Artio è ladea celtica dellacaccia e dell'abbondanza (sul cui conto oggi si sa molto poco), spesso raffigurata con le sembianze di un'orsa, oppure insieme a questo animale.
Ne è un esempio lascultura inbronzo proveniente daMuri, nei pressi diBerna (nome che significaorso) inSvizzera, che mostra un grande orso, dietro al quale c'è un piccoloalbero, che sta di fronte a una donna seduta su un carro. Quest'ultima sembra tenere sul grembo dei fiori e dellafrutta, che serve forse a sfamare l'animale[1][2], e nella mano destra regge una tazza[3]. La scultura poggia su una grande base rettangolare in bronzo con un'iscrizione[4]:
(latino) «Deae Artioni/Licinia Sabinilla»
(italiano) «Alla dea Artio (o Artionis), da Licinia Sabinilla»
Anche un'altra iscrizione, proveniente però dallacittà diTreviri (nell'odiernaGermania, sulla riva occidentale delfiumeMosella), si riferisce ad Artio[5][6].
I culti greci riguardantiArtemide sono legati alla figura dell'orsa: in particolare è nota la festività diArkteia officiata tra iltempio di Artemide Brauronia e la città stessa diBraurone, durante la quale le ragazzeateniesi in età da marito venivano consacrate adArtemide come "orse". Anche il mito diCallisto, ninfa al seguito della dea che viene tramutata in orsa come punizione per aver perso la verginità, conferma un legame traArtemide e l'animale.
Anche presso inativi americani esistono culti iniziatici legati all'orso, e forse in correlazione a questi si tramandano vari miti riguardanti questo animale[8]: similmente alla tradizione greca, le ragazzeOjibway, al sopraggiungere del primo flusso mestruale venivano allontanate dal villaggio per diversi giorni, ed erano chiamatemukowe ("lei è un'orsa").[9]