento che il processo di ripresa era molto lento, Cornelius ebbe il tempo di scoprire le lenti, posizionarsi davanti all'apparecchio fotografico per un minuto o più e infine rimettere il coperchio all'obiettivo. Sul retro della fotografia scrisse: «Il primo dipinto di luce mai ripreso. 1839».[2][3]
La diffusione dellafotocamera portatileKodak Brownie nel 1900 portò a un'ampia diffusione della tecnica dell'autoritratto. La tecnica più diffusa consisteva nel posizionare la fotocamera su di un supporto o un treppiedi di fronte a unospecchio, inquadrando attraverso il mirino posizionato sulla sommità dell'apparecchio.[4]
Nel 1914, la tredicenne granduchessa russaAnastasija Nikolaevna fu una delle prime adolescenti a riprendere una fotografia di sé stessa da mandare a un amico, utilizzando uno specchio. Nella lettera che accompagna la fotografia, scrisse: «Ho scattato questa fotografia di me stessa attraverso lo specchio. È stato molto difficile, dal momento che mi tremavano le mani».[5]
Al dicembre del 1920 risale uno scatto ritrovato nell'archivio dellaByron Company, storico studio fotografico diNew York, e che fa oggi parte della collezione di oltre 23.000 pezzi delMuseo della Città di New York, in cui compaiono tre fotografi che producono unautoritratto puntando verso di sé unafotocamera, su cui era montato ungrandangolare, sostenendola con le mani, similmente a quanto avviene oggi con iselfie.[6]
Esistono diverse modalità esecutive dell'autoritratto fotografico, a seconda della tecnica di realizzazione, che può consistere nell'utilizzo di unospecchio o di appositi sistemi per lo scatto ritardato o a distanza.[7]
Specchio: è il metodo più semplice e diffuso, che presenta però l'inconveniente di comprendere nell'inquadratura anche l'apparecchio fotografico utilizzato per riprendersi. Lo specchio deve avere dimensioni piuttosto ampie e si deve fare attenzione che le luci siano collocate in modo che non si riflettano né che colpiscano l'obiettivo. Per questo è raccomandato l'utilizzo delparaluce. Nella fase dipost produzione è comunque possibile eliminare l'apparecchio fotografico dall'immagine.
Autoscatto: lascia più libero il fotografo e permette di escludere la fotocamera dall'immagine. Dopo aver sistemato adeguatamente la postazione di ripresa, il fotografo calcola lamessa a fuoco e predispone sull'apparecchio un ritardo temporale di alcuni secondi e aziona il pulsante di scatto. Il soggetto si posiziona quindi velocemente davanti alla fotocamera in attesa dello scatto, che avverrà dopo alcuni secondi.
Telecomando: è il sistema più pratico, che consente al fotografo un maggior controllo della propria espressione. Lo scatto viene azionato da untelecomando, elettrico o meccanico, dopo che il soggetto ha preso posto davanti all'apparecchio fotografico.
Puntamento della fotocamera su di sé: il metodo più semplice e immediato per realizzare un autoritratto fotografico, è quello di puntare la fotocamera su di sé sorreggendola con una o entrambe le mani. In questo caso l'inquadratura può non risultare perfetta e per essere certi di centrare il soggetto può essere impiegato unobiettivo grandangolare.
Il recente fenomeno delselfie, concettualmente non ascrivibile al genere dell'autoritratto, data l'assenza di peculiarità artistiche e la sua dimensione marcatamentesocial,[8] è realizzato prevalentemente puntando verso di sé unafotocamera digitale compatta, unosmartphone, untablet o unawebcam. La funzione tipica dell'operazione è la condivisione suisocial network dell'immagine ottenuta.[9]