Arnaldo da Brescia (Brescia,1090 –Roma,18 giugno1155) è stato unreligiosoitaliano.
Allievo diAbelardo[1], fu un riformatore religioso caratterizzato da notevole eloquenza[2] e forte avversione per l'istituzione tradizionale ecclesiastica.
Sostenne il movimento antipapale e autonomistico romano (costituzione del Comune di Roma orenovatio Senatus)[3] e, inepoca risorgimentale, divenne una figura di riferimento per ineoghibellini[1].
A venticinque anni, Arnaldo divennecanonicoagostiniano e si trasferì aParigi, dove ebbe come maestroPietro Abelardo e dove lesse avidamente tutte le opere deiPadri della Chiesa.Al suo ritorno a Brescia, nel1119, iniziò una serrata propaganda anticlericale e contro lasimonia[1], decisamente innovativa per i tempi: Arnaldo accusava il clero ed in particolare il vescovo di Brescia,Manfredo, di possedere terre, di interessarsi di vicende politiche e di praticareusura, e predicava il ritorno alla povertà evangelica, all'elemosina e alla solidarietà.
Nel1139 le sue idee e quelle di Abelardo vennero giudicate eretiche dalConcilio Lateranense II e per tale motivo egli decise di lasciare l'Italia e andare in Francia dall'amicoAbelardo.Qui partecipò alConcilio di Sens del1140, teatro della disputa tra Abelardo eBernardo di Chiaravalle[1], dove fu condannato insieme al suo maestro al perpetuo silenzio in un monastero[4].Si recò invece aParigi, dove insegnòdivinae litterae, insistendo sulla difformità della vita ecclesiastica dai precetti evangelici[4]. Bernardo ottenne dal reLuigi VII l'espulsione dalla Francia di Arnaldo. Questi allora si recò prima aZurigo e poi inBoemia nel1143, accolto dallegato pontificio Guido di Castello, futuropapa Celestino II.Recatosi aViterbo ottenne il perdono dapapa Eugenio III[4] e tornò poi nel1145 per un pellegrinaggio penitenziale aRoma dove, con la cacciata del pontefice seguita alla rivolta del1143, era stato istituito un libero comune retto da unsenato oligarchico e da unpatricius.
In tale situazione Arnaldo si gettò completamente nell'agone politico. I punti fondamentali del suo radicale programma di riforma, da collegarsi alle idee del movimento milanese deiPatarini, erano: la rinuncia dellaChiesa alla ricchezza (si schierò più volte contro la ricchezza del clero)[1] e il suo ritorno alla povertà evangelica, l'abbandono delpotere temporale, la predicazione estesa ailaici, la non validità deisacramenti amministrati da unclero non degno, laconfessione praticata tra fedeli e non aisacerdoti.
Perorò con accalorati comizi le sue tesi anti-papali e rivoluzionarie[4], tese a fare di Roma un'entità politica nuova e sganciata dalla Chiesa e predicò lasacerdotalità di tutti i cristiani[4]; questo comportò lascomunica da parte del papa nel1148 ma, godendo del favore popolare, Arnaldo non fu mai perseguitato.
Fallita l'esperienza del libero comune, per via dell'intervento in aiuto del papa del re di SiciliaRuggero II, Arnaldo ed i suoi numerosi seguaci, detti arnaldisti, mossi dallo spirito antipapale, pensarono di far rinascere uno stato imperiale a Roma e si rivolsero aFederico Barbarossa per convincerlo a scendere su Roma e instaurarvi un poterelaico opposto a quello del papa.Nel1152 il papa Eugenio III riconobbe il Comune come entità politica, ma morì di lì a poco.
Dopo il brevissimo pontificato dipapa Anastasio IV, divenne papa nel dicembre del1154Adriano IV.Nel1155 Adriano IV colpì d'interdetto Roma, in seguito all'assassinio di un cardinale, con la promessa di revocare la decisione solo se Arnaldo fosse stato esiliato dalla città. A questo punto la città si schierò contro Arnaldo e si sollevò contro il Senato.Arnaldo fu quindi costretto a fuggire da Roma e scappò verso il nord Italia[4]. Fu catturato nei pressi diSan Quirico d'Orcia: l'ambasceria dei cardinali, che si era recata a incontrare ilBarbarossa, ne ottenne la consegna come segno di buona volontà e di alleanza[4].
Probabilmente intorno al giugno 1155, ma non è certa la data esatta, Arnaldo venne condannato dal tribunale ecclesiastico all'impiccagione, e il suo corpo fu arso al rogo mentre le sue ceneri furono sparse nelTevere, per impedire che se ne recuperassero i resti mortali.Il reale capo d'accusa non fu la predicazione contro l'abuso delle ricchezze da parte del clero, contro il quale aveva combattuto ferocemente anche il suo nemico Bernardo di Chiaravalle, bensì il rifiuto assoluto del potere temporale del Papa e della Chiesa, che Bernardo e gli altri avversari di Arnaldo consideravano «eresia».
La figura di Arnaldo da Brescia fu riscoperta daigiansenisti lombardi nel Settecento; fu celebrata daGiovanni Battista Niccolini, nellatragedia a lui dedicata, come quella di uneroeanticlericale vittima di un imperatore tedesco.La cultura laica dell'Ottocento lo esaltò come unmartire del libero pensiero, e per questo motivo nel 1882 venne innalzatoun suo monumento a Brescia, mentre laRiforma protestante ne fece un suo antesignano, soprattutto per l’idea del "sacerdozio universale" (negazione della distinzione tra preti e laici).
Un suo mezzobusto si trova aVilla Borghese, accanto all'orologio.
Ad Arnaldo è dedicato ilLiceo Ginnasio Statale Arnaldo, liceo classico bresciano e il vicinopiazzale Arnaldo, dominato dalmonumento a lui dedicato, opera diOdoardo Tabacchi nonché, a Roma, una porzione di Lungotevere, tra ponte Matteotti e ponte Regina Margherita.
Una statua di marmo è presente all'interno del cortile della Biblioteca diDesio.
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