Alexandre Rodolphe Vinet (Losanna,17 giugno1797 –Le Châtelard,4 maggio1847) è stato unteologo,filosofo,giornalista ecritico letterario estoricosvizzero.
Nacque aLosanna, nel quartiere di Ouchy, figlio di Louis-Marc Vinet, d'origine francese, un borghese diCrassier. Dopo gli studi per divenirepastore alla facoltà diteologia di Losanna, Alexandre Vinet insegnòlingua eletteratura francese al ginnasio diBasilea dal1817 prima di essere consacrato al ministero religioso nella sua città natale nel1819. Nello stesso anno sposò la cugina Sophie de la Rottaz, prima di ritornare a insegnare all'Università di Basilea comePrivatdozent e dopo il1835 come professore straordinario. Allo stesso tempo, si mise a disposizione dei pastori di Basilea per sostituirli. Ebbe due figli, Stéphanie (1820 - 1838) e Auguste (1821).
Dal1824, Vinet collaborò alNouvelliste vaudois, diretto daCharles Monnard, poi alSemeur, una rivista fondata aParigi da un gruppo diprotestanti. Per tutta la vita fu critico letterario e teologo.
Lacritica letteraria lo mise in contatto conSainte-Beuve, a favore del quale ottenne che lo si invitasse a tenere una conferenza a Losanna. LaChrestomathie française di Vinet (1829), i suoiÉtudes sur la littérature française au XIXe siècle (1840-51) e la suaHistoire de la littérature française au XVIIe siècle, uniti a suoiÉtudes surPascal, agliÉtudes sur les moralistes aux XVe et XVIe siècles, alla suaHistoire de la prédication parmi les Réformés de France e altre opere correlate, attestano una vasta conoscenza della letteratura, una sicura capacità di giudizio e una grande facoltà di discernimento. Adatta le sue teorie al soggetto dei suoi studi e non condanna nulla per adeguarsi alle sue opinioni letterarie.
Come teologo Vinet diede nuovo impulso alla teologia protestante, particolarmente nei paesifrancofoni, ma anche inInghilterra e altrove.Lord Acton lo paragonò aRichard Rothe. La sua filosofia è basata sullacoscienza, definita come ciò che permette all'uomo di mantenere una relazione personale diretta conDio; la coscienza è fondamento dellamorale e nessuno ha il diritto di attentare alla coscienza dell'individuo. Preconizza unalibertà completa in materia di religione e quindi laseparazione tra Stato e Chiesa, idee che difende nellaMémoire en faveur de la liberté des cultes (1826), nell'Essai sur la conscience (1829) e nell'Essai sur la manifestation des convictions religieuses (1842). Subì sanzioni per aver predicato la tolleranza verso ipietisti e imetodisti.
Dal1831, quando pubblicò i suoiDiscours sur quelques sujets religieux, la sua influenza comincia ad estendersi anche fuori del suocantone per l'istanza di liberalizzazione e di approfondimento del pensiero religioso, perché egli apportava alla dottrina tradizionale un'esperienza viva e personale. In seguito al ritiro di Alexandre Leresche, titulare della cattedra di teologia pratica, accettò di sostituirlo e tornò a Losanna nel settembre del1837. Insegnò teologia pratica fino alle sue dimissioni nel1844, che però furono rifiutate. Nello stesso anno sostituì temporaneamente come professore di letteratura francese il suo maestroCharles Monnard, in congedo aParigi.
Nel novembre del 1840 aveva già abbandonato il clero del Vaud e nel1845, quando il potere civile volle attentare all'autonomia della Chiesa, fu a capo della secessione che prese il nome diÉglise libre e presentò nuovamente le sue dimissioni al Consiglio di Stato del Vaud. Le autorità che tenevano alla sua presenza nel corpo universitario, gli proposero la cattedra di letteratura francese che era stata lasciata da Monnard.
Nonostante tutto, nel dicembre del1846, la fermezza delle sue scelte religiose provocò la sua destituzione, insieme a quella di altri professori, fra cuiCharles Secrétan. Gli si rimproverava di aver partecipato ad assemblee fuori della Chiesa ufficiale.
Indebolito dalla malattia, Vinet si ritirò a Clarens pressoLe Châtelard (oggiMontreux), dove morì il 4 maggio e trovò sepoltura. Gran parte delle sue opere fu stampata postuma. Una statua gli fu eretta nel1900 a Losanna dallaSociété d'étudiants Belles-Lettres.
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