L'architettura neoclassica è uno stile architettonico che, in linea con la più generale tendenza artistica delNeoclassicismo, riprende ideali e apparato formale dell'architettura classicagreca eromana e la razionalità nelle forme stesse, assimilando glielementi architettonici tradizionali aelementi costruttivi.[1] Nellastoria dell'architettura, questo stile emerse successivamente altardobarocco e alrococò, in anni in cui ilGrand Tour segnava la formazione culturale di intere generazioni di nuovi artisti e di tutta la classe aristocratica e dell'alta borghesia.
Il periodo di sviluppo di questo stile corrisponde a quello che gli storici dell'economia definiscono dellarivoluzione industriale.[1] Sempre in questo periodo comincia il distacco dell'architettura dai problemi della pratica costruttiva.[2]
Nonostante veri e propri stili precursori, come quello italiano diAndrea Palladio successivamente seguito dalpalladianesimo, diffusosi poi in Inghilterra e in seguito in tutto il mondo che influì notevolmente sull'architettura neoclassica,[3][4] il Neoclassicismo vero e proprio cominciò dopo la metà delXVIII secolo,[5] sviluppandosi quindi in tutti ipaesi occidentali e non mancando di influenzare la produzione architettonica inRussia, negliStati Uniti e nell'America Latina.
Pur trattandosi di un fenomeno internazionale, l'architettura del Neoclassicismo fu caratterizzata da correnti diverse a seconda del periodo e delle diverse tradizioni stabilitesi in precedenza nei vari paesi. A questo proposito è difficile stabilire una periodizzazione rigorosa: infatti, il Neoclassicismo, non solo può essere inserito in una corrente più ampia fondata sullo studio dell'architettura classica (già a partire dall'architettura cinquecentesca), ma restò in voga per tutto ilXIX secolo, caratterizzandosi durante l'eclettismo e finendo per lasciare le sue tracce nell'architettura più recente (si vedano le varie tendenzemonumentaliste novecentesche).[5]
Marie-Joseph Peyre, progetto di concorso per una cattedrale, indetto dall'Accademia di San Luca, 1753
Il Neoclassicismo settecentesco fu essenzialmente una reazione alRococò.[5] Senza risalire ai contenuti dell'architettura cinquecentesca epalladiana, l'inizio del razionalismo neoclassico in chiave antibarocca può essere fatto risalire alle opere teoriche secentesche diFrançois Blondel,Claude eCharles Perrault e a quelle settecentesche diColen Campbell.[6]
Allo sviluppo dell'architettura neoclassica contribuirono tre principali orientamenti.[7] Il primo si ebbe nel campo della critica architettonica, con la divulgazione degli scritti diMarc-Antoine Laugier,Carlo Lodoli,Francesco Milizia,Étienne-Louis Boullée,Claude-Nicolas Ledoux e altri, che favorirono la trasposizione dell'Illuminismo in architettura, affermando quei principi legati alrazionalismo e alfunzionalismo, con un nuovo ideale estetico basato sul ricorso a forme geometriche elementari.[8] Marc-Antoine Laugier, nel suoEssai sur l'architecture, sosteneva che la natura fosse il principio originario dell'architettura; il suo edificio ideale era impostato su colonne libere, senza pilastri, basamenti e altri elementi della tradizione rinascimentale e post-rinascimentale. Inoltre, nel suo trattato espose una concezione razionale del classicismo, sostenendo il concetto della cosiddetta "capanna rustica" dell'uomo primitivo quale espressione veritiera del bisogno umano di riparo.[9]
Tra i capisaldi del pensiero del Lodoli c'era l'opposizione all'interpretazione del dogmavitruviano, che aveva offuscato il vero significato dell'architettura: la sua funzionalità. Continuatore del Lodoli fu il Milizia, i cui principi erano quelli delClassicismo, di Vitruvio, della capanna lignea ecc. Inoltre, egli sosteneva che l'architettura non doveva essere una mera imitazione della natura, ma della bella natura.[10] Tuttavia, non tutte le teorie settecentesche furono caratterizzate da questo rigore.Giovanni Battista Piranesi fu un vivace contestatore di Lodoli e Laugier, rivendicando la "pazza libertà di lavorare a capriccio". Importante, anche se in via indiretta, fu l'opera del filosofoJean-Jacques Rousseau che, affermando l'originaria libertà dell'uomo ormai smarrita all'interno di una rigida società, indirizzò l'architettura neoclassica verso una maggiore libertà formale (eclettismo).[11]
Il secondo orientamento all'origine del Neoclassicismo venne dall'attività antiquaria e dall'inizio degli scaviarcheologici diErcolano ePompei (1719 e 1738), oltre alla pubblicazione di importanti opere letterarie come laStoria dell'arte antica diWinckelmann, che introdussero quell'ideale di "quieta semplicità e nobile grandezza"[12] in antitesi agli sfarzi del Barocco e del Rococò, considerati, da alcuni critici del periodo, bugiarde espressioni dell'irrazionale e dell'ingannevole.[10] Non secondaria fu la diffusione di pubblicazioni che contenevano riproduzioni raffiguranti le antichità greche e romane.
Fra queste ebbero un grande impatto leAntiquities of Athens diJames Stuart che, in parallelo con la progressiva pubblicazione, influenzarono la formazione del nuovo stile architettonico, soprattutto d'oltralpe,[13] e le numerosestampe di Giovanni Battista Piranesi raffiguranti le antichità romane.[14][15][16]
In questo contesto, gran parte della critica è solita attribuire all'ambiente romano un ruolo di primo piano nella definizione dei nuovi gusti architettonici. Secondo lo storicoDavid Watkin il linguaggio del Neoclassicismo internazionale fu fondato a Roma intorno al 1740 daipensionnaires francesi dell'Accademia di Francia, che, rifiutando gli esuberanti ornamenti dell'architettura tardobarocca, si dedicarono alla progettazione di vasti edifici pubblici, ispirati a quelli dell'antica Roma.[17]
Il terzo orientamento, di natura sociopolitica, è invece legato l'atteggiamento della nuova classe borghese, che trasferì sul Neoclassicismo lo spirito conservatore, l'ideale repubblicano della rivoluzione politica (1789), il razionalismo dellarivoluzione industriale (1760-1830) e ilromanticismo nazionalista e individualista.[7]
Dal punto di vista ideologico, nel Neoclassicismo settecentesco è possibile individuare sostanzialmente tre periodi:[18] un primo (1715-1740) nel quale emergono i caratteri dell'Illuminismo; un secondo di consolidamento (1740-1780), dove prevalgono aspetti filologici, archeologici e accademici; infine, un terzo (1780-1805) che fa riferimento all'architettura rivoluzionaria di Boullée e Ledoux, le cui opere (come ilcenotafio di Newton o leSaline Reali di Arc-et-Senans), si inseriscono perfettamente nel clima culturale dominato da personalità del calibro diIsaac Newton,Voltaire,Denis Diderot eMontesquieu, costituendo l'emblema del Neoclassicismo legato all'Illuminismo e allaRivoluzione francese.[19]
Per quanto concerne il codice-stile, la maggiore differenza che si coglie al passaggio tra il Rococò e il Neoclassicismo risiede nella forte prevalenza del "lineare" rispetto al "pittorico", intesa come il dominio della ragione sul sentimento: "quanto più una linea racchiudeva pochi corpi semplici, disposti frontalmente come in un ideale bassorilievo, tanto più essa, per l'artista neoclassico, poteva esaltare la funzione".[20]Il carattere lineare divenne espressione di un'intenzionalità progettuale propria di tutta l'arte neoclassica. In particolare, il principio di corrispondenza tra forma e funzione statica portò al calcolo scrupoloso degli sforzi e delle resistenze dei materiali, rivalutando, sul piano estetico, la ricerca scientifica degli ingegneri.[21]
L'uso degliordini e ditimpani, la simmetria di prospetti e piante, la corrispondenza tra interni ed esterni e il ricorso a volumi chiari e ben definiti nella definizione dei vari corpi di fabbrica, divennero elementi caratterizzanti della composizione architettonica. Tuttavia, nonostante l'apparente rigidezza delle regole combinatorie, il codice-stile si rivelò abbastanza flessibile, spaziando dal minimalismo di Boullée, all'articolata conformazione che spesso caratterizzò gli ambienti interni.[22] Gli ideali di purezza formale maturati nell'età neoclassica portarono a un'estrema autonomia dell'impianto architettonico dalle altri componenti (pittura e scultura). Le fastose decorazioni pittoriche dei soffitti, che avevano raggiunto l'apice nell'epoca precedente, tramontarono definitivamente.[22] Notevoli innovazioni furono apportate soprattutto in urbanistica, negli interventi promossi dal Settecento all'Ottocento inInghilterra,Francia eRussia, con la formazione di ambienti e complessi urbanistici formati dall'aggregazione di singole unità edilizie.[23]
In ogni caso, il maggior influsso esercitato dall'Illuminismo in campo architettonico non è tanto riscontrabile nel linguaggio, ma nella tipologia, poiché alcune tipologie edilizie, come i teatri, le biblioteche, gli ospedali e altre architetture di pubblica utilità, si prestavano più di altre ai mutamenti.[24]
Il Neoclassicismo restò la maggiore corrente inEuropa dal secondo decennio del Settecento alla fine dell'Ottocento.[18] A esso si affiancarono comunque nuove correnti culturali, espressione dei molteplici cambiamenti della società, come ilNeogotico, ilNeorinascimento, ilNeobarocco e ilNeoromanico. L'Ottocento infatti fu il secolo diNapoleone Bonaparte, dellaRestaurazione e dell'affermazione degli Stati nazionali; fu un secolo travolto dallaRivoluzione industriale, che cambiò gli scenari sociali e creò nuove prospettive di sviluppo, soprattutto in Inghilterra.
L'apparato formale risentì profondamente di questi cambiamenti così alla severità e all'imponenza dell'architettura napoleonica (loStile Impero, databile al 1805-1814) fece seguito il cosiddetto Classicismo dellaRestaurazione (1814-1840). Nella seconda metà del secolo il Neoclassicismo divenne poi lo stile degli Stati borghesi arricchitisi con l'industrializzazione, mentre nei primi decenni delNovecento sarà presente in tutte le anacronistiche architetture ufficiali di numerosi paesi, qualiStati Uniti,Italia eGermania, caricandosi ideologicamente e perdendo di fatto ogni rilevanza storica.[25]
Dal punto di vista della composizione, l'architettura ottocentesca divenne più rigorosa, prestando una maggiore attenzione filologica nell'utilizzo delle forme antiche e il linguaggio decorativo si fece più ricco ed espressivo; tuttavia, la ricerca del risultato d'effetto prevalse sull'espressione di un elevato ideale intellettuale.[5] Così, il Neoclassicismo sopravvisse in Europa, negli Stati Uniti e nelle colonie sparse nei vari continenti, ma i numerosi edifici realizzati, malgrado i loro elevati standard di qualità, mostrano una scarsa capacità di evoluzione. Paradossalmente, i principi base della tradizione neoclassica (logica, tecnica costruttiva, uso ragionato dei materiali rispetto alla loro funzione, ecc.) furono ripresi, in chiave decisamente anticlassica, dagli architetti delNeogotico.[5]
Le invarianti del codice-stile, ereditate in parte da quelle del secolo precedente, sono: le piante bloccate, costituite da figure regolari; la ricerca della simmetria in pianta e in alzato; la predilezione per edifici a sviluppo orizzontale. I materiali impiegati all'esterno furono la pietra, l'intonaco bianco o colorato, il marmo, che spesso occultavano gli elementi metallici atti a rinforzare le murature.[26]
L'architettura civile francese volge al Neoclassicismo a partire dalla metà del Settecento con la realizzazione di impianti lucidi e sobri comePlace de la Concorde aParigi e ilPetit Trianon diVersailles, entrambi diAnge-Jacques Gabriel, che trovano comunque le premesse nelclassicismo barocco francese.[27] I progetti per la Place de la Concorde, all'epoca Place Louis XV, risalgono al 1753: i disegni originari definivano uno spazio assai diverso da quello attuale, frutto di piani redatti in epoca napoleonica, con due palazzi che delimitavano uno spazio chiuso da una serie dibalaustre. Gli edifici erano chiaramente ispirati al prospetto diClaude Perrault per la facciata delLouvre. Per l'architettura francese, l'opera di Perrault (1613-1688) per il completamento del celebre palazzo reale di Parigi era infatti un esempio di assoluta maestria: il suo disegno chiaro e ordinato, caratterizzato da unfrontone centrale e da una teoria dicolonne binate erette sopra un massiccio basamento, ebbe una notevole influenza nella definizione dei nuovi canoni estetici dell'architettura.[28] Di poco posteriore alla celebre piazza parigina è appunto il Petit Trianon, costruito tra il 1761 e il 1768, dove gli ambienti interni sono distribuiti in base alla loro funzione e non tanto a esigenze estetiche di simmetria. L'esterno è molto semplificato e privo di eccessive decorazioni, ma è definito da un rigoroso ordine di grandi aperture vetrate.
La successiva generazione si indirizzò verso una concezione dell'architettura più classica e severa. Di oltre trent'anni più giovane di Gabriel,Marie-Joseph Peyre (1730-1785) si recò in Italia, dove vinse un concorso indetto dall'Accademia di San Luca per una cattedrale e due palazzi annessi. Rientrato in Francia, progettò una villa per Mme Leprêtre de Neubourg nei dintorni di Parigi, forse il primo edificio francese autenticamente classico.[29] La villa è posta su uno stilobate ed è costituita da volumi compatti, disadorni, con una pianta nella quale si attenua ogni enfasi: la disposizione delle stanze è semplice, non vi sono ambienti di disimpegno e le scale non sono evidenziate, essendo chiuse all'interno di un vano. Nel 1763, Peyre si dedicò allacasa per il principe di Condé, un impianto meno austero, il cui elemento più interessante è un colonnato che avvolge il cortile d'ingresso. Con l'amicoCharles De Wailly progettò ilTeatro dell'Odéon di Parigi, innalzato tra il 1779 e il 1782, ma ricostruito più volte dopo essere andato distrutto in due incendi. L'aspetto del teatro è sobrio e severo, con l'esterno rivestito inbugnato e la facciata principale schermata da un portico di colonnedoriche.[30]
In questo clima di rinnovamento, numerosi teatri sorsero in tutta la Francia, anche nei centri minori, comeAmiens eBesançon. ABordeaux, neglianni settanta del Settecento, fu eretto ilGrand Théâtre, il più bel teatro francese dell'epoca.[31] Progettato daVictor Louis, è costituito da un blocco rettangolare, con una facciata preceduta da dodici grandi colonnecorinzie.
Se Peyre, De Wailly, Louis e, come vedremo in seguito,Jean Chalgrin, sono annoverati tra i principali esponenti dello stile classico del tardo Settecento, altrettanto importanti furono artisti qualiJacques Gondouin,Étienne-Louis Boullée eClaude-Nicolas Ledoux. Il primo viene oggi ricordato per l'École de Chirurgie di Parigi, costruita nel periodo 1769-1775. Essa rappresenta un'opera paradigmatica per l'epoca, tanto è vero cheQuatremère de Quincy scriverà: "Questa è l'opera classica del tardo XVIII secolo".[32] La sua aula semicircolare, destinata a ospitare ilteatro anatomico, presenta gradinate, pareti curve spoglie e una semicupola acassettoni ispirata alPantheon di Roma. Il successo di questa commissione, che influenzerà persino lo statunitenseBenjamin Latrobe,[33] frutterà all'autore molti altri incarichi fino allo scoppio della Rivoluzione e la sua opera servirà da modello per diverse sale di riunioni.
Questa predilezione per le volumetrie pure troverà in Étienne-Louis Boullée e Claude-Nicolas Ledoux i due maggiori esponenti;[34] malgrado molti dei loro progetti siano rimasti solo su carta o, nel caso di Ledoux, siano andati distrutti, entrambi aspiravano a creare un'architettura "parlante", cioè simbolica, in grado di comunicare la propria funzione attraverso l'uso sapiente delle forme. Boullée costruì pochissimo, ma esercitò un notevole influsso. Il suo progetto più famoso, che si inserisce nella cosiddettaArchitettura della Rivoluzione, è quello per il Cenotafio di Newton, un'immensa sfera che avrebbe dovuto accogliere le spoglie del grande scienziato: tutto ha dimensioni colossali ed è trattato con un'espressiva elementarità astratta.[35] In epoca napoleonica i concetti espressi da Boullée troveranno un fedele seguace inJean-Nicolas-Louis Durand, insegnante allaÉcole polytechnique e precursore delle teorie sulfunzionalismo, ovvero della stretta relazione che deve sussistere tra edificio e funzione.[36]
Gli studi teorici di Boullée gettarono comunque le premesse per l'affermazione di Claude-Nicolas Ledoux, il cui lavoro, influenzato anche da Piranesi, è anch'esso caratterizzato da un'estrema semplicità geometrica. Edificò numerosihôtel e nel 1775 iniziò leSaline Reali di Arc-et-Senans: un complesso a pianta di emiciclica, costituito da un portale dorico che nasconde una grotta primitiva. Il complesso, realizzato solo in parte, si muove attraverso un linguaggio fortemente simbolico, tipico dell'architettura di Ledoux, che viene ripreso nel più maturo progetto della città ideale di Chaux, dai connotatiutopici.[37] Quest'opera visionaria ed essenzialmente allegorica presenta degli edifici senza precedenti tanto per la loro funzione quanto per la singolarità della forma. Non è un caso ad esempio che una delle sue più originali soluzioni, ovvero quella per laCasa dei sorveglianti del fiume, sia stata immaginata come un cilindro cavo posto attorno al fiume. Negli anni prerivoluzionari Ledoux si occupò dellacinta daziaria di Parigi, offrendo un ampio repertorio di soluzioni nel disegno delle barriere doganali, alcune delle quali si sono conservate; tra queste la Barrière de la Villette, formata da unacroce greca sormontata da un cilindro.[38]
Nella trattazione delle principali opere neoclassiche del Settecento francese, vanno ricordati anche alcuni edifici sacri. Una delle prime manifestazioni di reazione al Rococò è la facciataSaint Sulpice,[39] edificata in stile classico dal fiorentinoGiovanni Niccolò Servandoni e più volte alterata nel corso del tempo.
Il maggior esempio nel campo dell'architettura sacra resta comunque ilPantheon di Parigi,[27] originariamente sorto come chiesa di Ste-Geneviève e successivamente trasformato inmausoleo della Nazione. Dell'edificio, progettato daJacques-Germain Soufflot e costruito tra il 1757 e il 1791, colpiscono la cupola ispirata a quella dellacattedrale londinese di San Paolo e l'audace struttura interna che ricorda, per la sua leggerezza, quella delle antiche cattedraligotiche. Infatti, durante la costruzione di Ste-Geneviève, Soufflot e i suoi collaboratori perlustrarono la Francia alla ricerca delle pietre più adatte e allestirono un laboratorio per analizzarne le caratteristiche di resistenza ed elasticità. Lo scopo era quello di rendere la struttura sempre più raffinata, così da ridurre gli elementi portanti, prendendo ad esempio le chiese medievali francesi, ma anche laCappella della Sacra Sindone diTorino eSanta Maria della Salute aVenezia.[40]
Un'altra chiesa parigina, quella diSaint-Philippe-du-Roule (1772-1784), è da rimarcare per la suanavata coperta da unavolta a botte decorata a cassettoni e impostata su unatrabeazione sorretta da una teoria di colonneioniche. Il disegno si deve al citato Jean Chalgrin, ma l'edificio sarà stravolto verso la metà del secolo successivo con l'apertura di finestre lungo la volta e la costruzione di due cappelle. Malgrado ciò, lo schema di Saint-Philippe esercitò una certa influenza nell'architettura dell'epoca.[41]
Tra le architetture neoclassiche del XIX secolo un posto di rilievo spetta invece allachiesa della Maddalena, costruita tra all'inizio dell'Ottocento in una Parigi fulcro del nuovoImpero napoleonico (si parla infatti diStile Impero).[27] Destinata inizialmente a essere una chiesa a pianta basilicale, nel 1806 Napoleone volle farne unTempio della Gloria, modificando radicalmente il progetto originario e rendendolo simile a un colossaletempio romano. Se per l'esterno questa relazione è evidentissima, per l'interno l'architetto si limitò ad articolare lo spazio mediante una serie divolte a vela, ispirandosi vagamente alla modularità dell'architettura termale romana.[27]
Proprio l'ascesa di Napoleone coincise con la costruzione di altre imponenti opere pubbliche, destinate a mutare il volto di Parigi. Nel 1806 fu iniziato l'Arc de Triomphe, progettato da Jean Chalgrin; nei medesimi anniFrançois-Joseph Bélanger coprì il cortile dellaHalle aux Blés con una cupola inghisa;Alexandre-Théodore Brongniart disegnò la sede dellaBorsa di Parigi e, tra il 1806 e il 1810, fu innalzata laColonna Vendôme. Inoltre, è doveroso citare il principale intervento urbanistico di matrice neoclassica nella Parigi d'inizio Ottocento. Si tratta della sistemazione di Rue de Rivoli, avviata nel 1801 per opera diCharles Percier ePierre-François-Léonard Fontaine. I due progettisti realizzarono un lunghissimo rettilineo uniformato da prospetti continui degli edificiporticati; l'opera sarà portata a termine solo sottoNapoleone III, modificando però i disegni originari con l'aggiunta di grandicoperture mansardate.[42]
Con la fine dell'impero napoleonico, gli architetti francesi si ritrovarono senza una guida sicura. Le nuove tendenze furono pertanto individuate dall'Académie des beaux-arts e dal Conseil Génèral des Bàtiments Civils.[43] Figura di spicco di questa fase fuAntoine Chrysostome Quatremère de Quincy (1755-1849), segretario dell'Académie per ben ventitré anni e convinto sostenitore dell'arte classica. I limiti del suo gusto, dovuti all'eccessiva rigidezza dei suoi ideali dottrinari, emergono in numerosi edifici costruiti nella Francia dell'epoca, come nelPalazzo di Giustizia diLione, iniziato nel 1835 daLouis-Pierre Baltard e caratterizzato da una severa facciata composta da ventiquattro colonne d'ordine corinzio.[43]
Alcune innovazioni si registrano nell'opera diJakob Ignaz Hittorff, sostenitore della teoria secondo la quale l'architettura greca doveva essere ricca di colore. Le sue opere principali, tutte a Parigi, sono lachiesa di San Vincenzo de' Paoli, la sistemazione di Place de la Concorde e laGare de Paris Nord. Nella chiesa di San Vincenzo, alla cui costruzione subentrò intorno al 1830, egli dimostrò come l'architettura classica potesse essere variata senza allontanarsi dai modelli antichi. Esternamente la chiesa è preceduta da un portico ionico sormontato da un frontone, affiancato da due torri quadrate, mentre l'interno, suddiviso in navate da due ordini di colonne, risulta policromo e riccamente decorato, con un'articolazione più affine all'architettura paleocristiana che a quella neoclassica: le colonne sono color albicocca, il registro superiore è affrescato e lecapriate sono rosse e blu, dorate a imitazione di quelle presenti nelDuomo di Monreale. Pochi anni dopo si occupò del riassetto di Place de la Concorde, dove aggiunse statue, innalzò l'obelisco e pose la fontana di ghisa. Nel 1859 progettò laGare de Paris Nord, la sua maggiore realizzazione, la cui facciata presenta però un miscuglio di motivi classici in scala sproporzionata.[44]
L'Inghilterra conobbe l'architettura diAndrea Palladio all'inizio delXVII secolo, grazie all'opera di divulgazione diInigo Jones.[45] Da allora la fortuna delpalladianesimo fu tanta che dominò l'architettura inglese fino a quando non fu modificato in maniera più elegante daRobert Adam (1728-1792), la cui attività oscilla tra Neoclassicismopittoresco e un Neogotico in versione classicheggiante.[46]
Per tutto il XVIII secolo si registra la costruzione di numerose residenze improntate proprio allo "stile italiano", come laHolkham Hall e laChiswick House, disegnate daWilliam Kent eLord Burlington. Dalla collaborazione tra i due scaturì la sala d'ingresso di Holkham Hall (1734 circa), definita come "uno dei più spettacolari interni del XVIII secolo".[47] Al modello di base, derivato da un progetto non realizzato del Palladio, essi aggiunsero un'abside ancora una volta ispirata alle chiese veneziane dello stesso architetto italiano; diversi particolari, come l'incavo a cassettoni, sono ispirati alle ricostruzioni archeologiche pubblicate sul volumeEdifices antiques de Rome sin dal 1682. L'effetto finale è decisamente classico, per una sala che rivela una concezione drammatica d'ispirazione barocca.[47]
Il primo interno neoclassico inglese è comunque da ricercare nella sala cheJames Stuart eseguì nellaSpencer House diLondra nel 1758.[48] Stuart costruì assai poco nel corso della sua carriera, ma è noto soprattutto per aver riscoperto il gusto greco: il suo tempio nel parco diHagley Hall è il primo esempio diNeogrecodorico di tutta Europa.[49]
William Kent, Tempio della Virtù Antica, BuckinghamshireRobert Adam, sezione dell'anticamera di Syon House
Invece, in campo urbanistico sono significative le trasformazioni di tendenza classicheggiante promosse nella cittadina termale diBath dove, a partire dalla prima metà del Settecento,John Wood il Vecchio realizzò una serie di interventi ispirandosi ai modelli del passato (come ilForo Romano); l'opera fu completata dal figlioJohn Wood il Giovane con l'aggiunta delCrescent, un corpo curvilineo caratterizzato da un prospetto continuo e definito da unordine gigante di colonne. Le trasformazioni di Bath influenzeranno, come vedremo in seguito, numerosi interventi urbanistici in Inghilterra e negli Stati Uniti.[50]
Parallelamente, a partire dal 1740, con l'affermazione delpittoresco, in architettura si diffuse la passione per le rovine, tanto che numerosi architetti incominciarono a ideare i loro edifici in decadenza, ridotti in rovina dall'azione del tempo. In questa corrente si inserisce il primo progetto inglese che rientra a pieno titolo nel Neoclassicismo, ovvero il mausoleo del Principe di Galles (1751), diWilliam Chambers; eppure, i caratteri neoclassici di questo progetto si dissolvono nella concezioneromantica del mausoleo, che fu presentato nella forma che esso avrebbe assunto una volta andato in rovina.[51]
Il pittoresco traeva origine dall'arte dei giardini più che dall'architettura; ilparco all'inglese derivava invece dai giardinirinascimentali italiani, lodati daAlexander Pope e il citato William Kent.[52] Il primo giardino all'inglese degno di nota fu proprio quello che Alexander Pope volle realizzare aTwickenham, iniziato nel 1719 e caratterizzato da una zona selvatica, da una grotta e da un tempietto aconchiglia. Successivamente, nei cosiddettiElysian Field (Buckinghamshire), William Kent progettò il tempio a pianta circolare della Virtù Antica (1734), ispirandosi allo schema di Palladio per ilTempio di Vesta aTivoli. Lo stesso Kent disegnò il giardino diRousham, nell'Oxfordshire, analogo al precedente, ma al contempo più vario e unitario. Entrambe le opere di Kent costituiscono il termine di paragone del giardino realizzato tra il 1740 e il 1760 aStourhead, nelWiltshire. Il parco, nato dalla fusione di architettura, archeologia, poesia, giardinaggio, topografia ed esoterismo, sorse a breve distanza daSalisbury eGlastonbury, in una vallata lacustre, dalla vegetazione lussureggiante; qui furono incastonati numerosi tempietti di imitazione classica, come il Pantheon di Claudio e Virgilio, completato nel 1754 e ornato all'interno con statue raffiguranti Ercole, Flora e Livia Augusta nelle vesti di Cerere, quest'ultima proveniente proprio dagli scavi archeologici di Ercolano.[53]
A Robert Adam va il merito di aver compiuto una sintesi tra la tradizione inglese e i gusti europei. Nato inScozia nel 1728, visitò la Francia e l'Italia, dove divenne amico di personalità del calibro di Piranesi. E proprio al Piranesi rimanda lo stile retorico con il quale riprodusse i propri edifici pubblici nel volumeThe Works in Architecture of Robert and James Adam. Il suo stile è una combinazione che parte dall'arte classica fino ad arrivare al palladianesimo e al pittoresco. Nei suoi interni si ritrovano molti riferimenti alle terme romane, ma anche elementi di compromesso tra l'architettura greca e quella romana, come nell'anticamera diSyon House, dove Adam impiegò decorazioni della trabeazione tratte dall'Eretteo, colonne provenienti direttamente da Roma e un soffitto di stampo palladiano: a ben vedere, Adam creò una sintesi non tanto di origine intellettuale, ma scenografica e pittoresca.[54]
Sul finire del XVIII secolo si registra anche l'attività diJoseph Bonomi il Vecchio,James Wyatt eHenry Holland. Il primo, nato in Italia, si era trasferito in Inghilterra nel 1767. Tra le sue opere, in cui confluiscono accurate reminiscenze archeologiche, si ricorda la chiesa per il parco Packington Hall, nelWarwickshire, che denuncia affinità con la coeva architettura rivoluzionaria di Ledoux in Francia eGilly in Germania, ed è unica nel panorama inglese.[55] Di forme austere e spoglie, l'esterno è in puro laterizio ed è alleggerito da grandi finestroni a lunetta semicircolare di derivazione termale; l'interno sembra ispirarsi alTempio di Nettuno aPaestum, con colonne doriche che sostengono le volte di copertura. Probabilmente questa conformazione interna influenzò diversi architetti, tra cui James Wyatt.[56]
Wyatt era rivale di Adam e acquistò fama con il Pantheon di Oxford Street in Londra (1770, distrutto), un edificio destinato ai divertimenti che costituiva una singolare versione neoclassica dellabasilica di Santa Sofia diIstanbul. Costruì moltissimo, anche se è ricordato soprattutto per i suoi contributi in campo neogotico e per i massicci restauri delle cattedrali inglesi; tuttavia edificò diverse residenze di campagna in stile neoclassico, come quella di Dodington, nelGloucestershire, in cui confluiscono particolari del mondo greco e romano.[57]
Strettamente legato al linguaggio di Wyatt e Adam è Henry Holland, che nella sua prima commissione importante, ilBrooks’s Club di Londra (1776) disegnò, dietro una facciata palladiana, ambienti con sobrie e misurate decorazioni. Due anni dopo cominciò a lavorare a una dimora nell'Herefordshire, alla quale fecero seguito le ampie trasformazioni diCarlton House, dove si riscontrano influenze francesi,[58] come francesi erano gli artigiani che si occuparono della decorazione e del disegno del mobilio.
Anche l'Ottocento produce risultati notevoli: esempi importanti sono ilBritish Museum a Londra, laSaint George's Hall aLiverpool e alcune opere diJohn Soane.[59] Il British Museum è un monumentale edificio costruito a partire daglianni venti e schermato da una teoria di eleganti colonne ioniche: l'articolato complesso riprende il tema deitempli classici e concentra al suo interno un grande cupola in ghisa che sovrasta la sala di lettura.[59]
Di poco posteriore è la St George's Hall di Liverpool, severa costruzione destinata a ospitare la vita civica della città. Questa sorta dibasilica civile altro non è che un insieme di volumi diversi accostati tra loro e uniti da una trabeazione che corre su tutte le facciate dell'edificio. Il complesso fu progettato daHarvey Lonsdale Elmes, ma alla sua morte i lavori furono continuati daCharles Robert Cockerell, che vi aggiunse il volume della Concert Hall, la cui ricca decorazione classica contrasta con la sobrietà dell'esterno.[60]
John Soane è ritenuto quasi il rappresentante esclusivo del Neoclassicismo rivoluzionario inglese.[61] Influenzato daGeorge Dance e soprattutto da Ledoux, ottenne fama verso la fine del Settecento per i suoi interventi nel cantiere dellaBanca d'Inghilterra, a Londra, un vasto complesso caratterizzato da cupole ribassate e da un'estrema semplicità strutturale. Tra le sue creazioni merita alcune annotazioni la casa che l'architetto progettò per sé stesso a Londra (oraSir John Soane's Museum): il disegno originario, non eseguito integralmente, era impostato alla massima semplicità, con grandi archi aperti in facciata, avvicinandosi quindi allearchitetture rivoluzionarie di Claude-Nicolas Ledoux.[62] Di contro, l'interno, assai congestionato e claustrofobico, annulla il classicismo dell'esterno, rivelando un linguaggio estremamente personale e più affine alla tradizione pittoresca: numerosi specchi (oltre 90 in una delle stanze più piccole) simulano vani più ampi, l'illuminazione proviene dall'alto, mentre archi goticizzanti distaccano i soffitti dalle pareti.[63]
Tra le trasformazioni urbanistiche occorre ricordareRegent's Park eRegent Street a Londra, opera diJohn Nash. L'architetto, influenzato dalle citate sistemazioni intraprese a Bath, realizzò una serie di snodi all'interno del tessuto urbano della città, progettando abitazioni con colonne, trabeazioni etimpani, in linea con i dettami del Neoclassicismo; tuttavia il sinuoso percorso abbandona la staticità vista nelle trasformazioni parigine e, offrendo scorci prospettici sempre nuovi, riesce a coniugare in sé anche il gusto romantico per la continua scoperta e per il pittoresco.[64]
In ogni caso, i migliori progettisti inglesi dell'epoca subirono il fascino del Neogotico, spesso associato a una tradizione religiosa, architettonica e intellettuale che si affermò nei centri diOxford,Cambridge e Londra. Invece, dalla metà dell'Ottocento, in Scozia e nel Nord del Paese fiorì un'intensa stagione neoclassica, riscontrabile ad esempio nellaTown hall diLeeds (1853), nellaPicton Reading Room diLiverpool (1875) o nelle chiese cheAlexander Thomson edificò aGlasgow sotto l'influenza diSchinkel e Cockerell.[65]
L'architettura che introduce con vigore il Neoclassicismo inGermania è laPorta di Brandeburgo,[66] innalzata aBerlino daCarl Gotthard Langhans tra il 1789 e il 1793: si tratta di un severo monumento in stile dorico, il primo nel suo genere basato sulle ricostruzioni, pubblicate a metà del Settecento, deiPropilei di Atene.[56] Pur rifacendosi al modello ateniese, Langhans impiegò una versione di dorico romano semplificato: a differenza del dorico autentico, le colonne presentano basamenti e sono spaziate in modo ineguale nei padiglioni laterali, mentre compaiono mezzemetope alla fine delfregio (i Greci invece usavano far terminare il fregio con untriglifo).[67] La Porta di Brandeburgo esercitò notevole influenza sui contemporanei: ad esempio il progetto per l'ingresso alDowning College diCambridge, diWilliam Wilkins, o il propileo diChester Castle, diThomas Harrison, nel Regno Unito.
Altre opere da prendere in considerazione sono gli studi diFriedrich Gilly.[68] Il giovane architetto costruì poco nella sua breve vita e non visitò mai l'Italia, tuttavia dopo il 1790 approntò alcuni progetti indubbiamente significativi: il disegno per il Teatro Nazionale di Berlino e il monumento aFederico il Grande. In particolare, nel Teatro si avverte lo stretto legame con la coeva architettura francese di Ledoux: Gilly rinuncia a gran parte delle decorazioni e rafforza i volumi, questi ultimi definiti nella loro conformazione dalla specifica funzione che avrebbero dovuto assolvere. Così come Ledoux in Francia e John Soane in Inghilterra, Gilly sembrò preannunciare un'architettura totalmente nuova, che però non troverà spazio nella società ottocentesca, dominata dalle committenze di proprietari di industrie e di miniere: uomini dotati di grandi ricchezze, ma generalmente di scarsa cultura.[69]
Allievo di Gilly fuKarl Friedrich Schinkel, che dopo un esordioneogotico, si avvicinò al Neoclassicismo dimatrice greca, stile che ebbe molta fortuna in Germania. In generale, l'opera di Schinkel, con i suoi elementi gotici, classici e pittoreschi, si avvicina più all'Inghilterra che alla Francia o all'Italia, ma la sua interpretazione funzionale del Classicismo, che tornerà ancora in auge tra il 1910 e il 1940, venne identificata come uno stile profondamente nazionale. Nei primi anni dell'Ottocento realizzò laNeue Wache e altri edifici a Berlino, dalle forme chiare ed eleganti che influenzeranno persino l'architettura di paesi più lontani, come laFinlandia.[70] Altri capolavori di Schinkel sono ilBerliner Schauspielhaus e l'Altes Museum di Berlino. Nel teatro berlinese l'architetto esaltò la funzionalità delle varie parti, conferendo all'edificio e alle sue marcate volumetrie, una straordinaria tridimensionalità: l'elemento più vicino alla tradizione è il colonnato esastilo sormontato da un frontone riccamente decorato.[71]
Al funzionalismo del Berliner Schauspielhaus si contrappone il più classicheggiante Altes Museum, che unisce il tema del lungo porticato dellastoà dell'antica Grecia, alla rotonda del Pantheon posta all'interno: il risultato è un prospetto fortemente dilatato, che affida la propria carica comunicativa a una teoria di ben diciotto colonne ioniche.[59].
Rivale di Schinkel fuLeo von Klenze,[72] la cui fama è legata soprattutto al progetto delWalhalla pressoRatisbona e dellaGliptoteca di Monaco; si tratta di due complessi neogreci, innalzati nei primi decenni dell'Ottocento. Tra i due, sorprendente per imponenza è certamente il Walhalla, tempio nel quale, secondo la mitologia, si riunivano le anime degli eroi caduti in battaglia: si tratta di un tempioperiptero in stile dorico, posto su un possente basamento al quale si accede mediante ampie scalinate. La costruzione richiama in maniera straordinaria il citato monumento ideato da Gilly per Federico il Grande, ma von Klenze conferisce all'opera un'impronta più romantica: il Walhalla infatti ripropone al suo interno i busti delle più importanti personalità tedesche, con unbassorilievo che illustra la storia della Germania.[73]
A partire dalla seconda metà del Settecento anche in Italia si registra la costruzione di alcuni edifici classicheggianti. Il Neoclassicismo tuttavia non si affermò in modo unitario su tutto il territorio, all'epoca ancora suddiviso in molti piccoli stati, spesso sotto il diretto controllo di governi stranieri. L'inizio del secolo, inoltre, aveva coinciso con l'ultimo capitolo della stagione barocca: a Roma si erano realizzati straordinari monumenti scenografici (comePiazza di Spagna e laFontana di Trevi), mentre inPiemonte erano all'operaFilippo Juvarra eBernardo Antonio Vittone; l'attività si era spostata poi nelRegno di Napoli, doveFerdinando Fuga eLuigi Vanvitelli costruirono rispettivamente ilReal Albergo dei Poveri e laReggia di Caserta,[74] grandiosi episodi di un'intensa produzione barocca.[75]
Sebbene gran parte della critica ritenga che il Neoclassicismo italiano abbia avuto la sua origine a Roma,[76] fu tuttavia in Veneto, dove non era mai venuto meno il riferimento al Palladio,[77] che già nella prima metà del Settecento iniziò lentamente a delinearsi un gusto architettonico più aderente alle tendenze europee.[75] IlMuseo lapidario maffeiano diVerona, terminato nel 1745 daAlessandro Pompei, può essere considerato un'anticipazione del Neoclassicismo.[75] Al contempo,Venezia ebbe un ruolo nell'elaborazione teorica dei principi neoclassici con la presenza diCarlo Lodoli eFrancesco Algarotti, sostenitori di idee funzionaliste e antibarocche, che operarono in un contesto ancora in gran parte dominato dalla tradizione palladiana portata avanti daGiorgio Massari eAntonio Visentini, senza pertanto riuscire a influenzare particolarmente i contemporanei.[75] A Venezia, tuttavia, è possibile individuare una linea architettonica di una certa coerenza, riscontrabile già nel portico dellachiesa di San Nicola da Tolentino (1706-1714) diAndrea Tirali, al quale fecero seguito le chiese diSan Simone Piccolo diGiovanni Scalfarotto, maestro di Giovanni Battista Piranesi, e dellaMaddalena (1780) diTommaso Temanza che, già nel 1748, aveva proposto aPadova una facciata di sapore razionale per lachiesa di Santa Margherita, lavoro che fu accolto con asprezza dai critici dell'epoca.[75]
Il principale artefice di questo rinnovamento fu comunqueGiannantonio Selva.[78] Suoi i progetti per ilTeatro La Fenice (1790-1792, rimaneggiato successivamente e ricostruito dopo il disastroso incendio del 1996) e per le chiese veneziane diSan Maurizio (1806) e delNome di Gesù (1815). I suoi edifici, ben proporzionati e basati su pochi temi, oltrepassarono l'interesse provinciale.[79] A Selva è stato anche attribuito, non senza incertezze, ilTempio Canoviano aPossagno (1819-1833), felice fusione tra i modelli delPartenone e delPantheon.
Dopo l'intervallo napoleonico, che non produsse risultati particolarmente interessanti,[79] si affermòGiuseppe Jappelli (1785-1852); allievo di Selva, egli deve la sua fama alCaffè Pedrocchi e al Pedrocchino diPadova, eclettico edificio in cui si uniscono pure forme neogotiche. Lavorò anche in numerose ville venete, mostrando uno stile deciso e competente, degno del Neoclassicismo internazionale.[79]
A Roma il Neoclassicismo giunse con l'inizio delle trasformazioni presso iMusei Vaticani decise daGiovanni Battista Visconti,[80] Commissario dei Musei e Soprintendente alle Antichità, succeduto a Winckelmann dopo il 1768; su progetto diMichelangelo Simonetti ePietro Camporese furono aggiunte imponenti sale come quella delle Muse, mentre, tra il 1817 e il 1822,Raffaele Stern realizzò il cosiddetto Braccio Nuovo. Nel loro insieme, questi ambienti costituiscono una sequenza di spazi diversi, tutti caratterizzati da un'insolita correttezza archeologica, che però risulterà difficilmente applicabile a opere minori.[80]
L'arrivo deifrancesi coincise con l'affermazione diGiuseppe Valadier, autore dei restauri delColosseo e dell'Arco di Tito, nonché dei progetti diVilla Torlonia, del famoso Caffè delPincio (noto comeCasina Valadier), della facciata diSan Rocco e della sistemazione diPiazza del Popolo. Quest'ultima in particolare rappresenta un capolavoro del Neoclassicismo italiano. Fino ad allora la celebre piazza romana appariva come uno spazio caotico, dominato solo dalle chiese diCarlo Rainaldi e delimitato su un lato dallaPorta del Popolo; l'intervento di Valadier, che faceva seguito a una prima sistemazione eseguita dai francesi, fece assumere alla piazza una formaellittica, con l'inserimento di due muraglioni monumentali ai lati delle chiese gemelle del Rainaldi. Di conseguenza, nella realizzazione di Piazza del Popolo, il Neoclassicismo non appare come l'elemento dominante, ma contribuisce alla perfetta coesistenza tra le diverse emergenze architettoniche.[81]
Negli anni postunitari il Neoclassicismo non produsse risultati di rilievo; simbolo di questa deriva può essere ricercato nelMonumento a Vittorio Emanuele II a Roma (noto comeVittoriano), terminato solo nel 1911, nell'anno dell'Esposizione Universale. In questo caso gli intenti celebrativi fin troppo pomposi dell'opera, volti a osannare lo Stato monarchico, confluirono in una mera e inutile retorica di Stato.[82]
ANapoli gli elementi di rottura con la tradizione barocca, già in parte riscontrabili in vari ambienti della monolitica Reggia di Caserta diLuigi Vanvitelli, vanno ricercati nella produzione architettonica operata durante il decennio francese (1806-1815) e nella successiva restaurazione borbonica, in particolar modo in due importanti architetture: la facciata delTeatro San Carlo e laBasilica di San Francesco di Paola, inserita nell'emiciclo diPiazza del Plebiscito.[83]
La prima, iniziata nel 1810 dal toscanoAntonio Niccolini, è strettamente francese e fiorentina, con un leggero colonnato ionico aperto al di sopra di un alto basamento porticato che si pone a margine delPalazzo Reale; Niccolini fu infatti notevolmente influenzato dal prospetto dellaVilla di Poggio Imperiale di Firenze, progettato in buona parte daPasquale Poccianti solo pochi anni prima.[84] Negli anni seguenti l'attività di Niccolini fu intensa: disegnò il complesso dellaVilla Floridiana al Vomero, al cui interno costruì laVilla Lucia, ideò la nuova facciata delPalazzo Partanna inpiazza dei Martiri e si dedicò anche a numerosi progetti, non eseguiti, per il riassetto delPalazzo Reale, in cui è viva la sensibilità al giardino all'inglese.
La chiesa di San Francesco di Paola, diPietro Bianchi, si colloca invece tra le più importanti architetture sacre del periodo, tanto che viene annoverata dalla critica come "la più ricca e accurata delle nuove chiese italiane".[85] La sua costruzione, legata alle complesse vicende politiche del Regno di Napoli, fu intrapresa per realizzare il Foromurattiano, ma nel 1817 fu convertita in chiesa come ex voto da parte diFerdinando per la restaurazione al potere deiBorbone di Napoli. Il suo architetto, dopo un concorso che vide coinvolti i principali artisti del tempo, realizzò un tempio fortemente ispirato al Pantheon di Roma, differenziandolo solo nelle proporzioni e nella presenza di due cupole minori ai lati della calotta principale.[86]
Collegata all'attività di Napoli, ma distinta da essa, è quella siciliana.[85] Generalmente si ritiene che inSicilia il superamento del fastosoBarocco locale si avviasse con la presenza del franceseLéon Dufourny,[87] studioso degli antichi templi presenti nella regione, che a partire dal 1789 progettò l'edificio principale del nuovoOrto botanico di Palermo, con unpronao in stile dorico.
Tuttavia, già nel 1750 era stato completatoPalazzo Isnello, la cui facciata principale, opera di architetto ignoto, presenta elementi stilistici che precorrono il Neoclassicismo nella regione.[88]
Successivamente, l'architettura palermitana volse al Neoclassicismo grazie all'opera di un allievo del Vanvitelli e amico di Duforny,Giuseppe Venanzio Marvuglia, il quale realizzò numerose costruzioni ascrivibili al nuovo stile. Tra il 1799 e il 1802 Marvuglia edificò anche la cosiddettaPalazzina Cinese; in questa curiosa costruzione convivono elementi classici e altri desunti dall'architettura orientale, che manifestano la vocazione eclettica del Neoclassicismo siciliano, mentre nel giardino si trova ancora una fontana avente la forma di una grande colonna dorica sormontata dalla figura diErcole.
La Sicilia dette, inoltre, un contributo indiretto all'affermazione del Neoclassicismo grazie alla presenza di molte testimonianze dell'arte greca, per visitare e studiare le quali soggiornarono sull'isola molti artisti che furono protagonisti del dibattito architettonico tra fine XVIII secolo e inizio XIX secolo, come Schinkel (nel 1804),[89]Hittorff, von Klenze, Labrouste, e altri.
Molto più tarda e ascrivibile piuttosto all'eclettismo ottocentesco, è invece la costruzione, su progetto diGiovan Battista Filippo Basile e del figlioErnesto, delTeatro Massimo diPalermo (1875-1897), impreziosito da un imponente apparato decorativo in antitesi allo stretto funzionalismo auspicato all'inizio del XIX secolo daJean-Nicolas-Louis Durand.
Con la Restaurazione i modelli classici furono filtrati attraverso l'architettura rinascimentale, in quello che la critica ha identificato come "Classicismo Romantico". Uno degli architetti più significativi dell'epoca fuPasquale Poccianti,[84] allievo di Gaspare Paoletti e che, all'inizio della sua carriera, aveva collaborato conGiuseppe Cacialli per la sistemazione dellaVilla di Poggio Imperiale, aFirenze. La fama di Poccianti è legata soprattutto al completamento dell'acquedotto diLivorno: qui realizzò opere straordinariamente vicine a quelle dell'architettura di Claude-Nicolas Ledoux,[92] come ilCisternone (1829-1842), il serbatoio posto al termine del percorso delle condotte e caratterizzato da un'originale semicupola decorata a cassettoni. Per l'acquedotto progettò inoltre altre due cisterne, ovvero ilserbatoio di Pian di Rota e il cosiddettoCisternino di città, sempre a Livorno. Si tratta in entrambi i casi di edifici dalle volumetrie chiare e contrastanti, dove alle influenze francesi si somma l'evidente conoscenza delle architetture termali romane e della tradizione toscana del XIV secolo (quest'ultima riscontrabile nelle strette finestre a feritoia aperte lungo i massicci corpi di fabbrica dei serbatoi). Poccianti fu impegnato anche a Firenze, dove, ai lavori perPalazzo Pitti e per laBiblioteca Medicea Laurenziana, si aggiunsero i progetti non realizzati per la facciata diSan Lorenzo, immaginata come una rigorosa sovrapposizione di due porticati classicheggianti.
Ma la Toscana del primo Ottocento presenta un panorama architettonico assai vivace (forse a causa degli intensi scambi culturali con l'estero e la Francia in particolare), con molte figure di rilievo:[93]Luigi de Cambray Digny, le cui opere subirono l'influenza dal Neoclassicismo francese dell'età napoleonica;Lorenzo Nottolini che, negli stessi anni in cui Poccianti portava a termine l'acquedotto di Livorno, lavorò all'imponente sistema di approvvigionamento idrico della città diLucca, realizzando un condotto sopraelevato, perfettamente rettilineo, lungo tre chilometri e sostenuto da oltre 400 arcate (il cosiddettoAcquedotto del Nottolini);Alessandro Manetti che realizzò lacinta daziaria di Livorno, alcuni ponti sospesi e altre opere d'ingegneria;Carlo Reishammer, autore di sorprendenti progetti che ebbero per protagonista la ghisa, come lachiesa di San Leopoldo aFollonica e laPorta San Marco a Livorno, in cui sembra richiamare, anch'esso, alcuni stilemi dell'architettura di Ledoux;Agostino Fantastici, autore di numerosi interventi nell'architettura civile e religiosa del territoriosenese.[94]
AncheTrieste riveste un ruolo di primo piano nel Neoclassicismo italiano. Come città multietnica e porto dell'Impero austro-ungarico, Trieste tende a differenziarsi, in questo periodo, dalle altre maggiori città italiane. Le sue particolarità storiche influenzano l'aspetto urbanistico della città fino al giorno d'oggi.[95]
L'influsso germanico si riscontra nelTeatro Verdi (iniziato nel 1798), opera diMatteo Pertsch, che si avvicina ai canoni del Neoclassicismo milanese. Sempre di Pertsch è ilPalazzo Carciotti, schermato da un portico esastilo leggermente aggettante che sorregge una balaustra monumentale dietro la quale si apre una cupola emisferica.
L'architettura più emblematica è però lachiesa di Sant'Antonio, progettata nel 1808 daPietro Nobile e innalzata solo a partire dagli anni venti dello stesso secolo. La conformazione del lotto, lungo e stretto, indusse l'architettoticinese a variare il tema del Pantheon, disegnando un corpo di fabbrica a pianta rettangolare con una cupola al centro. La particolarità più evidente della chiesa è la sua posizione scenografica, alla fine del Canal Grande, così spettacolare tanto da farne uno dei simboli della città triestina.
Rivale del Piermarini fuSimone Cantoni, che aveva lavorato anche per Vanvitelli e si era formato all'Accademia diParma, sottoEnnemond Alexandre Petitot,[98] e a Genova. A Milano si dedicò alla progettazione delPalazzo Serbelloni, che presenta un corpo centrale con colonne che sorreggono un frontone, mentre aComo, verso la fine del Settecento, costruì laVilla Olmo.
ALeopoldo Pollack eLuigi Canonica, allievi del Piermarini, va il merito di aver affermato le nuove tendenze architettoniche. Del primo si ricordano laVilla Belgioioso (poi Reale, ora Villa Comunale), laVilla Casati aMuggiò e la Rotonda di via Borgovico, a Como, opere che però non presentano piante particolarmente interessanti;[99] del secondo è doveroso citare il progetto per l'Arena, frutto di un disegno più vasto, promosso anche daGiovanni Antonio Antolini, per la sistemazione delle aree attorno alCastello Sforzesco.
A questi fece seguitoLuigi Cagnola, che nelle sue creazioni cercò ispirazione esclusivamente nelle opere della tradizione italiana: questi progettò laRotonda di Inverigo una massiccia e vistosa villa e lachiesa di San Lorenzo aGhisalba (1822), ancora una volta cimentandosi sul tema della rotonda. Suo è l'Arco della Pace di Milano, ennesima trasposizione del modello dell'arco trionfale romano. Degno di nota è pure l'Arco di Porta Nuova, realizzato nel 1813 su progetto dell'architettoGiuseppe Zanoia che fu preferito al disegno del Cagnola.
L'edificio che chiude il Neoclassicismo milanese, e più in generale quello italiano, è lachiesa di San Carlo al Corso, diCarlo Amati, ritenuta tuttavia troppo imponente nelle sue dimensioni.[84]
Altra personalità di rilievo nella storia del Neoclassicismo italiano èCarlo Barabino, il più importante architetto genovese del XIX secolo.[84] Tra le sue creazioni vanno ricordate ilTeatro Carlo Felice e ilCimitero di Staglieno aGenova. Del Carlo Felice, inaugurato nel 1828 oggi resta solo la facciata, arricchita da un grande porticato esastilo: il corpo del teatro fu inesorabilmente colpito dai bombardamenti dellaseconda guerra mondiale. Nel Cimitero di Staglieno, completato dall'allievoGiovanni Battista Resasco, si inseriscono invece molti elementi della tradizione classica, come una copia del Pantheon romano, posta in posizione sopraelevata rispetto alla base del cimitero.
A Genova lavorò pure il citato Simone Cantoni, che vinse il concorso per la ricostruzione delPalazzo Ducale; il sontuoso salone del primo piano fu lodato persino da Milizia, che ebbe modo di visitare il cantiere ancor prima della fine dei lavori.
Il Piemonte conobbe una vivace fase di transizione al Neoclassicismo tra Sette e Ottocento, con personalità attive anche teoricamente sul versante classicista, spesso in rapporto stretto con le società di studiosi subalpini impegnati nel confronto con la nuova circolazione di cultura, in direzione romana e parigina; si ricordanoGiuseppe Battista Piacenza,Carlo Randoni, e alcune precoci realizzazioni diFilippo Castelli.
Il Neoclassicismo piemontese ebbe un notevole sviluppo grazie all'urbanistica e alle trasformazioni che, sotto l'influenza diretta dei francesi, interessaronoTorino nei primi anni dell'Ottocento. Fulcro dei nuovi ampliamenti fu lachiesa della Gran Madre di Dio (1814-1831), un edificio a pianta circolare, preceduto da pronao su modello del Pantheon di Roma, che fu innalzato daFerdinando Bonsignore a margine della coevapiazza Vittorio Veneto.[100]
L'insegnamento di Bonsignore, all'università e all'accademia torinesi creò più generazioni di abili architetti, i quali diffusero per tutto il Piemonte e anche nel genovesato e nel nizzardo i risultati di una scuola di grande validità e spessore culturale. Si ricordano, tra gli altri, il coltoGiuseppe Maria Talucchi, braccio destro di Bonsignore all'università e autore dell'imponentechiesa di Santa Maria del Borgo aVigone (1835 segg.),Benedetto Brunati,Luigi Canina,Ernesto Melano, quest'ultimo attivo anche nei cantieri carloalbertini di corte, lo svizzeroGiuseppe Leoni,Giuseppe Formento, l'eporediese Pessatti,Michelangelo Bossi, ecc.
Nella seconda metà dell'Ottocento è da segnalareAlessandro Antonelli, allievo di Bonsignore e Talucchi, autore delDuomo di Novara, che rivestì di elementi classici gli enormi edifici dellaMole Antonelliana di Torino e della cupola diSan Gaudenzio nella stessa Novara, forzando le proporzioni canoniche verso una nuova idea di architettura, fortemente segnata da sperimentazioni strutturali.
InRussia, le contaminazioni del mondo occidentale ebbero molta fortuna, in particolar modo aSan Pietroburgo.[101] Qui, fino a circa il 1760, trovavano ancora spazio i gustirococò dell'italianoBartolomeo Rastrelli (vedi ilPalazzo d'Inverno); fuCaterina la Grande a introdurre il Neoclassico nella capitale, commissionando a un architetto francese,Jean-Baptiste Michel Vallin de La Mothe, alcuni palazzi, come l'Accademia delle Belle Arti. Nel 1779Giacomo Quarenghi (1744-1812) accettò l'invito di recarsi a San Pietroburgo,[102] ove rimase per il resto della sua vita, divenendo l'architetto ufficiale di Caterina II;[103] egli tra il 1780 e il 1785 trasformò Pietroburgo in una città classica.[104] Realizzò numerosi palazzi e portò in auge un originale stile monumentale, d'ispirazione palladiana, riscontrabile, ad esempio, sia nel sobrio e severopalazzo inglese del parco di Peterhof (1781-1789, distrutto) sia nel più riccoTeatro dell'Ermitage (1782-1785).[105]
Anche Mosca fu investita dal gusto neoclassico e, pur evidenziando episodi interessanti, non raggiunse mai i risultati di San Pietroburgo.[105] Il nome legato a molte architetture classicheggianti di Mosca è quello diMatvej Kazakov (1738-1812), al quale si deve il Palazzo del Senato alCremlino. Invece, sul finire del Settecento, un certo numero di edifici classicheggianti di Mosca sono riconducibili al suddetto Giacomo Quarenghi, al quale, sulla scia di Kazakov, fecero seguito architetti qualiDomenico Gilardi (che si rifà allo stile imperiale) eOsip Beauvais (attivo durante la ricostruzione della città dopo il disastroso incendio del 1812).[105]
L'Europa del Nord offre un ricco repertorio di opere neoclassiche, generalmente di matrice tedesca o francese.[105] InDanimarca il Neoclassicismo comparve già verso glianni sessanta del Settecento.[111] Infatti, la sala da pranzo disegnata in daNicolas-Henri Jardin nelPalazzo di Amalienborg (1755-1757) viene ricordata come "la più antica stanza ancora esistente decorata in stile neoclassico da un architetto francese".[112] Allievo di Jardin fuCaspar Frederik Harsdorff, che ad esempio lavorò nellaCattedrale di Roskilde, dove eseguì la cappella di funebre diFederico IV. In seguito, con l'affermarsi dello stile neogreco, la figura più interessante fuChristian Frederik Hansen (1756-1845),[113] che eseguì il disegno dellaCattedrale di Copenaghen, con la grande volta a botte sostenuta da colonnati dorici che si richiama al progetto di Boullée per l'interno di una biblioteca.
Agli inizi dell'Ottocento si registra anche la pianificazione diHelsinki, granducato russo dal 1809. I maggiori edifici pubblici della città si devono aCarl Ludwig Engel, che fu impegnato nella piazza del Senato, dominata dalla classicheggiantecattedrale, dalPalazzo del Senato (1818-1822) e dall'Università. Il progetto iniziale della cattedrale risale al 1818, ma i lavori, avviati nel 1830, si conclusero solo nel 1851. La pianta è rigorosamentecentrale, essendo costituita da una croce greca schermata da quattro portici esterni: al centro della composizione si innalza una svettante cupola, affiancata da quattro calotte minori aggiunte successivamente. Invece, per l'Università Engel costruì una biblioteca con sale di lettura colonnate, collegate con imponenti scalinate doriche, che trovano affinità con quelle presenti nel Palazzo del Senato: nel primo caso, due ordini di colonne sostengono i piani d'arrivo delle rampe, mentre nel secondo, sulle colonne di tipo dorico gravano levolte a crociera della copertura.[114]
La diffusione del revival classico fu pressoché uniforme in tutta Europa, anche se con alcune eccezioni: laSpagna ad esempio non portò nessun contributo significativo al Neoclassicismo.[115]
InPolonia, già verso la fine del Settecento, si diffuse un'architettura derivata dai modelli rivoluzionari di Ledoux, ma un monumento precoce del primo Neoclassicismo si ritrova nellaCattedrale di Vilnius (oggi inLituania, che all'epoca era unita alla Polonia nellaConfederazione Polacco-Lituana).[117] Nel secolo successivoAntonio Corazzi fu protagonista della costruzione di diversi palazzi diVarsavia, mentre la nobiltà polacca commissionò a Karl Friedrich Schinkel alcune residenze di campagna.
Se aPraga il Neoclassicismo fu accolto in ritardo rispetto al resto d'Europa,[118] inUngheria la rottura con il linguaggio barocco avvenne già negli anni settanta del Settecento:[119] laCattedrale di Vác, con il suo portico sormontato da un massiccio attico, risale al 1763-1777. Nell'Ottocento questo stile culmina nellaCattedrale di Esztergom (a pianta centrale, dotata di cupola) e nel neogrecoMuseo Nazionale diBudapest (quest'ultimo opera diMihály Pollack).
Tra il XVIII e il XIX secolo ilBelgio fu influenzato dal Neoclassicismo di scuola francese (come la sedeAccademia Reale), ma sul finire dell'Ottocento il paese ritrovò la via di un barocco esuberante.[120]
NeiPaesi Bassi, tra le prime opere si ricordano: lachiesa di Santa Rosalia aRotterdam (1777-79), che segue lo schema della cappella reale di Versailles; il palazzoFelix Meritis adAmsterdam (1778); la sala da ballo delpalazzo Kneuterdijk aL'Aia (Jan de Greef, 1820-1830), realizzata a modello della sala egizia vitruviana. Più tarde il padiglione di Scheveningen (1826) e i tribunali diLeeuwarden (1846), che precedettero gli anni dell'affermazione del Neogotico.[121]
Paradossalmente lo stile neoclassico si sviluppa inGrecia solo verso la metà del XIX secolo, quando fu introdotto per i piani di rinnovamento diAtene.[122] Intervennero pertanto progettisti da diverse località d'Europa, in particolare tedeschi, danesi e francesi. Tra le opere più originali occorre segnalare la corte rotonda delloZappeion, iniziata solo nel 1874 secondo i piani diTheophil Hansen.
Nella storia dell'architettura, il linguaggio del Neoclassicismo fu il primo ad assumere una dimensione globale, avviando anche nella produzione architettonica un processo di europeizzazione della cultura. Fuori dall'Europa, tuttavia, l'architettura neoclassica fu generalmente un fenomeno legato alcolonialismo, spesso senza alcun carattere di autonomia figurativa; solo nel Centro e nel Sud America si ebbero alcuni spunti originali.[123]
Le origini del Neoclassicismo statunitense vanno ricercate nella intensa diffusione che qui ebbe il Palladianesimo; inoltre a partire dalla fine del Settecento grande fu pure il successo del revival greco. Gli architetti più interessanti dell'epoca furonoThomas Jefferson eBenjamin Latrobe.[124] Il primo, a partire dal 1771, aveva cominciato a lavorare alla sua casa diMonticello, inVirginia, opera non particolarmente innovativa se confrontata con le contemporanee costruzioni inglesi.[124] Ispirandosi allaMaison Carrée diNîmes, tra il 1785 e il 1789, eseguì il poco originale progetto per ilVirginia State Capitol. La sua opera più celebre resta comunque il campus dell'Università della Virginia, i cui disegni definitivi risalgono al 1817: elemento dominante del nuovo complesso è certamente la Rotonda, destinata a ospitare la biblioteca e che, al porticato vagamente palladiano, unisce un corpo circolare, ispirato al Pantheon. Altra caratteristica dell'edificio, ricostruito a seguito di un grave incendio che si sviluppò sul finire dell'Ottocento, sono le sale che si aprono all'interno, di forma ellittica.[124]
Fu proprio Benjamin Latrobe a suggerire a Jefferson la soluzione della Rotonda.[125] I primi lavori importanti di Latrobe sono il penitenziario diRichmond e laBanca di Pennsylvania, oggi scomparsa. Nei primi anni dell'Ottocento riceve la commissione per il completamento delCampidoglio diWashington, il grande palazzo al quale avevano collaborarono molti architetti dell'epoca e con un risultato assai discutibile. Successivamente, sotto la ricostruita ala del Senato, inserì la Supreme Court Chamber, dove il gusto della geometria e i dettagli forti suggeriscono una stretta affinità con i modelli del francese Ledoux e dell'inglese Soane. Tra il 1809 e il 1818 realizzò laCattedrale di Baltimora, sottoposta in seguito a modifiche e ampliamenti, ma che resterà la sua costruzione più felice.[126]
Il Neoclassicismo si impone sulla scena americana sostanzialmente fino alla seconda metà dell'Ottocento. Le ultime opere degne di nota sono alcuni progetti di stampo accademico degli associatiWilliam Rutherford Mead,Stanford White eCharles Follen McKim, come la Biblioteca dellaColumbia University aNew York, del 1893, imponente costruzione in cui si riflettono i fasti dell'architettura civile romana secondo i modelli del Neoclassicismo francese.[128]
Verso la fine dell'Ottocento la pura classicità diviene il fulcro teorico e culturale per la realizzazione di intere città comeWashington: nella città, concepita come una "scacchiera", trovarono posto freddi edifici classicheggianti. A New York invece furono concepite intere porzioni di nuove urbanizzazioni, che coinvolsero le aree disposte lungo laWall Street. In questo spirito urbanistico si collocano diverse importanti costruzioni in stile antico. Nel Novecento infatti il Neoclassicismo divenne lo stile preferito per le architetture governative: si tratta di edifici realizzati in chiave anti-moderna, in cui si riflettono quei gigantismi volti a enfatizzare il ruolo e il prestigio internazionale della nazione.[129]
Numerosi sono gli esempi, i più celebri concentrati prevalentemente nell'area di Washington. Ad esempio ilLincoln Memorial (ultimato nel 1922) di Washington è uno degli edifici che tentano di imprimere alla città un'impronta tesa a ricalcare quella della Roma imperiale. Progettato come un monumento in memoria del Presidente degli Stati UnitiAbraham Lincoln, celebre per le sue battaglie contro la schiavitù, il memoriale era stato concepito a livello ideale nel 1867, ma l'inizio dei lavori risale ai primi decenni del Novecento. All'interno dell'edificio, disegnato daHenry Bacon, furono poste sculture e statue ideate su modello delle celebri "copie romane" (statue realizzate in epoca romana che ricalcano i bronzi perduti della Grecia classica), come nel caso della grande statua di Lincoln, posta proprio al centro dello stesso memoriale.[130][131]
Sempre nella capitale statunitense, neglianni trenta del secolo fu innalzato il maestosoPalazzo dellaCorte Suprema, completato nel 1935. L'edificio, che nella facciata anteriore mostra un pronao in stile corinzio, fu progettato daCass Gilbert, che allora era già noto a tutta la critica d'arte internazionale per il suoWoolworth Building di New York, all'epoca uno deigrattacieli più alti del mondo.[132][133]
L'ultimo edificio di questo filone è ilJefferson Memorial, inaugurato a Washington solo nel 1943. Ideato nel 1939 daJohn Russell Pope, sorse ad imitazione delle ville palladiane e dei templi romani egreci. L'edificio si dipana lungo una rotonda di colonne in stile ionico che culmina in un grande pronao, affacciato alfiume Potomac; il monumento riprende a modello anche la Rotonda che l'architetto e Presidente Thomas Jefferson, al quale è dedicato lo stesso memoriale, aveva realizzato per l'Università della Virginia.[131][134] Si tratta però di un revival assai distante dalle nuove tendenze dell'architettura del Novecento, che già da tempo aveva visto aprirsi nuove strade, in completa rottura col passato e le sue tradizioni stilistiche (si veda ad esempio laCasa sulla cascata, cheFrank Lloyd Wright aveva completato nel 1939).[135]
Come si è potuto osservare, lo stile neoclassico caratterizza un'epoca assai lunga, confluendo nell'eclettismo e spingendosi fino ai primi decenni del XX secolo. Nel Novecento, accanto a vere e proprie citazioni del passato, come quelle che si ritrovano nei principali monumenti di Washington, in diversi paesi si svilupparono una serie di tendenze ispirate al Classicismo e al Neoclassicismo.[139]
In Italia, dopo i fasti retorici del già citato Monumento di Vittorio Emanuele II, si assiste a una semplificazione del lessico architettonico, che però, durante ilfascismo, rimane sostanzialmente di stampo classicista; i nuovi modelli proposti in quell'epoca sono, con alcune eccezioni (vedi laStazione di Firenze Santa Maria Novella), ancora legati alla simmetria e a una decorazione all'antico ridotta ai suoi elementi essenziali. I risultati, sono annoverarsi in quelNeoclassicismo semplificato tipico diMarcello Piacentini e che è da inquadrare nella corrente architettonica definita più propriamentemonumentalista.[140] Tali esempi, sebbene in parte rivalutati dalla critica più recente, furono spesso ritenuti grotteschi ed espressione di un provincialismo lontano dalle correnti architettoniche e di pensiero più evolute e internazionali delMovimento Moderno; ne è un esempio ilPalazzo della Civiltà Italiana, che riprende il modello del Colosseo, spogliandolo di ogni decoro (viene infatti chiamato ancheColosseo quadrato).[141]
Anche in Germania i piani diAdolf Hitler avrebbero dovuto cambiare il volto della capitale, trasformandola in una città monumentale. Autore dei progetti, che però non saranno mai concretizzati, fuAlbert Speer, amico personale delFührer. La poderosa cupola a cassettoni dellaGroße Halle, basata sul modello del Pantheon di Roma, avrebbe rappresentato, con i suoi oltre 200 metri di diametro, il fulcro della nuova Berlino; all'esterno, i disegni mostrano un poderoso colonnato classicheggiante aperto su una vasta piazza per le adunate, il tutto in scala colossale.[142] Esempi analoghi si ritrovano anche in Russia e nei paesi direttamente influenzati dall'Unione Sovietica, quali Polonia eCina.
Il Neoclassicismo semplificato si può rinvenire anche nelle opere tarde diAuguste Perret e persino nel crematorio diStoccolma, diGunnar Asplund ("Neoclassicismo scandinavo"). Alcuni critici hanno definito neoclassico anche ilMovimento Moderno (includendovi ancheLudwig Mies van der Rohe) quando ha perseguito monumentalità e simmetria.[139]
Il repertorio classico troverà un periodo di intensa fortuna a partire dalla fine deglianni settanta, nell'ambito delPostmoderno (e nella cosiddettanuova architettura classica), movimento che esprime una libertà stilistica sgombra dai vincoli modernisti.[143] Frontoni, colonne e altri elementi della tradizione torneranno quindi in auge: un celebre esempio viene offerto dal frontone classicheggiante del grattacielo AT&T Building (oraSony Building), chePhilip Johnson costruirà a New York nel 1984.
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^Giuseppe Manetti progettò ilGiardino Corsi Annalena, ritenuto il primo parco "romantico" di Firenze.
^Petitot fu chiamato alla guida dell'Accademia nel1753 e introdusse a Parma i gusti francesi derivati dallo stile di Ange-Jacques Gabriel. Nella sua scia si inserisce l'attività diNicolò Bettoli, la cui maggiore creazione è ilTeatro Regio di Parma (1821-1829).
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