Il termine deriverebbe dallatinoars tollendi oars telorum, cioè l'arte di lanciaredardi. Nei documenti in latino medioevale si trovano le parolearteleria, artelera ed altre voci della stessa forma; tuttavia gli storici continuerebbero ad usare il termine artiglieria anche per indicare le armi da lancio precedenti l'introduzione della polvere da sparo (baliste, catapulte, briccole e simili).[1]
SecondoLuigi Cibrario, «la voceattillieria o artiglieria» nelXIII secolo «dinotava ... tutto il materiale della guerra».[2]Ludovico Ariosto nell'Orlando furioso[3] scriveva: « L'artegliaria, come tempesta, fiocca / contra chi vuole al buon Ruggier far torto».
L'uso delle prime bocche da fuoco inEuropa risale ai primi decenni delXIV secolo: in Italia documenti ufficiali fiorentini del1326 si riferiscono all'acquisto di "pilas seu palloctas ferreas et canones de mettallo". Nel 1327 compaiono armi da fuoco aGassino[4]. Nei decenni successivi fra glistati italiani preunitari che diedero maggior sviluppo alle artiglierie vi fu laRepubblica di Venezia (le prime armi da fuoco documentate aVenezia risalgono al 1335, ma verosimilmente Venezia disponeva di artiglierie già da tempo[5]), che naturalmente curava soprattutto quelle navali. IVeneti possedevano gran numero di pezzi di tutte le specie e forme: piccoli cannoni di ferro,bombarde di tutti i calibri, fra cui alcune di notevoli dimensioni. Nella lotta che la vide contrapposta allaRepubblica di Genova, l'artiglieria fu ampiamente adoperata nelle operazioni di terra e di mare; soprattutto ebbe largo uso e notevole efficacia nellaguerra di Chioggia.
Lo sviluppo dell'artiglieria fu il primo grande cambiamento delle tecniche militari dopo ilmedioevo. Con l'età moderna lo sviluppo dell'artiglieria coinvolse lo studio scientifico di altre materie, comematematica,fisica echimica, e coinvolse anche tutte le altre armi da fuoco, comepistole,fucili,mitragliatrici. Verso la fine delXVI secolo vennero introdotti i proiettili scoppianti al posto di quelli pieni e la gamma delle bocche da fuoco si limitò principalmente al cannone, al mortaio e all'obice.[6] Le necessità imposte dalla nuova arma svilupparono tutta una serie di nuove discipline, quali lafortificazione alla moderna, l'assedio scientifico, lo sviluppo di nuovi mezzi di trasporto, nuove tattiche di spiegamento e impiego truppe. Fu conseguentemente uno degli elementi della crisi dell'ordine feudale e del sorgere degliStati nazionali.
Sono armi poco manovrabili ma molto potenti e vennero ampiamente utilizzate sia nelle battaglie terrestri contro la fanteria pesante sia negli assedi contro mura efortificazioni.
Esse sono caratterizzate da unabocca da fuoco montata suaffusto, in grado di sparareproiettili di grandi dimensioni a notevoli distanze, impiegando una carica esplosiva come elemento generante lapropulsione.
Per estensione tale termine denota anche i reparti dell'esercito specializzati nell'uso di tali armi.
L'artiglieria terrestre è l'insieme delle armi di artiglieria progettate per l'utilizzo a terra. Può essere classificata in diverse modi, ad esempio a seconda dell'installazione, dell'impiego e della traiettoriabalistica e deiproiettili utilizzati. Tra i primi tipi si ricordano lacolubrina, labombarda ed ilfalconetto.
Tra le prime tipologie vi furono cannoni in vari calibri,carronata earchibusone; mentre il primo episodio bellico in cui si vide uno studiato impiego dell'artiglieria navale fu probabilmente labattaglia di Lepanto, in cui navi fornite di cannoni prevalsero su unità combattenti secondo letattiche dell'abbordaggio e dellosperonamento, fino a quel momento le più usate nel Mediterraneo. Inizialmente non esisteva una differenziazione fra artiglierie terrestri e navali, ma alla fine delXVII secolo, pur conservando le stesse bocche da fuoco, gli affusti navali cominciarono a differenziarsi da quelli delle artiglierie terrestri, soprattutto per le diverse esigenze di spazio e di movimento. Tuttavia solo nella seconda metà delXIX secolo si arrivò ad una netta diversificazione.
Nel corso dellaguerra di secessione americana furono costruite le prime navi con corazza in ferro, che non poteva più essere perforata dai cannoni usati all'epoca sulle navi (in legno), quindi si modificò completamente l'organizzazione delle artiglierie sulle navi, concentrando il peso dellabordata in pochi cannoni di grossocalibro, invece di ripartirlo su molti cannoni di calibro più piccolo. Nel1863) inScozia fu varata, per laMarina danese, laRolf Krake, prima nave europea con cannoni non in bordata (fissi e sparanti dal bordo o fianco della nave), ma con cannoni intorretta, cioè su una struttura ruotante che poteva colpire sia in caccia (lungo la linea di movimento della nave) sia in bordata (perpendicolarmente alla linea di movimento). L'ultima evoluzione delle artiglierie navali si ebbe con laHMS Dreadnought, corazzata che fu eponima non solo di una classe, ma di un tipo di nave che dominò il mare fino all'affondamento dellaBismarck. Le artiglierie navali, a partire dalla metà del XIX secolo, sono morfologicamente cannoni, dato che hanno una lunghezza di canna superiore a 30 volte il calibro, quindi possono sparare a tiro teso. Tuttavia il tiro delle artiglierie navali è gestito come tiro di obici, in quanto le distanze a cui vengono impegnati i bersagli sono tali che non si può pensare di utilizzare il primo arco (traiettoria prima del vertice della parabola), quindi vengono gestite da appositedirezioni di tiro centralizzate presenti sulla nave con l'ausilio di tiri di aggiustamento sul bersaglio.
Con l'invenzione delleDreadnought i cannoni principali delle navi furono concentrati in torrette binate (con due cannoni) o trinate (con tre). Ogni torretta aveva la sua corazzatura e la suasantabarbara, per evitare di concentrare troppi esplosivi in un singolo locale. Fino allaseconda guerra mondiale si ebbe un continuo aumento di calibro dei cannoni navali, fino ad arrivare ai 406 mm delle navi da battagliaIowa e ai 460 mm delleclasse Yamato. Con la seconda guerra mondiale le corazzate persero il loro ruolo dominante, e le artiglierie furono progressivamente sostituite damissili, che, richiedendo meccanismi di lancio più leggeri dei cannoni, permisero di ridurre lastazza delle navi, quindi attualmente le navi armate di cannoni (corazzate) sono utilizzate unicamente per il bombardamento costiero. In generale, le unità contemporanee sono armate solo con uno o due cannoni di calibro intorno ai 130 mm, o 5pollici a tiro rapido, essenzialmente in funzione contraerea.
L'artiglieria costiera oartiglieria da costa comprende le artiglierie utilizzate per difendere un tratto di costa dagli attacchi provenienti da flotte nemiche. L'artiglieria costiera si è particolarmente sviluppata dalXVII alXIX secolo, nel corso delXX secolo ha perso progressivamente di importanza, quando lecorazzate hanno perso il loro ruolo dicapital ship a favore delleportaerei. Attualmente l'artiglieria costiera non ha più nessun ruolo.
In Italia 20 gennaio1915 fu costituito ilI Reparto di Artiglieria Contraerei su 3 Sezioni, le quali ben presto divennero 3 Batterie.Nel1916 questa specialità raggiunse 69 batterie e 25 Sezioni. Inizialmente si adottò materiale da campagna da 75A/27/906, 75/27/906 e 75/27/911 su installazioni di ripiego ed adottando per il tiro metodi empirici; un forte passo avanti fu fatto invece con l'adozione di materiale 75/27 appositamente costruito (su affusto a candeliere) ed autoportato e con l'adozione per il tiro di una vera e propria centrale (non meccanica), che riusciva, con i molti serventi di cui disponeva, a suddividere e sincronizzare abbastanza bene il diverso lavoro che era necessario compiere per la ricerca dei dati di tiro. Successivamente le Batterie contraerei aumentarono ancora, finché l'Ordinamento post bellico già contemplava unReggimento Contraerei per Corpo d'Armata.Nell'armamento, si addivenne all'adozione delle mitragliere da 20 mm, di quelle da 40 mm ed infine, del materiale da 90 mm, che tanto impiego e tanto sviluppo ebbe poi nellaseconda guerra mondiale. anche come artiglieria contro carri.
L'artiglieria controcarri, intesa come uso dei cannoni nel ruolo anticarro, si è sviluppata insieme ai carri armati per tutta laseconda guerra mondiale. Successivamente ha perso progressivamente di importanza a favore delle armi (individuali o di reparto) controcarro (inizialmente ilbazooka e successivamente i missili anticarro).
^Luigi Cibrario,Delle artiglierie dal MCCC al MDCC, Torino, Fontana, 1847; 3ª ed.: Lione, Luigi Perrin, 1854, p. 6 (consultabile anche suGoogle Libri).